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I miei anni universitari - Parte Quarta
di dolcementemotivo
13.11.2023 |
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"La sua risposta così palese mi fece restare di stucco, solleticando i miei sogni erotici più proibiti..."
Questa è una storia che racconta una parte di vita veramente vissuta, scritta con eleganza erotica, senza pornografia esplicita o termini volgariSe pensate sia il solito racconto per cui vorreste eccitarvi e per/o masturbarvi,
NON LEGGETELO: NON FA PER VOI!
-Assolutamente non è il tipico racconto a carattere pornografico-
Soffrirete, piangerete, griderete, esulterete con me...
Non sono propensa a scrivere un racconto di vita vera inserendovi forzatamente storie di solo sesso in maniera esplicita e volgare, quindi se cercate racconti di questo tipo, vi prego di andare oltre.
Chi invece vorrà “vedere” uno scorcio della mia vita, accomodatevi e buona lettura.
Grazie
Per motivi di privacy i nomi sono di fantasia e sono diversi dalla realtà
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I miei anni universitari
=== Parte Quarta ===
Era una stagione invernale molto fredda ed ero solita comprare, nel supermercato vicino casa mia, cibarie, prodotti per l’igiene e da quando avevano messo un piccolo stand di cosmetici, vi acquistavo di continuo vari prodotti per make-up a prezzi interessanti, di una nota ditta inglese.
Una signora di nome Luisa, di bell’aspetto, più grande della mia età, capitava di incontrarla spesso in questo supermercato, tra i vari saluti e cortesie che ci scambiavamo, cominciammo a scambiarci anche delle confidenze, diventando ben presto amiche. Un giorno, vedendomi indecisa sull’acquisto di una crema, si avvicinò salutandomi e mi consigliò un prodotto più innovativo, che sebbene più costoso, dava risultati nettamente migliori. Assorta nei miei pensieri, gli chiesi se lo avesse già usato, confermandomi ottimi risultati, inoltre mi suggerì che vi erano in offerta degli ottimi assorbenti molto sottili, ma senza rifletterci gli risposi che non avendoli mai usati non ne sentivo il bisogno. Non feci caso inizialmente, ma come svegliatami da un flash, capii di aver combinato un grosso guaio, cadendo nel panico! Avevo appena rivelato che non solo il mio sesso non fosse femminile, ma che non ero nemmeno una vera donna!
Temendo di essere boicottata, o peggio, derisa, pensai di eclissarmi cercando una fuga veloce, ma con eleganza ed educazione, salutando e scusandomi per l’incidente. La signora non si scompose, anzi, mi rassicurò che fosse tutto a posto, rassicurandomi che lo aveva già intuito da tempo, dopo questa certezza mi fece notevoli complimenti per la cura e la bellezza della mia persona, nonché dei miei modi gentili e garbatamente raffinati.
Era la prima volta che ricevevo complimenti da una donna più grande di me e senza che me l’aspettassi, mi invitò pure a casa sua per insegnarmi a truccarmi meglio e per volermi donare indumenti e mini abiti che ormai non usava più.
Mi incuriosì e volli andarci, anche se provavo comunque un po' di timore, informando di ogni mio spostamento Enrico, per scongiurare nella peggiore delle ipotesi, se mi fossi trovata in difficoltà di essere sempre rintracciabile per ogni eventualità o problema.
Con un po' di timore mi recai dalla signora Luisa e quando aprì la porta di casa, notai quanto ci tenesse nel presentarsi bene e nell’essere affascinante. Mi accolse che indossava un vestitino aderente molto sexy in pizzo nero, quasi trasparente, aveva delle belle gambe coperte da calze in nylon velatissime, ai piedi calzava scarpe beige con tacco da cinque centimetri. Io sembravo al confronto una monaca: Maglina aderente viola scuro, jeans attillati blu e un paio di comode ballerine nere come scarpe.
La signora Luisa, abitava da sola e mi fece accomodare nella sua stanza da letto, arredata tutta in stile classico, in un lato vi era un gran comò con una cornice a specchio e vari cosmetici.
Mi illustrò come truccarmi in diverse modalità estremamente semplificate e rapide nell’esecuzione, mediante l’uso di borotalco in combinazione con vari make-up e altri modi per ottenere vari effetti in pochi minuti, al contrario di me, che pretendendo risultati impeccabili, impiegavo molte ore.
Rimasi stupita di come conoscesse così tanti metodi per potersi truccare velocemente e spinta dalla curiosità, gli chiesi come fece ad apprenderli.
Mi rispose che frequentava i club privè e che dopo un fugace incontro amoroso, gli necessitava rimettersi in ordine velocemente per poter essere nuovamente disponibile ad un nuovo ménage.
Non ero mai stata in club e gli chiesi se si divertiva a frequentarli: -”Mi diverto moltissimo e ho molte occasioni di far sesso con chiunque, incontro uomini, donne, gay, trans...”-. La sua risposta così palese mi fece restare di stucco, solleticando i miei sogni erotici più proibiti.
Con una bella donna come la signora Luisa, avevo sia da imparare che da divertirmi e sicuramente capacità di ottenere esperienze uniche, mai provate prima.
Poiché ero molto curiosa e abbastanza eccitata, per mia lussuriosa curiosità gli chiesi cosa facesse quando si trovava sola e non era al club, visto che non poteva frequentarlo quotidianamente.
Mi pregò, innanzi tutto, di non rivolgermi dandole del “Lei”, ma che potevo chiamarla semplicemente col suo nome “Luisa”, quindi mi fece cenno di seguirla e aprì il guardaroba di un armadio a muro, in cui era celata una cassapanca chiusa a chiave.
Nel suo interno vidi, per la prima volta, un innumerevole numero di falli di plastica di ogni dimensione e fattezza, doppi falli, strani tubi con doppi falli alle due estremità, alcuni vibranti, altri muniti di cinghie, non sapendo e nemmeno immaginando come alcuni potessero essere usati. Ero incuriosita da un grosso fallo molto realistico con ai lati delle cinghie, e vedendomi titubante su come si potesse impiegare, Luisa mi fece conoscere il primo strapon della mia vita. Senza pudore si tolse i suoi slip, proprio davanti a me e per la prima volta vidi e sentii il profumo del sesso femminile, per poi vederlo coprire da un enorme fallo che indossò, assicurandolo al bacino, stringendone bene le relative cinghie.
Mi dava un effetto particolarmente stuzzicante vedere Luisa con un fallo eretto sopra il suo sesso femminile, dallo squisito profumo di fragola. Invitata ad assaggiarlo, mi ci fiondai con passione senza pensarci troppo, sentendomi talmente eccitata da percepire il mio pene, turgidamente duro e in piena erezione, come ormai raramente mi capitava e mai avrei pensato che mi sarebbe potuto succedere con una donna.
Luisa, trovandosi soddisfatta della mia accondiscendenza, suggeriva di spogliarmi per stare più comoda e aiutata nel denudarmi completamente, mi fece mettere supina sul suo letto, inginocchiata a testa in giù e con le mie natiche ben sollevate al cielo, in attesa di essere violata sessualmente.
Con dei guanti in lattice ed abbondante crema gel, lubrificò il mio ano, penetrandolo dolcemente con le sue dita per poi sostituirle con uno dei suoi falli più piccoli. Prese ambedue da eccitazioni e voglie sempre più voluttuose, mi disse di cambiare posa per fare quella del famoso “sessantanove”. Mentre gli leccavo lo strapon ancorato al suo corpo, Luisa mi penetrava dolcemente con un piccolo fallo, contemporaneamente, masturbava il mio pene con dolcezza, succhiandolo e leccandolo.
Ero euforica nel sentire un fallo che penetrava il mio culetto, averne un’altro dentro la mia bocca e sentire il mio pene, masturbato a colpi di lingua, fino ad eccitarmi vistosamente e farmi sospirare languidi versi di piacere.
Quando ebbi allargata per bene l’orifizio del mio ano, Luisa mi cambiò di posizione facendomi sdraiare al suo fianco, completamente nuda e bellissima come una dea, si avvicinò col suo bacino al mio culetto, iniziando a penetrarmi lentamente e con dolcezza, finché col suo grande strapon, arrivò a velocità e profondità tali, da farmi singhiozzare di piacere e contorcermi come una gatta in calore.
Dopo circa dieci minuti, Luisa, quasi instancabile, mi rigirò nuovamente di posizione, facendomi mettere un cuscino dietro il mio bacino e girandomi a pancia in su, con le gambe divaricate e sollevate verso il tetto. Con molta dolcezza mi baciò le labbra, accarezzandomi il viso più volte, prese anche a leccare i miei capezzoli, mentre la ricambiavo palpando e succhiando i suoi grandi seni, che sembravano due grandi occhi intenti a scrutare l’universo.
Completamente dominata dalla bella Luisa, ansimavo e godevo della piena penetrazione che stava sfondando completamente il mio povero culetto. Dopo altri dieci minuti, smise di penetrarmi, per farmi mettere carponi sul letto a gambe chiuse e testa bassa, tirando il mio sesso da dietro le mie cosce e prendendolo in mano con tutto lo scroto.
Nella posizione in cui mi trovavo, prese a succhiare il mio pene con una incredibile foga, sconosciuta per me fino ad un istante fa e rendendomelo sempre più duro.
Si tolse lo strapon ponendosi dietro di me, replicando la mia postura specularmente, per essere entrambe posizionate supine e rivolte con le rispettive natiche, l’una di fronte all’altra.
Prese il famoso “tubo” con, entrambi ai suoi capi, la forma di un grosso pene. Una delle estremità lo inserì nel suo ano, mentre l’altra estremità lo fece scomparire dentro il mio, contemporaneamente, mantenendo entrambe quella posizione, prese il mio pene eretto e se lo introdusse all’interno della sua vagina. Per me fu la prima volta sentire il mio sesso all’interno di una calda cavità carnosa umida e contemporaneamente sentirsi penetrata da un grosso fallo.
Così vicendevolmente penetrate, prendemmo a sbatterci energicamente le nostre natiche tra noi, con un sincronismo perfetto, ricevendo entrambe un piacere di grande intensità dall’effetto devastante, specialmente per me, visto che era la prima volta che facevo sesso contemporaneamente da passivo e attivo con una donna.
Eravamo all’apice del piacere, quando Luisa emise dei lamenti di estrema goduria e poco dopo singhiozzai di godurioso piacere nel sentire il mio pene emettere una quantità di liquido seminale tale da riempire abbondantemente il serbatoio del preservativo.
Stanche e senza forze, ci distendemmo completamente nude sul letto, l’una accanto all’altra.
Luisa prese ad abbracciarmi e baciarmi dolcemente ovunque, poiché, sebbene mi permise di eiaculare con il mio sesso maschile, mantenni i miei modi garbati senza alterare la mia femminilità.
Luisa la rividi successivamente in molte altre occasioni, facendomi impazzire nel provare sempre nuovi giochi, tra cui, l’essere bendata e legata sul suo letto mentre mi solleticava con una piuma per poi leccarmi ovunque con la sua lingua, oppure quando mi penetrava con lo strapon e ancora quando voleva essere anche penetrata dal mio sesso maschile.
Nonostante l’uso del mio pene, unica mia appendice maschile, mi sentivo una lesbica molto speciale, poiché munita di pisello e benché apprezzassi penetrare la signora Luisa, dotata di un bel corpo con delle natiche stupende, desideravo avere rapporti sessuali completi anche con uomini.
Luisa, da gran maestra di giochi, nell’aiutarmi sul completamento del mio percorso di esplorazione sessuale, mi propose, per i successivi incontri, se volessi arricchire le mie esperienze, facendo intervenire un suo amico, molto dotato, per diventare una Trav bisessuale. Cosa che ovviamente accettai con notevole entusiasmo.
Il suo amico di nome Leonardo, era un vulcano di virilità maschile capace di penetrarci vicendevolmente a turno, mentre eravamo l’una accanto all’altra, intente a giocare allegramente insieme con le nostre lingue, con un estremo vigore senza che conoscesse stanchezza o sosta alcuna.
Ormai andare a casa di Luisa era una consuetudine estremamente piacevole e soddisfacente, ma lo divenne ancor di più, quando una sera mi portò, come aveva già promesso da tempo, al club privè. Fu una delle esperienze più intense e travolgenti della mia vita!
Ci organizzammo una sera, io, Luisa e il suo amico Leonardo, vestiti in maniera decisamente sexy. Per l’occasione la mia amica mi prestò un suo tailleur scuro molto corto, con una camicetta sagomata, le mie lunghe gambe erano ricoperte da calze scure lievemente trasparenti con la riga nera dietro, sostenute da reggicalze, ai miei piedi misi le mie amate décolleté a vernice nera con tacco da dieci centimetri.
I miei capelli lunghi e fluenti, facevano da cornice al mio viso ben truccato e sorridente.
La signora Luisa indossava un abitino in stoffa rossa con apertura a portafoglio davanti il bacino, aveva un’acconciatura ai capelli di color rosso mogano, le sue gambe erano rivestite da calze nere velate con autoreggenti mentre ai piedi calzava scarpe rosse décolleté con tacchi da dieci centimetri.
Il nostro amico Leonardo era vestito con giacca e pantaloni di colore blu, camicia scura, cravatta blu e con un grosso arnese carnoso che traspariva dal cavallo dei suoi pantaloni, che avrei voluto giocarci per tutta la vita.
La serata era elegante e raffinata, vi erano piste da ballo e molti luoghi dove potersi appartare. Ero intenta ad ammirare il locale, quando Luisa mi fece cenno di seguirla oltre una porta guardata a vista da personale di sicurezza che sembravano essere l’esatta riproduzione di scimmieschi e possenti King Kong. Mostrato un lasciapassare, Luisa mi condusse in una grande stanza in penombra, in cui si scorgeva a fatica molte persone intente ad amoreggiare e divertirsi. Luisa si sedette accanto a delle signore che la riconobbero e salutarono affettuosamente. Ero ancora presa a guardare ciò che era davanti ai miei occhi, quando ad un suo gentile cenno mi fece avvicinare e mi presentò facendomi sedere vicino a loro.
Seduta al centro tra quattro belle signore intente a giocare safficamente tra di loro, vidi qualcuna sussurrare all’altra qualcosa che non capivo, un’altra mi fissava, quando ad un tratto, una di queste si alzò e col benestare di Luisa, mi prese per mano portandomi in un’altra sala privata.
Dietro una tenda, nonostante la piena penombra, notai distintamente che era tutta piena di gente che faceva sesso spudoratamente senza alcun freno o inibizione. La signora che era con me si spogliò rimanendo vestita solamente dei suoi mini slip, pregandomi di fare altrettanto facendomi riporre i miei vestiti in un armadietto vuoto accanto al suo.
Mi fece entrare vestita dei miei soli indumenti intimi, trascinandomi piacevolmente nel pieno di quell’orgia di individui coinvolti in un gran turbinio di sesso, dove tutti si baciavano, toccavano e leccavano vicendevolmente. Quella signora mi prese, con delicatezza, per il collo obbligandomi a leccarle la vagina dopo aver divaricato le sue lunghe gambe. Su di noi si avvicinarono due tipi, di cui uno ottenne un rapporto orale dalla signora, mentre l’altro mi penetrò spalancandomi l’ano in un batter d’occhio! All’inizio sentii molto dolore, sussurrai un lamento di disagio, ma al mio partner occasionale non gli importava nulla, anzi continuava ad accelerare il ritmo della penetrazione, sputando più volte sul mio orifizio per ottenere una buona lubrificazione. Inizialmente provavo esclusivamente dolore, per poi, pian piano, scemare, smorzarsi e lasciare posto a sensazioni, via, via più piacevoli e di indescrivibile godimento.
Sembrava fosse finita lì, quando qualcuno, sotto di me, cominciò a succhiare il mio pene fino a rendermelo duro, per poi, senza poter scorgere chi fosse, avvertii a mia insaputa di aver piacevolmente penetrato un caldo buco carnoso.
In una sequela di intensi brividi e forti sensazioni per le quali stavo letteralmente impazzendo, sentivo il grosso pene eretto e nerboruto del mio partner occasionale, affondare completamente fino ai suoi testicoli, tutto dentro il mio culo rotondo e sodo, continuando, con tremendi tonfi dalla forza brutale, a penetrarmi sempre più profondamente e spalancando del tutto le mie natiche.
Contemporaneamente, il mio pene, duro e rigido, veniva sollecitato ritmicamente all’interno di una calda cavità da me inconsapevolmente penetrata, avvertendo stimoli incredibili, oltre a ciò, davanti la mia bocca avevo la vagina della amica di Luisa, completamente bagnata e aperta dalla punta della mia lingua che la esplorava sempre più internamente, mentre il palmo ne raspava il clitoride.
Tutti emanavano gemiti lussuriosi, quando dall’interno del mio culo, spalancato e penetrato profondamente, arrivai al massimo del godimento nell’avvertire i forti tremori del turgido membro del mio amichetto, che dopo un sofferto lamento, raggiunse un orgasmo così potente da riempire quasi tutto il suo preservativo di caldo liquido seminale, facendomi urlare di piacere nell’avvertire quel calore dentro di me e provocandomi nuovamente l’orgasmo fino ad eiaculare a mia volta una buona quantità di seme.
Anche l’amica della signora Luisa ebbe soddisfazione nella sua bocca e con le labbra, colma di molte gocce di sperma, mi diede un bacio appassionato sulla mia bocca, complimentandosi per la mia lingua “curiosa”.
Quando cercai di alzarmi, notai che il sesso della persona che stava sotto di me e che mi praticò un rapporto orale, fosse in realtà un bel ragazzo magro, glabro, con capelli corti e chiari, con cui continuai a flirtare fino a scoparci vicendevolmente con grande piacevole passione di entrambi.
Al gioco si unì Leonardo, a cui inizialmente succhiai il suo gran uccello, condividendolo col mio amico gay, con cui mi affiancai molto vicino a quest’ultimo, baciandoci e avvinghiandoci con le nostre lingue, mentre a turno, con forti sbattimenti sulle nostre natiche, subivamo penetrazioni profonde ed estreme, rendendoci come cucciole in calore sempre più eccitate.
Sfiancai Leonardo provocandogli un grande orgasmo, quando si avvicinò Luisa per “punirmi” dell’averla privata del suo amico stallone, cavalcandomi con il suo grande strapon.
Grazie a Luisa scoprii che ero bisessuale attiva e passiva, che mi piacevano anche le donne, anche se queste dovevano stimolarmi intensamente per eccitarmi e provocarmi una erezione.
Del resto le mie esperienze le ebbi sempre e solo con uomini, convincendomi erroneamente che
solamente questi mi fossero sempre piaciuti, concedendogli la mia esclusiva preferenza.
Altre volte frequentai il club insieme a Luisa, incontrando la sua speciale amica.
Asia era una donna altissima, molto bella, di origini brasiliane con un corpo sodo e un buon tenore muscolare.
Spesso dopo molte sessioni con i vari stalloni del club lesbicavo con lei con molto trasporto.
Asia era una donna trans con un pene molto funzionale rispetto al mio e lo sapeva usare molto bene. Dopo aver ricevuto da lei vari amplessi mi trovai stanca, ma ancora desiderosa di scopare con lei.
In pochi secondi le ero già a cavalcioni sopra, pilotandone la penetrazione, per evitare fastidi e dolori, poiché ormai da parecchio tempo venivo abusata del mio povero culetto.
Davanti a me si piazzò un ragazzone che infilò nella mia bocca il suo grosso membro, ma giocando abilmente con la mia lingua, glielo succhiai per poi ingoiarglielo fino alla sua radice ed in poco tempo, lo feci scaricare di tutta la sua virilità, riempiendo la mia bocca con gran abbondanza del suo sperma, facendomi quasi soffocare. Ma non volli ingurgitare quel seme e facendolo colare fuori dalla mia bocca, avvicinai delle donne vicino a me, che fecero a gara per leccare ciò che grondava dalla mia bocca.
Asia dopo avermi penetrata a lungo, venne anche lei, quindi ormai stanca, cercai di sgattaiolare via, quando mi sentii nuovamente impalata appena mi accovacciai a terra sul morbido materassino.
Le mie gambe vacillavano per le forti concussioni ricevute sul mio orifizio anale, spalancato nuovamente da un’altro dardo di carne, mentre il mio pene, ormai flaccido, ondeggiava zampillando un continuo stillicidio di liquido prostatico trasparente e filamentoso, schizzando in tutte le direzioni possibili. Anche quest’ultimo venne, godendo mentre mi baciava in bocca e cacciandovi dentro la sua lingua.
Strisciando a carponi me ne volli andare, quando mi venne addosso un altro maschio palestrato che senza sentire ragioni, mi girò a pancia in su, aprendomi le gambe per infilarmi il suo palo di carne nel mio culo ormai completamente violato e devastato da tutti gli astanti della sala.
Quando venne anche quest’ultimo, mi sentii completamente spossata, ormai avevo solo fitte e dolori, quindi presi le ultime forze e scappai tremante verso i bagni.
Con fatica superai la stanchezza e presi a lavarmi sotto una doccia rigenerante, notando che alcuni avevano lasciato, quasi ovunque, preservativi usati e altro sporco, facendo apparire le altre docce in uno stato igienicamente pietoso.
Quella gente aveva scopato anche nel posto dove mi stavo lavando e se volevo evitare un altro amplesso, dovevo fare molta attenzione.
Guardinga, uscii completamente nuda fino a raggiungere gli spogliatoi.
Ancora una volta ero riuscita ad ottenere l’apice dell’orgasmo con sesso sfrenato e selvaggio.
Asciugatami con un telo che trovai nell’armadietto, tornai a vestirmi, affannata e stanca, volevo solamente tornare a casa, quando vicino al corridoio che portava all’uscita, mi sentii indicata da alcuni tizi che interessavano un uomo di mezza età vestito molto elegantemente. Questi con garbo e modi molto cavallereschi si presentò baciandomi la mano e proponendomi di lavorare per lui.
All’inizio ero molto titubante, ma mi rassicurò presentandosi come il gestore del locale che conosceva benissimo la sua cliente Luisa e grande amica mia. Egli mi propose un lavoro, o meglio una collaborazione, poiché, avendo sentito i commenti superlativi dei suoi clienti nei miei confronti, ero considerata una giovane donna molto disinibita, disponibile e ambita da tutti, quindi volle ingaggiarmi come attrazione del locale.
Ancora incredula gli dissi che ero solo una studente e non potevo abbandonare i miei studi universitari per divertimento o fare altro, ma lui insistette nel dirmi che la mia presenza al locale non sarebbe stata assidua, ma alternata con altre ragazze solamente per le ore serali o pomeridiane. Ero decisa nel non accettare e per convincerlo a desistere, gli precisai che non ero di sesso femminile, ma solo una travestita.
Senza scomporsi più di tanto inarcò un sopracciglio, mi guardò con aria stupefatta e si complimentò con sguardo incuriosito offrendomi una cifra talmente allettante che non avrei potuto rifiutare.
Del resto potevo coniugare studio e divertimento, inoltre sarei stata pagata molto bene, permettendomi di comprare quel che più mi piaceva.
Presa dai turni tra studio e lavoro, familiarizzai subito con tutti gli operatori del locale facendomi apprezzare per la dolcezza della mia persona. Spesso ero vestita da coniglietta sexy e mettevano degli ostacoli consistenti in sbarre e nastri tutt’attorno a me per impedire alla moltitudine delle persone di buttarsi su di me.
Inconsapevolmente attraevo molti uomini disposti anche a pagare cifre incredibili per avere una notte d’amore con me, ma ciò rappresentava un extra a mio rischio e pericolo.
In varie occasioni mi concessi qualche scappatella, ma solamente con signori più maturi di età rispetto alla mia, soprattutto perché erano clienti sicuri nel pagarmi e nel trattarmi come una vera regina, senza che avrei ricevuto brutte sorprese, strane richieste o maltrattamenti.
Delle tante notti, infuocate da passioni travolgenti passate in un altro letto, che non era il mio, con estrema indecenza, ne persi il conto.
Spesso incontravo i miei clienti facoltosi, vestita solamente da lingerie molto sexy, body stocking provocanti, décolleté a tacchi alti, senza indossare altro sotto un cappotto di pelliccia.
Sembrava la mia dimensione perfetta, studiavo, facevo shopping, lavoravo, guadagnavo, mi divertivo, frequentavo hotel di lusso in cui non venni mai registrata, ormai conosciuta dai molti portieri che si dedicavano ai loro ricchi clienti per il mantenimento della loro privacy con estrema discrezione, dietro l’elargizione di una buona ricompensa.
A volte ero condotta in ville fuori città accompagnata da autisti che venivano a prendermi con automobili lussuosissime: che potere incredibile ha il dio denaro! Ma quello che riuscivo dare a letto, sembrava darmi un dominio superiore a tutto!
Per qualche settimana sembrava godessi della vita più bella che potessi desiderare, quando una ragazza rumena, con cui spesso lavoravo insieme diventando in poco tempo vere amiche, scomparve nel nulla, forse al seguito di un appuntamento con un sedicente cliente che tutti reputavano pazzo e violento.
Col tempo seppi di voci che forse la mia amica ebbe un infarto a causa di abuso di sostanze stupefacenti, ma lei non era una tossica e se fosse successo veramente, sarebbe sicuramente stata indotta a usarle dietro compenso di denaro per compiacere qualche strano cliente, molto facoltoso, che io evitavo sempre. Dopo un po' di tempo ci fu anche chi disse che fosse tornata a casa dopo aver realizzato ottimi guadagni. Altre voci, invece parlavano che avesse contratto l’AIDS e morì in sordina in un solaio di una vecchia casa abbandonata, comunque di lei non se ne seppe più nulla ed ebbi tanta paura, che piansi e mi licenziai su due piedi.
Al club vi lavorai solo per quasi un mese e me ne uscii appena in tempo, prima di una bufera giudiziaria scoppiata a causa di una rissa nel locale.
Spaventata della scomparsa della mia amica e della situazione rischiosa in cui avrei potuto essere invischiata, decisi che la mia esperienza sui club si chiudesse lì e mio malgrado, non mi feci più vedere ne dalla signora Luisa, ne dal suo amico Leonardo e tanto meno dalle altre loro amiche che ormai non frequentavo più da tempo.
Tornai così a pieno ritmo sugli studi, dimenticando uno dei periodi più movimentati della mia vita, studiando come una pazza per riguadagnare il tempo perduto, con non poche fatiche, riuscii a passare gli esami di altre materie per avvicinarmi sempre più al vero obiettivo della mia vita, altri se non raggiungere il traguardo della laurea.
Grazie all’esperienza forte e intensa del club, compresi meglio la mia sessualità su ciò che sono, su ciò che sento essere di me e soprattutto cosa veramente desideri, rivelandosi, al tempo stesso, quanto fosse pericolosa per la facilità di incontrare partner che avrebbero potuto avere brutte intenzioni o pericolose malattie trasmissibili, per cui trassi la conclusione che non valeva la pena perdere tutto per buttarsi con leggerezza in situazioni estremamente dannose e compromettenti.
Decisi che non mi sarei più esposta in questo modo mettendo a repentaglio la mia stessa vita.
In base a queste ultime esperienze, decisi anche che non avrei più permesso a nessuno di avere un rapporto sessuale non protetto con me.
Era una fredda sera d’inverno, dalle finestre del mio piccolo appartamento, sorseggiando una tazza di fumante the, osservavo le persone serene e spensierate sulla strada, comprendendo quando fui fortunata nel non ammalarmi per colpa di voglie smodate di sesso, ad avere una buona sorte nel non cadere in pericolose trappole, grossi guai, o altre situazioni difficili e irrimediabili che avrebbero potuto sconvolgere per sempre la mia vita rendendola un vero inferno. Con un alito caldo appannai il vetro della mia finestra e vi disegnai un grande cuore scrivendoci: “ Io mi amo!”.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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