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Estate di San Martino per esibizionisti


di amoreandrogino
22.12.2015    |    8.744    |    6 8.0
"Il suo piacere non sta nel mostrarsi nuda, ma nell’esibirsi vestita o meglio tra-vestita..."
Davanti agli occhi indiscreti di tutti!
Quando c’erano ancora le mezze stagioni, a settembre era ancora bello, ma cominciava l’autunno e col mese di ottobre si doveva dire l’addio alle giornate di sole pieno. Ma ogni anno, dopo la prima decade di novembre si concentravano particolari fattori atmosferici che innalzavano di colpo la temperatura e sgomberavano il cielo dalle nubi per due o tre giorni, talvolta quattro. Era l’estate di San Martino che offriva la possibilità di fare un week end al mare o in campagna per godere dell’ultimo sole.
A differenza degli anni scorsi, quest’anno l’estate di San Martino è tornata radiosa, insieme con il torrone e Valentina, una trav che ama molto il mare si è andata a sbracare sull’arenile di Capocotta con un sua amica transgender. Per chi non lo sappia, Capocotta è sul litorale romano, una bellissima spiaggia libera contornata dalla macchia mediterranea, un posto un po’ trasgressivo frequentato da scambisti e da gay, ma anche da persone così dette “normali”, un posto dove ognuno può fare quello che vuole senza dar fastidio agli altri. Quel giorno vi sono alcuni giovani, più o meno palestrati, irriducibili della tintarella che vogliono prolungare al massimo l’abbronzatura e approfittano anche di un sole pallidino, gruppi di ragazzi e ragazze succintamente vestiti che non se la sentono di indossare il costume da bagno e poi famiglie con bambini, forse ignare della caratteristica del posto, con grosse borse di cibarie e contenitori frigo per le bevande. E ci sono anche, un po’ appartate, alcune coppie cuckold distese su asciugamani posti a ridosso degli anfratti dove si annidano i guardoni: queste coppie sostenitrici dell’adulterio consenziente festeggiano San Martino che, come tutti sanno, è il protettore dei cornuti e che, per aumentare la sua audience, deve incitare mogli e mariti a cornificarsi a vicenda. (Sebbene pare che le corna, al Santo, non le abbia messe la moglie ma la sorella, che lui si era portata in viaggio, a cavalcioni sulle spalle, per non lasciarla sola a casa, conoscendone i pruriti, e lungo la via la sentiva sempre più pesante perché lei era riuscita a farsi ingroppare di nascosto ed era rimasta incinta.)
Tra le altre coppie cuckold, ce n’è una un po’ meno appartata che pomicia senza preoccuparsi di quelli che, involontariamente, potrebbero scorgere le loro performance; pare anzi che lo facciano apposta per eccitarsi: l’uomo spinge la testa della compagna verso il suo membro che quasi fuoriesce dai pantaloncini, certamente per mostrare la sua turgidità ma anche per far vedere la disponibilità della “sua” donna. E intanto ne scopre le cosce sollevando la leggera gonna fino al perizoma.
Una famiglia con bambini si allontana scandalizzata ma altri sbirciano incuriositi e alcuni ragazzi osservano la scena visibilmente eccitati anche se si tengono un po’ distanti perché non sono certi dell’intenzionalità dell’esibizione. Sono poco più che adolescenti, avranno sedici/diciott’anni, e quindi sono scafati solo a parole ma, nei fatti, molto impacciati se non addirittura timidi e non hanno capito che quell’uomo si sta eccitando proprio mettendolo in mostra: fingendo di sistemare un asciugamano, infatti, si gira un po’ verso la loro direzione per “esaltare” la sua potenza fallica, immaginando la loro ammirazione per le sue dimensioni. E la donna mette in mostra le cosce e il culo perché avrebbe voglia, se potesse, di farsi scopare da tutti quanti ed è attratta proprio dal fatto che loro sono ancora così giovani. Incitata dal marito li provoca esibendosi proprio per farli avvicinare fino a un certo punto, ma sapendo che non la potranno nemmeno toccare perché il suo compagno li allontanerebbe. E lei, invece, avrebbe una gran voglia di farsi palpeggiare e di succhiare quei bei cazzi verginali, ma suo marito controlla che la trasgressione sia contenuta nei limiti stabiliti dal suo senso di possesso e accetta solo guardoni non partecipi.
Alcuni uomini sono talmente stronzi da essere gelosi e possessivi anche mentre stanno praticando il sesso di gruppo! E a lui – che non ha il coraggio di trasgredire fino in fondo - basta immaginare la scena della sua donna sbattuta da un altro o costretta a fare un pompino, magari mentre lui è legato e non può intervenire! Ma quell’uomo non si rende conto che alla sua compagna non bastano le fantasie: per una donna, esporre il proprio corpo, nudo ma ancor di più se velato da indumenti sexy, non è un piacere fine a sé stesso ma uno strumento di seduzione, l’esibizionismo femminile non tende a sorprendere ma ad eccitare il maschio che guarda per provocarlo a far sesso con lei. O almeno a fargli desiderare di far sesso con lei perché talvolta, non avendo nemmeno lei il coraggio di andare fino in fondo, si accontenta di provocare l’eccitazione e di vedere che l’uomo si masturba. Per il maschio esibizionista, invece, mostrare il membro in erezione è un piacere in sé, ma è anche una pulsione aggressiva e quindi un’affermazione di potenza che tende a turbare, sconvolgere, suscitare sgomento e paura: quasi sempre l’atto di esibizione maschile si esaurisce nella sorpresa e nell’allontanamento sdegnato, se non nella fuga atterrita di chi ha assistito alla scena, involontariamente ma quasi mai con curiosità o compiacimento e molto più spesso con fastidio o ripugnanza.
Valentina é lì, a poca distanza dalla coppia che dà spettacolo e lo commenta con la sua amica che, in quanto trans e non solo travestita, è completamente donna anche se non ha voluto farsi operare. Lei è rimasta in jeans e camicetta unisex perché ha un po’ freddo, ma la sua amica si è messa in bikini: è molto bella con uno splendido seno rifatto, terza misura, un corpo sinuoso e senza peli anche se prende pochissimi estrogeni per non indebolire l’erezione del suo piccolo cazzo che normalmente tiene celato sotto, tra le chiappe, ma usa volentieri per inculare i bei ragazzi, soprattutto quelli che protestano di essere assolutamente eterosessuali, dicono di non averlo mai fatto e che non lo faranno mai. A differenza di Vale che è prevalentemente passiva, anche se le si indurisce mentre viene penetrata di dietro o fa un boccino e ha l’orgasmo con un’abbondante eiaculazione, la sua amica non ama molto farsi penetrare e si sente ancora più donna quando ha un ruolo attivo, sia con i maschi sia, qualche volta, con le donne che sono attirate dalla sua ambivalenza e con cui si sente lesbica, con uno strap-on di carne.
Le due amiche sono troppo vicine alla coppia esibizionista per non assistere alla performances ed entrambe sono prese da una voglia incontenibile di emulazione. Soprattutto la transessuale a cui si è un po’ indurito nonostante lo tenga piegato all’indietro: a differenza dell’esibizionismo maschile che tende a sorprendere e incutere paura, la sua tendenza esibizionista è più di tipo femminile, un po’ graduale e coinvolgente, quasi passiva, che non fa ritrarre o scappare chi assiste involontariamente alla scena, ma tende ad attirare lo sguardo e suscitare il desiderio. Espone il suo bel corpo in maniera coinvolgente e non aggressivo proprio perché è una donna fragile con un perenne bisogno di essere rassicurata sulla propria femminilità, Si slaccia lentamente il reggiseno come se si volesse abbronzare e resta immobile al sole per alcuni minuti per poi muoversi in maniera flessuosa e seducente perché qualche ragazzo le si avvicini: sedurre o “se-durre” significa appunto “spostare verso di sé”, attirare!
Anche Valentina comincia a smaniare e vorrebbe attirare l’attenzione di quei ragazzi, ma per lei è diverso. Il suo piacere non sta nel mostrarsi nuda, ma nell’esibirsi vestita o meglio tra-vestita. A differenza di una transgender che si sente sempre donna, in qualsiasi momento, anche se sta in casa in ciabatte, lei si eccita quando può sfoggiare una mise da zoccola: per una inversione della personalità, lei assume un “abito mentale” da donna quando indossa abiti femminili. In quei momenti, quindi, anche lei adora mostrare le cosce, come tutte le donne, ma i suoi piedi devono calzare sandali con tacco 12 e le sue gambe devono essere inguainate in calze velate autoreggenti che salgono fino all’inguine dove si può intravedere, appena appena, il suo malizioso rigonfio e si deve scorge il suo culetto pronto ad accogliere il cazzo.
Ripensa a una volta che era in auto, en femme, e un suo amico fotografo l’aveva ripresa mentre scendeva aprendo la portiera: siccome indossava una minigonna le si erano completamente scoperte le gambe fino agli slip e Il suo amico le aveva chiesto di fare ancora altre fotografie in quella posa perché, oltre alle bellissime cosce, si poteva vedere anche il pacco davanti. Lei che si era sempre vergognata del suo membro, ora sentiva che quell’uomo era attratto proprio da quello e, mentre la fotografava, sentì un’improvvisa vampata di piacere. Si era eccitata, quindi, a farsi ancora fotografare in quella posa esibendo il membro che era sgusciato fuori dagli slip, prima con esitazione e poi con compiacimento sempre più evidente, raggiungendo l’erezione completa. In quel momento era emersa, probabilmente, la sua componente maschile che lei dissimulava con il travestimento: mentre la sua amica transgender si sentiva sempre e solo donna, come se lo fosse nata, per lei la femminilità era un dimensione che acquisiva con l’eccitazione della metamorfosi, ogni volta che si vestiva da femmina. Da gran troia, per la verità, più che da donna!
Strano! Lei si era sempre vergognata del suo cazzo, che chiamava “pisellina” sebbene fosse di dimensioni più che normali. Le sembrava che con il membro in erezione potesse essere scambiata per un maschio mentre lei si eccitava proprio quando poteva esibirsi en femme, con parrucca, trucco pesante e le unghie laccate di rosso; allora invece, davanti al fotografo che la istigava ad esibirsi, aveva provato una forte eccitazione nell’offrirlo all’obbiettivo. Come se ci fosse stata una momentanea inversione di polarità, un’inversione nell’inversione della sua sessuazione passiva. E, siccome era da lì, davanti, che il suo godimento raccolto passivamente da dietro o in bocca si sfogava nell’eiaculazione, pensò che era semplicemente una donna con qualcosa in più, una femmina con il cazzo.
Intano la coppia esibizionista continuava la sua performance e i giovani guardoni se lo stavano menando allegramente a due passi dal corpo della donna che lo aveva preso in bocca. Se lo stavano menando tutti, tranne uno, un ragazzo in pantaloncini che le aveva notate incuriosito e si era un po’allontanato dal gruppo. Lui non lo aveva tirato fuori come gli altri, ma non aveva bisogno di mostrarlo perché il suo corpo apollineo e il suo viso glabro dai lineamenti gentili erano talmente belli che non si poteva chiedere altro. “Apollineo” non era un aggettivo scontato, come la parola “solare” che oramai si usa per tutti e per tutte, ma descriveva proprio le caratteristiche di quel giovanissimo esemplare di maschio che rassomigliava in tutto e per tutto a una statua di Apollo: muscoloso senza essere palestrato, capelli morbidi e un po’ mossi, le labbra carnose e il colore candido della sua pelle liscia e senza peli ne facevano un perfetto esempio di bellezza classica. Un Apollo marmoreo che non aveva bisogno di esibire il suo membro eretto per sorprendere, sconvolgere e incutere meraviglia, turbamento e desiderio!
Quel ragazzo le guardava un po’ timidamente e loro due cominciarono a fantasticare su ciò che avrebbero voluto fare con quel ben di dio e nelle loro fantasie, invece di contenderselo, se lo dividevamo da buone amiche. E ovviamente, più che ricambiare lo sguardo timido del giovane Apollo, se lo stavamo mangiando con gli occhi tanto che lui non poté non accorgersene e si vedeva benissimo che si stava eccitando. Valentina e la sua amica lo avrebbero invitato a venir via con loro: la trans se lo sarebbe inculato mentre lei stessa gli avrebbe allargato le natiche e glielo avrebbe succhiato, masturbandosi selvaggiamente! L’esplosione del piacere sarebbe arrivata insieme per tutti e tre e, dopo le contorsioni dell’orgasmo, si sarebbero rotolati una addosso all’altro, e all’altra, leccandosi dappertutto.
Magari davanti agli occhi indiscreti di tutti!

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