Racconti Erotici > trans > Benvenuta primavera
trans

Benvenuta primavera


di Ericasx
11.05.2023    |    5.499    |    29 9.8
"L'eccitazione della situazione cominciava ad intravedersi tra le mie gambe ma feci di tutto per sembrare tranquilla..."
Erano i primi giorni di maggio e il sole aveva iniziato a rendere l'aria più tiepida e gradevole.
La fresca brezza del mattino faceva svolazzare le tende del salone e la musica hip hop in sottofondo accompagnava la mia routine.
Di solito a metà mattina raggiungevo un amico in palestra o al parco per trascorrere qualche ora in compagnia.
Quel giorno dopo la colazione mi stavo preparando per andare in palestra quando sentii il trillo del citofono.
Andai per rispondere ma neiente! Nessuna risposta dall'altra parte.
Mi affacciai al balcone che da sul portone e non scorsi nessuno.
Dopo qualche secondo ancora un trillo.
Andai per per rispondere stizzita :"ma insomma si può sapere chi è!?", quando sentii una voce dall'altro lato della porta :"buongiorno, sono qui alla porta. C'è una consegna per lei!".
Presa in contropiede e un po' irritata osservai dallo spioncino e in effetti vidi un tizio che teneva in mano un enorme scatola di cartone.
"Abbiamo anticipato la consegna" disse il tizio furoi dalla porta.
In effetti aspettavo un pacco ma la sua consegna era prevista nel pomeriggio.
Mi ripresi dal breve disagio e aprii la porta e invitai il tipo a scaricare il pacco dentro casa.
"Ho trovato il portone aperto e sono salito" disse :"sul documento c'è scritto consegna al piano, così sono salito e nella peggiore delle ipotesi lo avrei lasciato vicino la sua porta".
Tanto visto il peso, nessuno lo avrebbe mai portato via" e aggiunse una risatina.
Effettivamente aveva ragione, era della pesante attrezzatura da giardino, nessuna delle anziane vicine avrebbe potuto spostare quel pacco...a differenza del tipo che lo aveva portato in spalla fino al secondo piano. Non sembrava nemmeno lontanamente affaticato dallo sforzo.
Gli chiesi comunque se volesse un bicchiere d'acqua.
Lui rispose di sì. Lo invitai a sedersi sul divano in modo da riposare un momento. Solo allora mi accorsi del disordine che c'era in casa. Scarpe fuori posto, giacca sul tavolo e stendino ancora da svuotare dal quale pendevano due paia di jeans, calzini, abbigliamento sportivo di vario genere, leggings e due perizomi.
Dentro di me sperai che tutto passasse inosservato. Tornai con l'acqua e due bicchieri, mi sedetti accanto a lui e gli porsi il bicchiere ringraziandolo per la consegna. "E' dovere" rispose "tuttavia a volte fa anche più piacere quando si incontrano persone come te!"
In un istante mi raggiunse un'ondata di calore. Istintivamente scattai in piedi e mi diressi verso la cucina dicendo "sta uscendo il caffè, aspetta un secondo".
Arrivata in cucina socchiusi la porta e ripresi fiato. Rossa in viso e con il cuore che improvvisamente aveva iniziato a battere forte ripensai alle sue parole. Cosa voleva dire? Era un messaggio? Un apprezzamento o una semplice frase di circostanza? Non potevo saperlo e la cosa da un lato mi eccitava dall'altra mi spaventava. Presi coraggio e mi dissi :"adesso stai tranquilla, prendi il vassoio, vai di la e lascia che sia lui a far la prima mossa. Se sono vere le tue supposizioni non tarderà nel lanciare nuovamente l'esca".

Presi il lucidalabbra e rinnovai il gloss della mia bocca, mi sistemai il leggings ancora più su e tornai nel salone con il vassoio in mano. Cercando di non lasciar trasparire l'emozione camminai con passo deciso e suadente.
Dandogli quasi completamente le spalle, mi chinai in avanti e poggiai il tutto sul tavolino, presi la zuccheriera e chiesi: "quanti cucchiaini?" la luce che proveniva dalle finestre illuminava il mio profilo mettendo in evidenza delle forme seducenti. Il leggins poi esaltava in maniera eccessiva i miei glutei sporgenti, e forse lui ne apprezzava la funzione. "io non lo prendo....lo zucchero!" disse mentre mi toglieva dalla mano la sua tazzina.
Quella pausa, quella piccola pausa mi aveva agitata nuovamente. L'eccitazione della situazione cominciava ad intravedersi tra le mie gambe ma feci di tutto per sembrare tranquilla.
"E a te invece....come piace prenderlo?" disse il tipo poggiando la sua mano sulla mia coscia in una maniera tanto naturale quanto decisa.
A rendere tutto più esplicito fu quel sorrisino che si evidenzio' sul suo volto. Era evidente, mi aveva capita fin dal primo momento in cui era entrato.
Sapeva che genere di ragazzo ero, e a quanto pare lo apprezzava molto. E questo apprezzamento cominciava a manifestarsi apertamente. "Posa questa tazzina e mostramelo" disse guardandomi dritta negli occhi e alzandosi in piedi di fronte a me.

Non me ne ero resa conto, forse per via dello scatolome che reggeva in mano, ma era molto robusto.
Capelli a zero, barba incolta, spalle larghe che sporgevano  prepotentemente e delle  braccia possenti. Nel vederlo dal basso verso l'alto era ancora più impressionante.
L'uomo in piedi lasciò cadere a terra la salopette di jeans, con un gesto deciso tirò via la maglietta bianca e abbassò di scatto i boxer.
Tra un groviglio di peli spiccava una dotazione fuori dalla media.
Era già a metà della sua completa erezione con un glande enorme e grondante di un liquido denso e trasparente che scorreva lungo il suo scroto.

Il profumo della sua virilità arrivava al mio naso in maniera diretta.
Lo sentivo pervadere la mia testa e inebriarmi i pensieri.
Le sue possenti mani mi afferrarono la testa e scivolai in ginocchio ai suoi piedi mentre le mie labbra, umide e brillanti sfioravano la sua cappella.
Aprii la bocca ed iniziai a leccargli lentamente le dolci goccioline che scendevano lentamente dal suo cazzone.
Spalancai la bocca e iniziai a gustarmi la generosa circonferenza del suo glande. Mentre ritmicamente gustavo il suo membro sentii una presa decisa sulla nuca ed in una frazione di secondo mi ritrovai con la gola piena. Con una forza indescrivibile ora mi scopava la gola dandomi modo di respirare a fatica. La saliva che sgorgava dalla mia bocca aveva ormai completamente bagnato la mia canotta sportiva e parte del suo corpo. In preda ai suoi colpi profondi persi la cognizione del tempo.
Ero impotente al suo cospetto ma allo stesso tempo sentivo il piacere che stava provando.

Ero sua e il suo piacere dipendeva da me. Il mio di piacere imvece era evidente, i leggins neri avevano una grossa macchia umidiccia nel bel mezzo delle gambe.
Da li a poco i suoi colpi si fecero ancora più potenti e profondi mentre i suoi grugniti riempivano la stanza.
All'apice del piacere liberò la mia gola e stringendo il suo cazzo tra le mani iniziò a sborrarmi sul viso. I getti interminabili di un liquido denso e opaco  uno dopo l'altro saziavano la mia voglia di sesso.
Al termine del suo amplesso rimasi li, in silenzio, ansimante sulle mie ginocchia fissandolo negli occhi.
Mentre dal suo enorme cazzo scendevano ancora le ultime gocce di sborra, mi porse la mano e disse "Vieni, andiamo di la".
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Benvenuta primavera:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni