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MADRE E FIGLIA


di MAIRAKOS
02.10.2023    |    710    |    0 6.0
"- Tranquillo, sarà per un'altra volta..."
Quel sabato pomeriggio ero andato la centro commerciale, anche se non lo gradivo molto, perché c’era una libreria fornitissima. Ero impegnato a guardare dei libri quando mi sento battere leggermente una mano sulla spalla mi sono girato e sono rimasto a bocca aperta, era la professoressa Camilla xxxx , Era da più di 10 anni che non la vedevo, avevamo lavorato nella stessa scuola, al tempo io ero giovane professore precario alle prime esperienze di insegnamento. Avevamo 20 anni di differenza, lei era rimasta molto bella, al tempo tutti gli sbavavano dietro, io mi ero innamorato dei suoi occhi verdi, quando mi guardava mi sentivo sciogliere. Ci eravamo seduti in un bar a prendere un caffè e ricordare i tempi andati, lei mi aveva detto che era andata in pensione (facendo i calcoli aveva compiuto già i 60 anni), ad un certo punto mi ero svelato
- Lo sa che al tempo io avevo un debole per lei. Avrei voluto molte volte invitarla a cena, ma non ne avevo mai avuto il coraggio. Lei aveva un mucchio di corteggiatori e pensavo avrebbe rifiutato l’invito, adesso a distanza di anni mi pento di non aver trovato il coraggio.
- Pensi che non mi ero accorta che ti piacevo? Noi donne ci accorgiamo subito degli ammiratori. In tutta sincerità devo dirti che hai fatto male a non invitarmi, anche perché avrei accettato, anche tu mi sei sempre piaciuto. Ma ti prego diamoci del tu, già essere pensionata mi fa sentire vecchia, se poi continui a darmi del lei vado in depressione.
- Allora se ho fatto male a non invitarti al tempo, pensi che posso recuperare invitandoti adesso a uscire a cena? Ne sarei davvero onorato.
- Certo, con grande piacere, invito accettato. Dimmi quando e organizziamo.
- Sono precipitoso se ti dico che a me andrebbe bene anche stasera?
- Per me va benissimo non ho impegni. Sono separata da anni ormai, ho una sola figlia sposata che mi ha reso nonna. Mi va benissimo stasera decidi orario e passa a prendermi.
Ci eravamo salutati con l’accordo che dopo un paio di ore sarei passato a prenderla. Nonostante tutto ero emozionato come se fosse stato 10 anni prima, avevo fatto una bella doccia mi ero sbarbato e vestito elegante, nel frattempo, avevo prenotato in un ristorante bellissimo, che conoscevo, sul lago di Garda, anche se non eravamo molto vicini. Come da accordi quando ero vicino a casa sua gli avevo telefonato ed al mio arrivo lei si era fatta trovare sulla strada. Era ancora molto bella, anche se non poteva nascondere gli anni. Era anche molto sex, indossava un tubino nero, a mio parere troppo corto vista la sua età e con una abbondante scollatura, sulle spalle aveva uno scialle di seta a fiori ma sempre su sfondo nero, una decina di anni prima avrebbe fatto girare la testa a chiunque.
Per arrivare al ristorante di solito ci impiegavo una mezzoretta, con lei accanto tutto preso a chiacchierare ci avevo impiegato quasi 1 ora. Il posto era bellissimo, avevamo un tavolo all’aperto proprio a ridosso del lago, dall’acqua ci divideva solo la spiaggia. Avevamo cenato a lume di candela, bevuto del buon vino. Io avevo cercato di essere un attento corteggiatore mentre Camilla sorprendendomi si era lasciata andare un paio di volte a frasi a doppio senso. Dopo la cena aveva declinato l’invito a fare passeggiata, proponendo di andare a bere qualcosa in un posto nella nostra città. Avevo sperato che capitasse l’occasione per poterla baciare o tentare di farlo ma purtroppo non era successo. Come per l’andata al ritorno avevo ripreso l’autostrada, mentre guidavo, non ricordo nemmeno come ma ad un certo punto la mia mano era finita sulla sua coscia, lei non l’aveva tolta ed io l’avevo continuata a tenere sulla coscia a contatto della sua pelle.
Dopo un po', vista l’eccitazione avevo preso coraggio ed avevo iniziato ad accarezzargli le gambe sempre restando leggermente sopra il suo ginocchio, lei aveva fatto un sospiro aveva reclinato il capo su poggiatesta ed aveva chiuso gli occhi. A quel punto, anche se temevo di fare una figuraccia, avevo tentato di più, lentamente avevo iniziato a risalire lungo la gamba, il cuore mi batteva all’impazzata, temevo che da un momento all’altro potesse farmi una scenata. Con mia grande sorpresa lei aveva allargato le gambe per facilitarmi e aveva inarcato il corpo. A quel punto era chiaro che gradiva ed in poco tempo ero arrivato alla sua figa, avevo scostato le mutandine ed avevo iniziato ad accarezzarla. La sentivo bagnatissima, aveva emesso dei gemiti poi aveva aperto gli occhi si era tirata su sul sedile e guardandomi mi aveva detto:
- Finalmente ti sei deciso. Era da quando sei venuto a prendermi che mi chiedevo quando avresti preso l’iniziativa. Se non lo avessi fatto lo avrei fatto io.
Si era avvicinata e mi aveva dato un bacio, poi mi aveva detto di guidare piano ed essere prudente. Non si era limitata solo a questo, aveva iniziato ad armeggiare con i miei pantaloni ed in men che non si dica, mi aveva tirato fuori il cazzo. Io ero già eccitato, quando lo aveva visto lo aveva osservato con uno sguardo meravigliato e voglioso, in effetti madre natura con me è stata molto generosa e pur non reputandomi un super dotato sono messo molto bene, lo aveva preso in mano e detto
- Mamma mia che bel cazzo che hai. A saperlo, al tempo, ti sarei saltata addosso io.
Mi aveva consigliato di prendere la corsia più a destra e di andare piano, poi si era piegata fra le mie gambe ed aveva iniziato a farmi un pompino. La sua bocca sembrava una idrovora, nel piegarsi il suo vestito si era alzato, adesso il suo bel culo era scoperto, guidando con una mano avevo allungata l’altra e pur con difficolta ero riuscito a infilargli un dito in figa. Avevamo fatto una decina di chilometri così, poi mi ero reso conto che era molto pericoloso, ma la voglia di metterglielo in figa era tanta. Alla prima piazzuola di emergenza mi ero fermato, avevo lasciato la macchina in moto con le luci di emergenza poi ero sceso, avevo il cazzo di fuori, avevo girato intorno alla macchina ed aperto portiera, lei era sorpresa e non aveva capito le mie intenzioni
- Se non te lo metto subito dentro impazzisco.
Lei aveva sorriso, aveva sfilato le mutandine poi era scesa e si era messa a pecorina appoggiando le mani sul sedile, sapevo che avevo poco tempo, se fosse passata qualche pattuglia della polizia sicuramente si sarebbe fermata e sarebbe stato un guaio tremendo.
- Nessuno mai mi aveva scopato all’aperto in autostrada con macchine che passano
- Mi hai fatto così eccitare che ti avrei scopato anche se fossimo stati in una piazza.
- Sei un gran porcone. Mi piace, mi fa eccitare di più. Scopami fammi sentire troia.
Il cazzo gli era scivolato dentro con facilità, avevo iniziato a pomparla lei gemeva incitandomi a sbatterla bene, aveva goduto subito, purtroppo la piazzola non era totalmente al coperto, tutte le macchine che passavano riuscivano a vederci e suonavano il clacson, quando una macchina si era fermata sulla corsia di emergenza una centinaio di metri più avanti, mi ero staccato da lei e dove che ci eravamo ricomposti velocemente eravamo ripartiti a gran velocità.
- Sei un gran porco, come piace a me, è stato eccitantissimo non avevo mai fatto una cosa del genere. Peccato che tu non hai potuto godere.
- Tranquilla mancano pochi chilometri, appena furi autostrada c’è un motel, andiamo li.
- Scusa perché vuoi spendere soldi inutilmente? se ti va possiamo andare a casa mia.
Il posto dove abitava era una lussuosa villa con giardino, l’entrata del suo appartamento era da una entrata laterale, al piano terra e in parte del primo piano viveva la figlia con marito, per lei avevano ricavato un appartamentino sopra con entrata autonoma. Appena entrati in casa mi aveva subito portato in camera da letto, ci eravamo spogliati subito, avevamo scopato in modo quasi animalesco, io ero eccitatissimo ed appena lei aveva goduto non mi ero trattenuto e gli avevo sborrato in figa. Una volta scopato, aveva preso da bere ed avevamo chiacchierato. La nostra chiacchierata mi aveva sbalordito, conoscevo una signora Camilla, elegante, fine, posata, adesso trovavo una Camilla, disinibita, e sboccata, la cosa mi aveva meravigliato ma non mi dava fastidio.
Lei non aveva smesso di accarezzare il mio cazzo, quando aveva iniziato a indurirsi lo aveva preso in bocca, avevo ricambiato iniziando a leccargli la figa, aveva un buon sapore e lei reagiva con lunghi mugolii. Adesso volevo godermela con calma, avevamo scopato provando diverse posizioni, poi aveva voluto venirmi sopra, si dondolava sopra di me accarezzandosi il seno e il clitoride
- Lo sento tutto dentro, hai un cazzo bellissimo. Quando stai per sborrare me lo dici? Voglio che mi sborri in bocca, iniziare a sentire il tuo sapore.
- Ti sborro dove desideri, tu chiedi ed io ti accontento. Non immaginavo che fossi così troia.
- Nell’intimità mi scateno, adoro il cazzo, adoro sentirmi troia. Piu lo prendo e più lo voglio. Hai detto che mi sborri dove desidero? Allora dopo bocca, mi sborri anche nel culo?
- Certo, immaginavo che l’avessi già preso nel culo e mi farà piacere incularti.
Quando glielo avevo messo nel culo aveva provato un po' di dolore ma mi aveva pregato di non smettere, mi aveva pregato di trattenermi e mentre la inculavo a pecorina, mi aveva pregato di accarezzargli il clitoride, in quel modo quando gli avevo sborrato nel culo aveva goduto anche lei. Mi aveva proposto di passare la notte con lei ed io avevo accettato. Eravamo ormai spompati tutte e due, avevamo chiacchierato, lei mi aveva messo al corrente che si frequentava con un amico ma non era nulla di importante e quando avessi voluto potevamo incontrarci, poi avevamo dormito.
Il mattino dopo mi ero svegliato sentendo le sue carezze, sentivo l’odore del caffè, lei si era svegliata prima ed aveva preparato la colazione, le sue carezze mi avevano eccitato
- La colazione è pronta, vieni che mangiamo. Ti va di restare tutto il giorno insieme?
- Ti ringrazio molto, ci resterei davvero volentieri ma sono invitato a pranzo da mia madre.
- Tranquillo, sarà per un'altra volta. Però dopo colazione prima di andare mi scopi.
Aveva concluso la battuta con una risata, poi mi aveva passato un accappatoio ed eravamo andati in cucina, aveva preparato una colazione abbondante, eravamo a metà quando all’improvviso in cucina era apparsa la figlia Marika. Dopo mi aveva spiegato che avevano porta comunicante. Io ero seduto, avevo indossato l’accappatoio ma era semichiuso, il mio cazzo in erezione svettava all’aperto, lei lo aveva osservato e fatto sorrisetto, mi ero subito coperto in modo impacciato. La ragazza doveva avere sui 30 anni, aveva un fisico notevole anche se il viso era normale, Camilla ci aveva presentati, non mi sembrava fosse a disagio che la figlia potesse capire che avevamo passato la notte insieme, avevamo fatto un paio di battute di convenevoli poi era andata.
- Mia figlia è una curiosona, stanotte ci avrà sentito ed è venuta a vedere chi eri.
- Scusa ma non sei a disagio a sapere che può sentire?
- Mica sente tutto, poi non c’è problema io gli racconto tutto in ogni caso. Non abbiamo segreti. Lei mi assomiglia molto. Anche lei adora il cazzo. Peccato che il marito pensa solo al lavoro e ad accumulare soldi e la scopa poco. Gli ho consigliato di trovarsi un amante ma lei nulla.
Camilla mi sorprendeva sempre di più, ormai si era fatto tardi, lei mi aveva chiesto espressamente di scoparla e il tempo rimasto era poco. Visto che ormai avevo capito che era molto disinibita, mi ero alzato gli ero andato accanto e gli avevo puntato il cazzo in bocca. Non ci aveva pensato nemmeno un attimo lo aveva ingoiato ed aveva iniziato a succhiarlo, po’ eravamo tornati a letto, l’avevo scopata a pecorina alternando figa e culo e pi alla fine gli avevo sborrato in bocca. Dopo aver fatto una doccia veloce mi ero rivestito, prima di andare via eravamo già d’accordo di sentirci il giorno dopo.
Gli incontri con Camilla nei mesi che seguirono erano diventati frequenti, quasi sempre arrivava figlia, io non cercavo più di coprimi e lei mi osservava sempre il cazzo. Un pomeriggio feriale, avevo avuto la netta sensazione che ci osservasse da dietro la porta, non avevo detto nulla a Camilla ma l’avevo incitata a scatenarsi. Marika mi piaceva e ci avevo fatto più di un pensiero, ma non me la sentivo di prendere iniziativa, anche se lei più di una volta aveva fatto battute a doppio senso e quando mi fissava negli occhi lanciava messaggi inequivocabili. Un giorno che ero da Camilla, era venuta con una scusa, aveva chiesto alla madre se fosse disponibile a fargli da baby-sitter con bambino perché lei invitata ad una festa di addio al nubilato, poi guardandomi fisso negli occhi aveva detto il nome del locale dove sarebbero andati, la risposta di Camilla era coerente al personaggio.
- Certo che ti faccio da baby-sitter. Esci hai bisogno di divertirti lascia perdere quel musone di tuo marito. Ricordati che in queste feste si va per divertirsi, fattela una bella scopata.
- Mamma, ma ti sei impazzita, dici queste cose davanti a lui?
- Ma cosa credi che lui se capitasse l’occasione non ti scoperebbe? Gli uomini sono così.
Marika era andata via facendo finta di essere offesa, ma quando si era girata a chiudere la porta sorridendomi mi aveva fatto l’occhiolino, gli avevo fatto cenno con la mano che avevo capito. Adesso era chiaro, il suo a mio avviso era stato un chiaro invito. Mi aveva fatto sapere il giorno l’ora ed il posto dove sarebbe stata, in più aveva bloccato la madre con il bambino. Non ci avevo pensato molto, avevo deciso che ci sarei andato, se avevo capito male potevo dire che ero lì per caso, Marika mi piaceva parecchio ma non volevo nemmeno rischiare di perdere Camilla con cui facevamo scopate favolose. Se fosse andata bene, per il futuro qualche escamotage l’avrei trovato.
La sera in questione mi ero preparato per tempo, ero arrivato al locale abbastanza presto, ma non avevo dovuto cercarla, Lei mi aveva visto entrare, mi stava aspettando, l’avevo vista venire verso di me e poi quando era arrivata davanti a me, sorridente, gli avevo chiesto
- Sei in macchina? Seguimi?
- No! sono venuta con una amica che sa che vado via prima.
Mi ero avviato e lei mi era venuta dietro, una volta saliti in macchina mi aveva detto
- Dove mi porti? Non in posti dove qualcuno potrebbe conoscermi.
- Ti porto a casa mia va bene? In cinque minuti arriviamo.
Aveva sorriso rasserenata, in effetti il locale era vicinissimo a casa mia ed in 5 minuti eravamo arrivati. In ascensore avevo avuto la sensazione che tremasse, era impacciata
- Cosa c’è? Hai cambiato idea? Se non ti va posso portarti indietro.
- Non ho cambiato idea. Ma promettimi che mia madre non saprà mai nulla. Ci soffrirebbe molto lei tiene molto a te e non vuole perderti.
L’avevo spogliata lentamente, era una gran figa, avevo un bel corpo. Volevo godermela con calma. Ero rimasto immobile in modo che fosse lei a spogliarmi. Aveva guardato e palpato con molto interesse il mio cazzo. L’avevo fatta stendere sul letto poi avevo iniziato a baciarla ed accarezzarla tutta. Quando ero arrivato alla figa aveva iniziato a gemere era bagnatissima, aveva un buon sapore ed a me piaceva molto leccarla era mia intenzione farla godere leccandola, sentivo che era quasi sul punto di godere quando ad un tratto mi aveva detto
- Se continui così, godo. Mettimelo dentro ti prego lo voglio sentire.
Le parole erano state seguite dalle sue mani che mi attiravano sopra di lei. Il cazzo era scivolato dentro facilmente, aveva una figa caldissima, avevo iniziato a pomparla lentamente mentre gli succhiavo un capezzolo, non ci aveva messo tanto il suo corpo si era più volte contratto lei aveva goduto. Mi ero trattenuto dallo sborrare, gli avevo fatto riprendere fiato ed avevo iniziato a pomparla di nuovo, lei continuava ad avere orgasmi poi mi aveva chiesto di fermarmi.
- Mamma ma, è la prima volta che ho tanti orgasmi di fila. Ma tu on hai sborrato?
- Ancora no, aspetto a farti divertire non ti va bene?
- Sai mio marito e bravissimo a leccarmi, mi lecca tutta, davanti i dietro, poi quando sto per godere mi viene sopra mi scopa e godiamo insieme poi basta finito.
- Beh io scopo in modo diverso mi piace farlo a lungo. Ti piace quando ti lecca dietro? Ma ti lecca soltanto oppure ti scopa anche?
- Solo leccare. Non mi ha mai scopato il culo. Non mi ha mai chiesto. >sarei curiosa.
- Ottimo, a me piace un casino. Dopo se vuoi proviamo ti scopo io il culo.
Gli ero andato sopra, iniziando a scoparla di nuovo, avevamo cambiato diverse posizioni, poi anche io volevo godere ed all’ennesimo suo orgasmo gli avevo sborrato in figa. Mi aveva stretto forte ed iniziato a baciarmi fino a quando il mio cazzo si era ammosciato e gli era uscito fuori. Era andata in bagno a darsi una rinfrescata poi era tornata e si era sdraiata accanto.
- Mamma mi aveva detto che avevi un bel cazzo e che la scopavi a lungo. Per questo mi sono decisa. Lei è da tempo che mi dice che devo trovarmi un amante, si incazzerebbe se sapesse che mi sono scopato il suo. Sarebbe un casino tremendo.
- Tranquilla, da me non lo saprà mai. Adesso succhiamelo, poi se vuoi te lo metto nel culo.
- Mi piacerebbe molto provare ma ho paura che fa male.
- Ho il gel anestetizzante non preoccuparti, non sentirai dolore.
- Con mia mamma lo fai anche? Voglio dire glielo metti nel culo?
- Si certo a lei piace molto. Ma non sono stato io il primo.
Era molto brava a succhiare, in pochi minuti me lo aveva fatto tornare duro. Avevo iniziato a leccarla per prepararla, quando gli avevo leccato il buco del buco, aveva iniziato a gemere, due dita gli erano entrati dentro con facilità, l’avevo messa a pecorina e quando avevo puntato il cazzo al suo culo era rilassata. Non avevo preso il gel, avevo spinto quando avevo spinto e la cappella gli era entrata aveva urlato, non si aspettava di sentire dolore mi ero fermato un attimo
- Avevi detto che non avrebbe fatto male ma ho sentito un male boia
- Scusami ma non avevo preso il gel. Se vuoi te lo tolgo.
- Sembra che sia entrato no? Ormai che è dentro non toglierlo.
Avevo spinto piano e lentamente gli ero entrato nel culo. Quando era tutto dentro gli avevo chiesto
- Ti piace? Adesso lo hai tutto dentro.
- Si mi piace, è molto bello ma non so se riuscirò a godere.
- Non avere fretta, se non sarà stavolta lo farai in futuro.
L’avevo scopata piano per non fargli male, non mi ero trattenuto e gli avevo sborrato nel culo.
- Non ho goduto, ma è stato bellissimo lo stesso. Di solito quando mi sborrano in figa mentre godo non percepisco bene gli schizzi. Stavolta li ho sentiti belli caldi e stato bello.
Avevamo scopato ancora una volta, poi mi aveva chiesto di riaccompagnarla al locale, sarebbe tornata a casa con amica. Dopo quella sera gli incontri si erano susseguiti. Di solito lei il mercoledì pomeriggio diceva alla madre di avere un corso, la madre gli teneva il bambino e lei veniva da me. Con la madre di solito uscivo tutti i sabati sera. Dopo la prima volta era stata la madre a dirmi tutta contenta che la figlia si era fatto amante, poi con il passare dei mesi continuava a dirmi
- hai visto Marika? Diventa ogni giorno più bella il cazzo gli fa bene.
- Se il cazzo dovrebbe far diventare belle tu dovresti essere Miss universo, con tutte le scopate che abbiamo fatto in questo anno.
- Non sono poi tante. Ci vediamo 1 volta a settimana. Fossi per me lo vorrei sempre dentro.
La cosa aveva proseguito a lungo di nascosto, poi come dice proverbio, “il diavolo fa le pentole e non i coperchi” ed un giorno, Camilla mi aveva beccato a letto con sua figlia Marika mentre la scopavo, potete immaginare il casino, ma questo lo racconterò nel prossimo racconto.
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