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La parente dimenticata


di Sagittariodeciso
19.08.2024    |    7.350    |    9 9.8
"Iniziai subito a succhiare i suoi capezzoli duri, lei mi spingeva con la testa per farmi attaccare meglio ai suoi seni, contemporaneamente avevo messo due..."
Mi trovavo ad un matrimonio di un familiare, una di quelle occasioni in cui non potei fare a meno di esserci.
Tra una portata e l’ altra , si avvicina al tavolo mia madre con una bella donna mora che indossava per l’ occasione un tubino nero con una abbondante scollatura che metteva in evidenza il suo generoso décolleté.
Marco, ti ricordi di lei? È Carmela!!!”
Feci finta di ricordare ma onestamente non sapevo chi fosse quella signora.
Lei mi abbracciò e sorridendomi disse, quanto tempo è passato, l’ ultima volta che ti ho visto eri un ragazzino vivace, ora sei un uomo.
Parlammo per qualche minuto, ci salutammo e tornammo ognuno ai propri tavoli a gustare le pietanze.
Il giorno seguente chiamai mia madre per chiederle chi fosse Carmela e che non mi ricordavo minimamente di lei.
Mamma mi spiego’ che era sua cugina, più piccola, che tra loro c’erano 16 anni di differenza e che era stata molto presente quando nacqui e nei primi anni di vita.
Poi mi disse che era andata al nord per lavoro e dopo molti anni aveva fatto ritorno a Napoli, e aggiunse ancora che Carmela si stava separando dal marito, in quanto aveva scoperto che lui la tradiva con una collega di lavoro.
Dopo qualche settimana, mi trovai una richiesta di amicizia su Facebook, guardai il profilo, e dalle foto capii subito che chi la mandava era Carmela.
Accettai senza darci troppo peso e tornai alle mie cose.
In serata sbirciai le foto sul suo profilo,
e mi resi conto che Carmela era davvero una bellissima donna.
Classica mediterranea, formosa con un seno abbondante, gambe sode e labbra carnose.
Mi soffermai particolarmente sulle sue foto in costume e li ebbi i primi sussulti da parte del mio cazzo che diventava duro per quella visione.
Più scorrevo le foto, e più pensavo che me la sarei scopata molto volentieri, e immaginavo come sarebbe stato infilare il cazzo in quelle tette così grandi e quanto avrei goduto per un pompino fatto con quelle labbra stupende.
Andai a dormire con questi pensieri peccaminosi e con il cazzo duro, nel letto non potei fare a meno di toccarmi e pensando a quelle foto mi masturbai.
Il pomeriggio successivo, Carmela mi scrisse ringraziandomi per l’ amicizia, mi disse che era contenta di avermi rivisto e si complimentava per il bel ragazzo che ero diventato.
Le risposi ricambiando i complimenti, dissi che anche lei era cambiata molto e che mi aveva fatto piacere ritrovare una partente , e le dissi anche che sicuramente ci sarebbero state altre occasioni per poterci rivedere.
Le nostre conversazioni diventarono frequenti, e dopo poco ci scambiammo i rispettivi numeri.
Carmela mi dava il buongiorno, la buonanotte e durante la giornata mi scriveva per sapere come stavo o cosa stessi facendo.
Nacque inaspettatamente tra noi una sorta di simpatia ed io iniziai a pensare che in qualche modo ero nei suoi pensieri.
Mi raccontò che era molto delusa dal tradimento del marito, e mi confidò che per amore dei figli, e per salvaguardare la stabilità familiare non si sarebbe separata ma che invece, si sarebbe vendicata del marito, a tempo debito,per il torto che le aveva fatto.
In una conversazione mi chiese, se fosse ancora una donna piacente.
Deglutii a fatica pensando a come risponderle e alla fine le dissi semplicemente che era bellissima, e che se avesse voluto avrebbe avuto la fila di uomini.
In quella stessa conversazione con un po’ di coraggio e molta incoscienza le chiesi se le andava di bere qualcosa con me.
Lei accettò a condizione che andassimo in una zona diversa da dove abitavamo perché si sarebbe sentita in imbarazzo se qualche conoscente comune ci avesse visto insieme.
Il giorno stabilito ci trovammo in un bar di periferia per nulla affollato che distava circa 20 km dalla nostra città.
Carmela si presentò con un vestitino corto a fiori, aveva sulle labbra un rossetto rosso lucido e degli stivali neri con un tacco non molto alto che la rendevano estremante sexy.
Inutile dire che vedendola andai fuori di testa, il cazzo divento’ duro all’ istante, e quando mi baciò per salutarmi dovetti fare molta fatica a non infilarle la lingua in bocca e a non metterle una mano sotto al vestito.
Mentre si parlava del più e del meno mi resi conto che mi guardava in un modo meravigliosamente strano ma piacevole.
A quel punto presi coraggio e le dissi, cambiando totalmente discorso, che ormai era qualche giorno che la pensavo costantemente.
Lei mi sorrise, e mi disse, “ non ci credo che non ti sia accorto che mi piaci “.
Poi aggiunse, “ io ti piaccio ? “
Le risposi naturalmente di si.
Carmela aggiunse “ ti imbarazza che sono la cugina di tua madre e che ti ho tenuto in braccio quando eri un neonato?”
Replicai che la cosa non mi turbava minimamente,e a quel punto avvicinando le labbra ci scambiammo un lungo bacio.
Le nostre lingue si intrecciavano, Carmela mi mordeva le labbra mentre io iniziai ad accarezzarle le gambe e a salire con la mano sotto il vestito.
Iniziammo ad ansimare entrambi, lei mise una mano sui jeans tastandomi il cazzo duro come il marmo, mentre io, continuando a baciarla riuscii ad arrivare con le dita all’ altezza della figa e mi resi conto che ormai la sue mutandine erano totalmente zuppe di umori.
L’ atmosfera divietò’ bollente, le proposi di cercare un albergo ad ore in zona e lei parlandomi all’ orecchio mi chiese di fare il più presto possibile perché mi desiderava da morire.
Dopo una rapida ricerca ne trovai uno poco distante dal posto in cui eravamo, salimmo in auto ed in meno di mezz’ora eravamo già in camera io e lei.
Una volta dentro riprendemmo a baciarci, Carmela era con le spalle appoggiate al muro ed una gamba messa sulla poltroncina posta ai lati.
Aprii là zip del vestito e glielo sfilai, dopodiché le sbottonai il reggiseno e finalmente mi trovavi d’avanti agli occhi e sotto le mani quelle grandi tette morbide.
Iniziai subito a succhiare i suoi capezzoli duri, lei mi spingeva con la testa per farmi attaccare meglio ai suoi seni, contemporaneamente avevo messo due dita nella figa non depilata ma con il pelo curato.
Succhiavo i capezzoli e la masturbavo a ritmo veloce , fino a quando sentii “ continua sto’ venendo….” e si lasciò andare in un orgasmo lungo ed intenso.
Io mi inginocchiai per leccarle la figa e raccogliere in bocca i suoi umori.
A quel punto ci spostammo sul letto ed iniziammo un lungo 69.
Carmela mi succhiava il cazzo con meravigliosa passione , io ricambiavo la cortesia prendendomi cura della sua figa con la mia lingua e le mie dita.
Sentivo il cazzo perdersi in quella splendida bocca mentre i suoi grossi seni si appoggiavano sulle gambe.
Io intanto continuavo a leccare la figa che sgorgava di umori e quando iniziai a succhiarle il clitoride mi arrivò in faccia la sua squirtata.
Ora entrambi avevamo voglia di scopare, feci mettere Carmela a pecora , e dopo averle leccato ancora un po’ la figa la penetrai con forza.
Lei urlò e mi disse di fare piano perché sentiva dolore, quando le risposi che era una Troia e che le piaceva essere sbattuta lei acconsenti’, e mi imploro’ di continuare a chiamarla in quel modo.
Dopo averle trombato la figa , sfilai il cazzo per farlo entrare nel culo.
Carmela mi dava l’idea di una donna che aveva già avuto rapporti anali, ed invece mi fermò giurandomi che nel culo non l’ aveva mai preso perché era stretto ed aveva paura.
Le dissi che una porca come lei non poteva non provare l’ emozione di avere una nerchia dura nel culo, ma non ci fu’ verso e mi promise che se ci fossimo rivisti ancora ci avremmo riprovato.
A quel punto ero ancora più eccitato quindi continuai a scoparla nella posizione del missionario.
Mi misi sopra di lei ed iniziai ad impararla con forza, lei urlava di piacere e diceva di essere la mia porca e che potevo usarla tutte le volte che ne avevo voglia.
La scopavo e contemporaneamente succhiavo e mordevo le sue tette, mi chiese di scoparla ancora più forte e di stringerle i capezzoli, così feci fino a quando ebbe un altro intenso orgasmo che la fece vibrare di piacere.
A quel punto volevo esplodere anche io, e come potevo finire la scopata se non con una sega alla spagnola?
Uscii dalla figa e misi il cazzo tra le sue tette enormi, lei le strinse per farle aderire meglio al cazzo e iniziai così una gran sega tra quelle montagne di carne.
Andai avanti per qualche minuto e sentivo la sborra salire dalle palle e attraversare l’asta.
Il mio respiro diventò più affannoso, Carmela si accorse che stavo per venire e tirò fuori la lingua, io dopo poco eiaculai una grande quantità di filotti di sborra che le arrivarono in faccia e nei capelli.
Dopo la sborrata misi il cazzo nella sua bocca, lei lo succhio’ e lo lasciò solo quando aveva ingoiato l’ ultima goccia di sperma.
Sfatti e sudati ci baciammo nuovamente e rimanemmo abbracciati nell’ letto ancora un po’.
Gli incontri tra noi due sono andati avanti per qualche mese, fino a quando mi disse che il marito si era veramente pentito e che aveva deciso di perdonarlo.
In fondo la sua vendetta se l’ era presa, anche se il culo non me lo diede mai.
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