tradimenti
Il traghetto per la Sardegna
di marco523
28.08.2024 |
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"Poi Erica disse:
“Eh va bene ma solo uno eh! Perché poi devo recuperare le mie cose in stanza e piazzarmi sulle poltroncine” fece presente Erica..."
Arrivarono le vacanze estive. Quella sera sarei finalmente partito per la Sardegna. Il traghetto sarebbe partito alle h 21 da Genova in direzione Olbia. Avrei viaggiato da solo poiché la ragazza con cui uscivo in quel periodo era già in Sardegna da una settimana, con le sue amiche. Avevano da tempo organizzato una vacanza tra amiche e si erano spostate in aereo. Io l’avrei poi raggiunta in macchina per un viaggio on the road che avrebbe coperto tutta lo costa orientale sarda.Avendo da poco finito l’università, ero solito viaggiare low cost e in traghetto di solito prendevo le poltroncine. Quell’anno, approfittando di una interessante offerta, riuscì ad aggiudicarmi una cuccetta ad un prezzo stracciato. Salito a bordo e preso possesso della cabina, uscì sul ponte esterno per godermi il tramonto e bere una birra fresca, mentre la nave stava lasciando il porto.
Il traghetto era partito da pochi minuti e stavo cercando di sfruttare gli segnali di rete 4g per mandare un’e-mail urgente. Avevo appoggiato la birra sul tavolino quando a causa di un movimento improvviso della nave, dovuto al mare piuttosto mosso, la birra cade per terra, rotolando fino a fermarsi contro il borsone di tela di una ragazza seduta a pochi metri da me. Fu un vero disastro, la bottiglia non si ruppe ma la birra ancora piena si era rovesciata per terra ed era finita praticamente tutta sul suo borsone.
Corsi immediatamente dalla ragazza, scusandomi per l’accaduto. Il fondo della borsa era fradicio di birra ed era difficile sperare che le cose in basso si fossero salvate. Mi guardò con aria piuttosto perplessa. Poi sorrise:
“Tranquillo, non ti preoccupare. Come puoi notare questo balzo della nave ha causato diversi disagi alle bottiglie di birre…”
E mi fece notare che non eravamo gli unici ad avere avuto qualche problema con i liquidi. Per terra c’erano diverse bottiglie che rotolavano.
E aggiunse :
“Certo che se anziché sulla mia borsa, la tua birra fosse finita sul tuo pc non mi sarebbe dispiaciuto eh…!” E scoppiano entrambi a ridere. Mi scusai nuovamente per l’accaduto, e la invitai a bere qualcosa per farmi perdonare del disagio.
Era una ragazza molto simpatica, brillante e carina fisicamente. Alta circa 1.70, fisico normale, un bel culetto e una seconda di seno. Insomma era una ragazza molto carina e con cui era davvero piacevole chiacchierare. Mi raccontò qualcosa di lei.
Si chiamava Erica, aveva 25 anni e stava raggiungendo in Sardegna il suo ragazzo e alcuni amici che erano partiti qualche giorno prima. Sarebbe dovuta partire con loro ma per motivi lavorativi aveva dovuto annullare all’ultimo il viaggio e prenotare nuovamente l’andata da sola qualche giorno dopo. Essendosi mossa all’ultimo momento e non avendo trovato posto sull’aereo, aveva dovuto ripiegare sul traghetto.
Per cercare di mettere una pezza al disagio arrecatole, le dissi che aveva la cabina e che se voleva poteva stendere ad asciugare i vestiti bagnati e il borsone nel mio bagno.
Dopo un po’ di titubanza accettò volentieri l’invito. Le diedi le chiavi della stanza le dissi di prendersi tutto il tempo che le serviva e di approfittarne per darsi una rinfrescata. Mi raggiunse dopo circa 30 minuti, che alcuni vestiti si erano bagnati ma che i danni erano contenuti. Mi disse che avrebbe lasciato il borsone e i vestiti ad asciugare un’oretta e che finito di mangiare sarebbe passata a riprenderli. Le dissi che per me non era un problema e che avrebbe potuto lasciarli lì anche fino all’indomani.
Cenammo al ristorante della nave, dove mangiammo un’ottima bistecca di Angus e bevemmo una bottiglia di Chianti Riserva. Eravamo su una nave, in mezzo al mediterraneo, a diversi km di distanza da casa, i telefoni non prendevano, nessuno ci conosceva…e lei aveva tutte le sue cose nella mia stanza. La mia mente cominciò fantasticare mentre Erica ed io continuavamo a parlare di viaggi.
-“ Marco, non farti strane idee. È una ragazza gentile e carina. Il caso ha voluto che vi conosceste. Ora le offrì questa cena, sacrosanta visto il danno arrecato, e poi vi saluterete e ognuno andrà per la sua strada. Lei è qua solo perché dopo l’incidente della birra le stai offrendo qualsiasi cosa per farti perdonare. È da sola ed evidentemente anche lei aveva piacere di passare qualche ora in compagnia.” Pensai
Nel frattempo, mi chiese di accompagnarla sul ponte esterno per fumare una sigaretta.
-“ aspetta devo andare a recuperare le mie cose in stanza prima …altrimenti poi mi dimentico!” Disse Erica, allarmata
“Ma la stanza è dall’altra parte della nave. Se ti va fumiamo una sigaretta e poi ti accompagno in stanza” le proposi. Erica mi sorrise e acconsentì.
Ci sedemmo a un tavolino e ordinammo qualcosa da bere. Nel tavolino di fianco era seduta un’altra coppia coetanea con cui iniziammo a chiacchierare. Stavano bevendo un cocktail e ci invitarono a unirci a loro. Erica ed io ci guardammo con aria divertita. Poi Erica disse:
“Eh va bene ma solo uno eh! Perché poi devo recuperare le mie cose in stanza e piazzarmi sulle poltroncine” fece presente Erica sorridendo
I ragazzi appena conosciuti non capirono. Credevamo fossimo una coppia e allora gli raccontammo come ci eravamo conosciuti e le nostre peripezie.
2 ore e diversi cocktail dopo, eravamo ancora sul ponte esterno con Andrea e Pia (così si chiamavano i nostri nuovi amici) a ridere e scherzare.
Si era però fatto tardi, era quasi mezzanotte, i bar della nave stavano chiudendo e non c’era in giro quasi più nessuno.
Decidemmo quindi di salutarci e di tornare alle nostre stanze.
Mentre ci avviavamo alle scale, Andrea ed Erica erano davanti e stavano parlando. Pia ed io leggermente indietro, a un certo punta Pia mi afferrò per un braccio facendomi capire di rallentare:
-“sai credo che tu abbia fatto colpo stasera…” disse facendomi l’occhiolino e dandomi una gomitata
-“ma va dai….” Glissai, allargando il mio sorriso. Nel frattempo raggiungemmo il suo fidanzato ed Erica e cambiammo discorso. Dopo pochi passi ci salutammo perché le nostre stanze erano in direzioni opposte.
Mentre mi dirigevo con Erica in stanza per recuperare le sue cose, ripensavo alle parole di Pia…”eh se avesse ragione?” pensai tra me e me.
Aprì la porta della stanza e dissi an Erica di fare con comodo e che l’avrei aspettata fuori.
“Ma no figurati, entra pure ci metto un attimo” rispose sorridendo.
Lei si fiondò subito in bagno a recuperare le sue cose e io mi sedetti sul letto ad aspettare che uscisse. Chi ha viaggiato in traghetto, dormendo in cuccetta, conosce benissimo le dimensioni minimaliste della stanza. Ci stanno a malapena due letti (quattro se sono due letti a castello) e una scrivania. La porta del bagno si trova a pochi cm dal letto. Capitò così che quando mi alzai per prendere il telefono sulla scrivania, contemporaneamente Erica uscì dal bagno. Ci trovammo a pochi centimetri l’uno dall’altro. Ci guardammo ed entrambi sorridemmo imbarazzati. Erica arrosì e abbassò leggermente la testa. Appoggiando un dito sotto il suo mento, sollevai il suo viso e la baciai.
Immediatamente Erica lasció cadere la sua borsa e mi abbracciò, anche io feci lo stesso inziando ad accarezzarla. Iniziai a baciarle il collo e le tolsi la maglietta, continuando a scendere con la lingua e slacciandole il reggiseno. Aveva un seno stupendo, sodo e ben definito e i capezzoli erano duri e turgidi. Dopo averli accarezzati, iniziai a leccarle il seno con grande passione, senza tralasciare nemmeno un centimetro di quelle meraviglie. Nel frattempo mi ero seduto e Erica era sopra di me a cavalcioni. Iniziò anche lei a baciarmi e leccarmi il collo, fino a togliermi la maglietta.
Ci sdraiammo allora sul letto e continuando a baciarci e accarezzarci, ci slacciammo e togliemmo i pantaloni e le calze…rimanendo solo in intimo. Erica era stupenda. Mi fece alzare e
Inzio a baciarmi e leccarmi scendendo sempre giù…arrivata all’ombelico e il mio sesso fuoriusciva già dalle mutande. Le abbasso leggermente e iniziò a succhiarlo in maniera sublime. Continuò a leccarmelo con grande enfasi mentre con le dita giocava con le palle e il perineo. Il pompino era davvero favoloso e sapevo che non sarei durato a lungo con quel gioco… le chiesi allora di sollevarsi e la spinsi sul letto, supina. Le sfilai le mutandine e iniziai a leccarla e stuzzicarla con le dita. Erica era un lago di piacere…e feci quasi fatica a togliere le mutandine tanto erano fradice del suo piacere.
La sua figa era piuttosto stretta, mentre le leccavo il clitoride entrai allora solo con un dito e poco dopo aggiunsi il secondo. Eric ebbe un sussulto e la sua eccitazione crebbe immediatamente. Non doveva scopare da un po’…ma non sarebbe stato un problema, anzi, sarebbe stato come scopare una quasi vergine…e trovavo tutto questo molto eccitante. Mi dedicai con calma alla vagina di Erica, leccandola e stuzzicandola in maniera delicata ma decisa. Sentivo l’eccitazione di Erica crescere sempre di più, e il suo corpo e il suo respiro farsi sempre più agitato. Sapevo di essere sulla strada giusta…e benché lei cercassi di farmi salire (per scopare) volevo regalarle un super orgasmo. Nel giro di pochi secondi, Erica iniziò a contorcersi ed ansimare sempre più forte lasciandosi andare ad un orgasmo intenso e liberatorio che la lasciò stremata sul letto.
Mi staccai e mi sdraiai di fianco a lei. Era stupendo vederla così, felice e soddisfatta, mentre il suo corpo e il suo respiro cercavano di calmarsi. Dopo qualche secondo, si girò verso di me e mi bacio in maniera passionale.
Iniziò a masturbarmi…le passai allora il preservativo, lo aprì e lo srotolò sul mio cazzo con grande abilità. Entrai delicatamente e vidi un po’ di sofferenza sul volto di Erica
“Contiuna ti prego, non ti fermare. Vai piano ma continua….” Disse ansimando
I primi 5 minuti dovetti muovermi con molta delicatezza, lasciando il tempo alla sua vagina di adattarsi al mio cazzo. Non che sia un superdotato ma l’impressione era davvero che Erica non facesse sesso da molto tempo…
Dopo alcuni minuti però la sua vagina si fece sempre più bagnata e accogliente e iniziammo a scopare alla grande. Sentendola ben dilatata, misi le sue gambe attorno al mio collo e iniziai a leccarle i piedi e le caviglie…mi piegai, spingendo le gambe verso il suo torace e iniziai a scoparla con più decisione. Erica gemeva di piacere e cercava di strozzare le sue urla comprendosi la bocca con il cuscino e la maglietta. Sentivo che stavo per venire……e continuai ad accelerare, fino a venire in un orgasmo liberatorio.
Rimanemmo nel letto per mezz’ora a baciarci, accarezzarci e coccolarci. Poi non ricordo più nulla. Mi risvegliai il giorno dopo ancora abbracciato ad Erica. Dalla finestra inziavano a entrare le primi luci della mattina e le illuminavano il viso. Era davvero stupenda. Le baciai mentre ancora dormiva e non si accorse di nulla.
Dopo poco iniziarono gli annunci dell’equipaggio per lasciare le stanze. Erica aprì gli occhi e i nostri sguardi si incontrarono. Mi baciò con sensualità.
“Buongiorno” dicemmo entrambi, sorridendo.
Passammo dieci minuti ad accarezzarci e baciarci appasionatamente.
L’eccitazione stava ricominciando a salire ma in quel momento dovemmo proprio lasciare la stanza. Eravamo rimasti gli ultimi nelle stanze e gli inservienti erano fuori dalla porta e non ci lasciarono scelta.
Uscimmo dalla stanza, di corsa e trafelati. Ci guardammo e scoppiammo a ridere. Sembravamo due adolescenti arrapati e innamorati. La spinsi contro la parete del corridoio e ricominciammo a baciarci.
Salimmo poi al bar per la colazione. Ordinato caffè e brioche ci mettemmo alla ricerca di un tavolo. La nave era strapiena e non c’era un buco libero…a un certo punto vidi una mano alzarsi e una persona chiamare il mio nome. Erano Andrea e Pia, i ragazzi conosciuti al sera prima che ci invitarono a sedersi con loro. Quando ci videro arrivare assieme capirono subito che tra di noi quella sera era successo qualcosa. Pia ed io ci scambiammo un occhiolino di intesa ma poi proseguimmo parlando del più e del meno.
Eravamo quasi arrivati a destinazione e ci tenevo a salutare Erica prima che le nostre strade si separassero. Le chiesi di salire sul ponte esterno e con una scusa salutammo e ci congedammo da Andrea e Pia.
Incappucciati, per ripararci dal vento e renderci meno riconoscibili a occhi indiscreti, ci sedemmo in un angolo della nave ci baciammo per l’ultima volta. Fu un bacio meraviglioso, accompagnato dalla magia della consapevolezza che poteva essere l’ultimo.
Ci salutammo e, stupidamente, non ci scambiammo nè il numero di telefono nè i contatti social.
Uscendo dalla nave in macchina, la vidi appena fuori dal traghetto intenta a salutare i suoi amici che erano venuti a prenderla. Era stupenda, solare e sorridente. Quella fu l’ultima volta che la vidi.
Sono passati oramai diversi anni da quella notte, che però ricordo ancora oggi come una delle più magiche e particolari mai trascorse.
Ps: Erica (nome di fantasia) se per caso dovessi mai leggere questa storia e ritrovarti nella storia e nei personaggi, scrivimi. Sarei felice di sapere come stai e come sta andando la tua vita. Un bacio
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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