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Grande, L'esperienza Con La Nera


di coppiaestero
20.07.2024    |    420    |    3 6.7
"Passavo dalle grandi labbra al clitoride gonfio, ho allungato le mani sulle tette dai capezzoli duri e grossi..."
Il destino mi ha fatto conoscere una ragazza che, a dire il vero, mai avrei pensato potesse entrare nella mia vita in modo così intimo. Mia suocera, affetta da paresi sinistra, ha sempre avuto bisogno di assistenza, e io e mia moglie ci siamo sempre presi cura di lei. Un giorno, però, si è presentata a casa una ragazza di colore, dicendo di essere stata assunta da mia moglie per prendersi cura di sua madre, la quale, come già detto, è paralizzata.

All'inizio, non volevo nemmeno avere a che fare con una donna di colore. Ammetto che ero prevenuto e cercavo di respingere l'idea di averla in casa. Speravo che non fosse vero, ma purtroppo lo era. La ragazza si è stabilita a casa nostra e la vedevo ogni giorno, in cucina, sia di giorno che la sera, al mio rientro dalla farmacia. La cucina aveva due ingressi, uno dei quali portava direttamente all'esterno. Così, quando tornavo dalla farmacia, entravo direttamente in cucina e la trovavo a preparare i pasti, a seconda dell'orario.

Non mi piaceva molto il suo modo di cucinare. Le verdure, per esempio, le cucinava senza eliminare i torsoli o le foglie dure e ingiallite. Mi sono lamentato con mia moglie, dicendole: "Dove l'hai trovata questa ragazza così… impreparata?". La ragazza lavorava dal lunedì al venerdì e, con l'arrivo del caldo dell'estate, cominciava a spogliarsi sempre più. Di solito, indossava jeans cortissimi, ricavati da vecchi pantaloni, e un reggiseno. Avevo modo di osservarla mentre serviva a tavola. Era un corpo snodato, muscoloso, senza traccia di grasso, alta circa 165 cm, con un fisico tonico e slanciato, dalle forme sode e definite.

Ogni giorno, al mio ritorno dalla farmacia, passavo per la cucina e la trovavo spesso vestita in modo più leggero. Man mano che i giorni passavano, sembrava che alcuni dei suoi atteggiamenti fossero indirizzati a richiamare la mia attenzione in modo più evidente. Era una situazione che mi faceva riflettere, ma mi sentivo sempre più confuso e in dubbio su come comportarmi.
Dopo circa un mese mi è stato chiaro che alcuni suoi atteggiamenti erano indirizzati a richiamare la mia attenzione. Quando ero alle sue spalle sculettava in modo evidente ed il suo corpo era un continuo invito a trasgredire..
Un giorno mi sono seduto sul divano del salone, per ascoltare il telegiornale, poco dopo, è venuta anche lei a sedersi sullo stesso divano, con dei fogli di giornale in mano.

Ha messo i piedi sul divano e li ha stesi verso di me, faceva finta di leggere le pagine che aveva in mano. Ha incominciato a muovere i piedi verso il mio corpo e immediatamente mi sono ritrovato con un cazzo durissimo imprigionato nel pantalone.
Avevo il telecomando in mano e fingevo interesse alla tv, per non far capire a mia suocera ciò che stava per avvenivenire a pochi metri da lei. La mano libera, ha incominciato ad accarezzare i suoi piedi, e li ha guidato verso l'inguine, in un crescente di eccitazione che non avevo mai creduto possibile per una ragazza nera..
Per evitare di essere scoperti in caso di un arrivo improvviso di mia moglie, ho tirato sopra di me un plaid che nascondeva il lavoro che la signora stava per realizzare sul mio inguine. Dopo 20-30 minuti, coadiuvati dalla mia mano libera, ho raggiunto l’orgasmo e mi sono ricomposto perché mia moglie poteva arrivare da un momento all.altro.

Dopo questo episodio non sapevo come comportarmi, dovevo vincere il senso di repulsione istintivo che mi impediva di pensare a lei, come partner per far sesso. Non perdeva l’occasione di avvicinare le sue mani al mio inguine, né di strusciare il suo bel sedere al mio basso ventre quando passava vicino a me.
Ero un professionista, con una lavoratrice di colore, e mi sentivo a disagio nell’intraprendere qualsiasi iniziativa che potesse essere interpretata come abuso nei confronti di una subalterna. Anche se le sue intenzioni erano chiare, non ho mai preso una iniziativa o fatto un solo gesto che potesse essere equivocate come richiesta di sesso.

Un giorno la mia ex moglie ha dovuto assentarsi, per un viaggio a Roma. Sono rientrato a casa passando, come al solito, direttamente dalla cucina. Le parole mi sono uscite di pocca istintivamente: -°Senti Maja, io vado al piano superiore, ti aspetto nella °Stanza Pesca°, se vieni facciamo l’amore°-. Non ero mai stato capace di essere così diretto ed eplicito nel chiedere ad una ragazza di fare l'amore.


L’ho aspettata guardando la tv. Non sapevo se sarebbe venuta ed ero anche preoccupato perché avrebbe potuto dire a mia moglie di quelle mie avances e creare dei problemi in un rapporto coniugale già difficile. E arrivata dopo circa 20 minuti,
L’ho abbracciata, l'ho presa in braccio e l'ho adagiata portandola sul letto. La °Stanza Pesca°, del dismesso agriturismo, era così detta perché l.intonaco veneziano delle pareti era color pesca. Aveva il bagno interno e un grande specchio sulla parete che fiancheggiava il letto.

L’ho accarezzata. La pelle era vellutata. Lei era già eccitata. Il pensiero di far sesso con me credo che l’avesse coltivato da tempo. Senza preamboli le ho tolto contemporaneamente jeans e mutandine e l’ho stesa sul letto, le ho aperto al massimo le cosce ed ho ammirato i riccioli nerissimi della figa. Nel centro del bosco nero, si vedeva il fiore rosso. Ho paragonato la sua figa ai fichi neri che, se maturi, si spaccano e fanno vedere il loro interno completamente rosso, appunto come la mucosa della figa di una ragazza nera. La voglia di mangiare quel frutto maturo è stata improvvisa e mentre le mani allargavano le grandi labbra, ho avvicinato la mia bocca al centro di quel frutto succoso inserendole immediatamente la lingua in vagina.
L’ho leccata a lungo e lei si agitava stringendo il lenzuolo tra le mani, evitando di gridare il piacere che mano a mano cresceva.
Quando ho allungato le mani alle sue fantastiche tette, ha avuto un orgasmo silenzioso in cui ho rischiato di essere strozzato perché le sue cosce mi stringevano sulla figa per far aderire al massimo le mie labbra alla vulva facendo entrare la lingua in figa. Mi sono alzato in piedi e l’ho tirata al margine del letto. Ho insalivato il cazzo, per renderlo scivoloso, e l'ho guidato verso le labbrucce rosse. La vagina era incredibilmente stretta (dicono che lde nere hanno figa grande) ed ha accolto con difficoltà il mio membro che soprattutto per la grossezza è notevole.
L’ho riempita tutta, gliel’ho fatto tenere a lungo dentro, da fermo, per farla abituare, poi l’ho posseduta con colpi rapidi e profondi. Mi è venuto in mente l’espressione del viso del marito, italiano 35 enne, quando l’aveva accompagnata e lasciata da noi il lunedì mattina. Era come se sapesse che in quella settimana lei avrebbe fatto l.amore con me. Forse lui era cuck e la moglie gli avrebbe raccontato i particolari del nostro incontro??
L’idea che lui potesse sapere, era eccitante e le spingevo il cazzo in vagina con tutto il vigore possibile e lei rispondeva ai miei colpi rincorrendo il cazzo in fase di estrazione. Voleva essere scopata. Ha goduto così, aggrappandosi a me, che ero poggiato con le mani sul letto, restando appesa al mio corpo, tirandomi dentro di lei con una smania incredibile. Ha goduto gridando e piantandomi le unghie nelle spalle.

Ho aspettato un poco, e inginocchiandomi ho ricominciato a leccarle la figa, il rosso frutto che contrastava con i riccioli neri e col nero del corpo, erano una assoluta novità per me.
Passavo dalle grandi labbra al clitoride gonfio, ho allungato le mani sulle tette dai capezzoli duri e grossi. Il seno era una seconda misura, molto, molto bello da vedere. Le ho allargate le tette accarezzandole i capezzoli turgidi sia col palmo che col dorso della mano. Mi spingeva la testa tra le cosce per leccarle il clitoride nel modo desiderato e per darmi il ritmo giusto, ad un certo punto ha incominciato a dare i primi segni del nuovo godimento e i movimenti erano più profondi ed intensi. Ha accelerato il ritmo fino a godere emettendo una specie di nenia che sembrava essere un canto tribale. Ha goduto sulla mia bocca, ed io le ho infilato la lingua in figa martellandola fino a quando lentamente si è calmata ritornando normale.

Ci siamo fermati, abbiamo scambiato poche parole, che nemmeno ricordo, ed ho incominciato ad accarezzarle le tette, succhiandole i grossi capezzoli. Li spingevo con la lingua e li richiamavo con le labbra nella mia bocca, mentre con la mano le accarezzavo l’altro seno. Non ho resistito e dopo averle dato ancora una leccatina alla figa, le ho infilato di nuovo il cazzo dentro. Lo ha accolto tutto, sapeva come muoversi, con i muscoli vaginali mungeva il membro in uscita, e lo risucchiava subito dopo. L’ho girata su un lato, passando una gamba tra le sue gambe, leggermente di lato, in modo che la penetrazione del cazzo in figa fosse totale.... nemmeno un millimetro fuori. L’ho frullata, gliel’ho fatto gustare come voleva e lei ha allungato la mano per accarezzarmi i coglioni e di tanto in tanto li lasciava per passarsi la mano sulla figa, strusciandola sul clitoride per aumentare il piacere. La bocca era impastata di saliva di eccitazione, quasi fosse una bava, ha incominciato ad emettere dei suoni come il belare delle pecore, la bocca era aperta, e il rosso delle sue mucose faceva di contrasto col nero della sua pelle. Era fantastico vederla godere. Non stava nella pelle e col cazzo conficcato dentro ha incominciato a masturbarsi fino a godere di nuovo.

Sfinita, si è adagiata su un fianco e forse per la prima volta mi ha guardato senza desiderio, soddisfatta e con una calma finalmente ritrovata. Ha voluto fumare una sigaretta, poi ha guardato il mio membro che finalmente si era calmato ed era moscio. Lei lo ha guardato, lo ha toccato e subito è ritornato duro come la pietra, mi ha confessato che credeva che avessi preso il viagra, e si è ricreduta solo quando lo ha visto ricrescere dopo che si era ammosciato.
L’ho fatta mettere a pecorina ed ho incominciato a cavalcarla velocemente, mentre le accarezzavo la schiena, la testa e la faccia. Nei suoi movimenti non c’era più l’eccitazione iniziale. Ho capito che lei, soddisfatta sessualmente, assecondava i miei movimenti per farmi godere. Continuavo a cavalcare ed il sudore, cadeva sul suo corpo. Forse credeva che non godevo per paura di metterla incinta? Non so perché ma ad un certo punto mi ha chiesto di metterglielo in culo; era bagnato degli umori della sua vagina, l.ho tolto dalla figa, e gliel’ho spinto sul sedere. E' entrato il prepuzio ma, come già detto altrove, il mio calibro è grosso, ha incominciato a gridare di dolore così che gliel’ho tolto e gliel’ho rimesso in figa, continuando una cavalcata che stava spossandoci senza nessuna possibilità di giungere all'orgasmo.
Voleva che continuassi perché a suo modo di vedere, dovevo godere anch’io. Per lei non era giusto che lei avesse goduto tante volte mentre io non avevo goduto affatto.
-Cara Maya, le ho detto, -non sono più un giovane, sono un vecchietto e mi sono stancato, ed ho bisogno di un po di tempo per riprendere fiato-. Mi ha risposto dicendo:
-Tu vecchio? Peppe? Tutte le donne dovrebbero provare almeno una volta nella vita un uomo come te…-.
–°Grazie...°- Il tuo è un complimento che non dimenticherò mai°-
-Non è un complimento …. è la pura verità! Mi ha risposto. Ti ringrazio veramente. Tu sei stata eccellente, unica (come uniche, sono quasi tutte le donne porche)-.
Erano passate 2 ore, lei è scesa da mia suocera. Io ho dovuto farmi una sega ripensando a quello che avevamo appena fatto, per poter trovare un poco di pace. Non potrò mai dimenticare il suo complimento perché ritengo che è stato detto da una donna con lunga esperienza. Io posso solo aggiungere che anche per noi uomini, bisognerebbe avere almeno una volta nella vita, un rapporto con una donna di colore calda come Maja. Quella esperienza mi è servita per eliminare i pregiudizi sulle ragazze di colore..
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