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LA CONTADINELLA -33


di coppiaestero
17.08.2023    |    689    |    2 9.3
"E’ uscita prima lei dal nostro nascondiglio e si è diretta verso l’autobus che l’avrebbe portata ai campi..."
Era quasi l’ora di chiusura della farmacia. Gli scaffali erano già in ordine, le luci leggermente abbassate, e l’ultima cliente rimasta era la signora Lucia. Una donna sui quarant’anni, formosa, con i capelli raccolti e lo sguardo carico di esitazione.

Si avvicinò al bancone e, dopo un attimo di esitazione, mi rivolse un sorriso incerto.

— Dottore… posso disturbarla per una cosa un po’… personale? Non vorrei dare fastidio, magari lei ha da fare…

Scossi la testa con un sorriso rassicurante.

— Nessun disturbo, signora Lucia. Mi dica pure.

Si morse il labbro, abbassò leggermente lo sguardo.

— Mi vergogno molto… ma voglio essere sincera. A me piace fare telefonate erotiche. Mi eccita sentire un uomo che mi chiama troia, che mi dice cose sporche mentre mi tocco. — Fece una pausa, osservandomi con attenzione. — Lei è un bell’uomo, dottore. Mi piacerebbe godere con la sua voce… al telefono.

Le sue parole mi colsero di sorpresa, ma non del tutto. Avevo già letto di donne che provavano piacere nel sentirsi chiamare in certi modi, parole che nella vita quotidiana sarebbero insulti, ma che nell’intimità diventavano un gioco di potere e desiderio.

— Suo marito non potrebbe fare lo stesso? Fingere di essere uno sconosciuto e chiamarla? So di coppie che si divertono così…

Lucia sbuffò, incrociando le braccia sotto il seno prosperoso.

— Mio marito è un cretino. Geloso e menefreghista. Lui va a divertirsi con le puttane e a me non mi tocca più.

— Dovrebbe sapere che i mariti troppo gelosi spesso sono i primi a essere traditi…

Lucia mi lanciò un’occhiata maliziosa.

— Eh, dottore… se solo potessi. Ma vivo sotto lo sguardo di mia suocera, una carabiniera mancata che mi controlla in tutto. E poi, tra lavoro e casa, non ho proprio l’occasione per tradirlo. È per questo che voglio almeno godere al telefono con un uomo interessante… come lei.

Mi passai una mano sulla nuca, riflettendo. L’idea era intrigante, ma anche rischiosa.

— Signora Lucia, la verità è che la cosa mi tenta… ma neanch’io ho libertà a casa mia. Mia moglie è gelosa, il tempo è poco. E parlare al telefono così… sarebbe impossibile senza rischiare uno scandalo.

Lei si avvicinò un po’ di più, abbassando la voce.

— Però, se solo trovassi il modo di vederti…

Le sue parole rimasero sospese nell’aria.

— Davvero non riesci mai a ritagliarti un momento? — le chiesi, e ormai il “tu” mi scivolò dalle labbra senza accorgermene.

Lucia sorrise.

— Forse un’occasione c’è. La mattina, quando vado ai giardini a lavorare con il gruppo di braccianti. Partiamo con il pulmino alle quattro e mezza… e in quel momento nessuno mi controlla.

Mi avvicinai al bancone, abbassando anch’io la voce.

— Ho un’idea. Domattina, alzati mezz’ora prima. Passando vicino a casa mia, fatti vedere da me. La casa accanto è in ristrutturazione, è accessibile e nessuno ci farà caso. Entra, aspettami dietro il muro. Verrò da te…

Lucia deglutì, con le guance in fiamme.

— E poi?

Le sfiorai la mano con discrezione.

— E poi ti prenderò lì, in piedi, con la notte a coprirci. Senza letto, solo il muro freddo sulla pelle calda. E ti farò godere come la troia che vuoi essere.

Lucia sospirò piano, mordendosi il labbro.

— Finalmente, le corna che si merita.


-Sei una bella figa e meriti di godere come si deve col cazzo dentro e non masturbandoti a telefono. Ti chiamerò zoccola, puttana e troia... lo sei realmente e non solo in fantasia e mi e' venuta una erezione che ti scoperei qui dietro al banco.

-Stasera vieni che ti do un libro erotico. Parla proprio di una donna che mette le corna ad un marito geloso, così ti masturberai immaginando che stai scopando con un bel cazzo come il mio.

Dicendo questo faccio in modo di sfilare il cazzo dal mio pantaloncino, lungo la coscia, e la signora, ha approfittato subito per prenderlo in mano e lodarne la grossezza e la durezza...

–“quant’è grosso e duro... non vedo l’ora di assaggiarlo”-, e se lo è girato tra le mani da vera esperta, guardando contemporaneamente verso la porta per evitare di tradirsi con l’arrivo di una qualche nuova cliente.

-Mi devi solo far sapere quando vuoi che ci incontriamo... io posso lasciare la porta aperta e quando passi, ti affacci e poi mi aspetti nella casa a fianco.
L'accordo era raggiunto: ci saremmo visti il lunedì successivo.

Non nascondo che attendevo con ansia l’arrivo del lunedì perché la signora era davvero una bella figa. Alle 03,30 mi sono alzato, mia moglie non se ne preoccupava perché non era la prima volta che mi alzavo per studiare ed approfondire numerose materie tra cui la matematica, la fisica e la farmacologia di cui ero e sono veramente appassionato.

Avevo aperto il portone e lasciata socchiusa la porta interna in modo che non sarebbe stato necessario affacciarsi.
Quel lunedì la signora non si è fatta vedere. La sera mi ha detto che proprio quella mattina la suocera si è alzata con lei perché il figlio doveva andare nel capoluogo e lei gli doveva preparare il caffé. Le ho detto che non era un problema, ma che non volevo essere preso per i fondelli e se non c’erano le possibilità, bastava dirlo e non se ne faceva nulla.
Senza dire nulla, si è avvicinata, ha allungata la mano al mio inguine ed abbrancicandomi il cazzo da sopra i pantaloni mi ha detto...

-°domani ci sarò perché mi voglio gustare questo bel cazzo duro che hai-

La mattina successiva, finalmente, verso le 3,45 è arrivata ed è entrata direttamente nella casetta in ristrutturazione. Dopo un poco, sgoiattolando nel buio... anch’io sono entrato nella casupola in cui le ombre la facevano da padrona. Le ho subito messo la lingua in bocca e le ho detto che glielo avrei dato subito in figa ed in culo, l'ho fatta appoggiare al muro, si è messa a pecora e dopo qualche rapida carezza alla schiena, alle natiche ed alle tette, gliel'ho messo dentro, scivolando fino in fondo perché anche lei era già eccitata e la figa era bagnata a sufficienza.

-Uhm uhm... che bel cazzo grosso che hai, scopami, fammelo sentire tutto dentro che devo cornificare quello stronzo di G. -

Non me lo son fatto ripetere l'ho scopata, frullata, sbattuta e passandole una mano sul clitoride l'ho masturbata mentre la stantuffavo a dovere fino a quanto ho sentito che godeva con silenziosi monosillabi

-oh.... uh.... sììì... ahhhhhhh tuttoooooooo quant’è grossooooo scopamiiii scopamiiiiiiiii godoooooo....-

Non potevo godere anch’io così perché l’ho presa senza preservativo, avrei potuto involontariamente ingravidarla e, mantenendo fede alla promessa iniziale, ho diretto il cazzo alle crespe del culo.... anche qui il cazzo è entrato con facilità, l’ho artigliata con le mani ai fianchi e l’ho “ingugnata” tirandomela sull'inguine e sbattendole i coglioni tra le natiche, anch’io ho gridato in silenzio il mio orgasmo.... svuotandole tutto nel profondo del culo. CHE BELLO , HA DETTO...
MA NON POTEVA più FERMARSI ED è SCAPPATA VIA.

E’ uscita prima lei dal nostro nascondiglio e si è diretta verso l’autobus che l’avrebbe portata ai campi. Dopo 5-10 minuti sono uscito anch’io e sono tornato a casa con i coglioni svuotati nel culo della bella signora Lucia.

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