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Galeotto..... fu il telefono!


di sicilturiddu
05.09.2014    |    21.771    |    3 8.0
"Risposi: “Ilaria, non darmi ancora del LEI, come hai potuto ascoltare, Ti ho subito dato del Tu, senza chiederTi il permesso, il motivo sicuramente lo..."
Era già passato mezzogiorno del 2 agosto, io e mamma stavamo pranzando, quando dalla veranda sx sentimmo due bambini che ad alta voce dissero: “mamma…, mamma…, che bello da qui, si vede il mare, andiamo subito in spiaggia, vogliamo giocare in acqua, mettici il costume, dai mamma…”; rispose una voce femminile: “si che andremo in spiaggia, ma non adesso, più tardi dopo aver pranzato e come sapete bene, devono trascorrere non meno di tre ore dopo il pasto, invece iniziate a sistemare i vs giocattoli, papà sta completando di scendere le valigie dall’auto ed io sto provvedendo a preparare un fugace pranzo; poi nel tardo pomeriggio tutti in acqua; dai diamoci da fare tutti, per alleviare il carico di ognuno”. Da quelle parole mi resi conto che la famiglia che aveva preso possesso dell’alloggio fosse una famiglia organizzata nel rapporto tra i singoli componenti. Ci scambiammo questa prima opinione io e mamma: “che fortuna avere accanto una famigliola così bene organizzata, sicuramente saranno pure gentili ed educati”. Finimmo di pranzare e dopo il riposino pomeridiano uscii in veranda a dare uno sguardo, contemporaneamente per conoscere la nuova famiglia da poche ore nostri vicini di casa. Non erano in casa, sicuramente si erano già spostati in spiaggia, come aveva promesso la mamma ai bambini. Io andai in spiaggia con gli amici e mamma rimase in casa fino al tardo pomeriggio; poi si recò a casa di parenti per trascorrere la serata insieme. La sera rientrai a casa relativamente presto: era quasi l’una di notte, mamma già dormiva. Come al solito, quando non ho impegni con gli amici, nonostante fosse il sabato, uscii in veranda, accesi il PC per connettermi al magnifico sito che ci ospita, in cerca di coppie o singole per un eventuale incontro. Vidi che nella veranda accanto stava sdraiato un giovane in pantaloncini e maglietta che leggeva o faceva i cruciverba della Settimana Enigmistica. Sul tavolinetto accanto erano poggiati parecchi giornali quotidiani e riviste settimanali, scorsi “il Sole 24ore” che era poggiato sopra; pensai subito che fosse un uomo di alta cultura; la posizione era tale che non potei scorgere il viso; lo importunai salutandolo con un: “buonasera e benvenuto in Sicilia”. Scostò il giornale che aveva davanti al viso, mi guardò e rispose: “grazie, buonasera anche a lei”, si alzò, si avvicinò al divisorio delle verande. Portava un paio di occhiali a giorno da intellettuale, ci scambiammo una stretta di mano e quasi contemporaneamente ci presentammo, io: “piacere Turi”, Lui: “piacere mio Mirko”. Iniziammo a fare conoscenza, Lui un commercialista libero professionista di origine siciliane, della provincia di Caltanissetta, trapiantato da 7 anni in Piemonte, dell’età di 41 anni. Il nostro dialogo fu ascoltato sicuramente dalla moglie, che di punto in bianco e nella penombra della notte, si presentò in veranda anche Lei. Si avvicinò al marito, lo abbraccio cincendogli la vita col braccio sinistro e poggiandole la testa alla spalla le disse: “già hai trovato con chi dialogare, solo dopo poche ore, invece quando sei in casa non “spiccichi” (dici) una parola; Lui a quelle parole ribattè: “ti presento il sig. Turi”; poi rivolto a me disse: “questa è mia moglie”; strinsi la mano a Lei: “piacere ed orgoglioso di conoscerla, Turi”; rispose Lei: “il piacere e tutto mio”. Rimasi basito per non avermi detto il suo nome, ma contemporaneamente colpito dal suo fascino che sprigionava da ogni poro del suo corpo: sguardo ammaliante e profondo, occhi scurissimi con pupille accentuate, sorriso dolce a 32 denti lucidi e bianchissimi, viso poco allungato ma proporzionato al fisico, capelli castani a caschetto un pò lunghetti, bocca con due labbra carnose (non credo che fossero botulinate), un seno tra la 3^ e la 4^ misura (non indossava reggiseno), senza trucco, senza zampe di gallina tra gli occhi e le tempie, collo robusto proporzionato al capo, altezza non inferiore a 170 cm, peso stimato circa 60 kg. Indossava un maglietta aderente in cotone bianco che non copriva l’ombelico, un paio di pantaloncini bianchi non eccessivamente aderenti ma che mettevano in mostra abbastanza le curve del posteriore ma soprattutto la carnosità delle grandi labbra vaginali; in poche parole uno schianto di femmina. La fissai negli occhi mentre ci presentavamo reciprocamente; volli subito lanciarle un avviso ed un segnale che mi interessava sia come DONNA sia come FEMMINA, un interesse fisico e sessuale, ma anche e soprattutto cerebrale e che l’avrei prima o poi “DISTURBATA”. Non potevo non “disturbarla”. Scambiamo quattro chiacchiere per approfondire la conoscenza, Lei sempre abbracciata al marito. Per cavalleria e gentilezza non le chiesi nulla su di Lei, mantenendo una soglia alta di privacy, non era il momento adatto, considerata la presenza del marito. Mi riservai, tra me e me, di approfondire tutto in seguito. Ci salutammo augurandoci la buona notte, il marito non la chiamò mai per nome ma: “TESORO”; Lei invece lo chiamava per nome. Strana usanza pensai, oppure scelta opportunamente studiata e concordata ma….!!! Durante la notte non potei prendere sonno……, un solo pensiero mi accompagnò durante i lunghi intervalli che trascorsi sveglio. Il mattino seguente, di buon’ora, stanco per il mancato sonno, mi precipitai in veranda, nella speranza di incontrare la nuova vicina di casa, ma non accadde nulla. Erano quasi le 9 ma non la vidi assolutamente. Tutta la giornata trascorse senza poterla vedere. Vidi Mirko, vidi i due bambini: il grande un maschietto e la piccola una femminuccia. Mi presentai loro con la dolcezza ed il sorriso che meritano i bambini. Sandro il maschietto (7 anni) e Luana la femminuccia (3 anni). Trascorsero parecchi giorni prima di rivederla; ma ascoltavo la sua voce quando discuteva col marito, ma non capii mai di cosa stessero parlando. Un giorno di prima mattina Lei si presentò in veranda e chiese a mia madre se poteva lasciarle i bambini, per l’intera mattinata, o forse fino al pomeriggio, essendo loro costretti a recarsi al paese di origine in provincia di Caltanissetta per un funerale, causa la morte di una zia, sorella del padre di Lui. Mamma acconsentì, così dopo dieci minuti circa, bussarono alla porta, accompagnando i due bimbi a casa. Per la responsabilità che mamma s’era assunta di accudire i bambini, io ritenni di rimanere a casa, aiutando e collaborando con mamma a vigilare su di loro. Il maschietto aveva un cellulare oramai datato, che teneva in tasca ed ogni tanto guardava, per accertarsi se papà o mamma avessero chiamato o inviato un messaggio. Infatti durante la mattinata chiamarono tre, quattro volte. Prima di mezzogiorno richiamarono il bambino e volle Lei parlare con mamma, per assicurarsi che si fossero comportati bene, chiedendo a mamma se era disposta a farli pranzare con noi essendo loro ancora al paese; e che sarebbero rientrati non prima delle 18. Pranzammo tutti insieme, Sandro e Luana sono stati esemplari, non hanno dato fastidio affatto; dopo pranzo entrambi crollarono sul divano addormentandosi. Mamma stava in cucina a lavare le stoviglie. Squillò ancora il telefonino di Sandro, che stava poggiato sul divano, lo presi io, aprii lo sportellino (essendo un modello a conchiglia) e lessi: MAMMA. “Pronto” risposi a bassa voce mentre mi dirigevo fuori in veranda, per non svegliare i bambini; Lei: “buongiorno sig. Turi, sono Ilaria, la mamma di Sandro e Luana, come stanno i bambini, hanno pranzato senza fare storie, vi stanno dando fastidio, si comportano bene?” Io: “Si Ilaria, tutto bene, stanno dormendo, entrambi sul divano, mi sono permesso di rispondere per non disturbarli, ma soprattutto per non darVi adito a cattivi pensieri, qualora non avesse risposto nessuno”. Ribattè Lei: “sig. Turi lei è una persona molto gentile e abbastanza premurosa, ci scusiamo per il disturbo che vi stiamo arrecando; non saprei mai come sdebitarmi con voi e con lei soprattutto, siete persone molto apprensive”. Risposi: “Ilaria, non darmi ancora del LEI, come hai potuto ascoltare, Ti ho subito dato del Tu, senza chiederTi il permesso, il motivo sicuramente lo avrai intuito, non intento perder tempo per farTi capire quanto…..”; mi interruppe Lei: “si vero Turi, dalla prima sera che ci siamo conosciuti in veranda, alla presenza di mio marito, mi hai guardata con un interessamento non usuale, ma da donna quale sono, ho subito intuito che mi stavi passando ai raggi X e soprattutto ai raggi infrarossi, o mi sbaglio?” Risposi: “no Ilaria non Ti sbagli affatto, hai capito subito quali sono le mie intenzioni, desidero concretizzale con Te, quanto prima possibile, prima che sia troppo tardi, non vedi che son già trascorsi tre settimane e ancora non ho avuto il piacere di interloquire con Te, nonostante i ripetuti tentativi di approcciarTi e di incontraTi da sola, senza figli o marito?” Lei: “Turi ma cosa dici, cosa ti passa per la testa, io sono una moglie fedele e non intendo affatto tradire mio marito, nonostante…..”; io: “nonostante cosa…..”, Lei: “no niente, non sono problemi che possano interessarti, tu mi stai conoscendo adesso, non ritengo corretto esternare i mie problemi ad uno sconosciuto, solo perché sta accudendo i mie figli per qualche ora, mi son fatta scappare quella parola che non dovevo pronunciare.” Io ancora: “Ilaria, Tu sei libera di tacere ma anche di sfogare il Tuo magone che Ti porTi dentro, sicuramente ancora non hai avuto l’occasione per farlo, o non hai trovato la persona, maschio o femmina, per scaricare tutto ciò di cui Ti vorresti liberare; io son qui, da adesso in poi rimango a Tua disposizione per poterTi aiutare, per poter dare a Te Donna e Femmina, la ciambella che possa riportarTi a riva, Tu stai affogando nonostante il mare che Ti circonda sia abbastanza calmo e senza onde.” Lei: “Turi devo chiudere, sta arrivando mio marito, a presto e scusate per il disturbo che vi stiamo arrecando causa la presenza dei bambini; e per avermi lanciato la ciambella di salvataggio.” Riattaccò. Con quel telefonino in mano, non persi un solo attimo per carpire il Suo numero di cellulare, lo copiai immediatamente sul mio IPhone, il primo passo era stato fatto. Ritornarono a riprendersi i bambini prima delle 18, avevano già fatto una leggera merenda che mamma aveva loro preparato a base di marmellata e frutta, la consumarono con molto piacere. Riferirono ai loro genitori che erano stati trattati bene, che la signora prima di farli sedere a tavola gli ha fatto lavare le mani, gli ha fatto recitare la preghiera di ringraziamento per il cibo che stavano da li a poco per consumare. Erano davvero felici di aver trascorso quelle ore a casa nostra.
Ciò che avvenne successivamente lo leggerete….. in seguito!
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