Scambio di Coppia
two teachears of cincinnati
di spanio220
22.02.2013 |
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"Claudio seduto e Kate aveva il pisello in bocca e la fica all’altezza della bocca di Claudio che a sua volta doveva faticare non poco a tenerla dritta..."
Premesso che tutto quel che scrivo è basato su fatti realmente accadutimi negli anni, solo alcuni particolari sono romanzati quel tanto che basta per rendere scorrevole il racconto, i nomi ed i luoghi, forse, sono di pura fantasia, ma, non sempre.Con Claudio ci eravamo conosciuti a Genova nei giorni del G8, lui era arrivato con il gruppo della parrocchia, io invece con quello del sindacato. Ad una carica della polizia, quando già avevamo perso ognuno i contatti con il proprio gruppo ci eravamo trovati a correre per una viuzza e quando ci eravamo fermati per riprendere fiato, non essendo più due ragazzini, io me ne ero uscito con un “Mortacci loro” e lui di risposta “Sti fij de ‘na mignotta” e ci eravamo riconosciuti entrambi come romani. Parlando un po’ tra noi avevamo scoperto di essere nati nello stesso quartiere, Trastevere degli anni d’oro, e di lavorare per lo stesso ente, ma fino ad allora non ci eravamo mai incontrati. Solidarizzammo subito e guardandoci vicendevolmente le spalle arrivammo fino alla stazione per prendere il treno e tornare a Roma insieme. Così nacque la nostra amicizia. Che alla fine sfociò anche nel riuscire a lavorare insieme. Più passava il tempo più la nostra amicizia si rafforzava, al punto che anche le nostre mogli divennero amiche e uscivamo spesso insieme. L’altra estate le nostre mogli decisero che dovevamo affittare una casa insieme per le vacanze estive, possibilmente vicino Roma, in modo tale che se anche noi fossimo rimasti al lavoro con poco tempo potevamo raggiungerle. Hai capito le furbette, noi al lavoro e loro al mare, va bhe in fondo avevano i bambini da portare al mare. Molte sere andavamo fino al mare per passare una serata al fresco e stare in famiglia, altre volte ce ne andavamo a mangiare una pizza e poi ognuno a casa sua. Una di queste sere ci capitò l’avventura che ogni uomo sposato desidera. Agganciammo due straniere, due americane per la precisione. Eravamo andati alla nostra solita pizzeria e quella sera di luglio era particolarmente affollata, tanto che il cameriere nostro amico ci chiese se poteva far accomodare al nostro tavolo altre due persone. Noi rispondemmo che non c’era alcun tipo di problema che le portasse pure al nostro tavolo. Grande sorpresa quando vedemmo che si trattava di due donne, anzi due belle donne alte, bionde, abbronzate, con un sorriso timido, ma invitante, vestite con degli abiti leggeri eleganti. Ci alzammo per educazione e notammo le due signore che si scambiavano uno sguardo compiaciuto, come se non fossero abituate a questo tipo di comportamenti. Ci presentammo e li scoprimmo che Kate e Lucy erano due signore americane, che insegnavano italiano nel middle west americano all’Università di Cincinnati nell’Ohio. Provammo allora con il nostro inglese, ma fummo fermati dalle nostre due nuove amiche “Please, parlate italiano, così noi facciamo pratica, a Cincinnati non capita spesso di parlare con italiani””Allora OK, siete state fortunate oltre ad essere italiani siamo anche romani de Roma, tra i pochi che conoscono Roma come le loro tasche” “Wonderfull. Allora cosa potiamo mangiare?” “Se permettete vi correggiamo eventuali errori di pronuncia” “Grazie questo potrebbe essere molto utile per il nostro lavoro” “Allora non si dice potiamo, ma possiamo mangiare. Comunque qui si mangia una splendida pizza fatta alla romana. Voi conoscete la differenza tra la pizza fatta a Roma e quella fatta Napoli?” “No, qual è” E li iniziammo a spiegare la differenza culinaria tra pizza alla romana e alla napoletana. Intanto Ugo visto che eravamo entrati in confidenza ci portò di sua iniziativa mezzo litro di bianco fresco che andò giù come acqua. Cominciammo a chiedere se gli piaceva Roma e cosa avessero visto e come mai fossero a Roma. Ci spiegarono che amavano Roma dai tempi delle medie, per la sua storia che era stata capace di resistere per secoli e quindi volevano vedere dal vivo tutto quello che avevano letto, erano arrivate quello stesso pomeriggio e ancora avevano avuto occasione di vedere ben poco e poi…..poi Kate era stata lasciata dal marito da pochi mesi e ancora doveva riprendersi “Quel pig è andato con una teenager, una mia studentessa, che potrebbe essere sua figlia, ha detto che io essere vecchia, che non lo eccito più. Capito? Shit!” “Ammazza che stronzo” fu la risposta di Claudio che fino a quel momento era stato in silenzio “Lasciare te per una teenager dimostra che non capisce niente. Una donna bella come te difficilmente si trova in giro” Kate rimase colpita da queste parole e le lacrime che stavano per uscirle tornarono indietro e si aprì in un gran sorriso felice. Lucy esclamò “OK! Era tanto tempo che non vedevo Kate con un sorriso così big” per non rimanere fuori alzai il bicchiere e proposi un brindisi “Alle belle donne che sono sedute al nostro tavolo” e bevemmo il nostro vino. Quando arrivarono le pizze che avevamo ordinato per le nostre amiche ne rimasero entusiaste e mangiarono con allegria insieme a noi. Ovviamente pagammo noi il conto e una volta fuori montammo in macchina e iniziammo il nostro Rome by night tour. Colosseo, Piazza di Spagna, S.Pietro. Ogni volta che ci fermavamo si rinsaldavano le coppie, io con Lucy e Claudio con Kate, sempre più vicini sfiorandoci sempre più finchè arrivammo al punto magico per eccellenza, il Gianicolo. Tutta Roma davanti, le stelle in cielo e i grilli che cantavano. Al Gianicolo, chi non è di Roma non lo sa, ci vanno le coppiette a pomiciare, perché i platani coprono le luci e si crea un gioco di luci ed ombre che non lascia scampo. Ormai eravamo abbracciati e fu naturale che Lucy si voltasse verso di me e mi baciasse. Un lingua in bocca che parve non finire più, con la coda dell’occhio vidi che anche Claudio era nella stessa situazione. Continuammo così per un po’ di tempo poi Lucy che era la più disinibita delle due mi disse “Non penserai che finisca così con due kisses, noi siamo venute in Italy per provare se è vero che italian do it better. Kate ne ha bisogno per uscire dalla depressione ed io voglio allungare la mia collezione di cazzi. Quindi….” Chiamai Claudio in disparte e gli esposi quello che volevano le due donne. “C’è un problema. Dove le portiamo? A casa tua c’è la portiera che figurati se non riferisce tutto a tua moglie, io figurati vivo porta a porta con mio suocero, neanche a pensarci, al loro albergo non ci faranno mai salire, dove andiamo?” “Certo è un problema.” “Ma tu non hai le chiavi della stanza dell’associazione dentro la chiesa? Quella dove c’è pure il divano? Lì potrebbe essere l’ideale è separata dalla casa del prete, ha un’entrata indipendente e poi non ci allontaneremmo troppo dalla zona. Che dici?” “Rischio grosso, ma perché no? Quando mi ricapita una come Kate? Bella disponibile e affamata. Dai proviamo.” Dicemmo che le avremmo portate ad ammirare un posto splendido nel cuore di Trastevere dove finalmente avremmo potuto anche starcene un po’ da soli, l’unico inconveniente era che il locale era uno solo, ma se per loro non era un problema si poteva anche andare lì. Nessuna obbiezione da parte loro, quindi andammo, in fondo Claudio altre volte si era trattenuto al lavoro nei locali dell’associazione fino a notte fonda, quindi se qualcuno avesse visto la luce non si sarebbe posto alcun problema. Parcheggiata l’auto in un cortiletto interno aprimmo la porta che conduceva sotto alla cella campanaria, dicemmo alle due di non fare rumore e salimmo. La stanza non era un granchè, una scrivania, qualche sedia e un divano, che era quello che ci interessava. La vista in compenso era splendida, tutti i tetti di Roma sotto di noi e infatti appena la mostrammo alle due americane proruppero in gridolini estasiati. Nel frattempo noi ci eravamo posizionati alle loro spalle con la scusa di indicare le cose che si vedevano iniziammo con alcuni strusciamenti. Inutile dire che i nostri cazzi sembravano voler esplodere nei pantaloni, altrettanto inutile dire che le signore gradirono non poco quelle attenzioni e replicarono girandosi e riprendendo la serie dei baci iniziarono a carezzarci gli uccelli con foga. Iniziammo anche noi a carezzare i corpi di Kate e Lucy. Prima il seno che in un attimo fu liberato dai reggiseno e che si rivelò di prim’ordine, grosso ma diritto con i capezzoli eretti a punta quelli di Lucy un po’ più grossi rispetto a quelli di Kate ma altrettanto sensibile alle leccate. Il vestito era caduto immediatamente lasciando così le due solo con le scarpe e le mutandine microscopiche. Senza perdere più tempo ci spogliammo anche noi e prendemmo le signore per mano e le conducemmo verso il divano, ma ci rendemmo presto conto che in quattro sul divano non c’era neanche il posto per muoversi, quindi io decisi che mi sarei impossessato della scrivania. La liberai di tutto quel c’era sopra e vi stesi sopra Lucy. Disinteressandomi di quanto facevano gli altri due inizia a leccare e mordere i capezzoli tirandoli con le labbra, poi scendendo passai all’ombelico che profumava di lavanda per arrivare finalmente alla fonte di tutti i piaceri, la fica. Bella morbida depilata con un ciuffetto di peli biondi alla sommità. La trovai già bella umida e iniziai a girarci intorno leccando ogni tanto la sommità senza affondare i colpi. L’interno delle cosce provocava in lei i brividi maggiori e io insistevo alternando la destra con la sinistra, finchè non mi decisi a dedicarmi interamente alla fica di Lucy sembrava un giardino delle delizie, emanava profumo di sesso e lei si lasciava andare sempre più. Più leccavo più lei allargava la fica anche con le mani, ad un certo punto respirò più forte poi iniziò a muovere la testa di qua e di là e le partì uno schizzetto che mi impiastrò tutta la faccia, “O mya God, o my God” rallentai un po’ il ritmo e lei si riprese. Alzò la testa e mi sorrise, poi tirò fuori la lingua e mi fece l’inequivocabile gesto di chi voleva spompinare un cazzo duro. La feci alzare e mi sdraiai al posto suo. Lei iniziò subito un pompino coi controfiocchi, ma a me non bastava, la feci salire su di me in posizione di sessantanove, lei apprezzò moltissimo e riprese a succhiare e leccare il mio cazzo che mai ricordavo di aver avuto così duro. Io avevo ripreso a leccare la sua fichetta dolce, e avendo a disposizione anche il suo culo mi dedicai anche a quello alternando leccate avanti e dietro. Un visibilio! La sua fica sembrava una fontana, uscivano umori come un ruscelletto di montagna. Ad un certo punto non resistetti più ed anch’io iniziai a schizzare il mio piacere nella sua bocca. Lei appena sentì i primi fiotti di sborra intensificò le succhiate e non si fece uscire nulla dalla bocca spingendo ancora di più la fica sulla mia bocca tanto che il mio naso era dentro il suo culo, la cosa mi eccitava e iniziai a muovermi come se la stessi scopando finendo per farle inghiottire tutto il mio bastone, non enorme, ma sempre di una buona misura. Quando ebbi emesso tutto il mio piacere Lucy si girò verso di me e sempre con il mio cazzo in mano mi sorrise. Sentendo dei rumori istintivamente ci girammo verso il divano dove Claudio e Kate erano impegnati in un sessantanove acrobatico. Claudio seduto e Kate aveva il pisello in bocca e la fica all’altezza della bocca di Claudio che a sua volta doveva faticare non poco a tenerla dritta. Anche loro stavano per arrivare, ma Kate quando Claudio schizzò lo tirò fuori dalle labbra e lavorando di mano si fece schizzare in faccia impiastrandosi tutta. Era uno spettacolo vedere lo sperma colare per tutto il viso scendere tra i capelli biondi e Kate che non mollava il cazzo di Claudio e continuava a smanettare a più non posso, quando gli schizzi finirono se lo riportò alla bocca ed ricominciò a succhiare per estrarre tutto quello che poteva “Basta, così me lo stacchi” urlò Claudio dopo un po’ che Kate aspirava. Lei si staccò da quel bastone in tiro e si rimise in posizione eretta con i capelli che ormai erano un unico impasto, sorrise a Lucy e le disse “It’s ok, Claudio is a very latin lover, he cummed in my mouth it’s very good”. Di rimando Lucy rivolta a noi due “Bene come inizio non è male. Ma non pensate che due come no meritino un poco più di attenzioni? We are hungry, abbiamo fame.” “ Credo che riusciremo a sfamarvi a dovere, la cucina è sempre aperta per due ficone come voi. Tu che ne dici?” “Sono pienamente d’accordo con te, le signore saranno servite al più presto”.
(continua)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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