Ti piace la biondina, eh?

- Hai preso tu i preservativi? chiede Roberto.
Alice è di là davanti allo specchio che si prepara. Non risponde al marito.
- Aliceee… ! Insiste Roberto.
- Cosa c’è?
- Ti ho chiesto se hai preso tu i preservativi.
- Perché, che intenzioni hai?
- Come che intenzioni hai, non stiamo uscendo?
- Si stiamo uscendo, ma mica quando uno esce si carica di preservativi…
Roberto si morde le labbra per non rispondere.
Riconosce il tono modesto della moglie, ha esperienza della conversazione di lei quando c’è qualcosa che non va, delle parole miti dette in tono pericoloso.
Roberto continua a tacere. Sa che rispondere la cosa ovvia, dire che è tutto il giorno che parlano di uscire scatenerebbe qualcosa: un drago feroce, un drago che non vuol risvegliare, non stasera. Sempre in silenzio esce dalla stanza, percorre il corridoio, si sposta nella cantinetta.
Lì comincia a riallineare le bottiglie; le francesi tutte da una parte, due fiaschi vuoti cambiati di posto.
Roberto aveva fatto la barba (“bello farsi la barba la sera, vuol dire che stiamo per uscire..”) ma non si era ancora cambiato, al contrario di Alice che aveva già messo il vestito nero e indossato le calze di madreperla. Può quindi stare nella stanzetta, con la polvere delle bottiglie e degli scaffali, nero d’umore, a chiedersi cosa ci sia stavolta, cosa abbia in mente Alice.
Lei zitta.
Poi chiede candida: - Ci aspettano?
Roberto: - Per forza ci aspettano.
- Ah, chi sono?
- Lo sai benissimo chi sono, abbiamo guardato insieme il loro annuncio, hai guardato le foto.
- Ne guardiamo di annunci e di foto …. Quali sono, quella con lei culona? non mi ricordo, in una lui aveva i calzini, quali sono?
- Ne abbiamo parlato ieri, e tu mi sembravi d’accordo.
- Ah, ti sembravo d’accordo? Ma ti ho detto che lo ero? Ti ho detto “domani usciamo con questi”?
- Ma se ho telefonato davanti a te
- Tu hai telefonato
- Si ma ti ho passato il telefono, e tu hai parlato con lei, come si chiama …..
- Adele.
- Si appunto, Adele. Vedi tu ti ricordi addirittura il nome
- Si le ho parlato al telefono e mi ricordo il nome. E con questo? Ci siamo dette solo in quale quartiere stanno e che oggi avrebbe fatto freschetto, probabilmente.
- E quindi?
- E quindi basta. La prossima volta, visto che sei sempre solo tu a smanettare, accertati che io ti dica di si prima di prendere contatti per conto tuo. Ti piace la biondina eh? Ti arrapano i nei e le lentiggini della scollatura, vero? Te lo dimentichi sempre che io le foto con la figa spalancata non le sopporto, vero? Tu no, tu vedi la foto di un buco ed io devo starti dietro ….
Roberto si sposta nell’altra stanza senza rispondere. Sa che ogni risposta, pur mite, pur ragionevole, scatenerebbe l’inferno.
Si chiede addirittura se questa volta, forse, sia stato stato un po’ frettoloso, se abbia dato qualcosa per scontato.

Ma poi, si ricorda, hanno guardato insieme l’annuncio, hanno sfogliato le foto; Alice non ha detto niente, è vero, ma non ha detto di no, si è fatta passare la telefonata, ha parlato educatamente con l’altra lei. Che femmina terribile, che prepotente nata …
Rimugina questi pensieri, lontano da Alice in un’altra stanza e sente montare umore nero e un filo di ira.

D’un tratto il telefono. Non è né il suo né quello di Alice. E’ quello piccolo, un po’ vecchiotto, con il numero clandestino che usano solo per i loro appuntamenti.

- Roberto, il telefono.
Roberto non le risponde, mentre l’umore peggiora. Sa benissimo che si tratta dell’altra coppia, è l’ora dell’appuntamento telefonico. Non ha la minima voglia di rispondere, non ha voglia di dare scuse, non vuole più niente, ha solo voglia di mandare affanculo tutti e soprattutto Alice.
Il telefono smette di squillare.

Basta, serata guastata, reputazione di coppia rovinata, l’accusa di bidonisti assicurata.
Rientra nella stanza da letto, vede Alice con il telefonino in mano, che smanetta su whatsapp.
“Bene, pensa, di bene in meglio. Perché mai deve scrivere? Non basta non rispondere? E magari le critica la foto con le cosce aperte, magari la chiama volgarona…. Ma cosa ho fatto di male?”
Roberto, naturalmente, non dice e non fa nulla. Il telefonino è di entrambi, entrambi possono sempre usarlo, non può criticare la moglie per come decide di chattare lei con un’altra coppia.

Hanno fatto sempre così e non è certo questo il momento di pretendere di cambiare …
Alice posa il telefono e va in camera sua.

Roberto accende il televisore in sala. Guarda senza nemmeno vedere o sentire cosa passa la TV. E’ solo furioso, vorrebbe andarsene sbattendo la porta, ma sa che questa sarebbe una dichiarazione di guerra, teme la furia devastante che lo attenderebbe al rientro.
Passa un po’ di tempo. Sulla tele le scene di uno sciopero. Gente incazzata, una giornalista niente male tenta un’intervista, Roberto si chiede se è bionda finta.
Bi bi bi bi …
Nuovamente il telefono.
Lui sta fermo, inchiodato, non risponderebbe manco morto.
- Pronto? Si, sono Alice. Certo che sei Adele, ti riconosco dalla erre moscia, che carina… Bravi, siete riusciti a trovare la casa … Siete sotto? Ottimo, prendete l’ascensore. Avete fatto davvero bene ad arrivare voi, perché Roberto non aveva proprio voglia di uscire…
©alicerobertohot, ottobre 2021