Prime Esperienze
Un viaggio di lavoro parte 2
di Diavoletta_74
23.01.2025 |
46 |
2
"Mi slega lentamente, baciando i polsi e le caviglie, si accerta che non vi siano segni di costrizione aiutando a sedermi sostenuta da svariati cuscini..."
Un tardo pomeriggio di metà gennaio finito di lavorare vado a fare la spesa. Dopo mezz'ora mi dirigo al parcheggio e con la coda dell'occhio intravedo lui... Si lo sconosciuto incontrato qualche settimana fa sulla panchina del viale alberato intento a leggere. Mi osserva apre il finestrino e sussurra ciao bellezza ti ricordi di me? Resto a fissare il suo sguardo intenso e accatta e rispondo con voce dolce e pacata.. Si certo che mi ricordo di te.. Come stai?
Benone ma ora molto di più.. Posso offrirti un drink o sei di corsa?
Nella mia mente sapevo già che intenzioni poteva avere questo gentleman e esitai a rispondere di colpo senza riflettere un secondo..
Ho appena comperato un buon ribolla e degli snaks vieni da me e mi fai compagnia..
Ottima idea direi ti seguio.. Mia dea.
Arrivati a casa, entriamo in salotto e comodamente seduti sul divano tra una chiacchierata e l'altra, un sorso di bollicine 🍾 bastarono per farmi accendere la voglia di essere sua... Ero pensierosa ma mi facevo desiderare, andai un attimo in bagno e restai vestita solo con autoreggenti nere in pizzo e una baby doll trasparente e un paio di decolté lucidi 👠
Nel mentre lui decise di colmare l'attesa fumando una sigaretta sul mio terrazzo ma con lo sguardo rivolto verso l'interno della stanza dove eravamo e con la curiosità di vedermi femmina e sexy .
Pochi secondi e mi avvicino pian piano verso il terrazzo e lui mi aveva già intravisto, il mio cuore era a mille, emozioni e sensazioni forti mi pervadono...
Prese la mia mano e la teneva stretta nella sua, mentre mi segue lungo il corridoio. Accendo la luce della stanza e sento il suo braccio tirarmi a sé. Mi guarda come se possedesse occhi nuovi, accarezza il contorno del mio viso, passa un dito sulle labbra e mi bacia. Il nostro bacio è inizialmente timido, delicato, esplorativo, ma in pochi istanti si trasforma. I nostri odori si sono incontrati, qualcosa di animalesco è uscito e ci buttiamo sul letto. Non pensiamo, agiamo, scopiamo rabbiosamente, bruciamo l’energia in fretta, la liberiamo fuori dai nostri corpi. E’ bravo a usare il suo affare, devo riconoscerlo. Non è per nulla rigido e algido. Mi lecca voracemente tra le gambe, poi mi scopa, aspetta che io venga, e torna a leccare, mi gira, entra da dietro, afferra i miei seni, mi lecca la schiena. Durante un cambio di posizione salgo sopra di lui, gli strizzo i capezzoli, lo cavalco con prepotenza, mi alzo e gli offro di nuovo la figa sbattendogliela in faccia. Scendo e inizio a succhiare, leccare, strofinare l’asta del suo uccello, solleticare la cappella con la punta della lingua, nel frattempo con una mano mi masturbo e continuo così finché entrambi veniamo.
Stesi sul letto, scarichi e rilassati, ci guardiamo sorridendo, restando in silenzio.
Dopo qualche minuto Pietro interrompe la quiete. Adesso che ci siamo sfogati, possiamo iniziare a divertirci.
Divertirci? Penso. Lo guardo muta con gli occhi sgranati. Cosa intendi?
Non volevi usare le corde? Ridacchia.
Sì, ma io qui non ho nulla, solo delle manette giocattolo ricoperte di peluche rosa.
Non ti preoccupare, possiamo inventarci qualcosa comunque, anche se sarà soft. Deduco che tu non pratichi abitualmente.
No, e tu? Pratichi BDSM?
Non amo le etichette, non vado nei club, non ho stanze dei giochi come si legge nei romanzetti best seller. Ho un armadio, un armadio modesto ma ben fornito. Se verrai a trovarmi una sera te lo mostrerò... Tranquilla non ti preoccupare il gioco è sempre un piacere ed è in modalità soft mia Lady.
Sorrido e annuisco.
Allora, va bene se lego io te? Serve esperienza con i nodi.
Ma esattamente cos’hai in mente? Domando.
Fidati di me, non faremo nulla che tu non voglia. Scegli una parola di sicurezza, così potrai interrompere tutto in ogni momento.
Freddy.
Freddy? Sul serio? Come Freddy Mercury?
Sì. Perché ridi?
Nessuno riesce, anche se lascio credere a tutti di poterlo fare.
Sicuramente è una scelta strategica interessante. Hai dei foulard? Questo letto è perfetto. Chiede Pietro, tornando concentrato sul nostro comune obiettivo della serata. Gli porto tutti quelli che ho e mi comunica che d’ora in poi dovrò ubbidire ai suoi ordini.
Sono una femminista convinta, lotto per fare carriera e infrangere il soffitto di cristallo sopra la mia testa, batto i piedi ogni giorno per farmi valere e adesso arriva un uomo, uno con il potere che vorrei io, a comandare il mio corpo. Ciò che più mi lascia stupita è il desiderio impellente che provo di ubbidirgli. Mi sento improvvisamente stanca di resistere alle correnti, voglio che il mio corpo possa vivere senza la mia mente a guidarlo. E’ forse un desiderio sbagliato mi domando?
Mi ordina di stendermi a pancia in giù e lentamente comincia a legare prima un polso e poi l’altro alle estremità superiori del letto. Mi chiede se il nodo stringe troppo, se provo dolore, se sono a mio agio. E’ una nuova, ulteriore persona. Non l’ingegnere col colletto inamidato, non l’amante vorace di pochi minuti fa, ora è un uomo calmo, che sta cucinando il suo piatto preferito, che assapora ogni ingrediente e lo prepara con cura, diligentemente, seguendo una ricetta perfezionata a lungo e dal risultato garantito.
Accarezza le mie natiche, stampa un bacio quasi casto al termine della fessura che le separa, scende lungo la gamba destra e lega anche la caviglia. Manca solo la sinistra, che si affretta a sistemare con la stessa cura e precisione usata per gli altri nodi.
Ora sono legata, ma non completamente immobile e non vedo la sua faccia. So di correre un rischio e mentre ci penso, invece di desiderare di sottrarmi a quello che sta per succedere, sento l’eccitazione di pochi istanti fa salire come una tiranna dallo stomaco e diffondersi lungo tutto il corpo.
Pietro mi tocca con le dita la passera, entra lievemente. Sente che non sono bagnata, e prova a scaldarmi. Domanda di nuovo se sono serena, se sto bene, se voglio continuare. Rispondo di sì, senza guardarlo. La mia mente cede il controllo, sono solo un fascio di muscoli, terminazioni nervose, pelle affamata di divertimento, un divertimento senza confini.
Continua a masturbarmi mentre comincia a baciarmi sulla schiena, formando un percorso di piccoli passi lungo la colonna vertebrale. Scopro che la nuca è un punto erogeno per me. Insiste e usa la lingua, disegna nuovi sentieri sul corpo, lo analizza centimetro dopo centimetro, indaga come se stesse cercando la risposta a un quesito. Di risposte ne riceve molte e io con lui. Mi piace essere leccata sulla pianta del piede, ad esempio. Non lo sapevo. Posso avere orgasmi multipli, basta che l’amante non si fermi dopo il primo. Nessuno aveva mai proseguito, nemmeno io con il mio vibratore o con le mani. Mi rendo conto di quanto credessi di avere libertà mentale e un corpo libero, mentre invece ero in catene. Queste corde mi stanno liberando e mi sembra ironico. Pietro probabilmente aveva previsto tutto, non sono la sua prima neofita. E’ bravo e lascio che prosegua.
Sento il suo corpo nudo sopra di me, mi afferra come un animale farebbe con la preda, bacia il collo ancora, sa che ormai sono bollente, regisco velocemente a ogni sollecitazione, con le dita entra sia davanti che dietro, divarica il più possibile i due buchi senza farmi capire quale vuole penetrare. Sento che sfila il dito dalla figa e mi scopa senza smettere di stimolare l’ano. Lecca e morde il mio orecchio, mentre immobilizzata sotto di lui accolgo il suo corpo che mi possiede e vengo, tremo, mi aggrappo ai foulard prima di abbandonarmi a ogni scossa procurata dagli orgasmi. Pietro geme assieme a me, ma non viene, ha un autocontrollo impeccabile. Finalmente decide di passare al culo, temevo non lo facesse. So che non posso incitarlo, ma è evidente che il mio corpo parla in modo più esplicito di come potrei fare io a parole. Sposta il braccio sotto alla mia pancia e con la mano raggiunge il clitoride, iniziando a stimolarlo. Non riesco a distinguere tutti i movimenti che compie, sento solo un ritmo inarrestabile di vette di piacere che si susseguono, una parte di me vorrebbe fermare tutto, non so se posso gestire un livello così profondo e travolgente, ma trovo la forza per perseverare e lasciare che ogni emozione mi attraversi. Non oppongo resistenza a questa mitragliata di sensazioni violente e contemporaneamente piacevoli, ma le accolgo, come ho abbracciato il resto.
Il mio nuovo amante si sposta quando capisce che ormai sono priva di forze. Mi chiede se sto bene, se sono a posto. Gli sorrido e annuisco.
Mi slega lentamente, baciando i polsi e le caviglie, si accerta che non vi siano segni di costrizione aiutando a sedermi sostenuta da svariati cuscini.
Non sei venuto, osservo.
Ero al tuo servizio, non al mio, spiega.
Quindi il sesso bondage è così?
Di solito no, ma ho capito che era questa la tua fantasia. La prossima volta, se vorrai, a casa mia seguiremo altre regole.
È risoluto e sereno mentre parla. Le novità mi spaventavano, ma dopo stanotte ho capito di aver detto addio alla mia vecchia me.
Non vedo l’ora, rispondo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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