Prime Esperienze
Mia
di AleBi
25.01.2024 |
1.550 |
6
"Quella mano: quante volte ho desiderato che fosse la mia..."
Completamente nuda e distesa sul letto mi osservi ora con ardente desiderio, mentre io mi spoglio in piedi davanti a te, cercando di non perdermi alcun secondo di quei preziosi momenti in cui i tuoi occhi si intrecciano con i miei. Con le tue dita sottili percorri lentamente la bellezza delle tue linee, scorrendole sui quei dettagli del tuo corpo che in questi mesi ho imparato a scoprire e a bramare tramite gli scatti frugali che mi hai regalato, piano piano, pezzettino dopo pezzettino, emozione dopo emozione. Tu, piccola e minuta, ma con le forme al punto giusto, i lunghi capelli castani che cadendo lungo la schiena creano contrasto con quella tua carnagione così chiara che sembra fatta apposta per stare accanto alla mia, i tuoi occhi teneri e facili all’imbarazzo, un viso d’angioletto e la sua espressione molto dolce che cercano di nascondere quel tuo animo da puttana, e poi la tua voce, un suono che mi fa proprio sesso.
Tu, con il tuo inusuale, ma travolgente modo di porti e di esprimerti, i tuoi misteri, il tuo delicato modo di essere curiosa, ma di domandare senza essere invadente, il tuo lasciarti scoprire piano piano, quasi a voler creare un legame prima di raccontare qualcosa di te.
Tu, con la tua sensibilità, ma al tempo stesso la voglia di tenermi testa, irriverente e istigatrice nonostante sappia ormai molto bene quanto mi ecciti già solo il pensiero di poterti infliggere delle punizioni.
Ho intuito presto che saresti stata diversa dalle altre donne avute in passato. La nostra intesa ha tentennato a trovare il giusto incastro, ma una volta raggiunta la fine del puzzle sono rimasti l’adrenalina, un intenso trasporto, quel coinvolgimento che cercavo da tempo. Finalmente tu, qui davanti a me: la mia nuova puttanella a cui dedicare tutte le mie perversioni.
Mi sbottono con molta calma la camicia, godendomi la visione delle tue dita che nel frattempo hanno iniziato a sfiorare delicatamente i seni e della tua mano che con il palmo accoglie una delle tue coppe perfette. Mano a mano che i centimetri della mia pelle nuda si lasciano scoprire ai tuoi occhi, il tuo respiro si fa più intenso e con esso la mia eccitazione cresce.
Mordendoti il labbro, fai scivolare piano le dita lungo l’addome fino ad arrivare sul monte di venere. Quella mano: quante volte ho desiderato che fosse la mia. Quando mi privo anche dei pantaloni, restando solo in intimo, e l’erezione del mio cazzo diventa ancor più visibile al tuo sguardo, non resisti: spalanchi decisa le cosce e inizi a toccarti per me. La visione della tua figa liscia e succosa aumenta ancor di più il mio desiderio e mi fa sfuggire un sospiro. Mi chiedo quanto sia bagnata ora se già poco prima, mentre ti spogliavo, le mie dita ti hanno trovata estremamente calda e vogliosa.
Ti guardo e sei così bella, sei mia. Eri già mia poco prima, quando, seduta sulle mie ginocchia con accanto a noi il tuo ragazzo, rabbrividivi al contatto delle mie dita sulla tua schiena e il tuo sguardo oscillava fra il fissarsi sulle mie labbra e il perdersi nel vuoto, facendoti distrarre dai tuoi pensieri più intimi. Eri già mia qualche ora prima, appena varcata la porta di casa vostra. Eri già mia mesi fa, quando fra tante ti ho scelta, mentre tu non lo sapevi ancora.
Con tono autoritario ti ordino di avvicinarti e di tirarmelo fuori. Non vedevi l’ora di trovare un contatto più diretto con il mio corpo e la tua mano circonda finalmente il mio cazzo duro, mentre i tuoi occhi timidi e dolci penetrano i miei. Quegli occhi - il primo misterioso dettaglio che ho conosciuto di te -, circondati da quella frangetta alla Cleopatra che, lo sai, mi manda in estasi. Passano pochi secondi prima che avvicini le tue labbra al mio cazzo e tenti di prendermelo in bocca, ma ti concedo giusto il tempo di farvi scomparire la cappella prima di spingerti via con un colpo deciso, facendoti così atterrare sul letto. La tua espressione è sorpresa e spiazzata, eppure più volte ti avevo avvisata che la mia puttana deve godere: prima lei, poi io.
Dovrei punirti per la tua smemoratezza, ma il desiderio di farti mia dolcemente prende il sopravvento e porto le mie labbra sulle tue trovandoti con gioia in un lago di eccitazione. Scorro delicatamente la lingua sul tuo sesso, assaporandolo, e ogni tuo gemito mi restituisce una scossa di piacere. Le tue labbra si schiudono e parallelamente i tuoi occhi si serrano, posso percepire il tuo battito accelerare, sentire dentro e fuori di te il calore crescere.
Allungo una mano per prendere la cinta di pelle che avevo sfilato dai pantaloni e volutamente lasciato accanto a te sul letto, poi la porto intorno al tuo collo attirandoti a me con un movimento veloce e deciso. Voglio farti capire che stai diventando veramente e totalmente mia, la mia puttana. Mi guardi sorpresa, ma obbediente ti lasci condurre verso il mio cazzo, contenta di poterlo ora accogliere nella tua bocca calda e umida. Ti lascio fare per un po’ nonostante la mia tendenza a voler mantenere il comando, voglio sentire come provi a darmi piacere senza usare le maniere forti e poi ti avevo promesso che ti avrei dato la possibilità di farmi sentire quanto è brava la mia puttana. Nonostante l’enorme piacere che mi procuri, però, il desiderio di averti come voglio io emerge prepotentemente e arriva deciso il mio nuovo insindacabile ordine: “inginocchiati, adesso facciamo a modo mio”.
Ti guardo abbassarti lentamente davanti a me e sento il tuo respiro scorrere prima sul mio addome e poi scendere sempre più giù. Da brava troia, come ti ho insegnato, i tuoi occhi non si staccano mai dai miei. Ti afferro con forza per i capelli e le tue labbra si spalancano. Finalmente ti ho qui: nuda, ai miei piedi e con la boccuccia aperta, disponibile e sottomessa, pronta a scoprire il ritmo e la forza con cui voglio scoparti la bocca fino in gola. Vedere che godi nell’essere dominata e saperti completamente abbandonata al mio potere mi rende felice, mi appaga.
Guardo la cinta e mi raggiunge intenso il desiderio di legarla attorno al tuo collo. Vorrei farti mettere a quattro zampe, guidare i tuoi spostamenti all’interno della stanza, portarti a spasso facendoti sentire la mia cagna, ma reprimo l’istinto. Sei così pura e pulita che la voglia di portarti nella mia oscurità è tanta, ma per oggi mi basta saperti la mia puttana. Ci sarà tempo per accompagnarti nel mio mondo, se vorrai, un passo alla volta. Anche in questo, puttana mia, sei diversa: riesci a farmi essere diverso.
TI faccio alzare e voltare e, dopo averti finalmente fatta mia, mi prende irrefrenabile la voglia di romperti anche il culo. Dio mio, che culo che hai, Ale. Ti ordino di aprirlo con le tue mani ed entrando in te ti sento trasalire, rallento e ti chiedo di scoparti da sola. Vedere che ti inculi e ti volti per cercarmi è incredibilmente eccitante, ma poi decido di riprendermi il comando. Aumento il ritmo e mentre ti abitui alla mia presenza dentro di te ascolto i tuoi gemiti farsi sempre più forti, i tuoi respiri diventare più corti.
La porta è rimasta accostata e sapere che il tuo ragazzo, solo in salotto, può riuscire così a percepire ogni tuo lamento, ogni grido di piacere che il mio cazzo nel culo ti procura, fa aumentare irrefrenabilmente la gratificazione del mio ego e il mio piacere. Riesco a fermarmi in tempo ed evitare di sborrarti nel culo: non ne ho avuto abbastanza della mia mignotta personale e voglio che tu, come me, ti goda questo momento il più a lungo possibile.
Poco dopo sei sopra di me, le tue mani sul mio petto, la tua schiena che si inarca, il tuo delizioso seno che balla. Sento la tua pelle che si surriscalda al contatto con le mie mani, posso vedere il tuo viso tingersi di rosso e riesco a cogliere ogni smorfia delle tue labbra. Dio, quelle labbra. Ti invito a tirar fuori la lingua e a muoverla per me, e tu nuovamente fai ciò che ti chiedo, da brava puttana obbediente. La fai scorrere lungo le tue labbra, lentamente e maliziosamente, e poi, sempre tenendo i tuoi occhi sui miei, inizi a muoverla fingendo di avere un cazzo davanti a te.
Ti attiro a me e per dei lunghi interminabili secondi le nostre labbra si sfiorano, mentre gli occhi si incrociano in uno sguardo. Adesso, però, quella lingua la voglio, devo sentirla su di me immediatamente.
“Scendi”.
Scosti lentamente il tuo dolce viso dal mio e ti avvicini al mio cazzo. La tua lingua lo raggiunge e con essa ne percorri la lunghezza per poi farlo sparire completamente nella tua bocca. Alterni il succhiarlo e il leccarlo allo sbattertelo sulla lingua, mentre il tuo sguardo da puttana si perde nel mio. Me lo prendo in mano facendo scivolare così le tue labbra ancora più giù, sui coglioni. Il mio cazzo è ora appoggiato sul tuo viso, mentre la tua lingua scorre su di me, percorrendo calda e umida tutto ciò che trova lungo la sua strada. Riprendo a segarmelo, sempre più forte, e quando sto per esplodere ti faccio inginocchiare fra le mie gambe, recupero le tue mutandine ancora fradicie e te le spingo in bocca, per infilarci poi in mezzo anche il cazzo. La mia sborra calda raggiunge finalmente la tua bocca e cola poi copiosa dalle tue labbra.
“Sei stata bravissima”, ti sussurro avvicinandomi e respirando il tuo profumo, mentre i palmi delle mie mani raggiungono il tuo dolce viso con una tenera carezza e i miei occhi cercano di cullare i tuoi con un sorriso. Ti guardo e fra me e me penso a quanto sono orgoglioso della mia piccola puttana.
Sei stata abituata ad esser trattata da principessa e questa tua consuetudine alla normalità è una fra le tante cose che mi eccitano incredibilmente di te. Scoprirai, ogni giorno di più, quanto le mie mani e la mia mente sanno essere severe e diaboliche, ma se è così è perché in fondo sanno bene chi sei: una principessa, ma al tempo stesso una puttana, la mia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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