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Prime Esperienze

La pura educanda - ( parte I )


di cagnettabianca
30.09.2018    |    24.373    |    3 8.9
"La trasformerà così in quell’oggetto prezioso, ricercato e piacevolmente gradevole che ogni maschio vorrebbe al proprio cospetto..."
Si presenta a lei come “mentore”. L’avrebbe sostenuta e consigliata nel suo percorso di crescita. Una guida discreta e non impositiva ma che ben presto invece diventa il tormento di una fragile e ignara creatura. Il silenzio della stanza è squarciato dall’ esclamazioni che invitano la ragazza ad avvicinarsi. Lei è innocente, pura, confusa, stordita e imbarazzata davanti a quell’ uomo maturo con i capelli bianchi. Tentennante avanza con passi lenti e tremanti fino a posizionarsi a poca distanza da quella figura dall’aria autoritaria. Tiene gli occhi bassi in balìa della timidezza e dell’imbarazzo ed è incapace di sostenere lo sguardo deciso e penetrante di colui che già aveva deciso per il suo futuro. L’uomo frequenta già da tempo la casa per essere un amico stretto della sua genitrice. E’ stato presente in tanti suoi momenti difficili e tutt’ora continua ad essere per lei una figura importante tanto da farle accettare l’interesse personale per l’educazione della ragazza. Inizia così con continuità, sollecitudine e affermazione la propria presenza in casa marcando prepotentemente l’ambiente con il suo carattere autoritario. Si riversa soprattutto su colei che in crescita ancora ignora tutto sul sesso. Creatura vulnerabile, senza malizia e senza esperienza che accetta passivamente l’incontro con colui che ben presto diventa il suo Padrone. Lei dal corpo acerbo, ma pronto alla fioritura, lo attrae e ne incrementa la sua eccitazione sessuale. Coinvolto mentalmente e stimolato dall’inesperienza della sua preda viene avvolto dai tanti pensieri che solleticano piacevolmente la sua libido, ne inondano l’intrigo e appagano il suo ruolo di maschio Alfa. Ben presto la figura iniziale di mentore lascia spazio al ruolo di rigido precettore interessato al percorso e all’educazione di quella nuova, innocente e vergine creatura. Lei diviene ben presto il suo “oggetto” preferito. L’obiettivo è annullarle la volontà, educarla all’obbedienza totale e insegnarle a donare se stessa per il piacere del suo dominatore. Consapevole che Il percorso non è né facile né breve, sa perfettamente di poter raggiungere il traguardo prefissato con la sua determinazione e la sua esperienza di vecchio Padrone. Lei creatura illibata e ignara del proprio futuro, senza accorgersi dovrà arrivare ad adorarlo. Volontariamente gli consegnerà l’anima, il corpo e la volontà. Inizia così un rapporto rigido, sempre più determinato e continuo, imposto per annientare completamente il timido e insicuro carattere della giovane. Lui impone quotidianamente la sua presenza e rimane solo con lei per ispezionarla ed esplorarla, studiare le sue reazioni e piegarla all’obbedienza totale. La ragazza, ancora vergine, continua a crescere in un corpo sinuoso e aggraziato. La pelle rosa profuma di castità e il suo corpo nudo è perfetto. La spina dorsale dritta tra le scapole scende al fondoschiena dove in evidenza si ammirano due sporgenti e rotondi glutei sodi e vellutati. I fianchi stretti segnano il girovita, la vulva depilata e leggermente dischiusa accenna l’uscita di un prorompente clitoride mentre le gambe leggermente divaricate offrono la vista di due cosce da stringere e accarezzare che offrono l’appoggio alle sue piccole ma grandi labbra. I capezzoli fanno capolino al centro di rosate areole, sembrano piccole oasi di ristoro su accennate dune di morbida e tenera carne destinata a ingrassare. Il viso angelico evidenzia labbra carnose a forma di cuore, che invitano a visitarne piacevolmente il caldo interno fino alla gola. Lei è sicuramente un bel vedere agli occhi suoi ed un invito ad appropriarsene.
L’uomo posa le mani esperte e decise sul corpo dell’educanda, che ignara di tutto e con cuore palpitante accetta passivamente l’esplorazione. Timida, dolce, imbarazzata, ma soprattutto inesperta accenna un tremante segno di ribellione che viene soffocato e respinto immediatamente da uno schiaffone sulla rosea gota e successivamente da una punizione più severa alle chiappe, lasciandone segno fisico per qualche giorno. E’ oggetto di colui che già da tempo la voleva preda sottomessa e obbediente al suo volere di maschio dominante e padrone qualvolta anche sadico. Non ha diritto di parola se non per ringraziarlo alla sua pratica di educazione. Lei impara presto i comportamenti da tenere e la devozione verso quest’uomo. Al suo Padrone consegna la volontà, le proprie emozioni, il suo corpo e la propria anima. Spesso imbarazzata e in difficoltà per i suoi tabù si vergogna di non saper affrontare i desideri di lui e umiliata cerca volenterosa di piegare e annientare il suo mite carattere accettando l’esecuzione di tutti gli ordini a lei dettati. Nuda, gambe divaricate e braccia alte o con mani piegate dietro la nuca si espone giornalmente alla sessione del suo predatore. Si dona in varie posizioni mettendone bene in vista le proprie parti intime. L’ispezione del suo corpo viene sempre effettuata nei minimi dettagli e ripetuta varie volte nell’arco dello stesso tempo della sessione. Attratto, interessato e coinvolto sta ore a guardarla, visionarla, carezzarla, sfregarle la fighetta e penetrarla analmente con le dita. Masturbata più volte di seguito non sa trattenere il piacere neanche quando le viene ordinato di resistere e vietato assolutamente di godere. Spesso allo sfregamento del clitoride, per aver goduto senza ordine, viene punita sadicamente con colpi di cinghia tra le cosce e colpita dolorosamente proprio sul suo intimo oggetto e causa del piacere. Non è ancora capace di controllare i suoi animaleschi e innati istinti di femmina e cagna in calore e il dolore è necessario per annientare il tutto. La pressione psicologica e fisica che le viene esercitata di continuo la porta al convincimento di essere oggetto creato solo per l’uso del piacere maschile.
Il percorso educativo, la crescita e la trasformazione sono continui. I suoi capezzoli sono titillati, tirati, mordicchiati, succhiati e successivamente stretti da mollettine di metallo con l’aggiunta di pesi di piombo per farli sviluppare e allungarne la forma. Le grandi e piccole labbra della fighetta sono trattati per essere aperti e slabbrati. In piedi, carponi o distesa, legata con gambe sempre divaricate espone la sua intimità dando l’opportunità sulla sua giovane figa di estendere le piccole labbra ed esplorare senza freno il suo clitoride che stimolato si gonfia, pulsa, e prova umilmente piacere. Manipolata sin dai primi approcci, il Padrone la inizia a una preparazione sessuale che gradualmente la farà giungere a quel momento magico, quando la rottura dell’imene segnerà la perdita della sua castità e l’entrata lussuriosa nel mondo del piacere. Lei, dolce preda, ignara di tutto si abbandona passivamente al volere di quell’anziano uomo interessato ed eccitato, che la batte quando si ribella all’obbedienza segnandola con dolorose punizioni. Guai a muoversi quando non deve o svincolarsi dalle sue mani, la punizione è sempre assicurata. Umiliata, legata, schiaffeggiata e sodomizzata ripetutamente con più dita viene usata e punita. Le lacrime rigano il suo volto e ne illuminano gli occhi dandole un aspetto ancor di più inerme e angelico. L’educanda è’ bella e intrigante nella sua sofferenza e nella sua umiltà di innocente e inesperta.
La sofferenza lo eccita, lo attrae, l’intriga e per questo la punisce spesso anche con abbondanti e umilianti clisteri che contribuiscono sicuramente all’annientamento della volontà e della ribellione. La giovane non sopporta il clistere punitivo. Si sente tremendamente umiliata cadendone in uno stato di vergogna e imbarazzo. Diventa nervosa, cerca di scalciare e sottrarsi a questa pratica, ma tutto è inutile. Imbavagliata e legata, aperta tra le chiappe offre il buco del culo dove sadicamente le viene affondata una lunga cannula che impalandola le riempie l’intestino di un tiepido liquido. La punizione è cattiva e dolorosa, lui le massaggia il ventre e i crampi s’impossessano del suo corpo facendola torcere su se stessa. Mugola e piange. La ribellione viene così placata e la stessa, alla fine, annientata si consegna muta a colui che ormai è regista e Padrone della sua vita. E’ il maschio Alfa a cui essere sempre devota e obbediente. Un essere superiore a cui soddisfare il piacere e il volere. Deve servirlo e adorarlo, ringraziarlo e esserne riconoscente sempre per il tempo che le dedica per l’educazione della sua personalità. Superata la prima fase dell’imbarazzo iniziale, la vergogna va a diminuire e il rossore che prima copriva le guance si attutisce mettendo in risalto gli occhi, che brillano lucenti come due stelle e fissano lo sguardo sicuro della sua guida. Mentalmente ha convinzione che il suo carnefice è il suo punto di riferimento. Un maestro rassicurante, da seguire e obbedire, che si dedica avidamente a lei carpendone i movimenti e le più segrete emozioni e sensazioni. Un vecchio uomo determinato, spesso anche cattivo nelle punizioni, ma nello stesso tempo ricco di esperienza e capace di scoprire e accogliere tutte le sue innate proiezioni. Una persona senza mezze misure, che la studia, la manipola, la indirizza e la capisce. Un burbero, che spesso è anche capace di regalarle dolcezza e bontà ogni qual volta lei si offre remissiva e sincera con la castità dell’anima e la purezza della volontà. Un padrone tranquillizzante ed esperto, che con la sua determinazione si promette di farla giungere gradualmente nel mondo di quel piacere sessuale agognato da tanti. La trasformerà così in quell’oggetto prezioso, ricercato e piacevolmente gradevole che ogni maschio vorrebbe al proprio cospetto. Destinata quindi a far emergere dal suo intimo le nascoste caratteristiche innate di cagna in calore si abbandona a lui per imparare a soddisfare le voglie più nascoste degli uomini. Accoglie, rassegnata e devota, la determinazione delle mani e della mente del Padrone e acconsente senza più ribellione a tutte le pratiche a lei assegnate.
Ha finalmente imparato a ringraziare, accettare e apprezzare anche i suoi regali. Il Padrone quando vuole sa essere molto soddisfacente e magnanimo con lei. La premia permettendole di godere e di bere a sazietà l’abbondante schizzo della sua calda e preziosa sborra. Elargisce alle sue labbra le proprie grandi ed esperti mani, che lei bacia sempre con devozione e trasporto. Dopo tanta resistenza e imbarazzo iniziale, la cagnetta ha finalmente imparato ad apprezzare il seme del suo precettore. E’ stata dura ma ci è riuscita. L’imposizione del vecchio è stata fin dall’inizio importante e determinante. La disciplina, basata anche su sadiche punizioni è ed è stata da sempre necessaria per farle raggiungere lo scopo. Basta pensare che la fanciulla inizialmente si rifiutava alla pratica e arrivava perfino a disgustarsi quando sentiva anche vagamente l’odore dello sperma. Il sapore della viscida sborra inondata nella sua bocca e nella profondità della sua gola le provocava istantaneamente il vomito. Non riusciva proprio ad accettare e controllarsi. Non capiva e non apprezzava l’importante dono. E’ stato davvero pesante e problematico farle accogliere e assimilare l’importanza di quel regalo da parte del maschio Alfa. Il grande impegno del suo dominatore è stato determinante quando la obbligava con la forza a stare in ginocchio davanti a lui bloccandole la testa con le mani e imponendo l’uso della sua tenera bocca violata dal suo grosso e caldo cazzo. L’educanda lo guardava con occhi atterriti mentre una voce squarciava il silenzio ordinandole di leccarlo e baciarlo. Anche i suoi coglioni, grandi e pelosi, vibravano di eccitazione, ma come una calamita attraevano e incuriosivano l’indole della casta sottomessa. L’asta dura, dritta e pulsante era pronta a violare quella delicata bocca fino a raggiungere la profondità della gola. Un caldo e viscido liquido dolciastro improvvisamente allagava la cavità scendendo veloce all’intestino. Parecchie punizioni corporali e incisive pratiche psicologiche sono state necessarie perché la volontà dell’innocente venisse piegata. Tanti ceffoni, cinghiate e anche clisteri punitivi per non aver tenuto il giusto comportamento e l’ideale postura per l’obbedienza fisica che la voleva sempre con gambe aperte e senza intimo. Castigata senza pietà per non aver saputo accettare, ingoiare, controllare e gestire lo stimolo del vomito provocato dalla punta e dalla violenza di quella grossa mazza di carne. Un palo umano che velocemente si appropriava senza esitazione della sua bocca. Lacrime, sborra e qualche urlo di ribellione sono stati i protagonisti iniziali di questo rapporto che pian piano si consolida e sessualmente si trasforma nell’esplosione di una fioritura per una dormiente e ignara cagna in calore che ancora non è consapevole del proprio innato istinto. Aspetti contrapposti di una troia, che prima è ignara del suo essere e ora invece, per merito del suo Padrone, emerge. La sua figura eccita e stimola la mente con pensieri perversi. Si bagna al comando e all’uso del suo corpo. Si appaga dell’imbarazzo e dell’umiliazione del suo stato per piacere e soddisfare il maschio. Viene fuori con tutto il suo istinto animale per un bollente e coinvolgente sesso perpetuo. Sempre umida e colante tra le grandi labbra non riesce a nascondere i suoi umori. Le emozioni e i brividi invadono il suo corpo quando il dominatore le ordina di mostrare la merce. Spesso ancora rossa in viso e imbarazzata per il suo stato d’eccitazione, esegue ciò che le viene ordinato offrendo la sua innocente intimità ancora non del tutto deflorata. Essendo alla sua prima esperienza l’imene era ancora integro. Il suo precettore ha preferito dedicarsi prima al suo posteriore. Il buchetto anale in visita accoglie da tempo le grosse dita, che sapienti stantuffano, esplorano e dilatano l’interno del deretano. Viene preparata così all’impalatura totale per l’accoglienza del grande cazzo. Sfregata e masturbata decine di volte per il piacere del suo maestro si contorcere con dolore e eccitazione. Mortificata dalle cinghiate sulla vulva, per aver goduto senza averne il permesso, l’allieva accetta il ruolo di sottomessa e si abbandona sfinita sulle gambe e tra le braccia del suo deciso Padrone. Non ha possibilità di movimento, è stretta come in una morsa. Le sessioni si susseguono. Legata, bendata e imbavagliata subisce ispezioni ed esplorazioni in tutto il corpo. Fa emergere la sua indole di cagna in calore e si fa guidare senza ribattere alla trasformazione anche fisica. I capezzoli ancora piccoli cominciano ad aumentare per diventare grossi e lunghi. Le tette, stimolate, dovranno diventare grosse e pendenti come quelle di una vacca. Pinze e morsetti con palline di piombo aiuteranno la pratica del percorso insieme all’uso di una pompa stimolante che certamente non avrà pietà nell’esecuzione. Tirati e gonfiati subiranno dolore e umiliazione insieme al clitoride. Succhiato, pompato e messo a lungo sottovuoto da un’avida stimolante ventosa emerge poi dolorante e infiammato, ma pulsante e prorompente come il batacchio di una piccola campana. La giovane fighetta liscia e pulita è oggetto continuo d’ispezione. Il divieto assoluto di peli imponeva una continua e totale depilazione della soffice e giovane peluria.
La decisione di entrare nella stretta vagina dell’educanda con lo strumento del proprio piacere avviene durante un’ispezione fisica. Posizionata la giovane sul tavolo, con le gambe aperte, piegate e legate appoggia la punta del suo arnese su quella vergine figa già bagnata per la sua indole e per il precedente sfregamento al clitoride. Aiutato dalla presa delle mani che tengono bene aperte le piccole e grandi labbra marchia con un colpo secco del suo duro cazzo quella tenera membrana fin’ ora ancora integra. Un urlo da parte della sottomessa squarcia il silenzio della camera mentre un fiotto di sangue determina la deflorazione e suggella totalmente l’entrata nel mondo del piacere della dolorante e piangente troia.
Nessun tentennamento e nessuna pietà ai mugolii e lacrime della ragazza che gemendo si morde le labbra per il dolore provato nello sfondamento. E’ la sua prima volta e la ricorderà per sempre. In questa occasione il Padrone decide di condividere con lei il piacere e per questo le permette di godere. Tenendola stretta per i fianchi continua a sbatterla con colpi secchi mentre le urla di dolore della giovane si attutiscono e si trasformano in gemiti di piacere. Il sangue che ha segnato il passaggio sessuale si mescola ai viscidi umori di eccitazione, che sgorgano caldi nella sua fighetta. Il duro cazzo del maestro si muove forte dentro di lei mentre le sue grosse palle vanno a sbattere contro il clitoride che si eccita sempre di più a ogni colpo. Una forte vibrazione le fa tremare il corpo e una sensazione di piacere s’impossessa del suo cervello offuscandone la vista. E’ un’esplosione di goduria mentre offre la propria verginità al suo Padrone.
L’indole remissiva e troia della casta innocente continua ad emergere ed affermarsi sempre di più durante il percorso della propria educazione. Esegue passivamente e nell’obbedienza totale tutti gli ordini ricevuti e si bagna solo al pensiero dell’incontro con il suo precettore. Ha capito i ruoli e comincia a vivere con la convinzione di essere l’oggetto del piacere per il maschio Alfa. Il suo essere la porta ad avere un disperato bisogno di percepire sul suo corpo le mani del maestro. Ha un continuo desiderio di accogliere il cazzo all’interno dei suoi buchi. Spera di essere posseduta con forza e sfondata fino in fondo, anche se le provoca dolore. Si compiace di offrirgli la sua eccitazione tra le umide pieghe della sua figa. Freme quando la bocca famelica dell’uomo si sofferma sul suo clitoride e con la punta della lingua la stimola, la lecca e la succhia con avidità. Sente i muscoli della vagina contrarsi e si augura di poter avere il permesso a godere soprattutto per la gioia del suo Padrone. Si apre a lui, che con il suo palo di carne invade l’insaziabile profondità della vagina, tenendola stretta dai fianchi e ne tortura il clitoride alternando l’intensità dei colpi dei suoi coglioni, che sbattono duri e impietosi contro quel caldo bocconcino. Lampi improvvisi di luce accecante sono avvertiti da lei dietro le palpebre chiuse mentre la sua mente perde la razionalità. Il corpo si inarca ed emette mugolii di piacere. Un’ onda di goduria s’impossessa di tutto il corpo. I brividi goduriosi partono dal profondo del suo utero e la obbligano ad inarcarsi mentre viene ripetutamente impalata. Tra le spinte frenetiche cerca di controllare i fremiti che le scuotono tutto il fisico, soprattutto quando non ha ancora il permesso di esplodere nel piacere dell’orgasmo. Deve imparare il controllo dell’eccitazione, non può pretendere di godere sempre come una cagna in calore. Deve misurare la libido anche se la sua figa di continuo chiede e vuole il cazzo. Istintivamente stringe con avidità i muscoli vaginali per trattenere quella grossa e forte mazza che le provoca dolore ma anche tanta goduria.
Il Padrone percepisce un voluttuoso e impagabile piacere mentre la penetra violentemente affondando come un ossesso il cazzo. Tira fuori la sua verga e la ripropone infilzandola nella bocca della ragazza. Alterna le visite tra figa e bocca. Libidinoso decide ancora di stantuffarla in gola. Eccitato all’inverosimile sborra e la riempie di un caldissimo seme che viscido arriva alle budella dell’intestino. Tiene ferma la testa dell’allieva mentre le dita delle mani s’intrecciano e tirano i suoi capelli. La giovane non ha assolutamente facoltà di movimento. La voce del master squarcia il silenzio della camera e le ordina di ingoiare e succhiare fino all’ultima goccia quella dolce bevanda schizzata improvvisamente. Diligente e obbediente lei gusta il sapore di quel dolce nettare e lascia il membro del suo dominante pulito e pronto per un’altra sessione.
Il buco anale della ragazza è oggetto di interesse da parte del dominatore sin dall’inizio del rapporto. La troia è stata già oggetto di penetrazione con le sue grosse e lunghe dita. Il buco del culo, però, nonostante le continue ispezioni manuali non si è dilatato abbastanza. Infatti, nel momento dello sfondamento, la ragazza si ritrova ancora un buco talmente stretto che l’uomo trova resistenza e prova male all’asta nell’infilargliela. Perseverante allo scopo, punta il buco del culo come fosse un mirino e appoggia la cappella. Spinge forte come un ariete e con colpo secco riesce finalmente a marchiarla. Affonda dentro e fino in fondo la grossa mazza, togliendole per qualche attimo il respiro. Nessuna gentilezza nella penetrazione che segna lo sverginamento. La troia sverginata si ricorderà di lui e impara che il dolore spesso è una variante del piacere. La rottura di quel culo dona un immenso piacere all’uomo che si eccita al dolore della ragazza. La pompa con violenza provocandole molto male. Raggomitolata, con il culo alto, offre il buco e tiene bene aperte le sue chiappe rotonde mentre le lacrime rigano il suo angelico viso. Uno schiaffo sulle chiappe ne determina la dominazione e la richiama all’ordine del suo ruolo. La puttanella è fradicia e calda e offre un paradiso di carne tenera e famelica. Cola come una fontana e spremerle senza ritegno il culo e la figa è un delizioso piacere. La sessione continua senza ritegno. Affonda, sfonda e spara un colpo dietro l’altro. Per il perverso urto carnale lascia in fiamme i suoi teneri buchi. E’ la sua troia personale, il suo giocattolo preferito. Diventa così l’oggetto del suo desiderio e della sua perversa fantasia.


Continua .......

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