bdsm
L'AFFIDAMENTO (terza parte)
di cagnettabianca
11.02.2021 |
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"Mi rassegno abbandonandomi senza resistenza a quella manipolazione che il Padrone vuole vedere..."
Arrivo in camera con i glutei incandescenti come fossero carne al fuoco. L’ambiente è spartano, ma fornito di piccolo bagno privato. Lei mi accompagna e dopo una veloce doccia, togliendomi l’accappatoio, mi fa distendere prona sul letto. Le sue mani calde e vellutate frizionano e carezzano il mio corpo iniziando dalle spalle. Percorre in lungo e largo le mie ossa e i miei muscoli fino a soffermarsi alle natiche. Ho un culetto abbastanza tondeggiante con chiappe alte e ben divise, senza un filo di cellulite. Le palpa forse per assaggiarne la consistenza e il da farsi. Indosso ancora il plug anale, che ormai è conficcato nel mio intestino facendomi sentire formidabilmente piena, mentre le natiche ancora ardono segnate dai precedenti colpi di canna. Improvvise gocce viscide e rinfrescanti cadono sulla mia pelle. Lei con movimenti rotatori le spalma donandomi immediato sollievo. Le apprezzo come un alleato al mio bruciore, un balsamo solidale per la cura dei miei segni. Il silenzio pervade la stanza, tra me e la donna non c’è confidenza né scambio di parole. Le sue mani massaggiano abilmente tutto il mio fondoschiena soffermandosi e conficcando le dita anche tra il solco dei glutei. Tra dolore e sollievo avverto un brivido che mi fa accapponare la pelle facendola somigliare a quella di un pollo appena spennato Mi sento bruciare, ma quel gel lenitivo che continuo a ricevere viene bevuto avidamente dalle lacerazioni delle mie chiappe e dissetandole mi reca conforto. Mi abbandono alle sue mani e presto una sensazione di rilassamento e benessere mi porta quasi a una sorta di pace e piacere interiore. Stesa sul lettino ripenso alla sessione che ho appena concluso con il Padrone. Sono ricordi che affiorano nel mio cervello in modo inarrestabile, un susseguirsi di scene che mi fanno entrare in un vortice di sensazioni travolgenti. Come un’onda anomala che colpisce e trascina ogni cosa così allo stesso modo sento perdere il mio controllo e qualcosa, spudoratamente dentro di me, si impossessa della mia figa. Non riesco proprio a tenere a bada la reazione della passera, che spontaneamente sprigiona umori continui. Si, ne sono consapevole. Ho un’indole animale che non riesce a frenare i propri istinti e mi confermo una cagna in calore degna anche di essere chiamata troia. Devo asserire però che in alcuni contesti certe situazioni mi regalano emozioni talmente forti da diventare attimi indelebili e inevitabili, capaci di rimescolare il mio interno e affermare il mio modo di essere. Lei si accorge dell’eccitazione che ormai farcisce tutta la mia fregna colando abbondantemente anche tra le cosce e il letto. Il mio liquido si espande e si fonde con quell’unguento miracoloso che le sue dita, con cura, continuano a sfregare sulle mie chiappe. Gli umori e l’unzione sono ormai tutt’uno quando il silenzio che regna nell’aria viene interrotto dalla scossa di un campanello posto sul comodino. Il sonaglio comincia a vibrare producendo un suono molto simile al frinire della cicala. E’ il segnale, il tempo della cura è scaduto. Il Padrone chiama e non bisogna farlo attendere. Mi fa alzare velocemente e dopo avermi riordinato i capelli mi incalza un cerchietto con le orecchie di cane e poi, lesta, aggancia al collare la stessa catenella con la quale la mia Signora mi ha condotta in questa casa. La seguo a passi veloci verso colui che ci ha chiamate. Il mio cuore batte forte e non nascondo che vengo assalita da uno stato di ansia e preoccupazione. Chissà cosa mi attenderà! Quale sarà la prova da affrontare? Sarò in grado di soddisfare gli ordini di colui che ha deciso di accogliermi, istruirmi e approfondire il mio percorso educativo? Prima di entrare al suo cospetto lei mi avverte che il Padrone non ama schiamazzi, urla e lamenti. Muta mi presento umilmente a Lui nella posizione di animale domestico: a 4 zampe, con le tette penzoloni e le chiappe bene in vista che mostrano a tutto campo la mia intimità dove fuoriesce la base del plug anale a cui la donna aggancia una consistente coda pelosa. Lui è seduto comodo su una poltrona di velluto. L’ambiente è elegante, gradevole. I tanti tappeti e candelabri illuminati contribuiscono a renderlo particolarmente caldo. Lo raggiungo con gli occhi bassi in segno di sottomissione, mentre la mia coda dondola e sculetta tra le chiappe a ogni mio passo. Lei mi accompagna guidandomi dal guinzaglio. Durante il cammino mi tira dal collare come per intimarmi a tenere meglio la postura e far sì che la coda muovendosi a ogni mio movimento possa, con i suoi lunghi peli, picchiettare la figa. Giunta innanzi all’uomo mi rannicchio ai suoi piedi come un cucciolo impaurito mentre la sua mano si poggia sulla mia testa come per darmi sicurezza. Il silenzio viene interrotto dalla voce categorica che mi ordina di balzare e sedermi sul tavolino tenendo fuori la lingua e ansimando come una cagnetta. Mentre cerco di assumere al meglio la posizione percepisco che il plug, bloccato nella mia ampolla rettale, continua a stimolare e dilatare le pareti del mio deretano e la coda contribuisce a fare da spessore e spinta nella seduta, prestandosi così a incalzare il mio dilatatore ancora più in profondità. Mi sento sfondare. Lui è seduto davanti a me e mi guarda come volesse carpire nella mia mente e nel mio intimo. Ordina alla donna di avvicinarsi alle mie spalle e con le mani agguantare forte le mie vistose tette che come reazione spingono in fuori i turgidi capezzoli. Le sue mani fasciano vigorosamente le mie mammelle e con le dita strizza le mie zizze provocandomi uno stato di sofferenza e umiliazione. Mi inalbero con il busto come per scansarmi, ma mi stringe così forte da bloccare tutti i miei movimenti. Mi rassegno abbandonandomi senza resistenza a quella manipolazione che il Padrone vuole vedere. La palpazione è alquanto dolorosa ma nonostante questo la mia figa comincia a riempirsi di eccitante liquido da bagnare persino il tavolino. Lui si accorge del mio calore e le ordina di intingere le mani nella mia sorca e farmi assaggiare gli umori. La donna esegue l’ordine come una perfetta slave, introduce le sue dita e porta il nettare della mia eccitazione dentro la mia bocca. Mi assaggio, mi trovo deliziosamente dolce mentre le viene ordinato di spingere i suoi arti più a fondo nella mia cavità orale. Lei esegue fino a provocarmi un conato di vomito che riesco però a controllare con somma soddisfazione del Padrone che prontamente mi gratifica dicendomi “brava”. Rimango seduta con lo sguardo verso colui che dà ordini mentre a lei viene ordinato di farsi da parte. Il Padrone ha carisma e determinazione. I suoi occhi sono glaciali, profondi. Incutono soggezione e imbarazzo per me che non conosco i suoi modi e la sua forte personalità. Sto attenta alle parole e ai gesti quando mi comanda di saltare tra le sue gambe. Eseguo. Ho la testa tra le sue cosce e percepisco l’odore del suo essere fortemente maschio. Le sue mani, tenendomi per i capelli, mi indirizzano verso il suo sesso facendomi poggiare il viso sui grossi coglioni e sul robusto cazzo. Lo sento molto dotato e scatta in me la speranza di poter meritare presto il dono della sua sborra calda come cibo per il mio corpo e nutrimento per i miei istinti. Percepisco che continuerà a usarmi come animale domestico. Con la sua dominazione farà di tutto per scavare e ricostruire in me una nuova personalità riducendo ancora il mio ego attraverso l’approfondimento dell’insegnamento all’obbedienza, all’appartenenza e all’umiliazione. In questo periodo di affidamento diventerò la sua cagna e l’addestramento sarà sicuramente molto diverso da quello che ho precedentemente ricevuto dalla mia Signora.
La sua mano mi strattona dal collare, mentre ancora appoggiata ai pantaloni il mio naso continua a sniffare il suo odore. Rivolgendosi alla slave le ordina di avvicinarsi e aiutarlo. Mi ritrovo a testa in giù, con le gambe divaricate e appoggiate alla spalliera della poltrona, le tette penzoloni, i gomiti sul pavimento e il viso tra i suoi piedi. Sicuramente non è una collocazione comoda per me, ma devo abituarmi ai suoi voleri e alle sue voglie. Il mio corpo è in una posizione strana e lui è seduto con il viso proprio in mezzo alle mie cosce che spalancate offrono ai suoi occhi la vista completa della figa e del buco del culo ancora occupato dalla folta coda. Le sue mani mi esplorano, mi toccano, mi stringono, mi aprono. Sento che sbatte i peli della coda spostandoli sulla mia schiena mentre affonda la sua curiosità nella mia fregna già zuppa. Le sue dita si intrufolano tra le grandi e piccole labbra vermiglie e si tuffano dentro muovendosi ritmate. Mi apre la sorca non dimenticando però di dedicarsi anche al clitoride. Lo picchietta, lo stringe, lo tira, lo massaggia. Me lo sento pulsare, indurire, aumentare e bruciare. Il sangue mi scorre impetuoso nelle vene e la mia reazione è quella di allargare ancora di più le gambe per accogliere al meglio la sua dominazione. Il mio autocontrollo si rompe facendomi emettere un gemito di piacere. La mia vagina si contrae mentre la penetra prima con uno, poi con due e tre dita per constatarne la dilatazione. Sa perfettamente che sono vergognosamente elastica e potrebbe non solo inserire tutta la mano, ma anche il pugno. Sono talmente eccitata che la mia caverna fradicia aderirebbe perfettamente alla sua mano come un guanto bagnato. Mi ordina di fare un respiro profondo mentre il dolore giunge in me come una stoccata. La sua mano è come una lama calda che affonda e sguazza inesorabile fino a raggiungere l’utero. La muove dentro roteandola. Cerco di rilassare il corpo e tutti i muscoli, ma le scariche di dolore e piacere si propagano dalla passera a tutto il corpo fino a raggiungere il cervello. Non riesco a trattenere un gemito di estasi quando un intenso calore divampa e s’impossessa del mio essere. Un fuoco intenso si concentra nel basso ventre e si espande fino alla vagina facendomi stillare viscidi e continui umori. Non riesco più a trattenermi e la tensione accumulata esplode in un orgasmo fortissimo e impetuoso facendo inarcare il mio corpo. La sua reazione è immediata. Mi rimprovera severamente intimandomi che per quanto accaduto sarò successivamente punita. Mi sento umiliata per ciò che ho fatto, ma la mia indole animale mi inclina a naturali istinti perversi e libidinosi che mi portano sempre a atteggiamenti focosi ed estremi. Sono dispiaciuta di non essere stata in grado di eseguire al meglio la sua volontà. Cerco di riprendere la posizione di prima con l’aiuto della donna che da sempre è rimasta accanto a lui in attesa dei suoi comandi. Le mie gambe sono ancora divaricate e le sue mani riprendono a ispezionarmi e esplorarmi. Apre e tira con attenzione le mie grandi e piccole labbra come fossero morbidi elastici. Gioca ed esplora la mia vagina che dilatandosi ingoia avidamente le sue mani all’interno della propria tana. Fremo ancora e sussulto mentre dalla fessura schizza vergognosamente la mia eccitazione. Il clitoride particolarmente stimolato pulsa, si gonfia e tra non molto è pronto a farmi riesplodere. Lui si accorge del mio stato e provocandomi forte dolore mi riporta al controllo dei sensi. Le sue mani adesso sfiorano il mio sfintere anale, girano intorno al buco proprio alla base del plug. Muove sapientemente il dilatatore, lo spinge e cerca ancora di ruotarlo. Gemo e mi agito un po'. Spero sia arrivato il momento di portarlo fuori. Finalmente lo sfila creandomi una sensazione di liberazione e leggerezza. Il buco del mio deretano adesso è aperto, dilatato in modo estremo. Deve essere un grande spettacolo ai suoi occhi! Soddisfatto trova l’ispirazione a inserire prima le dita, ma poi ci prova con il pugno. Lo fa con forza e determinazione provocandomi grande dolore nonostante la dilatazione già avvenuta. Forse vuole assaggiare la mia resistenza. Insiste nel continuare questa sua pratica e tirando fuori il pugno mi introduce nell’ano un gel lubrificante che va a cosparge le pareti del canale rettale. Anche le chiappe imburrate di sostanza oleosa al suo tocco si schiudono per ricevere entrambe le sue mani e infine il suo pugno. Sussulto e inarco un’altra volta la schiena, ma con voce sferzante mi ordina di non muovermi e rimanere zietta e rilassata, mentre con una mano colpisce le mie chiappe già provate e ancora doloranti dai segni già da lui ricevuti. Fa cenno alla donna di avvicinarsi con il candelabro dove svettano accese delle consistenti candele. Ne prende una e con lentezza fa cadere la cera sul mio corpo. Mi sento bruciare, mi muovo, ma la sua mano mi stringe forte una chiappa come per intimarmi a rimanere ferma e a sua disposizione. Ordina a lei di aprirmi le chiappe e fa cadere ancora gocce di cera nel solco e tra le pareti delle mie natiche, ormai in balia alle sue voglie. Punta il cero contro l’orifizio mentre sento lo sfintere allargarsi. Accolgo dentro l’oggetto senza difficoltà. Le dimensioni della candela non sono un ostacolo per la penetrazione visto che ormai il mio deretano è estremamente aperto. La sento scivolare dentro come fosse un lungo dito che spinge fino a toccare il dolente budello del mio intestino. Sussulto ancora, ho dolore ma lui stringendomi tra le sue gambe mi tiene ferma. Muove dentro e fuori quel pezzo di moccolo acceso giungendo sempre al punto dove mi provoca una scossa, mentre gocce caldissime di cera cadono e bruciano le mie chiappe. L’alternarsi del movimento ritmato tra libidine e dolore mi fa capire che le sensazioni mi amplificano gli stimoli provocandomi benessere e facendo sparire tutte le mie inibizioni. Il tormento si trasforma in onda di piacere che dal budello del mio intestino si propaga e conquista il mio cervello. E’ un’esplosione di sensazioni che mi avvolgono annebbiandomi la vista, ma contribuiscono impetuose anche ad ammansirmi e entusiasmarmi. Mentre mi scopa il deretano con la candela non dimentica di sollecitare la mia figa che si contrae a ogni suo tocco. Mi sollecita il clitoride e con l’indice e il pollice lo imprigiona. Lo stringe, lo tira senza delicatezza per poi rilasciarlo e massaggiarlo lentamente. Non capisco più nulla e sprigiono umori continui come fossi un rubinetto gocciolante. Questo suo modo di fare mi fa sentire completamente posseduta da lui che nel frattempo ha deciso di impalarmi aumentando l’introduzione con un’altra candela. Adesso i miei buchi sono entrambi nello stesso momento occupati e scopati. Il movimento ritmato tra dentro e fuori innesca, dentro me, un poderoso orgasmo facendomi emettere suoni animaleschi. La mia mente è totalmente presa e prevarica la mia indole di cagna che urla e guaisce dimenando la testa per il troppo piacere. Non capisco più nulla, l’orgasmo clitorideo si è mescolato con quello anale in modo travolgente quasi da togliermi il respiro. Perdo i sensi mentre il mio viso si contorce in varie smorfie facendomi sbattere il naso sul tappeto. Passati alcuni istanti mi riprendo. Lo vedo soddisfatto e mi vengono in mente le parole che ha sottolineato alla mia Signora: “è un bell’esemplare di animale e durante l’affidamento farò di tutto per meglio addomesticarlo”. Sa perfettamente che manipolandomi il corpo e la mente mi renderà più docile e completa all’uso e disponibile per ogni occasione.
Ritorno nella posizione di cagna mentre intima alla slave di riportarmi nel dungeon non prima però di avermi allacciato dietro la nuca l’imbracatura di pelle e metallo che stava sul tavolo. Lei esegue inserendomi dietro i denti un morso con anello fisso che bloccando le mie mandibole mi fa rimanere con la bocca spalancata. Capisco che per me è iniziata una rigorosa disciplina che mi costringe anche a un umiliante e perfetto silenzio che nel mio ruolo può essere interrotto solo da un guaire, da un abbaio o da un gemito. Lo guardo con apprensione mentre i suoi occhi incutono la sua dominazione.
continua……
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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