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La mia prima volta


di Membro VIP di Annunci69.it Viaggiante
22.02.2022    |    29.778    |    5 9.8
"La sua poca perizia nel pompino era ampiamente compensata dalla mia eccitazione e dalla mia giovane età..."
Quella tarda primavera la gita scolastica di terza media si concluse come doveva: nella parte posteriore dell’autobus si limonava.
Toccò anche a me, ma il criterio con cui fui scelto fu poco romantico: ero l’unico rimasto libero nella parte trasgressiva del torpedone.
“Ci baciamo?” mi chiese Laura sedendosi nel sedile di fianco al mio. Prima ancora di riuscire ad elaborare qualsiasi risposta, mi infilò la lingua in bocca.
Il suo avventarsi mi lasciò un misto di sorpresa, eccitazione e disgusto: ero molto attratto dalle ragazze, ma prima di quel momento la saliva altrui era qualcosa da cui scappare. Ricevere quel serpentello viscido nella mia bocca fu cosa non immediata da elaborare. Passammo la mezz’ora rimanente di viaggio ad affinare la tecnica: lei era ovviamente molto più esperta di me, ed io cercai di rubarle qualche segreto.
A cena ebbi poco appetito, mia madre preoccupata mi chiese come mi sentissi. “Tutto bene” risposi.
Il giorno successivo, a scuola, fui avvicinato da Laura nei corridoi (non frequentava la mia stessa classe).
Aveva deciso che, dopo tutto quello che era successo fra noi il giorno prima, eravamo diventati una coppia.
Io, mio malgrado, mi assunsi le mie “responsabilità” e mi ritrovai “fidanzatino”.
Le poche settimane di scuola rimanenti passarono velocemente fra fugaci incontri pomeridiani nel parco, durante i quali, mentre io cercavo di dimostrare con una certa fierezza i miei miglioramenti come baciatore, Laura si faceva sempre più focosa nel cercarmi fisicamente e stringersi a sé.
Dopo una decina di giorni di clausura pre-esame, finalmente il percorso delle scuole medie trovò il suo epilogo. Finita la scuola, decadde anche il divieto di uscite serali.
Finalmente io e Laura potevamo tornare a vederci, anche di sera.
Il giorno stesso del mio esame orale (il suo c’era stato il giorno precedente), ci incontrammo al parco subito dopo cena.
Il lento crepuscolo di quella sera di inizio estate ci vide impegnati e raccontarci i dettagli delle nostre ultime impegnative giornate.
L’estate finalmente giunta e la fierezza di un impegno superato ci stavano regalando un insolito vigore, poter disegnare il nostro futuro dava slancio al nostro già impetuoso entusiasmo giovanile.
Quella sera gli abbracci di Laura erano particolarmente energici, e miei leggerissimi pantaloncini tradirono presto la mia eccitazione.
Laura non ne fu imbarazzata, anzi sorrise.
Mentre accarezzava con discrezione la mia durezza, mi raccontò che pochi mesi prima aveva avuto una relazione con un diciassettenne, durante la quale aveva capito “come funzionano le cose”.
La frase mi inquietò un po’: ero eccitato e deciso ad esplorare la sessualità, ma il potenziale confronto con un ragazzo più grande mi creava un po’ di timore ed inibizione.
Si era fatto ormai buio e la gente cominciava a lasciare il parco.
Eravamo seduti su di una panchina. Laura, sentitasi protetta dal buio, mi salì a cavalcioni e continuò a limonarmi, sfregandosi il ventre contro la mia patta, ormai marmorea.
Dopo pochi istanti alzò la testa e si guardò attorno. Individuato un angolo particolarmente buio e con una fitta vegetazione, mi ci guidò, prendendomi per mano.
In un attimo si inginocchiò, prese l’elastico dei pantaloni e me li tiro giù, liberando il mio uccello duro, già reclamante sfogo.
Me lo prese alla base e cominciò a leccarlo come un gelato, poi se lo mise in bocca, pompando aiutandosi con la mano. In una trentina di secondi venni. Dopo la prima schizzata, Laura si ritrasse un po’ schifata per sputare quanto aveva appena ricevuto, ed io continuai a eiaculare fra i cespugli prima di ricompormi in un istante.
“Si è fatto tardi, devo andare”, disse Laura uscendo dal nostro nascondiglio verde.
Nell’uscire dal parco mi disse che due giorni dopo avrebbe avuto casa libera tutto il pomeriggio.
Interpretai l’informazione come un invito, vergognandomi un po’ della mia audacia.
Laura dissolse tutte le nubi con la frase che mi rivolse dopo il casto bacio del saluto … “procurati un preservativo”.
Tornai a casa pedalando velocemente. Appena a letto mi masturbai pensando a quanto appena avvenuto.
Il giovedì arrivo in fretta. Dopo una doccia accurata mi presentai a casa di Laura, una villetta indipendente poco fuori il centro città.
In tasca avevo il preservativo che mi aveva procurato un amico, prendendolo di nascosto a suo fratello maggiore.
Appena entrato ci intrattenemmo un po’ con convenevoli ed osservazioni sul suo gatto, ma dopo pochi minuti ci fu impossibile non dedicarci con decisione al vero motivo dell’appuntamento.
Mi fece sedere sul divano della sala. Era in pelle marrone, con una seduta molto ampia, tanto che era quasi impossibile evitare una postura semi-stesa.
Mi si buttò sopra e con una certa intraprendenza iniziò a limonarmi. Per un quarto d’ora ripassammo tutto il protocollo di esercizi “linguistici” e sfregamenti dei nostri incontri passati, poi Laura si tolse velocemente maglia e pantaloncini e rimase in mutandine e reggiseno.
Feci la stessa cosa e rimasi in mutande. Steso sul divano, Laura avvinghiata su di me, gli slip che non contenevano l’uccello, rivendicante libertà.
Le tolsi un po’ maldestramente il reggiseno, senza slacciarlo, sfilandolo dall’alto. Laura rimase a seno nudo, e la cosa le procurò un lieve imbarazzo dal quale uscì buttandosi su di me.
Nel baciarmi si strofinava sulla mia gamba, che percepiva chiaramente l’umidità delle sue mutandine.
“Vuole uscire” disse Laura guardando il pisello che aveva buttato fuori la testa dal nido. Mi tolse le mutande e ci si buttò.
La sua poca perizia nel pompino era ampiamente compensata dalla mia eccitazione e dalla mia giovane età.
Nonostante i miei buoni propositi di resistenza, cedetti ben presto alla sua bocca, per quanto inesperta. Poco prima del primo fiotto mi venne in mente la scena di due giorni prima, quando Laura aveva reagito non troppo bene alla sborrata in bocca, ritraendosi subito e lasciandomi finire fra i cespugli.
Ora, nel suo salotto, sul divano, la situazione era diversa: come avrei potuto imbrattare tutta la sala?
Tutte le mie imbarazzate considerazioni dovettero cedere il passo all’orgasmo, che arrivò impetuoso come l’onda dell’oceano.
Ironia della sorte, quel venirle in bocca mi procurò una eiaculazione straordinariamente potente ed abbondante.
Laura, mi disse poi, si stava tenendo tutto in bocca proprio per evitare di sporcare divano e tappeto: il primo fiotto … il secondo … il terzo …fino alla fine…
Poi prese di corsa un fazzoletto dal pacchetto sopra il tavolo e vi sputò tutto il mio piacere liquido.
Mi sollevò dall’imbarazzo invitandomi in cucina a bere un po’ di Coca-cola.
Stavo bevendo, nudo, in piedi davanti a lei, a seno nudo. Realizzai che avevo ricevuto più di quel che avevo dato e che Laura si aspettava ovviamente di più da quell’incontro. Pensai al preservativo nella tasca dei miei pantaloncini, sul tappeto della sala.
Appoggiai il bicchiere sul tavolo e mi avvicinai a lei. Nel metterle la lingua in bocca la mia mano si butto sulle mutandine bagnate.
Le mie dita forzarono rapidamente la flebile resistenza dell’elastico e guadagnarono l’accesso alla sua umida intimità.
Laura, ancora in piedi, divaricò leggermente le cosce, come per agevolare l’ispezione. Il mio dito medio scivolò rapidamente dentro di lei, che lo accolse ansimando.
Mentre subiva con piacere il mio trattamento manuale volle ancora la lingua in bocca. Dopo poco mi prese per mano, mi riportò in sala, si tolse le mutandine e si stese sul divano offrendomi timidamente la giovane passera, ben fornita di un vigoroso pelo.
Mi inginocchiai sul divano, sopra di lei, e ripresi a lavorarla di mano, mentre il mio arnese, beata gioventù, dava già segni di evidente risveglio. Laura se ne accorse e cominciò a masturbarmi.
La sentii trattenere il respiro e contrarsi, per poi scoppiare in un rumoroso gemito. Nel vederla godere il mio cazzo tornò in piena efficienza, mi sembrava il momento giusto per il grande evento.
Cercai con foga il preservativo nella tasca dei pantaloni e lo indossai, aiutato da Laura e non senza qualche difficoltà ed imbarazzo.
Laura, sdraiata sul grande divano mi accolse sopra di lei, divaricando le cosce, me lo afferrò alla base e lo accompagnò dentro di lei.
Finalmente. La prima impressione fu come di suonare uno strumento musicale: ogni gradazione di movimento provocava reazioni sonore e gestuali sfumatamente diverse.
Sapevo che Laura era stata e sarebbe stata con altri, ma in quel momento era assolutamente e solamente mia.
Dopo un po’ mi si mise sopra, a cavalcioni. I suoi movimenti pelvici si fecero sempre più energici e la loro frequenza divenne un crescendo.
“Sto per godere”, mi disse avvinghiandosi a me braccia e gambe, concentrandosi sul suo movimento.
Nel sentire il suo proclama, non potei porre alcuna resistenza ed accompagnai il mio orgasmo al suo.
Rimanemmo qualche istante immobili, quasi storditi.
“Per me è stata la prima volta”. “Lo immaginavo”, mi rispose.
Quella sera a cena mangiai copiosamente e mia madre, soddisfatta, mi disse: “Questo è l’appetito della crescita!!”.
Sì, pensai, credo sia così.
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