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Equivoci Proibiti


di Membro VIP di Annunci69.it Bull66_ME
12.11.2024    |    2.010    |    7 6.4
"“Il triangolo è la figura perfetta, no? Tre lati… nessuno dei quali si sovrappone!” esclama Fabio, senza comprendere che le sue parole diventano una nuova..."
Premessa necessaria: il racconto che vi accingete a leggere è frutto di fantasia (malata, aggiungerebbe qualcuno). Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.


Fabio è un personaggio che vive a metà strada tra il delirio e l’illusione, una figura tragicomica che si è autoproclamata maestro della trasgressione moderna. Laureato in discipline ignote persino a lui e con una conoscenza talmente traballante da farlo spesso inciampare in parole di cui non comprende il significato, Fabio è un libertino a modo suo, e la sua presunta “via del piacere” è costruita su un concetto di edonismo tutto personale. Tra le sue invenzioni più strane c’è la “Gang Band,” una pratica che consiste, a suo dire, nel suonare strumenti musicali improbabili — come il triangolo o la fisarmonica — mentre coppie di sconosciuti si dedicano ad attività intime.
Quando qualcuno prova a spiegargli che sta prendendo un abbaglio, Fabio ribatte con aria sdegnata che lui non consulta certo “la Treccani” come le masse ignoranti, ma una fantomatica enciclopedia chiamata “QuattroGatti.” Convinto di aver trovato una dimensione libertina “elevata,” Fabio non si rende minimamente conto di quanto la sua vita assurda e piena di equivoci lo renda, più che trasgressivo, semplicemente ridicolo.
Le cose prendono una piega inaspettata quando Fabio incontra Paolo, protagonista del grottesco “Triangoli Oscuri,” e scopre che il marito tormentato sta cercando qualcuno che lo aiuti a districarsi tra i propri dubbi e le sue recenti paranoie matrimoniali. Paolo, alle prese con l’angoscia del triangolo amoroso con la moglie Giulia e il carismatico Lorenzo, scambia la “Gang Band” di Fabio per una sorta di gruppo di supporto alle coppie “creative”. Pensando che Fabio sia un esperto di “triangoli” — una parola che ormai lo fa rabbrividire solo a sentirla — Paolo si convince che l’eccentrico suonatore di fisarmoniche e tamburelli possa offrirgli un’inedita guida alla libertà emotiva.
Convinto che l’incontro con Fabio possa aiutarlo a superare le sue paure, Paolo inizia a frequentare la “Gang Band” con l’idea di immergersi in una nuova esperienza “poligonale” che lo liberi dalle sue insicurezze e, perché no, lo distragga dai turbamenti provocati dalla geometria amorosa. Ma la band di Fabio, tra un suono stonato e un’improbabile improvvisazione, cela più segreti di quanto sembri e soprattutto non scopa. Paolo aveva sperato che partecipare ad una gang band significasse intrecci di arti, sospiri e sudore, mugolii ed orgasmi. Invece nulla di tutto ciò. Sotto il pretesto di questi incontri, alcuni libertini scafati utilizzano la “Gang Band” di Fabio e Paolo come copertura per una serie di loschi traffici che vanno dal riciclaggio di denaro alla distribuzione di oggetti d’arte rubati, passando per un bizzarro traffico di strumenti musicali di provenienza illegale.
Fabio, ignaro di tutto, continua a suonare il triangolo con orgoglio, convinto che la “Gang Band” sia la sua chiamata al piacere libertino. Paolo, invece, si ritrova in un labirinto di equivoci: più osserva Fabio e gli altri membri, più si convince che la “Gang Band” sia una forma di terapia inusuale per superare le sue insicurezze e accettare l’idea di un nuovo modello relazionale. Ogni “sessione” si trasforma in un’esperienza surreale: tra fisarmoniche stonate e tamburelli impazziti, Fabio cerca di decantare i suoi presunti successi amorosi con termini improbabili e metafore matematiche. “Il triangolo è la figura perfetta, no? Tre lati… nessuno dei quali si sovrappone!” esclama Fabio, senza comprendere che le sue parole diventano una nuova ossessione per Paolo. Infatti, egli prova ad immaginare gli ipotetici incastri di membra ipotizzati dallo sproloquiare di Fabio, ma senza riuscirci, disturbato dalle note stonate strimpellate da Fabio.
Le assurdità continuano a moltiplicarsi. Durante una “prova di gruppo” particolarmente confusa, un ambiguo dialogo tra Paolo e Fabio viene intercettato da due agenti della polizia. I due, fraintendendo ogni parola, sono convinti di trovarsi di fronte a una coppia di “complici” in una complessa rete di traffici illeciti. Le indagini prendono una piega surreale quando Fabio e Paolo vengono convocati in tribunale, dove, tra malintesi e grotteschi interrogatori, Fabio decide di difendersi da solo, sfoderando il suo approccio “QuattroGatti” al diritto.
Durante il processo, la comicità raggiunge livelli paradossali: Fabio, in un delirio di autostima e ignoranza, ribatte alle accuse con argomentazioni surreali, usando aneddoti presi a caso dal “QuattroGatti” e da bizzarre citazioni storiche totalmente fuori luogo. Paolo, d’altra parte, si aggrappa a Fabio come all’unico possibile alleato in un mondo sempre più strano e incomprensibile, convinto che il loro assurdo triangolo legale possa diventare un’occasione per risolvere le sue paure.
L’aula di tribunale si trasforma in un palcoscenico di grottesche battute a sfondo erotico-matematico, con Fabio che, riferendosi alla propria “via del piacere” e alla “Gang Band,” riesce a confondere magistrati e avvocati, provocando risate trattenute a stento. Quando l’accusa cerca di spiegare il vero significato di “Gang Band,” Fabio la liquida con aria di superiorità: “QuattroGatti riporta chiaramente che il vero significato è suonare, essere liberi di vivere la propria musica… non potete contraddire un’enciclopedia del sapere alternativo!”
Paolo, trascinato nella difesa sgangherata di Fabio, cerca disperatamente di tenere il controllo, ma finisce per cadere in un assurdo tranello mentale, convinto che l’intero processo sia una metafora dei suoi tormenti relazionali. Alla fine, tra fraintendimenti ed esibizioni musicali inopportune, il verdetto è chiaro: Fabio e Paolo vengono entrambi assolti “per non aver compreso i fatti” ma condannati a 40.000 ore di “attività di pubblica utilità,” un’etichetta scelta ad hoc per punire la loro sconsideratezza. La loro sentenza consiste nell’obbligo di “leccare il culo” a chiunque pronunci assurdità, ironicamente obbligandoli a confrontarsi con persone simili a loro. Fabio è finalmente felice: pensa di poter fare del sesso orale finalmente! Già sentendosi un esperto linguista, gongola immaginando la sua prima vera esperienza sessuale. Ma niente, presto si renderà conto che lui leccaculo lo è sempre stato, ma senza mai aver avuto il piacere di introdurre la lingua in alcun orifizio.
Nel finale, Fabio si sente un eroe della trasgressione ingiustamente punito, mentre Paolo, finalmente libero dal groviglio di paranoie, accetta con sollievo la nuova prospettiva di vita, ridendo della sua ossessione per i triangoli. E quando Fabio gli suggerisce di unirsi a lui in una nuova avventura, quella della “Geometria Esagonale,” Paolo, sorridendo, risponde: “Mi dispiace, ma stavolta, penso proprio di aver capito fin troppo bene.”
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