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Prime Esperienze

Come cominciò tutto (Prima Parte)


di Membro VIP di Annunci69.it Nightofbo
27.09.2023    |    25.734    |    23 9.8
"Sborrai fino all'ultima goccia mentre sentivo quella bocca insaziabile che mi suggeva sino all'ultima stilla del mio piacere..."


Avevo poco più di vent'anni e come molti noi maschietti, a quell'età avevo l'ormone a palla. Massacrarmi di seghe era quasi la norma, avevo una fidanzatina e avevo avuto le mie prime esperienze sessuali, ma la verità è che non mi bastava mai.
Inoltre da sempre avevo subito il fascino delle donne più grandi di me, formose mature, sicure di sé e maliziose. Per farla breve una collega di mia madre in un pomeriggio di agosto, con il marito lontano per qualche settimana, mi portò a letto con una scusa. Oddio non è che dovette fare molta fatica, semplicemente io ero incredulo a tanta fortuna, furono 10 giorni di sesso in soluzione di continuità in cui lei mi prese come uno scolaretto frenando il mio impeto, che però la divertiva non poco, e mi insegnò come si scopa una donna con calma e dovizia. Dal canto suo mi faceva delle pompe con una perizia encomiabile e una lentezza esasperante, voleva cambiare posizione in continuazione quando scopavamo, e quando era sopra pareva assatanata. Pretendeva che gliela leccassi come voleva lei, e non si faceva scrupolo di tenermi la testa venendomi in faccia, dicendomi che dovevo imparare a berla fin dalle prime volte, devo dire la cosa non mi dispiacque affatto, anzi. Un paio di giorni prima del rientro del consorte mentre le stavo sopra mi infilò due delle sue dita in bocca dicendomi di insalivarle e succhiarle, me le muoveva contro il palato e la lingua quasi a simulare un pompino, poi al culmine della mia eccitazione mi afferrò le natiche stringendomi a sé. Non feci in tempo a capire ebbro di eccitazione, che senza troppi complimenti mi aveva infilato un dito nel culo, stavo per farglielo togliere, si insomma mica ero gay, ma lei perentoria mi disse che che se mi muovevo e smettevo di scoparla, avrei preso la porta e me la sarei dovuta scordare.
Per farla breve a quel dito ne seguì un altro, cosa che ebbe il curioso effetto di rendermi ancora più eccitato e aggressivo nella mia scopata, insomma nei due giorni successivi così ogni volta, misi a tacere le mie proteste e ne me ne feci una ragione, in fondo era un piccolo prezzo da pagare. Poi il marito rientrò e la pacchia finì, io speravo in altri viaggi di lavoro, ma non successe più e lei mi fece capire che la cosa finiva lì. Ora capirete che assaggiare in frutto proibito per poi vederselo negare è qualcosa di struggente.
A quell'epoca Internet cominciava ad entrare nelle case così come cominciavano a nascere i primi siti di scambio, annunci e appuntamenti, superfluo dire che affamato com'ero di esperienze e fica avevo preso a frequentarli assiduamente.
Tutto facile? Manco per idea! Tra gay che si spacciavano per donne, le rare donne che neppure ti rispondevano, il mio modo di pormi irruento, insomma, non si batteva chiodo. Come si suol dire, me l'ero messa in saccoccia, ma aver provato il frutto maturo dolce e sapido al contempo del sesso, mi rendeva insoddisfatto anche quando scopavo con le mie coetanee, la voglia c'era. Una sera prima di andare al lavoro mi collegai in rete e su una bacheca di annunci vidi che c'era una coppia che cercava un terzo per giocare, senza molta convinzione risposi a quella inserzione cercando di pormi il più rispettosamente possibile, ma era più una pia illusione. Quindi fatto questo, spensi il computer e partii per il mio turno di notte.
Il giorno dopo controllando la posta elettronica trovai un messaggio della coppia che mi chiedeva di incontrarci in un locale pubblico di un paese vicino, in modo da fare due chiacchere con calma.
Ragazzi! Il cuore mi batteva a mille, una coppia matura, voleva incontrarmi! Ci demmo appuntamento per il sabato pomeriggio, per non arrivare in ritardo arrivai con quasi un ora di anticipo, loro invece con una decina di minuti soltanto. Mara e Cristian una coppia sulla quarantina abbondante, lei mora procace e formosa con un filo di pancetta e lui un uomo alto più o meno come me con i capelli brizzolati. Ci presentammo, io un po' sulle mie, loro invece parevano essere piuttosto disinvolti, era chiaro che non era il loro primo appuntamento di quel genere. Rimanemmo li per poco, ci allontanammo a piedi nei giardini pubblici semi-deserti a quell'ora, e seduti su una panchina al riparo da orecchie indiscrete mi chiesero che aspettative avevo e cosa mi piaceva. Mi chiesero delle mie esperienze e perchè ero interessato a del sesso con persone mature, raccontai allora la mia breve storia con la collega di mia madre e a lei si illuminarono gli occhi. Si scambiarono uno sguardo di intesa che mi fece ben sperare ed infatti mi chiesero se avevo problemi a passare una notte fuoricasa, visto che supponevano giustamente, che vivessi ancora con i miei.
Dopodichè lei calò la bomba, mi chiese senza mezzi giri di parole se avevo qualche prevenzione verso i bisex, sinceramente avevo solo una vaga idea di cosa significasse esserlo all'epoca, ma risposi negativamente; Mara allora mi disse che si eccitava a condividere un uccello con Cristian, in sintesi se mi avessero fatto un pompino a due bocce se la cosa mi avrebbe creato problemi,.
Avevo emozioni molto contrastanti a riguardo ma cercai di non mostrarle, risposi negativamente, si scambiarono nuovamente lo stesso sguardo.
Mi invitarono a cena per il venerdi seguente, inutile dire che ero in fibrillazione per questa cosa e ci pensai per tutta la settimana ammazzandomi di seghe.
Tuttavia la cosa del farmi spompinare dal Lui un po' mi faceva tremare i polsi in un misto tra paura ed eccitazione, che neppure io potevo spiegarmi.
Il venerdì in questione arrivò alla fine, mi presentai alle 20.30 in punto sul portone di ingresso al vialetto di una casa colonica ben ristrutturata, era autunno e le temperature erano ancora piacevoli, tuttavia io mi sentivo avvampare al pensiero di cosa mi aspettava.
Cristian mi aprì la porta in camicia e jeans, cosa che mi tolse dall'imbarazzo circa il mio abbigliamento decisamente casual, entrai porgendo il mio dono, una bottiglia di vino presa in un enoteca che speravo sarebbe stata gradita.
Mara ci raggiunse poco dopo aveva addosso un completino da Tennis, mi disse che era appena tornata dai campi, di mettermi comodo, raccomandò al marito di farmi gli onori di casa e scomparve a farsi una doccia.
Non vi nascondo che mi sentivo sulle spine a rimanere solo con lui, che però lo intuì e mi disse di tranquillizzarmi, che ero piaciuto ad entrambi e che ci saremmo divertiti, servì da bere per entrambi, un aperitivo moderatamente alcolico e andammo in terrazza sul retro, dove si trovava il giardino con una piscina di dignitose dimensioni.
Mi disse che non l'avevano ancora coperta perchè con i pomeriggi che arrivavano ancora a 25 gradi la usavano ancora, magari se fossi tornato nei prossimi giorni avrei fatto in tempo ad usufruirne anche io, azzardò in un invito.
Come ho detto il clima era piacevole e la sera non era funestata da zanzare, da dentro la casa si sentì la voce di Mara che chiamava e Cristian mi invitò a raggiungerla, mentre lui apparecchiava per la cena.
Rientrai in casa cercando di capire da dove provenisse la voce, e mi infilai sulla tromba delle scale che conduceva al piano superiore, dove era evidente si trovasse la zona notte.
Mara mi chiamava e mi guidava con le sue indicazioni, evidentemente mi aveva sentito salire le scale, fu così che la raggiunsi in quella che era a tutti gli effetti una camera da letto, ma che sicuramente non era quella padronale.
Il soffitto aveva un grosso specchio sopra un letto matrimoniale semplice e disadorno, mi accorsi entrando che vi erano specchi su ogni parete e come uniche suppellettili due comodini piuttosto spartani e una cassettiera: la loro alcova.
Ebbene sì Mara aveva deciso di prendersi un assaggio prima di cena, mi aspettava sul letto nuda, con la vestaglia aperta, l'aria piena dell'effluvio del suo bagnoschiuma al paciouli.
I suoi seni prosperosi erano sormontate da grosse areole scure, i suoi capelli sparsi a raggiera sul cuscino, niente trucco a parte un velo di rossetto sulle labbra.
La faccia che feci dovette piacerle, perchè mi sorrise compiaciuta mordendosi il labbro superiore, “Spogliati, voglio assaggiarti”.
Meccanicamente quasi senza distogliere lo sguardo da lei, dal suo corpo disteso, profumato ed invitante, mi spogliai rimanendo nudo.
Lei allora stese un braccio in un muto invito ed io la raggiunsi sul letto, il suo corpo era caldo, morbido e sodo, il mio cazzo sinceramente ammirato non mancò di mettersi in mostra, mentre cominciava un lenta sontuosa limonata.
Le mie mani le correvano dapprima timide e poi sempre più frenetiche sulla pelle, e come un bambino goloso in una pasticceria non sapevano bene cosa afferrare prima, senza per questo voler dimenticare nulla.
Mara sorrideva compiaciuta e divertita da tanto giovanile entusiasmo, decise quindi di prendere il comando facendomi sdraiare sulla schiena per poi posizionarsi a cavallo della mia faccia con le gambe.
Senza tanti complimenti mi mise la fica sulla bocca, ed io inizia a leccare e succhiare pieno di voglia e buona volontà.
In breve iniziò a gemere bagnandosi copiosamente, mentre con i fianchi si muoveva lavandomi a volte la faccia con il suo sesso fradicio.
Quando finalmente decise di chinarsi, avvertii i capezzoli sfiorarmi la pancia e poi di colpo con la bocca mi circondò la cappella.
Emisi una specie di urlo strozzato, quasi mi mozzò il respiro quel repentino primo affondo di bocca, ma lei non ebbe nessuna pietà e continuò a premermi la fica in faccia pretendendo la mia lingua.
Era brava ed esperta, il sogno proibito di ogni ragazzo con l'ormone imbizzarrito,
usava la bocca sapientemente con una perizia assassina, nel contempo mi scopava la faccia con la sua fica calda e umida.
MI portava vicino a venire poi si fermava ripartiva dalle palle e via daccapo, nel cominciò dapprima ad accarezzare il mio buchetto del culo e poi vi infilò il suo dito dentro.
Sobbalzai ma non protestai, un po' mi vergognavo ma mi piaceva, “Bravo!” ebbe il tempo di dire disimpegnando la bocca per un po'.
La sentivo gemere e succhiare e leccare, che bocca fantastica, non ce la facevo più dovevo venire, avevo raggiunto quel punto in cui l'eiaculazione diviene quasi dolorosa e sborrare è una liberazione.
Glielo dissi mentre venivo grugnendo come un animale di piacere dentro al sua fica dal momento che non si staccava da me.
Sborrai fino all'ultima goccia mentre sentivo quella bocca insaziabile che mi suggeva sino all'ultima stilla del mio piacere. Lei mi raggiunse poco dopo venendomi in faccia, senza permettermi di ritrarmi e ricevendo tutto.
Avevo ancora il mio uccello in nella sua bocca quando scostò la gamba sollevando per lasciarmi il viso libero, fu allora che vidi Cristian lasciar cadere la mia cappella dalle sue labbra per baciare la moglie scambiando nelle bocche la mia sborra.
Non potevo dire che mi avevano ingannato, questo no era nei patti che lui avrebbe succhiato il mio uccello, ma pensavo avrei saputo quando sarebbe successo.
Ma la cosa con cui ebbi più difficoltà a fare i conti fu che mi era piaciuto tanto.
Rimasi li disteso guardando lo specchio sul soffitto, stranito e sudato, fradicio degli umori di Mara.
La donna si alzò dal letto con un espressione da gatta satolla, “Bene ora possiamo scendere a cenare, naturalmente si continua dopo e tu stanotte stai con noi”.
Non ebbi la forza di replicare, le voci mi arrivavano come da lontano, avevo avuto un orgasmo dentro la bocca di un uomo.
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