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SOLE DI PUGLIA
di ASITA
07.08.2008 |
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"Mi ritrovai a smorzacandela su un cazzo enorme e con quello del suo intimo amico intento a violarmi il culo..."
Sono appena tornata dalle ferie e non posso fare a meno di raccontarvi ciò che mi è accaduto e non esito ad ammettere di aver vissuto una delle avventure erotiche più eccitanti della mia vita. Il tutto è avvenuto pochi giorni fa in Puglia, all’interno di un piccolo bungalow in uno splendido campeggio costellato di ulivi secolari. La nostra casetta aveva tutto quello che serviva per trascorrere le vacanze in pieno relax. Due camere, un bagno accogliente, un cucinino ed un’ampia veranda che dava sbocco sul vialetto dove, uguali al nostro, vi erano una trentina di questi piccoli alloggi, uno in fila all’altro.
Dopo esserci ripresi dal lungo viaggio decidemmo di andare in spiaggia con i nostri figli a goderci le ultime ore di sole di quella magnifica e rovente giornata. Arrivammo sulla splendida sabbia e subito i miei due pargoli trascinarono Carlo, mio marito, verso l’acqua azzurra del mare. Li lasciai andare e mentre sorridevo nel vederli così felici iniziai a spogliarmi per prendere un po’ di sole.
Per chi non avesse letto i miei precedenti racconti mi descrivo. Mora, capelli lunghi ed un fisico che nonostante i miei trentasei anni è uno spettacolo da guardare. Scusate la presunzione, ma mi piaccio molto e non faccio niente per nascondermi. Adoro gli sguardi degli uomini che si fissano sulle mie enormi tette, le quali ostentano un’abbondante quarta misura rifatta da un mago della chirurgia estetica.
Ho i fianchi molto stretti ed un culetto a mandolino scolpito a forza di ginnastica e palestra. Anche questo amo esibire, nascosto da minuscoli bikini i quali non fanno altro che accentuare il disegno armonioso dei miei glutei. Sotto a tutto ciò nascondo una fighetta completamente depilata o, come in questa occasione, con un minuscolo ciuffetto di peli rasati che faccio fatica a coprire con il costume. La situazione dei miei due nidi d’amore e quella di una donna matura che non ha mai disdegnato qualsiasi intrallazzo erotico. Conosco i piaceri del tradimento, quelli del triangolo, dell’orgia, dell’amore saffico, ma quello che fra tutti preferisco è l’esibizionismo. Non riesco a fare a meno di mostrarmi. Adoro la sensazione che provo quando accavallo le gambe in modo distratto e faccio vedere a qualche fortunato spettatore che non amo indossare le mutandine. Nemmeno il reggiseno è un articolo indispensabile nel mio guardaroba e questo mi porta ad esibire scollature da infarto e due paffuti capezzoli che ogni tanto fanno capolino da una camicetta attillata o da un vestito da sera semitrasparente. Sono molto fortunata perché mio marito, da un anno a questa parte, ha cominciato ad essermi complice in questa situazione alquanto strana. Lui mi asseconda nelle mie crisi di arrapamento ed ultimamente ho scoperto che prova molto piacere nell’assolvere il compito di guardone. E’ molto attivo quando ci lasciamo andare in qualche avventura a tre, ma il massimo dell’eccitazione la raggiunge quando mi vede alle prese con qualche maschietto e lui è costretto a fare lo spettatore. Questa è la situazione ideale per chi, come me, adora eccitare qualcuno mostrandosi.
Ero partita per questa settimana di ferie con l’assoluta convinzione di non fare cose turche. Volevo solo rilassarmi in compagnia della mia splendida famiglia, senza dover diventare per forza una porca affamata di sesso. Purtroppo, come spesso accade e quando meno te lo aspetti, ti capitano le cose più belle.
Tolsi il copricostume con gli occhi di parecchi maschietti puntati sul mio spogliarello. Compiaciuta di avere un pubblico mi cimentati in mosse e movimenti da spogliarellista navigata. Accomodai il reggiseno spostando ripetutamente i due miseri triangolini che dovevano coprire le mie tettone. Per un paio di volte mi preoccupai di far scivolare fuori i capezzoli, mostrando ai miei spettatori quanto paffuti ed invitanti fossero. Feci altrettanto con le mutandine, accomodandole in maniera che il triangolino copripassera fosse il più basso possibile ed impedendogli così di occulatare del tutto il ciuffetto di peli che, se ritraevo leggermente gli addominali, usciva sbarazzino dalla stoffa bianca del costume. Guardando di sottecchi la mia platea puntai gli occhi su chi si sarebbe goduto lo spettacolo completo. Due ragazzi giovanissimi, sui vent’anni, accompagnati da una sbarbina un po’ in soprappeso, ma degna di nota, mi stavano sbranando con gli occhi. I loro giovani ed atletici fisici mi convinsero che sarebbero stati i fortunati spettatori del mio show erotico. Mi sedetti sulla sdraio e spalancai le gambe. Sapevo che con quel movimento avrei permesso al perizoma di infilarsi spudoratamente in mezzo alle labbra della mia fica che, senza deludermi, cominciava già a bagnarsi. Agevolai tale fenomeno cominciando a cospargermi di olio solare. Adoro questo tipo di abbronzante, perché rimane lucido e mette in risalto le curve con il suo gioco di riflessi.
Mi cosparsi le cosce facendo molta attenzione al loro interno. Mi guardavo mentre con le mie manine sfioravo la passera. Vedevo due grandi labbra che, gonfie ed eccitate, sporgevano spudorate dai lati del mio costume. Non riuscii ad impedirmi di eccitarmi. Chi mi guardava poteva vedere quasi completamente la mia fica. Lo stretto cordoncino di materiale sintetico che copriva a fatica le il mio grilletto voglioso e le mie piccole labbra, non faceva altro che accentuare l’erotismo della situazione. Compiaciuta da tale circostanza mi dedicai alle tette. Slacciai lentamente il reggiseno e poi, con un movimento da vera troia, liberai le mie gemelle. Loro, forti del silicone che le sostiene, non si mossero neppure e sfoggiarono senza vergogna un’enorme mole. Mentre appoggiavo il reggiseno alla sdraio mi sforzai di farle ballonzolare vistosamente poi, una volta cosparse di olio, mi dedicai alla stesura di quest’ultimo. Le accarezzavo dolcemente, mi titillavo i capezzoli ed una volta raggiunto l’obbiettivo di catturare completamente l’attenzione, mi distesi sulla sdraio a gambe aperte.
Facevo finta di dormire, ma tenevo sott’occhio i movimenti dei miei due giovanissimi ammiratori. Non passò molto tempo prima che un pallone da pallavolo si infilasse sotto il mio lettino. Mi alzai di scatto fingendomi scocciata. Nel breve lasso di tempo concessomi per abbronzarmi, mi ero preoccupata di sciogliere uno dei due laccetti laterali degli slip di quel tanto da permettermi, una volta seduta, di mostrare un’ampia apertura sul mio monte di Venere. Con fare seccato eseguii la manovra che tanto avevo desiderato. Recuperai la palla e la consegnai al ragazzo che, molto celermente, si era avvicinato per recuperarla.
Mi chiese un paio di volte perdono, ma con la scusa di promettermi che non sarebbe più successo, si trattenne al mio capezzale per un bel po’. Cominciò con il chiedermi da dove venissi, parlò del tempo atmosferico particolarmente benevolo, mi spiegò di essere in vacanza con la propria ragazza ed un amico il quale, all’ultimo momento, si era mollato con la propria compagna; tutto questo con il suo sguardo perennemente puntato sui miei capezzoli lucidi di crema e sul ciuffetto di peli che usciva da mio costume, mentre io continuavo ad aprire e chiudere le gambe per dare un po’ di pepe a quell’immagine. Non riuscii a parlargli più di tanto perché Carlo tornò dal mare poco dopo. Mentre il giovane si allontanava lui, mio marito, con tono falsamente scocciato mi riprese:
" Vedo che ti sei data da fare!"
"Lascia stare!" Gli risposi in modo scocciato. "E’ troppo giovane!"
Mentre i miei bambini si divertivano a giocare con la sabbia, Carlo si avvicinò e furtivamente mi infilò un dito in mezzo alle gambe trovandomi completamente bagnata.
" Però ti sei eccitata!". Esclamò a denti stretti.
" Si!" Ammisi io innocentemente.
Quella sera mi prese in modo sublime. Mi scopò come solo lui sa fare e prima di venire mi infilò il suo grosso cazzo nel culo. Mentre gemevo come una zoccola in calore mi sorprese chiedendomi:
"Non ti piacerebbe farti scopare da quei due giovanotti della spiaggia?"
Venni in modo smodato al pensiero di quei due cazzi inesperti ed alle prese con i miei due buchi ultra collaudati. Ma mentii spudoratamente dichiarando: " Non voglio complicazioni… lascia perdere!"
Quella frase non fece altro che aumentare l’eccitazione di Carlo portandolo ad ordinarmi di mettermi in posa per delle fotografie.
Senza discutere accettai. Mi feci fotografare in posizioni da vera troia, dove non mi vergognavo a mostrarmi in pose oscene. Ormai conoscevo mio marito. Sapevo che quelle foto sarebbero state viste da molte persone oltre a lui, ma questo non mi disturbava, anzi, mi eccitava a dismisura.
Capii che Carlo voleva vedermi alle prese con un altro cazzo. Non avevo ancora inquadrato la situazione, ma capii che quelle vacanze sarebbero state molto appaganti.
Mentre lui mi veniva dentro chiedendomi di confermargli il mio desiderio di essere presa da quei giovani ragazzi appena conosciuti in spiaggia, io venni come una fontana pensando proprio a quello, ma sadicamente gli risposi che non era un mio desiderio e questo, con mia immensa sorpresa, aumentò il suo piacere.
Il mattino dopo ci recammo in spiaggia senza fare un minimo accenno alle nostre fantasie. Avevo capito che mio marito si eccitava nel pensarmi porca, ma poco consenziente. La conferma di ciò la ebbi nel momento in cui lo vidi prendere confidenza con i due giovani ragazzi. Dopo meno di un’ora lo scorsi mostrare loro le foto che mi aveva scattato la notte prima e che mi vedevano immortalata ed alle prese con una grossa zucchina infilata nel di dietro.
Per tutto il giorno mi ritrovai con due giovani stalloni eccitati che giravano attorno alla mia sdraio. Sotto i loro boxer notavo due erezioni da favola e feci di tutto per mantenere quei due uccelloni duri mostrando di tanto in tanto ciò che volevano vedere e sicuramente, conoscendo mio marito, prendere, in una maniera o nell’altra.
Quella sera entrai in camera e trovai Carlo già completamente nudo sul letto ed intento a mostrarmi una potente erezione. Notai subito che c’era qualcosa di strano nell’aria, ma quella situazione mi intrigava e feci la gnorri. Finsi di non notare che la finestra della camera era spalancata e la pesante tenda, che di solito lasciavamo sciolta davanti ai vetri, era raccolta di lato. Cominciai a spogliarmi in modo sensuale improvvisando uno spogliarello. La finestra era alle mie spalle, ma capii benissimo che qualcuno mi stava spiando, perché vedevo lo sguardo di mio marito fuggire ogni tanto dalle mie curve. Mi eccitai da morire. Carlo era riuscito a creare una situazione erotica degna di nota. Lui pensava che non avessi capito e questo lo eccitava a dismisura ed io mi bagnai nel rendermi conto che stavo per essere spiata mentre mi accingevo a farmi scopare.
Tolsi il perizoma piegandomi il più possibile per mostrare i miei buchi. Sentivo gli umori uscire dalle mie grandi labbra e bagnarmi completamente la fica. Saltai sul letto mettendomi alla pecorina e con un sorriso presi in bocca la cappella di mio marito. Cominciai a menargli il bastone mentre con la lingua mi gustavo la sua cupola di carne viola. Immaginavo i miei spettatori con il loro uccello in mano, intenti a menarselo mentre mi spiavano dalla finestra. Infilai una mano sotto la pancia e raggiunsi con due dita il mio buco e cominciai a penetrarmi furiosamente. Fra un gemito e l’altro Carlo riuscì a chiedermi di dichiarare quanto mi sarebbe piaciuto farmi scopare dai due ragazzi della spiaggia ed io colsi la palla al balzo lasciandomi andare con la fantasia. Mi infilai il suo cazzo nel culo e a smorzacandela gli rivelai i miei desideri. Gli confessai che avrei voluto quei due membri in tutti i buchi ed avrei desiderato farmi schizzare in faccia il loro giovane sperma. Gli spiegai nei minimi particolari come avrei leccato quelle due aste e come mi sarei messa per farmi penetrare contemporaneamente da due maschioni mentre, a lui, avrei fatto un bel pompino. Riuscii a farlo sborrare quando, al culmine della mia perversa fantasia, gli dissi che avrei voluto vederlo scoparsi la ragazzina, mentre io l’avrei spiato dalla finestra. Il suo getto bollente mi riempì l’intestino. Non l’avevo mai visto godere così intensamente ed io lo feci con lui.
Dopo dieci minuti, mentre ci scambiavamo alcune coccole, sadicamente gli rivelai che la mia era solo una fantasia e non volevo assolutamente fosse realizzata. Lui si lamentò parecchio, ma io fui intransigente e gli dissi di non volere complicazioni. Pensavo l’esatto contrario, ma volevo reggergli il gioco procurandogli quello stato di frustrazione che lo rendeva tanto ardito ed eccitante.
Il giorno dopo, per quasi tutta la mattina, mio marito sparì insieme ai due stalloni. Non chiesi tante spiegazioni, poiché immaginavo che si stessero organizzando per farmi capitolare. Sfruttai l’occasione per prendere confidenza con la ragazzina e mostrandomi molto comprensiva, nonché accomodante, la circuii fino al punto di capire che anche lei, la sera prima, mi aveva spiata dalla finestra. La portai lentamente su discorsi piccanti raccontandole le gioie del sesso a tre. Le confidai le mie esperienze invitandola a non farsi scappare l’occasione di farsi prendere da due uomini insieme. Lei all’inizio sembrava sconvolta poi, mentre le raccontavo lussuriosi particolari, si sciolse fino al punto di bagnare le mutandine del costume. In meno di due ore avevo convinto una timida teenager a diventare una zoccola. Sapevo che questo gioco avrebbe favorito, in una maniera o nell’altra, i programmi di mio marito. Lui tornò tutto soddisfatto rivelandomi che per quella sera aveva organizzato un falò in spiaggia con tanto di carne cotta alla brace e birra a volontà. I bambini sarebbero stati seguiti da un’animatrice del villaggio e ci avrebbero atteso a casa in sua compagnia. Mi dimostrai entusiasta per la splendida idea e mi bagnai come una scolaretta al pensiero di cosa sarebbe potuto succedere a quel party. Scoprii che uno dei ragazzi era della zona ed un suo parente gli avrebbe concesso di usare la propria spiaggetta privata situata a pochi chilometri dal nostro villaggio. Non chiesi ulteriori spiegazioni anche se sarebbe stato molto meglio farlo.
Giungemmo in uno splendido luogo isolato. Quando io e mio marito arrivammo sulla piccola spiaggia trovammo i due ragazzi e Silvia, la ragazzina, già intenti a darsi da fare con la griglia.
" Siamo solo noi?" Chiesi con tono falsamente sorpreso.
"Certo!" Esclamò Carlo mentre apriva una birra e cominciava quella che sarebbe stata una sbornia colossale. Pur essendo le nove di sera era un caldo asfissiante ed io mi misi subito in costume. Tenni il reggiseno per darmi un minimo di contegno anche se, arrivata a quel punto mi sarei tolta tutto e lì, in piedi, completamente nuda e con la fica spalancata, avrei pregato quei tre maschi di saltarmi addosso. Il risveglio del mio demone era stato devastante. A quella situazione non mancava niente per potersi trasformare in un’orgia lussuriosa. La birra cominciò a scorrere a fiumi ed in poco tempo eravamo tutti brilli ed improvvisamente disinibiti. Quello che mi fece partire completamente fu, inaspettatamente, proprio la ragazzina. Lei aveva indossato un perizoma intimo praticamente trasparente ed una canottiera larghissima che non riusciva a nascondere le sue sode tettine. La vidi avvicinarsi ai due ragazzi davanti al fuoco e lasciarsi andare a delle focose effusioni con entrambi. Complice l’alcool, quella sgualdrina si fece infilare la lingua in bocca da tutti e due e quello che più mi sconvolse fu il fatto di vedere il suo ragazzo per niente infastidito da tale situazione. Vidi mani infilarsi sotto il perizoma e capezzoli saltar fuori dalla canottiera per essere furtivamente baciati da due bocche diverse. Ridevano sguaiatamente, ma erano veramente eccitati. I costumi dei ragazzi si erano gonfiati come non avevo mai visto e seppur brilla, vidi chiaramente una cappella grossissima saltar fuori di lato per un attimo e ricevere due colpetti di sega furtivi. L’immagine di quel glande gonfio ed eccitato mi portò ad emettere un gemito. Mio marito mi guardava estasiato. Vedeva quanto mi stavo eccitando ed il suo pacco era diventato enorme. Mugolai ancora quando uno dei due giovani si portò un enorme wurstel all’altezza della patta e prima di gettarlo sulla griglia invitò silvia a condirlo. Lei non ci pensò due volte ed inginocchiandosi sulla sabbia cominciò a fare un favoloso pompino a quel salsicciotto crudo rivolgendo spudoratamente il suo sguardo nella mia direzione. Stavo per chiedere a Carlo di portarmi dietro la macchina e darmi un propedeutico colpetto, quando arrivò sulla spiaggia un signore sulla sessantina. Cercai di darmi un po’ di decoro sistemandomi il reggiseno e chiudendo le gambe per occultare le mie mutandine completamente fradice. Salutò mio marito sorridendo poi, parlando un dialetto incomprensibile, scherzò con quello che reputai suo nipote. Era un bellissimo uomo dal fisico atletico ed i capelli bianchissimi. Un tipo alla Sean Connery, tanto per capirci. Mi sbranò con gli occhi e mentre lo faceva lo sentii ricordare a mio marito il pagamento del debito per l’affitto della spiaggetta. Lui confermò con un sorriso sornione e l’uomo se ne andò da dove era venuto. Con la fica in fiamme fui chiamata al tavolo per la cena. Il tutto fu condito da una quantità spropositata di birra ed il suo subdolo effetto si fece sentire poco dopo. Silvia, con la scusa di avere molto caldo, in un baleno si tolse la canottiera rimanendo con le tette al vento. Era seduta fra il suo ragazzo e mio marito e con una scusa o l’altra non si risparmiava in eccitantissimi strusciamenti su entrambi. Vedevo le sue manine sparire ogni tanto sotto la tavola, a destra o a sinistra indifferentemente e con il solo obbiettivo di toccare qualcosa di duro. Le sue tette, che ballonzolavano impunemente davanti a noi, sortirono l’effetto di eccitarci come degli animali. Quella sgualdrinella, in meno di dieci minuti, mi dimostrò quanto fossero stati ascoltati i miei consigli. Si cimentò in morsi a costicine di maiale effettuati in tandem, mentre mi faceva vedere una delle sue mani muoversi ritmicamente sotto il bordo della tovaglia in un movimento che non lasciava dubbi. Vidi la testa di mio marito sparire per un attimo sotto la tavola e tornare dopo pochi attimi, fra le risate di tutti, con il perizoma della sbarbina stretto fra i denti. Non potevo crederci! Alzai la tovaglia e sbirciai sotto. Lei era completamente nuda, seduta su una panchina e con le gambe spalancate. Vidi le sue labbra gonfie e depilate alle prese con le dita di due uomini affamati. Si faceva penetrare a turno dal suo ragazzo e da mio marito e come a volermi sfidare, abbassò le sue braccia e con un movimento esperto cominciò a segare quei due grossi cazzi che improvvisamente erano saltati fuori dai costumi. Non riuscii a trattenermi oltre e ridendo mi tolsi il reggiseno facendo esplodere sul tavolo le mie enormi boe.
" Vuoi un po’ di salsa sulla carne?" Chiesi ridendo alla ragazzina.
Non le diedi il tempo di rispondere, presi il tubetto ed alzandomi con il culo dalla panchina raggiunsi il suo petto spruzzandole il Ketchup su entrambe le tette. Dopo un attimo di sorpresa i due maschi che aveva dalle parti si fiondarono sui suoi capezzoli leccandoli voluttuosamente.
Non ebbi il tempo di desiderarlo perché, tornando a sedermi, trovai una mano a cucchiaino intenta ad aspettare le mie labbra fradice ed aperte. Sentire quelle dita che cercavano di frugare nel mio intimo mi portò a perdere ogni inibizione. Mi sollevai leggermente per permette a quella mano di fare ciò che voleva e mentre guardavo mio marito leccare una tetta di una ragazzina poco più che maggiorenne, allungai una mano sulla patta del mio molestatore. Lui ci mise un attimo a togliermi le mutandine del costume lasciandomi completamente nuda ed io altrettanto velocemente tirai fuori dai suoi boxer un cazzo da favola. Provò a sditalinarmi, ma io fui più brava. In meno di dieci secondi di menate lo portai all’orgasmo.
" Guarda!!" Urlai a mio marito, mentre era intento ad intrufolare la sua mano dentro la fica della sbarbina. Lui alzò lo sguardo nello stesso istante in cui un potente fiotto di sborra saltava fuori dalla cappella del suo complice. Lo menai quasi con rabbia e dopo avergli permesso di imbrattare la tavola con il suo sperma, mi calai sulla sua clava infilandomela fino in fondo alla gola. Da quel momento in poi successe il finimondo. Pur essendo ubriaca ricordo che il mio amante si lasciò cadere a terra ed io, pur di non perdere la presa sul suo enorme uccello intento a riempirmi la bocca, dovetti seguirlo e mettermi alla pecorina con le ginocchia affondate nella sabbia. Rimasi in quella posizione sperando che uno di quei tre enormi cazzi, uno a caso, si infilasse in uno dei miei buchi. Per fortuna mio marito fu lesto nelle decisioni ed accompagnò il ragazzo di Silvia fino al cospetto del mio culo. Con un gemito il ragazzo mi impuntò il suo membro sull’ano e senza sforzo mi penetrò completamente con un unico e preciso colpo. Con un cazzo nel culo non potevo che mettermi ad urlare e lo feci impunemente. Dichiarai al mondo intero il mio godimento e chiesi sguaiatamente di essere presa anche nell’altro nido. Fu il ragazzo che avevo appena spompinato a rispondere all’appello. Forte della sua giovane età recuperò in baleno le forze ed infilandosi sotto di me mi propinò il suo membro durissimo dentro il buco della fica. Mi ritrovai a smorzacandela su un cazzo enorme e con quello del suo intimo amico intento a violarmi il culo. Sentivo mani, lingue ed uccelli toccare tutti i miei punti più sensibili e portarmi in un batter d’occhio sul baratro del piacere. L’orgasmo vero e proprio lo raggiunsi nel momento in cui vidi Silvia cadere sulle proprie ginocchia di fronte a me e mentre mi metteva la lingua in bocca, scorgere Carlo faticare non poco per violarle il retto. Il primo affondo di mio marito la fece urlare di dolore poi, mentre le leccavo la lingua e le strizzavo un capezzolo, cominciò a godere urlando tutto il suo piacere. I tre stalloni vennero quasi simultaneamente riempiendoci di caldo e viscido sperma. Io feci il pieno nel mio utero e nel mio retto, Silvia dovette fare i conti con una delle potenti eiaculazioni di mio marito. Lo vidi afferrarle le creste iliache ed esplodere urlando dentro al suo giovane culo. Sinceramente non ricordo più quanti pompini, cazzi in culo e pecorine feci quella sera. Mi ricordo solo un estremo godimento datomi da tre uomini a turno. Però, mi ricordo perfettamente quando, grondante di seme maschile da tutti i buchi, chiesi dov’era il bagno. Mi fu risposto di entrare tranquillamente nella villetta dello zio e cercare la stanza. Indossai solo il vestitino bianco che avevo messo per recarmi a quella serata, senza preoccuparmi del fatto che fosse completamente trasparente e che il suo gioco di vedo non vedo accentuasse l’eroticità delle mie forme. Entrai in casa barcollando e mi misi a cercare la toilette. Purtroppo ero decisamente ubriaca ed esausta, inciampai in un gradino e finii a terra di faccia. Cercai di rialzarmi passando da una posizione orizzontale a quella molto pericolosa della pecorina. Il vestito, complici il sudore e lo sperma che avevo sulla pelle, si era appiccicato al mio culo diventando, così, uno dei più erotici spettacoli che una donna possa proporre. Sono convinta che il sottilissimo tessuto bianco del mio vestitino era diventato una splendida finestra semi aperta su un culo ed una fica da favola. Quella trasparenza avrebbe eccitato chiunque ed infatti, senza che me ne rendessi conto, mi ritrovai con qualcuno che da dietro spingeva il suo randello dentro le mie labbra irritate dal troppo uso. Avrei voluto lamentarmi, ma quel cazzo era veramente divino. Pensavo che uno dei miei tre amanti, abbandonati sulla spiaggia, si fosse preso la briga di venire a farmi vedere come trovare il bagno ed invece una profonda voce maschile, propria di un maschio anziano, mi sconvolse. Con un gemito di piacere il mio violentatore esclamò: " Troia! Che culo che hai! Tuo marito aveva ragione…non potevo chiedere di meglio per il pagamento dell’affitto della spiaggia! "
Mi girai costernata e vidi lo “zio” intento a pomparmi con forza fino in fondo alla mia fica. Non riuscii a lamentarmi, anzi, cominciando ad assecondare i suoi affondi, mentre venivo scopata sul pavimento di una casa sconosciuta, lo invitai a dirmi quanto gli piacessi e che tutto quello che mio marito gli aveva promesso io l’avrei fatto. Mi riempì la passera di sperma urlando come un animale poi, per niente intenzionato a mollare l’osso, si prodigò in carezze e massaggi estasianti fino a quando, imperiosamente, il suo anziano batacchio riprese vigore. Come un’umile serva gli chiesi cosa volesse e lui, con un sorriso sornione sul viso, mi ordinò di spalancargli il buco del culo. Lo feci senza discutere e lui, prima di sodomizzarmi, si incantò a guardare quella donna che, messa a carponi, gli stava mostrando le sue splendide “vergogne”. Mi impalò in modo celestiale. Godevo nel pensare a quel membro che stava mescolando il suo sperma a quello di altri tre uomini venuti poco prima dentro il mio intimo. Mi accontentò sborrando e contorcendosi come se fosse stato preso da un raptus. Le ultime gocce del suo seme me le scaricò in bocca pretendendo un pompino che non gli negai. Mentre mi teneva per i capelli e mi guidava nei movimenti, mi confessò di essere disposto a pagare per avere di nuovo un incontro con me. Mi scandalizzai, ma mentre uscivo dalla casa gli diedi il mio numero di cellulare segreto. A quel numero, nel momento in cui sto scrivendo questo racconto, sono arrivate una decina di chiamate alle quali stò seriamente pensando di rispondere.
Tornai in spiaggia e trovai Silvia infilzata a smorzacandela sul mio Carlo, mentre nel culo aveva l’amico del suo ragazzo che stantuffava come una locomotiva a vapore. Non ci pensai due volte e con un veloce movimento mi sedetti sulla faccia di mio marito. Lo obbligai a leccare i frutti del dazio che mi aveva obbligato a remunerare per vivere quella splendida serata.
Tornammo al campeggio esausti. Carlo, durante il viaggio di ritorno, mi chiese se avessi avuto qualche problema ed io, maliziosamente, gli risposi: " Tranquillo! Ho provveduto io al pagamento del debito!"
Il giorno dopo partimmo per tornare a casa nostra. Salutammo i nostri compagni di avventura senza lasciarci andare ad inutili smancerie. Sono sicura che mio marito è rimasto in contatto con loro e che presto avrò nuove notizie ed avventure, ma voglio continuare a fare la gnorri e godermi le malsane invenzioni del mio coniuge e non esito a confessarvi che con una scusa, magari uno dei prossimi giorni, mi recherò a fare un’altra capatina in quella splendida spiaggia dove ci sarà uno splendido uomo maturo ad attendermi
Ciao e…alla prossima! Votatemi e continuerò a tenervi aggiornati!
Asia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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