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Gli Aquiloni


di donna2
16.06.2023    |    363    |    3 9.6
"Con le gambe alte, tenute ferme dall'amico, son talmente contratta che l'ano si presenta ancor più stretto del previsto..."


GLI AQUILONI.

Che bella serata ho vissuto lo scorso aprile a Cervia ed è il racconto di questa avventura l'argomento di questa storia.
Eravamo giunti lì in mattinata e andammo subito in spiaggia, io ed il mio amico accompagnatore . C'era un bel sole, con vento non freddo, idoneo a far volare gli aquiloni, cui l'amico era particolarmente interessato. Erano appena le 10:00 e sulla spiaggia c'era tutto un trambusto tra gente venuta da ogni parte, alle prese con i loro deltaplani. L'amico mi aveva lasciata da sola ed io, mentre guardavo il daffare cui erano tutti impegnati, ho aperto A69 ed ho visto che Edo, il tipo con cui ero in contatto già da tempo, era on line.
Gli ho sparato un messaggio, cui lui ha risposto:
"Ok, ci siamo, io e due amici, pronti a tutto, sia a tua completa disposizione". "Bene" è stata la mia risposta. Gli fornisco informazioni sul lido in cui ci troviamo io e Bru, l'amico, sottolineando:
"Allora ci vediamo, ci conosciamo e, se ok, trascorreremo insieme la serata". Mi risponde: "Ok, ma se non ti spiace, arriveremo per le 16:00, prima non sarà possibile".
"Va benissimo per le 16:00 - dico in rimando - Ci troverete qua, ma sarà indispensabile scambiarci il numero di cellulare".
Tre minuti dopo, siamo forniti io del suo e lui del mio numero. Intanto tutto liscio col mio Bru: ci godiamo il sole, verso la mezza, piadina per me e piadipizza per lui. Poi puntatina in camera per funzioni fisiologiche e, visto che il manganello era ben eretto e svettante, gli ho dato una bella ciucciata, mentre la "patata" ha ricevuto una buona schakerata, con colata finale di crema in gola, per entrambi, a mo' di digestivo.
Verso le 15:00, siam tornati al lido Fiore ad attendere e, mentre Bru giocava con gli aquiloni acrobatici, provo a chiamare Edo.
Mi dice che stanno parcheggiando e, max 10 minuti, saranno lì.
Infatti, dopo un po', vengo raggiunta da tre maschi normalissimi, ma non di quelli che butteresti via: presenza normale, longilinei, altezza media, con indosso due in pinocchietto ed uno in jeans. Data la bella giornata sono in maglietta a maniche corte, che delineava il loro torso nudo: avevano un corpo ancora ben tenuto, nonostante la loro età, dichiarata intorno ai 45/50 anni, due sposati ed uno separato. Si chiacchiera un po', intanto che Bru si diletta con l'aquilone; Edo appoggia la mano alla coscia ed io, di rimando:
"Ragazzi, quì in spiaggia, coi bimbi, mamme e nonni...? Tenete le mani a posto, non dico di no, ma forse è meglio riservare il tutto per stasera, visto che mi intrigate davvero tanto".
Ciò detto, i due sposati decidono, per non dare nell'occhio, di farsi una passeggiata e ci diamo appuntamento per le 19:00, per andare a cena, previa presentazione di Edo a Bru. Mi lascio convincere ad andar al bar della spiaggia per uno Spritz..
Chiacchieriamo del più e del meno, ma sempre con riferimento al sesso. Le mani, quando se ne ha la possibilità, scivolano sulle gambe ed arrivano sino al costume e, anche senza giungere a diretto contatto con la micetta, lo sfregolio fa sì che si bagni non poco e, essendo lo slip di un color celeste acqua di mare, è possibile notare l'alone che si era creato.
Fattasi l'ora di abbandonare la spiaggia, ci diamo appuntamento al ristorante scelto da Edo: si tratta di un locale carino, non troppo in vista, con clientela variegata, ma non eccessiva, visto che si era in una giornata infrasettimanale, di giovedì.
Mentre si fa cena, io accanto ad Edo e loro all'altro capo del tavolo, si parla, ci si tocca, ho un piedino che mi stuzzica molto, mentre Bru, a capo tavola, osserva divertito ogni cosa, mi provoca con frasi piccanti, per non dire oscene
Faccio due giri in bagno, per verificare la consistenza degli attrezzi che avrò a disposizione: Edo, insomma, molto insomma, il secondo, insomma, ma il terzo, ecco la sorpresa: una verga di notevoli dimensioni e dir "notevoli" significa sminuirlo. Bello eretto, curvo, con una cappella a punta più larga del tronco. Non ce l'ho fatta: una ciucciata dovevo dargliela per cui mi inchino e mi lascio perquisire il culo; mi vengono i brividi, mi appoggio alla tazza del cesso ed ho subito chiaro il suo intento: quello si schizza un paio di spruzzi di sapone sulle dita e se le spalma sulla cappella; mi si accosta e mi strofina quella delizia fra fica e buco del culo. Spinge forte ed io, non potendo urlare, mi tappo la bocca, mentre quello, felice di essermi entrato tutto dentro, si ferma, godendosi il caldo del retto che stenta a dilatarsi. Poi, con calma, esce e mi dice:
“A dopo, tesoro; finirò il trattamento dopo, a letto... “
Rientriamo in sala, ognuno per conto suo; appena mi siedo, sento una fitta all'ano: madonna, mi ha proprio aperta per bene e che fitte, ragazzi!
Il rossore che ho in volto la dice lunga e a Bru non sfugge, perché è pronto a regalarmi l'apprezzamento che adoro:
"Troia, sei già fatta: vero?" chiaramente con voce contenuta, per l'opportuno riserbo. Annuisco con un cenno della testa:
"Ho voluto provare la consistenza di ciò con cui dovrò battagliare più tardi.... e posso dire che è ben sistemato".
Intanto Edo mi palpa ed arriva alla fica senza farsi notare:
"Dal bagnato che esento, direi che l'amico ti ha trattato bene" al che io gli dico "Sciocco, ha provato la porta di servizio, che, essendo un po' chiusa, ha dovuto forzarla di brutto".
Son seguiti commenti osceni e complimenti all'amico, il quale promette che dopo mi farà un servizio con i fiocchi, in modo da farmelo ricordare per bene.
Alle 21:30, siamo tutti sazi ed allegri, non alticci, almeno loro, e si parte.
Io sono sulla loro auto, con uno di loro e Edo, e dietro, Bru, con la nostra ed il terzo amico dotato. In dieci minuti, siamo nei pressi del cottage affittato da Edo e vi entriamo. Intanto chiamo Bru al cellulare e gli comunico che, se non gli spiace, dovrebbe lasciare con noi il terzo: sarei stata da sola con i due e l'amico Edo, per poi ripassare a prendermi dopo la mezzanotte, forse verso l'una. Mi manda un bacio e un: "divertiti, ci vediamo all'una".
Una volta tutti riuntiti, entriamo e non perdiamo tempo: la gonna scivola a terra insieme alla giacca, mentre uno mi limona voracemente; con garbo mi viene tolta anche la camicia, sfilata senza che me ne accorga; sotto, di solito, in queste occasioni, non porto mai nulla, proprio per non perder tempo. Sempre limonando, arriviamo nella camera da letto. Troviamo delle lenzuola fresche di pulito, che evidentemente erano state messe appositamente da loro; mi accolgono, fanno per levarmi le scarpe, ma Edo:
"No lasciategliele... La zoccola è più bella con le scarpe. Guardate che figa pulita, liscia... " dice questo mentre mi allarga le gambe, per far ammirare agli altri lo spettacolo delle mie intimità. Mi alza le gambe e contempla il forellino posteriore, che reca i segni di poco prima: l'amico mi aveva penetrato con tanta vigoria da far rompere qualche capillare:
"Guarda che lavoro... glielo hai rotto per bene... "
"Aspetta dopo, quello e mio.... vero?" mi disse guardandomi negli occhi, mentre gli accarezzavo le palle.
"Sì, ti aspetta, fagli sentire chi sei........" ed intanto me lo ciuccio avidamente.
Qualcuno inizia a leccarmi la fica, permettendo ai miei umori di sgorgare ed inumidire il tutto.... sento delle dita che scorrono su e giù... solleticano il culo.... ma blocco la mano e, staccatami da quella cappella, ormai di marmo:
"Nooo, vi prego, quello è proprietà privata: mi deve esser completato il lavoro" Edo ubbidisce e, alzatosi mi solletica la fica con la punta del suo membro, sinché decide di entrare, spingendo forte e non trovando resistenza, arriva deciso sino a sbattere sull'utero.
Un "Uuuuhhhhmmmmm" mi scappa mentre succhio, mi allargo più che posso per accogliere anche le palle.. Edo inizia ad uscire pian piano sin che la punta è sul bordo e, poi, giù più forte.
Appena tocca il fondo, mi parte il primo schizzo e lui, gratificato, mi sussurra all'orecchio:
"Stai godendo, troia, tié, tié, tié!" mi penetra, mi tromba forte, per provocarmi altri schizzi di squirt. L'amico, su suggerimento di Edo, mi apre la fica più che può, per permettergli di entrare quanto più profondo possibile.
Il tempo che resta lì a scoparmi è infinito, come le schizzate che gli regalo,
sinché sento l'accelerare dei colpi, la pancia che duole per i colpi subiti e, con una botta finale, che mi fa sobbalzare, quasi a rischiare di mordere la cappella che ho in bocca, si blocca e mi inonda della sua sborra: mi riempie la vagina sino all'ultima goccia...
Calmatosi, se ne esce e mi presenta la cappella con le ultime gocce ancora presenti sul meato. E' al quel punto che il dotato prende posto: mi alza le gambe al seno, fa colare un po' di saliva sul buco e dicendo all'amico:
"Mettiglielo in bocca, cosi ti pulisce per bene e starà zitta", me lo appoggia .... Neanche il tempo di realizzare e spinge ancora più forte, rispetto al ristorante. Con le gambe alte, tenute ferme dall'amico, son talmente contratta che l'ano si presenta ancor più stretto del previsto.
Entra ed avverto un dolore lancinante; la cappella sembra esser fatta di ferro rovente e, nel farsi strada con violenza tra le mucose, sin che le palle arrivano in fondo, pochi secondi per riprendersi, e si tira indietro per rientrare.. una .... due ... tre... ecc., finché, sistemarsi all'interno, diventa una cosa normale: l'attrito tra le pareti è ormai nullo; uno mi regge la gamba sinistra, Edo la destra, ed entrambi mi tengono ben divaricata, mentre lui continua a martellare, ripetendo continuamente:
"Troia, ti sfondo tutta...! Troia, ti ridurrò il culo ad una caverna....!” ecc. ecc....
Una interminabile inculata che mi ha portato al settimo cielo. Gli squirt che gli ho spruzzato sulla pancia non si contavano più; avevo un lago sotto il culo, per le molte pisciate che gli ho elargito, mentre lui, col gli ultimi colpi, quasi a voler rimarcare che non avrebbe più dovuto richiudersi, mi viene nelle viscere. Quando si estrae da lì, sono sfinita, ma c'era ancora il terzo che non era venuto. Gli faccio segno di avvicinarsi, lui ottempera, mi sale su e, senza chiedermi il permesso, mi penetra anche lui nel culo.
"Accidenti che largo che è! Quasi non avverto il canale..." ma ci dà dentro pure lui e, forse per la carica di prima e dello spettacolo cui ha assistito, in un breve lasso di tempo, anche lui va ad aggiungere la sua crema nel mio culo.
Edo, estasiato dallo spettacolo, ha ripreso turgore:
"Troia, girati a pecora: ora tocca a me farti 'sta caverna". Mi metto tre cuscini sotto la pancia e mi posiziono a gambe aperte.
Edo entra dentro quasi fosse un treno in galleria..
Mi prende per i fianchi e mi penetra, quasi volesse uscirmi dalla bocca. Nonostante la precedente venuta, lo sento duro e rigido: la mia è una sensazione di estasi totale, ormai anche il cuscino è bagnato e, mentre lo mordo per resistere senza urlare, lui mi inonda del suo turpiloquio, sinché io mollo ed inizio ad incitarlo a chiavarmi più forte:
"Sfondami - gli dico, poi urlo che sto per godere e voglio che lo faccia anche lui - dai, godi anche tu, arrivooo, sììììììì”.
C'e un attimo in cui vorrei che smettesse, ma lui, forse per la foga di tirarlo fuori e rimetterlo dentro, sbaglia buco ed entra in fica. Il colpo sull'utero, mi fa esplodere: " ancoooooorraaaa sììììììììììì" e lui ancora a darci dentro più forte.
Ormai non controllo più la voce: sto urlando che godo. Poi vengo mollata e fatta girare, i cuscini volano e mi trovo il dotato a fianco.
"Impalati, troia, salimi sopra!"
"Ma è troppo lungo, mi laceri, dentro " gli dico in un momento di lucidità.
"Sali e vedrai che lavoretto ti faccio". Con calma salgo su e me lo imbocco alla fica; faccio per scendere ma lui me lo spinge tutto dentro: quando il cazzo tocca il fondo vedo davvero le stelle..
"Ecco ora sei mia: sta ferma!" Mentre mi abbraccia, mi tira a sé per limonarmi
Edo, da dietro, col cazzo durissimo, mi entra violentemente e, per reazione, quasi gli mordo la lingua. Con loro due dentro che mi dilaniano, sbarello di brutto, mentre lo stomaco si contorce dalla voglia.
"Fate piano, mi state sfondando per davvero, non vorrei finir in ospedale, dilatatemi pure ma con delicatezza".
"Dai, che stai godendo, troia! Non è ciò che volevi, ritrovarti con figa e culo sfondati?" Per un tempo interminabile, a turno, si muovevano dentro di me, sinché, prima Edo poi il dotato, mi vennero dentro fica e culo. poi mentre il dotato continuava a starmi dentro davanti, il terzo ne approfitto del buco libero e si fece un secondo giro dietro..
" Ecco, ora sì che va bene: con te davanti e lui dietro, vi sento al meglio".
" Certo, vaccona, siamo qui per farti godere, che credi?"
Venuto per la seconda volta pure il terzo, ed effettuata una bella pulizia al dotato, pur barcollando, son andata in bagno a lavarmi la faccia; stavo per docciarmi, quando Edo arriva e, con decisione, mi ficca un plug nel culo.
"Questo è per te! Tienilo finché non sarai in stanza, per toglierlo davanti a Bru".
Stringendo le chiappe, lo guardo e ci limoniamo come due amanti, che da tanto non si vedevano.
"Grazie per la serata: mi avete distrutta alla grande"....
“Cara, ma era questo che desideravi? Forse ho mal interpretato i tuoi desiderata?”
Mentre lo limono per nn rispondere in maniera affermativa, guardo l'ora: è mezzanotte e mezza, prendo il cellulare dalla borsa e chiamo Bru.....
"Puoi venire a prendermi (breve pausa); si vieni a prendermi, poi, da noi, ti spiego".
Mentre mi rivesto, pulendomi solo l'interno delle cosce e le chiappe, sento Edo che dice al dotato
"Che pensi? Ce la rifacciano domenica sera?"
"Se mia moglie è via con i figli, per me è tutto ok..."
Arriva Bru. Fatico un tantino a raggiungere l'auto e salirvi su: il culo mi fa un male terribile. Il plug mi comprime mentre sto seduta e mi stimola la fica, come resistere?
Arriviamo in hotel e fortuna che il portiere di notte era alla piscina, a far il giro di controllo.
Saliamo, mi spoglio e vado in doccia, mi accovaccio e chiedo a Bru di togliermi il plug. Si china e tira deciso: causa il tempo passato, l'ano è tornato stretto e lo strumento, uscendo così d'un tratto, mi provoca un sobbalzo, ma poi, sentendo che colo sborra sul piatto, spingo e dalla fica esce un getto di squirt, forse tra gli ultimi. Mi netto con la doccetta e vado a letto, mi inginocchio a spondiletto ed imploro Bru, d’incularmi brutalmente, come piace a lui ed a me.
Senza farselo ripetere, mi tortura l'ano con la cappella dentro e fuori, sinché lo sente molle, cedevole, che non oppone resistenza, al che s'infila tutto sino alle palle, ed inizia un dentro/fuori da sballo, fino a che lo sento fermarsi su di me, avverto il gonfiore della cappella che mi esplode dentro, a lungo. Lentamente ci portiamo avvinghiati, con il cazzo dentro il culo, sino al letto e... Ci svegliamo che son le 8:30, ora di scendere a far colazione.
Bru mi guarda mentre mangio un croissant:
"Mi sa che vorranno ripetere stasera, l'impresa di ieri".
Io lo guardo e gli preciso:
"Amore, devi capire che abbiamo bisogno di più tempo: sei stato egoista a darci solo due ore. Ce ne servirebbero molte di più"…….
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