lesbo
La mia collega
di Francesco1152
03.06.2024 |
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"Uscì finalmente dal bagno, mi diedi una rinfres**ta anche io e tornai a letto..."
La mia collegaOrmai in ufficio lo sapevano tutti. Dopo la mia separazione avevo deciso di dire che ero gay. I colleghi maschi ogni tanto mi facevano ancora quelle battute stupide che evidenziavano che loro erano capaci di prestazioni eccezionali che potevano farmi ritornare “normale”. Idioti. Con le donne era diverso… curiose ma rispettose. Con tre di loro particolarmente avevo fatto amicizia, si usciva almeno ...una volta alla settimana insieme… happy hours, pizza, cinema… serata tra donne… mi trovavo bene. Delle tre una mi piaceva in modo particolare, era sposata da poco, ed era quelle che sosteneva che senza membro maschile non sarebbe mai potuta arrivare ad un orgasmo pieno e soddisfacente. Un giorno in ufficio tutte e tre colleghe confabulavano, io lavoravo alla mia scrivania quando si avvicinò Elisa con aria sorridente “posso chiederti cosa fai questo weekend?” mi chiese a brucia pelo. Io pensai pochi secondi e risposi “sono con mio figlio ma… potrei liberami…. Perché?” Si abbassò appoggiando le braccia sulla scrivania e la scollatura della sua maglietta mise in evidenza il suo seno. Mi sentii arrossire ma tenni duro. “Ho un weekend pagato in un centro termale, tutto compreso. Mio marito me l’ha regalato per il mio compleanno, dovevamo andarci insieme questo weekend, ma ha avuto un improvviso impegno di lavoro e non può esserci ed io non voglio rinunciare a questo pacchetto. Verresti con me?” la guardai sorpresa. Le risposi “sicura che vuoi me? Magari…” pensai che era andata a chiederlo alle altre due e che sicuramente avevano rifiutato…” Ok Elisa, mi organizzo e partiamo insieme” mi abbracciò d'istinto “grazie grazie grazie” rispose baciandomi su una guancia. Pensai sorridendo “sarà un weekend interessante”. Andammo in treno, arrivammo nel tardi pomeriggio. Mi spiegò durante il viaggio che voleva questo weekend per rilassarsi completamente, si sentiva stressata e giù di forma e voleva ricaricarsi e che quello era il posto giusto per farlo. Arrivati al centro, mi resi conto di un particolare che fino ad ora mi era sfuggito… le chiavi aprirono la porta della camera… il letto… era matrimoniale… ed unico. “Problemi?” mi chiese con aria un po’ maliziosa. “No no per niente” dissi deglutendo. Sicuramente era una delle stanze più belle della struttura. Dal balcone la vista sul parco era da togliere il fiato, giochi d’acqua in una vegetazione folta ma ben curata. “Vieni facciamo un giro per il centro, prima di cena” Sauna, bagno turco, vasche con acque termali, piscina, solarium, sala attrezzi e tutti servizi di cure del corpo e dello spirito. Elisa sembrava una bambina al luna park. La cena rispecchiava la filosofia del centro della cura del corpo anche nel cibo… “se mangio tre giorni verdure muoio” dissi scherzando. Lei rise. Suonò il suo telefonino, era il marito, si scusò e si alzò. Ne approfittai per chiamare a casa per sentir mio figlio. I miei vivevano fuori città, in campagna, e mio figlio stava più volentieri lì che da suo padre. Elisa tornò al tavolo, aveva il viso tirato, “tutto bene?” le chiesi un po’ intimidita. “E’ un cretino, mi ha quasi pregato per non rinunciare a questo week end che avevamo programmato da quasi sei mesi, ed ora è stato capace di rinfacciarmelo, dicendo che lui è a sgobbare a lavoro e io a divertirmi, che Odio”. Le abbozzai un sorriso, conoscevo bene la sensazione, ero stata sposata dieci anni. “Non vorrai farti rovinare la vacanza...” le dissi “ma non ci penso minimamente” rispose lei e con gesto veloce spense il telefono. Tornammo in stanza. Mi diede il programma della giornata, era tutto perfettamente organizzato, mi cambiai, solitamente dormivo in maglietta e culottes, mi distesi sul letto, accesi la TV e mi dedicai alla lettura di quel programma, uscì dal bagno improvvisamente “Claudia, ho dimenticato le salviette struccanti, tu le hai?” mi disse agitata, io rimasi a guardarla come un ebete per pochi secondi, aveva addosso una sotto veste da notte rossa in pizzo e seta. “Eh … dovrei… averli” mi alzai dal letto e mi diressi verso il mio trolley. Avevo le papille gustative aride… “Trovate…” si avvicinò, era a piedi nudi, notai la sua altezza, che con i tacchi indossati giornalmente, mi diedero la certezza di quanto fosse alta. “Grazie, mi hai salvato” mi disse. Tornò nel bagno ed io pensai che le proporzioni del suo corpo erano perfette. Uscì finalmente dal bagno, mi diedi una rinfres**ta anche io e tornai a letto. “Domani dobbiamo alzarci presto” mi disse guardandomi con i suoi occhi celesti, l’avevo a poco più di venti centimetri da me. Un lungo brivido mi percorse la schiena. “Si, ho visto nel programma, spengo la luce e la tv”. La stanza era illuminata solo dalla luce tenue che veniva dall’esterno. “Grazie di esser qui, ci divertiremo” mi disse. “Non ho dubbi, Buonanotte” risposi. “Sogni d’oro a te” disse, si girò dall’altra parte. Io rimasi a guardala, le sue linee, le sue forme, l’odore della sua pelle, come potevo dormirle accanto? I pensieri mi assalivano la mente, il mio corpo aveva dei fremiti che a stento riuscivo a controllare. Era bella e sexy da impazzire, ho sempre omesso a me stessa quanto mi piacesse, ora era impossibile. Passai la notte a sentire il suo respiro e a farmi cullare dal suo odore. La mattina dopo mi sentivo uno straccio, avevo dormito nulla. “Claudia hai dormito male?” mi chiese accorgendosi del mio stato. “Un po’, sai il letto diverso” le risposi. Fortunatamente la giornata era all’insegna del relax. La mattina trascorse tra bagni nelle fonti e massaggi vari. Andammo al solarium e crollai sul lettino, mi risvegliai coperta da teli bianchi e profumati, con lei accanto che leggeva un libro. “Buon pomeriggio” mi disse sorridendo “hai dormito circa tre ore, mi sono permessa di ordinarti il pranzo, dei tramezzini …. Con proteine…. “Disse ridendo. Le sorrisi, avevo fame… divorai tutto. “Ti piacciono i cavalli?” mi chiese. “Si certo sono cresciuta in campagna, i miei tutt’ora hanno i cavalli, perché?” “Qui hanno il maneggio e visto che non sono con lui che è allergico al pelo dei cavalli, ti andrebbe di fare una cavalcata?” mi chiese. “Certo” dissi. Non era mai salita su un cavallo e istruttore le teneva le briglie facendole girare per il recinto. Aveva l’entusiasmo di una ragazzina. Chiesi allo stalliere se poteva sellarmi il cavallo per due persone. L’assicurai che andavo a cavallo da bambina. Fatto ciò le dissi “Elisa, vieni con me” Salì con un po’ di timore, il suo corpo si strinse al mio, l’odore dei suoi capelli mi inebriava, la tenevo tra le mie braccia…. Ed era la prima volta. Facemmo una lunga passeggiata tra risate e silenzi. Tornammo in stanza per toglierci di dosso l’odore di cavallo e andammo a cena. Il marito stavolta non le fece storie ed era serena. Tornate in stanza per la notte mi disse “faccio una doccia” e andò in bagno. Uscì e stavolta aveva un babydoll nero, era un infarto per il mio cuore, ma trovai la forza per dirle “ma tu hai svaligiato un negozio di biancheria intima prima di venire qui?” Rise e io pure così nascosi il rossore che inondò il mio viso. “Ma no, l’avevo comprati per l'occasione, ma visto che mio marito si è defilato… almeno li indosso” rispose compiaciuta. Si distese accanto a me. Mi osservava e i suoi occhi che mi scrutavano creavano in me ansia. “Posso chiederti una cosa personale? Mi chiese. “Certo!” risposi. “Come hai scoperto che…. Ti piacciono le donne” mi disse un po’ intimidita. “Storia lunga” le dissi ridendo. “Voglio sentirla…” mi chiese toccandomi il braccio che ritirò subito indietro. “Ok, sarò breve però… Mi stavo già separando, era una donna che frequentava la mia palestra, sposata ma… le piacevano anche le donne. Mi aveva chiesto tante volte di uscire ma io avevo sempre declinato l'invito, finché le dissi di sì. Organizzò ogni cosa. Candele, vino, cena perfetta. Complice l’atmosfera cercò di sedurmi, e io resistetti poco… Riuscì a far uscire la mia anima dominante. Le feci da amante per mesi, ma patti chiari, niente amore, niente problemi. Solo il piacere del sesso.” Mi fermò chiedendo “ma non ti sei innamorata?” “Non mi ha dato il tempo di farlo, non aveva solo me, ma anche altre, era stronza fuori, un'ottima donna a letto, tutto quello che so lo devo a lei, ha fatto uscire una parte di me nascosta ma… se ci penso bene mi ha sfruttato per il suo piacere e onestamente questo mi fa male, però va beh dai, oramai sono passati anni.” La guardai mentre mi ascoltava in rigoroso silenzio. “E poi, nessun'altra donna?” mi chiese curiosa. “Sì, una storia di 8 mesi circa, ma non ne ero innamorata fino in fondo e quindi ci lasciammo… Soddisfatta?” le chiesi. “Ora non stai con nessuna?” mi chiese. “Curiosona... sono single” le dissi ridendo aggiunsi “ora dormiamo che sono stanca” “un ultima cosa… ma quello che si sente e come quando ti innamori di un uomo? palpitazioni…” la fermai e le dissi “Elisa togliti i pregiudizi dalla testa, ti innamori della persona non del sesso, è la stessa cosa identica” mi accorsi che mi ero avvicinata pericolosamente al suo viso, i suoi occhi, la sua pelle bianca, le sue labbra rosse e carnose. Non potevo farlo…. Mi allontanai e lei mi afferrò dalla maglietta. Aveva lo sguardo basso… le alzai il viso appoggiando la mia mano sotto il suo mento… avrei voluto baciarla… lo fece lei… un bacio leggero sulle mie labbra, ma tanto potente da scuotere il mio corpo di brividi… mi tirai indietro e le dissi… “Che fai? Non è un gioco o un toglierti la curiosità di sapere cos’è…” le diventarono gli occhi lucidi e con un fil di voce disse “e chi ti ha detto che gioco?” la guardai negli occhi fissandola per pochi secondi, mi avvicinai alle sue labbra e la baciai, pochi secondi dopo era sotto il mio corpo. Mi baciava con passione e il suo corpo mi reclamava… Smisi di baciarla, la guardavo fissa negli occhi le mie labbra iniziarono a baciare il suo corpo, il mento, il collo, aprii il suo babydoll scoprendo i suoi seni, i suoi capezzoli erano già turgidi, li baciai… li succhiai leggermente, la sentii tremare, il suo respiro divenne rapido, continuai a baciarla scendendo sul suo ventre, con una mano le sfioravo i seni, sentivo la pelle d’oca sotto la mia mano. Arrivai al suo pube, alzai lo sguardo, mi osservava con passione. Le sorrisi maliziosamente. Seguii con la lingua il bordo del tanga che indossava, il suo corpo iniziò a contorcersi, le passai le mani partendo dalle cosce e con un lungo movimento le accarezzai tutte le gambe. Ritornai con lo stesso movimento verso il pube, fermandomi su quel tanga in pizzo nero. Le mie dita con un rapido movimento le strapparono di dosso il tanga. Mi guardò sorpresa, ma subito dopo la mia lingua affondò dentro le sue labbra umide...sussultò. Passai la lingua come a esplorare ogni millimetro del suo piacere. La mia mano che si trovava sulla parte superiore del pube, venne raggiunta dalla sua, stringendola forte. Continuai a baciarle le labbra, a succhiare il suo clitoride. Ansimava… e improvvisamente arrivò il suo piacere ma io continuai nel mio percorso. Iniziai a penetrarla con la lingua e mi afferrò per i capelli, il suo corpo era ormai un fremito di piacere senza controllo. “Oh madonna” esclamo prima di inondarmi le labbra del suo fluido. Smisi di leccarla poco dopo. Ma non avevo finito… mi distesi su di lei, il suo corpo era umido, le accarezzai il viso con una mano, e la baciai mentre le mie dita la penetrarono facendola sobbalzare, tremava, si aggrappò alle mie spalle mentre mi muovevo sul suo corpo dentro lei. Smisi di baciarla mi guardava negli occhi, stava per arrivare nuovamente all’apice del suo piacere, “oh Dio santo” esclamò mentre il suo piacere mi strinse le dita in preda alle contrazioni che erano sempre più forti e lunghe. Mi inondò un liquido caldo e lei crollò sfinita tra le mie braccia. Le baciai la fronte, la guardai sorridendo… era raggiante e le chiesi… “non eri tu che per raggiungere un orgasmo pieno e soddisfacente avevi bisogno del membro maschile?”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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