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Un Piccolo Aiuto Dalla Mamma


di lludos
19.04.2017    |    25.346    |    0 9.8
"Guardando, mi accorsi, con orgoglio di madre, che il mio Gigi aveva una stanga strepitosa, bella dritta, lunga e spessa, liscia e setosa..."
Racconto preso da Web:
Sono la mamma di Gigi, ho cinquantadue anni, occhi castani, labbra carnose, cappelli lunghi biondo platino, quinta di reggiseno e a detta di tanti ho pure un gran bel culo.
Un pomeriggio mi chiamano improvvisamente dall'ospedale informandomi che Gigi, il mio figliolo, aveva avuto un incidente.
Non vi dico l'angoscia provata prima di raggiungerlo il più rapidamente possibile ed il successivo sollievo quando ho appreso che si era procurato solo delle banali ferite a entrambe le mani, che gli dovettero medicare e bendare.
Per qualche giorno fu mio marito a lavarlo e ad accompagnarlo al cesso – Gigi, poverino non poteva usare le mani – ma quando mio marito dovette partire per lavoro, toccò a me..
Gigi, che ha ventidue anni, è molto timido, e quando fu il momento di doverlo accompagnare a pisciare sorsero un sacco di problemi.
Comunque, dato che non poteva farsela addosso, dopo mille discussioni si fece aiutare.
Devo dire che pure io, nonostante fossi sua madre e lo avessi lavato e accudito per anni, provai un certo imbarazzo. Gigi era ormai un uomo e da anni non lo vedevo nudo.
Sta di fatto che, quando la vescica gli stava ormai per scoppiare, corremmo in bagno la dove gli aprii la patta dei calzoni e, trafficando non poco con gli slip, riusci ad estrarre il suo pene che, sebbene flaccido, mi parve di dimensioni ragguardevoli.
Guardando in un'altra direzione per delicatezza, ressi il pene con due dita e lo feci pisciare.
Senonché, mi accorsi che a poco a poco il suo pene si stava indurendo ed ingrossando e, quando lui ebbe finito di pisciare, mi ritrovai tra le dita il suo cazzo duro e diritto.
Gigi! Esclamai.
Scusami, mamma, mi dispiace, non so cosa mi sia successo.
Va bene, va tutto bene, non importa, gli risposi, può succedere.
L'incidente fu dimenticato fino alla successiva pisciata, quando, aprendogli nuovamente la patta, feci fatica ad estrarre il suo membro già duro.
Gigi! Ci risiamo?
Mi dispiace, mamma, cosa vuoi che ti dica?
E così questa volta dovetti guardare per poter indirizzare il getto nella tazza. Duro com'era, quel coso puntava verso l'alto e dovetti faticare per centrare la tazza.
Guardando, mi accorsi, con orgoglio di madre, che il mio Gigi aveva una stanga strepitosa, bella dritta, lunga e spessa, liscia e setosa.
Che ti succede Gigi caro? Domandai dolcemente con il suo cazzo nelle mani.
Non lo so.
Forse ti turba farti toccare da mamma?
Forse.
Poi pensai che i ragazzi di quell'età hanno il bisogno di svuotarsi spesso i coglioni, anche più volte al giorno, ed iniziai a capire.
Quanti giorni sono che non ti svuoti i testicoli, gli domandai a bruciapelo.
Mamma, cosa dici, fece lui.
Avanti, dimmelo, quanti giorni sono.
Sei giorni, da prima dell'incidente.
Allora è per quello che ce l'hai sempre duro.
Credo di si.
Senza neppure sapere bene cosa stessi facendo, strinsi la mano intorno alla sua verga dura e ne feci scorrere la pelle, morbida e calda, scoprendo la cappella.
Lo sentii trattenere il fiato ed intuii che non potevo più tirarmi indietro.
Slacciai la cintura dei suoi calzoni e glieli abbassai, poi gli abbassai anche gli slip.
Aveva i coglioni gonfi e duri.
Mamma, cosa stai facendo? Mi domandò con un filo di voce.
Non lo vedi? Ti sto spogliando.
Perché?
Lo guardai dritto negli occhi e Invece di rispondergli lo feci sedere sul water, mi inginocchiai a terra al suo fianco e presi a menargli la mazza.
Mamma, sei impazzita?
Stai zitto e rilassati. Goditi quest'occasione perché non ce ne saranno altre. Adesso hai troppo bisogno di svuotarti e non posso lasciarti così.
Avvertimi quando stai per godere, non vorrei che tu mi sporcassi il vestito.
Va bene, mamma.
Gli avrei tirato un raspone come si deve ma non ne ebbi il tempo. Il mio ragazzo era troppo eccitato ed è venuto quasi subito, oltretutto senza avvertirmi, così mi ha sporcato tutto il vestito.
Schizzava come un cavallo quell'impunito e mi ha innaffiata per bene.
Inutile dire che il giorno successivo è andata alla stessa maniera. Questa volta, però, per non farmi sporcare il vestito, me lo sono tolto rimanendo in reggiseno e mutandine.
Seduto sul cesso, nudo dalla cintola in giù, il mio Gigi si è fatto lisciare la mazza e mi ha chiesto pure di massaggiargli i coglioni; e, non del tutto appagato dal primo segone, alla fine del quale mi sono beccata i soliti schizzi di sborra addosso, mi ha chiesto di tirargliene un secondo.
Ci stava prendendo gusto a farsi fare le seghe dalla mamma il ragazzo, tanto che il giorno successivo mi ha chiesto di potermi sborrare addosso.
Perché, ieri cosa hai fatto, non mi hai forse sborrato addosso?
No, mamma, ieri quando mi hai fatto venire ti ho colpito solo con qualche schizzo. Oggi mi piacerebbe proprio sborrarti addosso, sporcarti tutta.
E così è andata. Senza reggiseno e mutandine, quando mi ha annunciato che stava per venire, mi sono messa in posizione ed ho indirizzato la testa del suo cazzo nella mia direzione.
Sto per sborrare, mamma, guardami, ti prego, guardami mentre sborro, mentre ti sborro addosso, sul viso, sulle poppe, dappertutto. Fammi godere, mammina, fammi fare una bella sborrata che ti voglio innaffiare tutta con la mia sborra calda.
E' un bel porco il mio Gigi, e per fortuna che aveva le mani impedite, altrimenti non so come sarebbe andata a finire.
Fatto sta che mi ha ricoperta tutta di sborra, una sensazione magnifica devo dire.
E' andata avanti per altri quattro giorni questa storia e non vi dico le sborrate che gli ho dovuto far fare.
Me lo sono visto arrivare in camera da letto anche in piena notte e così com'ero, mezza addormentata, dovevo spogliarmi e abbassargli i calzoni del pigiama e farlo sborrare sul mio viso, sulle mie poppe, sulla mia camicia da notte quando mi scordavo di toglierla.
Fino a quando non decisi di dargli ancora di più. (continua?)
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