incesto
Pan per focaccia
di Elisic
22.01.2019 |
31.264 |
16
"Ed era così, i boxer e la tuta del figlio erano sporchi di una sostanza appiccicosa, se la avvicino al viso e la annusò..."
Anna e Giovanna si conoscevano Sin dai tempi dell’università. Frequentavano due facoltà diverse Giovanna economia, Anna medicina ma abitavano nello stesso appartamento. Finita l’università avevano continuato a frequentarsi e anche da sposate e continuavano a vedersi con regolarità. Due dei loro figli erano coetanei e questo faceva sì che il loro rapporto fosse sempre abbastanza stretto. Tra l’altro quando la società di nuoto dove loro figli si allenavano ebbe problemi col pulmino loro due si accollarono l’onere di accompagnare i ragazzi durante le trasferte. Alle due amiche non dispiaceva, tutto sommato durante le gare avevano modo di chiacchierare come facevamo ai tempi dell’università. Ma fu al ritorno da una di quelle trasferte che successe qualcosa che cambiò definitivamente il rapporto tra le due amiche. I ragazzi si erano sparpagliati sulle due macchine in maniera casuale, tanto che il figlio di Giovanna era sulla macchina di Anna e viceversa. I ragazzi, stanchi della lunga giornata e soddisfatti dei risultati, avevano portato a casa tante medaglie, dormivano. Dando un’occhiata distratta alla macchina di Anna, Giovanna si accorse che anche su quella i ragazzi dormivano. Lei guidava un SUV mentre Anna una berlina per cui poteva vedere benissimo dentro la macchina dell’amica.
Mentre annoiata guardava ancora la macchina dell’amica si accorse che qualcosa di strano stava accadendo, la mano di Anna era scivolata dalla leva del cambio al sedile del passeggero. I movimenti del braccio non lasciavano dubbi, Anna stava accarezzando il ragazzo seduto lì accanto e forse addirittura lo stava masturbando. Cercò di ricordare chi dei ragazzi fosse seduto lì. Quando si rese conto che quasi sicuramente si trattava di suo figlio fu colta da un senso di rabbia e frustrazione, voleva strombazzare, voleva chiamarla al telefono ma poi cosa avrebbe detto?
Col passare dei minuti si rese conto che oltre alla rabbia, lo sdegno, provava anche una leggera eccitazione tanto che cominciò ad accarezzarsi l’interno coscia risalendo verso il suo sesso che sentiva già bagnato.
Sì fermò però appena raggiunte le mutandine anche se i ragazzi dormivano aveva paura che qualcuno la vedesse e in realtà qualcuno si era accorto di quello che aveva fatto e si godeva lo spettacolo della sua coscia scoperta fino alle mutandine.
Tornata a casa, appena suo figlio si cambiò, andò a controllare il cesto della biancheria sporca per avere conferma dei suoi sospetti. Ed era così, i boxer e la tuta del figlio erano sporchi di una sostanza appiccicosa, se la avvicino al viso e la annusò. Si trattava senza dubbio di sperma. Non era la prova definitiva ma quasi una certezza. Ma come le era capitato in macchina, oltre alla rabbia nei confronti dell’amica, un’eccitazione la prese. Questa volta libera, nell’intimità della sua lavanderia comincio a toccarsi, dapprima annusando i boxer sporchi di sperma del figlio e poi mentre l’orgasmo la prendeva strofinandosi sul viso e leccando lo sperma sulle mutandine.
Passò la settimana successiva indecisa sul da farsi. Parlare con l’amica, parlare col figlio. Non sapeva che fare, e tutto era complicato da quell’eccitazione che aveva provato e da quel piacere proibito che si era dato.
Quando incontrò l’amica per il solito caffè settimanale, la vide sotto una luce diversa.
Anna era più bassa di lei è un po’ rotondetta ma malgrado questo qui si vestiva sempre in modo appariscente, minigonna che lasciava intravedere il pizzo delle calze autoreggenti, corpetti due misure più piccole della sua che le strizzavano il seno al punto da far sembrare che stessero per esploderle le tette, trucco pesante e labbra rosso fuoco. Chi non la conosceva la scambiava a volte per una prostituta. Più di una volta, mentre passeggiavano le era capitato che qualcuno si fosse fermato per fare delle proposte. Si conoscevamo da tanti anni e a dispetto del suo modo di vestire sapeva che era una brava ragazza. Adesso però, dopo quello che era successo, anche a lei venne qualche dubbio. Fino a che punto si era spinta con suo figlio? Solo carezze, masturbazione o qualcosa di più?
Scattò in lei una decisione, non avrebbe parlato con nessuno dei due o almeno non per il momento ma avrebbe reso ad Anna pan per focaccia, seducendo il figlio di lei. Se c’era riuscita Anna con suo figlio per lei sarebbe stato facile era alta, magra, un fisico da quarantenne malgrado ormai avesse superato i 50 è un’eleganza una classe che tante donne le invidiavano. Cominciò quindi a pensare a come fare. Ma come spesso capita l’occasione si presentò da sola una decina di giorni piu tardi. Un pomeriggio che era rientrata prima dal lavoro e il marito era fuori per un viaggio d’affari il figlio uscendo le disse: “ho lasciato dei libri sulla scrivania, verrà Pietro a prenderli più tardi”. Uscito il figlio si precipitò nella sua camera tolse i libri da sopra il tavolo e li ripose nella scaffalatura dietro al letto.
Si diresse dopo in camera a prepararsi, si tolse gli abiti che aveva al lavoro, indossò delle francesine grige di lana, una minigonna scampanata scozzese che non avrebbe mai indossato per andare in giro ma che era adatta lo scopo e un maglioncino di lana sottile senza reggiseno. Era indecisa se togliere anche le mutandine ma poi optò per un perizoma che dietro aveva un sottilissimo filo. Si guardò allo specchio era un vero schianto e dimostrava almeno 10 anni di meno, era talmente eccitata dalla situazione che i capezzoli dritti come chiodi tendevano il tessuto del maglioncino.
Quando Pietro suono al campanello lei andò ad aprire e quando ragazzo la vide restò imbambolato, lei, sorridente dentro di sé per l’effetto che aveva provocato, lo abbracciò con calore baciandolo sulle guance ma facendo in modo che gli angoli delle loro bocche si sfiorassero
Vedendo ragazzo imbambolato lo prese per mano e lo tirò dentro casa. Pietro era rimasto senza fiato la zia, così la chiamava, era una bella donna e popolava i suoi sogni erotici ma con quell’abbigliamento era un vero schianto. Sembrava una ragazzina e poi non riusciva a togliersi dalla testa quello che era successo qualche settimana prima rientrando dalla trasferta, lui era semi addormentato ma aprendo gli occhi aveva visto la zia che si accarezzava l’interno cosce e risaliva fin quasi alle mutandine e poi la gonna era rimasta su per tutto il viaggio. Aveva continuato a masturbarsi con davanti agli occhi quell’immagine per giorni e giorni e non era mai sazio. Adesso vedersela davanti così sexy e con quell’aria sbarazzina l’aveva lasciato senza fiato e con un’erezione incredibile. La zia con tutta tranquillità gli stava dicendo: “Carlo non c’è ma ti ha lasciato dei libri seguimi che andiamo a cercarli sai quanto è disordinato”. Così dicendo si avviò verso la camera di Carlo e ad ogni passo la gonna si sollevava lasciando intravedere buona parte delle cosce nude sopra le francesine fin quasi ai glutei. Arrivata sulla soglia Giovanna si girò, lui era ancora lì fermo e con un sorriso gli disse: “dai vieni, aiutami a cercarli. Dove li avrà messi? Vediamo se sono sulla libreria”. Così dicendo prese la sedia della scrivania, la accostò alla libreria e ci sali su poi si girò verso di lui: “ti prego Pietro reggi la sedia perché ho paura di scivolare”.
Pietro era dietro di lei e quando lei si sollevò sulle punte per raggiungere lo scaffale più in alto, nulla più nascondeva ai suoi occhi lo splendido sedere della zia, il filo del perizoma completamente nascosto tra i glutei la faceva sembrare nuda.
“No qui non ci sono” e così dicendo scese. Pietro era lì incapace di muoversi e lei scendendo si strofinò su di lui, la gonna si sollevò e appoggiò i glutei sull’elezione del ragazzo. Sorridendo dentro di sé resto in quella posizione qualche secondo più del necessario, muovendo impercettibilmente i fianchi per sentirlo meglio. “Vediamo se sono nella libreria dietro il letto” così dicendo salì carponi sul letto per raggiungere la libreria dietro al letto ma la corta gonna che era salita su quand’era scesa dalla sedia non era ritornata a posto e adesso in quella posizione metteva in mostra il suo splendido sedere. Pietro non capiva più nulla, gli ormoni avevano preso il sopravvento sulla ragione e vedere la zia carponi sul letto, la corta gonna sollevata, il sedere quasi completamente esposto, il sottile filo del perizoma, gli fece perdere ogni controllo. Si avvicinò e cominciò a palparle il sedere. Giovanna con voce scandalizzata disse “ma che fai Pietro! Fermati! sono una vecchia signora! E sono tua zia”. Ma mentre con le parole diceva a Pietro di fermarsi muoveva il sedere per approfittare delle carezze del nipote. Pietro non avrebbe smesso per nessuna ragione al mondo e i movimenti della zia non fecero altro che stimolarlo a continuare e ad osare sempre di più. Cominciò infatti a baciare e mordicchiare quei splendidi glutei. La zia continuava a intimargli di smettere ma i movimenti dei fianchi si facevano sempre più lascivi a dimostrazione che stava apprezzando il trattamento. Pietro allora le scostò il filo del perizoma, percorrendo con la lingua il solco tra i glutei fino a raggiungere le labbra bagnate del sesso di lei. Quando la lingua di Pietro le sfiorò il buchino Giovanna ebbe un soprassalto e capì che stava perdendo il controllo della situazione. Quando poi lui affondo la lingua tra le labbra del suo sesso, sospiri cominciarono a uscirle dalla bocca. Continuava a dirgli di smettere, che non era giusto, ma adesso anche il tono della voce era flebile e poco convincente.
Pietro affondava la lingua nel suo sesso e lei muoveva i fianchi per sentirla più a fondo e questo incitava Pietro a fare di più. Giovanna non credeva possibile quello che le stava accadendo, da predatrice di stava trasformando in preda, stava letteralmente impazzendo di piacere, quel ragazzino le stava provocando brividi di piacere che di lì a breve l’avrebbero portata all’ orgasmo
Ma il ragazzo si fermò, lo senti armeggiare dietro di lei, capi quello che stava per accadere, chiuse gli occhi e aspettò.
Lui le appoggio la cappella sulle grandi labbra e cominciò a spingere, lei trovò naturale spingere indietro i fianchi per accelerare la penetrazione. Si sentiva allargare in maniera incredibile, Pietro doveva essere molto dotato.
Quando senti il sedere sbattere sul ventre del ragazzo si fermò, lui l’afferro per i fianchi e cominciò ad assestarle colpi profondi e ritmati.
L’orgasmo la raggiunse improvviso e devastante e non riuscì a trattenere un urlo liberatorio. Era talmente sconvolta che percepì a malapena che anche Pietro era esploso dentro di lei inondandola del suo piacere.
Si accasciò per qualche istante, poi si girò si mise a sedere sul bordo del letto di fronte a lui e glielo prese in bocca. Adesso che poteva vederlo e toccarlo si rese conto del perché di tanto piacere. Anche se non più duro, il sesso del ragazzo era talmente grosso che la mano riusciva a cingerne meno della metà e la bocca faceva fatica a farlo entrare. Ma lo scappellò e cominciò a leccarlo e succhiarlo. In men che non si dica il sesso di Pietro ritorno al suo massimo splendore. Piacevolmente sorpresa da tale reattività lo trascinò sul letto, lo fece sdraiare a pancia in su, si mise a cavalcioni su di lui e preso il grosso sesso in mano lo puntò tra le labbra del suo sesso e si lasciò scivolare sopra penetrandosi lentamente. Poi cominciò una lenta cavalcata alzando e abbassando il bacino, ruotandolo come lei sapeva ben fare per sentirlo dentro in ogni punto. Si sollevò il maglioncino mostrando orgogliosa i suoi seni, piccoli ma perfetti, prese le mani del ragazzo e se le portò sui seni guidandole in un massaggio.
L’orgasmo li prese entrambi, meno violento del primo ma più profondo, si lasciò infine cadere esausta su di lui ancora piena del suo sesso. Felice e soddisfatta della piega che aveva preso il pomeriggio e certa che sarebbe stato il primo di tanti
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.