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Gli aiutanti del restauratore


di Elisic
06.10.2018    |    6.035    |    8 9.4
"La donna restò un attimo di sasso non sapevo che fare ma l’istinto ebbe il sopravvento e la mano cominciò a muoversi su quello splendido bastone mentre ragazzo..."
Laura era una donna molto elegante nel modo di vestire nel modo di fare e nel modo di arredare la casa. Le piacevano i mobili antichi pezzi rari e preziosi che a volte trovava presso antiquari altre qualche mercatino e poi faceva restaurare. Aveva un restauratore di fiducia un artigiano tanto bravo nell’esecuzione dei lavori quanto disorganizzato nella pianificazione tanto che era sempre in ritardo sulle consegne. Questo anche perché si circondava, per risparmiare, di aiutanti improbabili che spesso più che aiutarlo gli facevano perdere tempo. L’ultimo progetto di Laura consisteva nel trasformare un armadio dell’ottocento in una vetrina per l’esposizione dell’argenteria e dei preziosi servizi da tavola che possedeva. Era un armadio molto grande massiccio alto più di 2 m e largo altrettanto, le ante trasformate in vetrina con pesanti cristalli erano la parte più complessa. Aveva visto l’avanzamento dei lavori presso la bottega dell’artigiano ma aspettava con ansia di vedere l’opera completa. Arrivò il fatidico giorno, fissato l’appuntamento Laura si prese un giorno di ferie per vedere l’opera completa ed essere sicura che fosse piazzata dove desiderava. Era grande e pesante, una volta montato sarebbe stato difficile spostarlo. Spediti i ragazzi a scuola, il marito al lavoro si mise in attesa dell’artigiano. L’uomo si presentò alle nove del mattino con due nuovi aiutanti che non aveva mai visto. Erano due ragazzi di colore forse etiopi. Neri alti magri agili come gazzelle. I tre cominciarono il montaggio del mobile e procedevano spediti. Laura non riuscivo a staccare gli occhi di dosso ai due ragazzi. Generalmente non era attratta dagli uomini di colore ma questi due erano veramente notevoli, di una bellezza che stordiva. Fisicamente perfetti. Inoltre indossavano delle canottiere e dei corti pantaloncini da atletica che lasciavano scoperte tutte le lunghe gambe e a volte quando si allungavano per montare le parti più alte del mobile, dalla parte bassa dei pantaloncini sporgevano le punte dei loro membri. La pelle imperlata di sudore rendeva l’atmosfera ancora più calda e pesante per Laura. Il cervello andava fuori giri e vampate di calore si sprigionavano dal suo corpo. Ad un certo punto quel pasticcione dell’artigiano si accorse che aveva lasciato le chiavi delle ante nella bottega. Era quasi ora di pranzo, disse a Laura che avrebbe fatto un salto in bottega, avrebbe mangiato un boccone e poi sarebbe tornato. Se non le dispiaceva avrebbe lasciato i ragazzi a finire il montaggio tanto loro avevano un leggero pranzo al sacco. Così Laura restó da sola con i due ragazzi. Spiccicavano poche parole in italiano ma parlavano abbastanza bene il francese così Laura comincio a chiacchierare con loro in francese per sapere da dove venivano cosa cercavano in Italia eccetera eccetera eccetera. Ma aldilà delle chiacchiere innocenti la sua mente era funestata da immagini lussuriose della sua pelle bianca tra quei due splendidi corpi neri e sudati e i loro membri neri che la violavano in ogni sua parte. Un inferno e un paradiso allo stesso tempo. Era troppo per lei non riusciva più a resistere a queste forti sensazioni
, scappó in bagno, si abbasso i pantaloni della tuta e appoggiate alla parete cominció a toccarsi selvaggiamente, immaginando che quelle mani che la toccavano non erano le sue ma quello del ragazzo di colore. Era talmente presa dalle sue fantasie e dall’orgasmo che stava crescendo dentro di lei che non si accorse che uno dei due ragazzi era venuto a cercarla per chiederle qualcosa. Il ragazzo restó stupito da quell’immagine, quella donna così austera ed elegante che era rimasta a sorvegliare il loro lavoro adesso era in bagno in piedi, nuda dalla cintola in giù e si toccava selvaggiamente in mezzo alle gambe, martoriandosi i seni attraverso la felpa pronunciando frasi sconnesse. Ma in mezzo a quelle frasi senza senso ne capí una che gli tolse ogni dubbio. La donna al culmine dell’orgasmo pronunció: “Siiiiii sfondatemi con i vostri grossi cazzi neri.” Il ragazzo era già eccitatissimo da quella scena, al sentire quelle parole non resistette più, si avvicinò alla donna e le tolse la mano dal sesso e L’ appoggiò sul suo cazzo ormai completamente eretto. La donna restò un attimo di sasso non sapevo che fare ma l’istinto ebbe il sopravvento e la mano cominciò a muoversi su quello splendido bastone mentre ragazzo la violava col suo dito. Ma non le bastava avevo una gran voglia di sentirlo dentro di sentirsi presa, riempita, gli lancio le braccia il collo Ae con un salto felino avvolse le sue gambe attorno ai fianchi del ragazzo. Il glande, in questa posizione, puntava proprio tra le labbra del suo sesso, le bastó lasciarsi scivolare un po’ in giù per farsi penetrare completamente. Il ragazzo gli appoggiò le mani sul sedere e comincio a imprimerle un movimento dall’alto verso il basso. Tutta la sofferenza il desiderio erano spariti adesso stava coronando il suo sogno. Poi ragazzo disse qualcosa nella sua lingua, non capì ma continuava a muoversi su di lui sempre più velocemente gustandosi quel magnifico bastone. Si rese poi conto che aveva chiamato l’amico, quello non perse tempo si mise alle sue spalle, si denudò e puntato la punta del del suo cazzo sul buchino la penetrò da dietro. Provò una fitta incredibile che le tolse il respiro ma dopo i primi attimi di panico comincio a godere di quella doppia penetrazione che aveva anelato tutto il giorno e che aveva tormentato la sua fantasia da quando li aveva visti entrare a casa sua quella la mattina.
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