incesto
MAMMA ISABELLA E ZIA SERENA, DUE TROIE
di SingoloRomagnolo
28.07.2024 |
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Il discorso sarebbe stato destinato a restare in sospeso, per un
certo imbarazzo generale, se zia Serena non l’avesse fulmineamente concluso:
“E va..."
“Diego, sei tu? ... vieni a vedere chi c’è!....”Stavo rientrando a casa, avevo appena aperto la porta dell’uscio e il richiamo di mia madre mi aveva raggiunto. Mi sono
precipitato in salotto e, sorpreso ed emozionato al tempo stesso, ho visto seduta sul divano zia Vincenza, proprio vicino a
mamma che le teneva le mani nelle sue.
Zia Serena erano almeno cinque anni che non la vedevo. Si era
trasferita fuori Roma, dopo l’ennesima storia sentimentale naufragata, per dare una sterzata alla sua vita, ma anche per
sfuggire alle dicerie sempre più pesanti sul suo conto. La si
giudicava una donna sfrenata, senza pudore, una porcona matricolata, una mangiatrice di uomini. E mia madre Isabella soffriva sia della cattiva fama della sorella, sia della sua lontananza. Si sentivano per telefono almeno due-tre volte alla settimana e puntualmente mamma la invitava a farsi viva, a tornare almeno per un po’ da noi. Era la mia zia preferita, quella che
mi faceva più coccole, soprattutto quella che più eccitava la
mia fantasia di adolescente: una donna con le forme voluminose e con uno sguardo ammaliante, che ad ogni occasione mi
faceva l’occhiolino accattivante e non disdegnava di mostrarmi
squarci invitanti delle sue nudità. Quante volte mi appostavo
per spiarla nelle sue pose più libere! Quante volte mi segavo
pensando alla sua bocca carnosa, alle sue tettone, al suo culo
possente, alle sue cosce avvolgenti!
La sua lontananza me l’aveva fatta piano piano dimenticare.
Ora, a ritrovarmela lì dinanzi a me, mi era venuto un colpo al
cuore.
Appena mi ha visto la zia è balzata in piedi ed è corsa ad abbracciarmi schiacciando il suo seno rigoglioso contro il mio petto:
“Dio quanto sei fatto grande, Diego! .... Isabella, ma non vedi
che giovanotto che è diventato tuo figlio! .... Bello di zia, immagino la fila delle ragazze che ti sbavano intorno...”
Mia madre, inorgoglita dal complimento della sorella, ha subito
aggiunto con un filo di ironia:
“Eh mia cara, il tempo passa ... noi invecchiamo e loro si fanno
grandi ... in effetti Diego si è fatto bello ed alto .... E ti debbo
dire che non piace solo alle sue amiche, ma anche alle loro
madri...”
Io, ancora imbambolato per la sorpresa e per l’emozione, non
riuscivo ad articolare parola; mi lasciavo accarezzare dalla zia
che, dopo avermi schioccato un bacione sulla guancia, ha risposto a mia madre:
“Ci credo! .... E dove lo trovano un genero così! ... Isabella, mi
raccomando, tieni gli occhi aperti, che questo fiore di ragazzo
te lo portano via subito .... specie se finisce sotto le grinfie di
certe signore che conosciamo ....”
E’ finita con una gran risata generale. Hanno ripreso a parlottare fitto fitto e a confidarsi a voce più bassa; io, seduto in poltrona proprio di fronte a loro, ho potuto mettere a fuoco l’immagine aggiornata di mia zia. Gli anni che erano passati l’avevano reso ancor più desiderabile. Ora aveva sui 55 anni, ma la
sua figura restava quella di una panterona vorace.
Loro due continuavano a parlottare e a spettegolare, ma non
ascoltavo le loro parole, seguivo i miei pensieri, cominciavo a
fantasticare su quella presenza inaspettata in casa e su come
avrei passato i giorni seguenti, sulle voglie represse che la zia
mi avrebbe sicuramente riesumate.
Ho passato una notte abbastanza agitata, in preda a quelle
fantasie morbose. La mattina, appena alzato, mi sono imbattuto subito in zia Serena.
“Ciao Diego, bel ragazzone di zia!”, mi ha detto tutta allegra
baciandomi ed abbracciandomi, come faceva di solito.
“Ciao zia,sempre bellissima!”, le ho risposto galante.
Zia Serena indossava una gonna alquanto corta che evidenziava le sue belle gambe ed una camicetta semi sbottonata attraverso la quale si intravedeva il reggiseno e parte delle sue tettone; ai piedi poi portava un paio di sandali allacciati alla
schiava col tacco alto che la slanciavano ancora di più. “Adulatore! ... non si fa così con una vecchietta!”, ha risposto sorridendo.
“Una vecchietta un paio di pal... oh, scusami.... volevo dire che
se tu sei una vecchietta, evviva le vecchie!”
“Vuoi dire che un giovanotto come te non disdegnerebbe di accompagnarmi, che so io, a teatro o a ballare?”
“Zia, se dici sul serio, considerami già il tuo cavaliere ... quando vuoi, sono al tuo servizio”
“Uh, non sapevo che eri diventato così galante .... Lo sai che la
cosa mi intriga? .... Vediamo se tua madre non obietta ....”
Ha detto queste ultime parole guardandomi sottecchi e facendomi, al solito, l’occhietto malandrino. Alla sua vicinanza e, soprattutto, a queste sue mosse accattivanti il cazzo mi si era indurito e sicuramente non poteva non averlo notato, anche perché avevo dovuto sistemarlo con le mani.
La conversazione si è interrotta per il sopraggiungere di mia
madre che mi portava la colazione, ma non è cambiata di tono
perché mia madre, che aveva spiccatissimo il sesto senso
femminile, ha subito esclamato, tra il serio ed il faceto:
“Eh, vedo che la presenza della zia Serena ha già portato un
po’ di effervescenza .... Di solito la mattina sei ombroso, intrattabile.... Oggi invece...”
Io mi sono limitato a brontolare qualcosa di incomprensibile. La
zia invece ha risposto, sempre sul filo dell’ironia tendenziosa:
“Mia cara sorella, vuol dire che sei tu ad immalinconirmelo
questo bel giovanotto! ... che ci fai, vestita così da
casalinga?! .... Su, mettiti su, che il nostro Diego è sensibile
alla bellezza femminile...”
“Beh, non credo che Diego sia sensibile alle tardone come
noi!”, ha ribattuto mia madre con una punta di acidità.
Non potevo esimermi dall’intervenire intervenire ed ho pensato
di estendere anche a mia madre i complimenti prima fatti alla
zia:
“Macchè tardone, mamma!.... due belle donne come voi si possono chiamare tardone? ...”
Al che mamma ha esclamato lusingata:
“Non sapevo che avessi un giudizio così lusinghiero su tua madre, non me n’ero mai accorta!”
“E certo”, ha osservato subito la zia, “se te ne stai in casa
sempre in grembiule e pantofole, di cosa ti vuoi accorgere? ...
dico bene, Diego?”
Ho annuito un po’ timidamente, non avevo mai guardato mia
madre sotto quel profilo ed avevo disagio a parlarne così disinvoltamente.
Per fortuna è stata mia madre stessa a replicare alla sorella,
coprendo così il mio silenzio imbarazzante:
“Serena, non ti smentisci mai .... Continui a ragionare come
una giovincella .... Ti invidio, sai”
“Guarda Isabella, sei tu che ti sei messa in naftalina prima del
tempo .... Dicevo prima a Diego che ho tanta voglia di uscire
un po’, e gli ho chiesto se se la sente di accompagnarmi.... Perché non andiamo tutti insieme a ballare, a divertirci?”
“No, no”, ha tagliato corto mia madre, visibilmente preoccupata
di non farsi coinvolgere nelle follie della sorella, “io non sono
fatta per queste cose .... Se vuoi vacci tu .... se a Diego gli va
di accompagnarti.....”
Il discorso sarebbe stato destinato a restare in sospeso, per un
certo imbarazzo generale, se zia Serena non l’avesse fulmineamente concluso:
“E va bene, vediamo stasera che si fa a teatro .... Diego, tu mi
accompagni?” “Zia, come vuoi...”, risposi io guardando nel contempo mia madre che non sembrava gradire molto la balzana
idea della sorella.
La discussione è finita lì, ma per tutta la giornata non ho pensato ad altro, cercando però di non lasciarmi travolgere dalle
fantasie più perverse. All’imbrunire ci siamo preparati per andare a teatro. Mi sono tirato a lucido, profumato e impomatato
per bene. Mia madre mi ha stirato la camicia ed un vestito scuro, e mi ha raccomandato sottovoce di stare attento a quella
matta della sorella. Per compiacerla ho mostrato di essere quasi quasi infastidito da quella incombenza, in realtà ero su di
giri. E lo sono diventato ancora di più quando zia Serena è
uscita dalla sua stanza, agghindata per la serata.
Una bomba, una femmina aggressiva, quasi irriconoscibile. Indossava un abito da sera nero, tipo sottoveste con le spalline,
che esaltava il suo seno sicuramente libero da reggiseno, che
la fasciava in vita mettendo in risalto la curva dei fianchi ed il
suo culo, mentre un profondo spacco laterale mostrava inoltre
le gambe inguainate in un paio di calze nere; ai piedi un paio di
decolleté col tacco a spillo in acciaio. I capelli raccolti ed il trucco sapiente facevano risaltare il suo volto bramoso e la sua
bocca sensuale.
“Ecchè, hai visto un fantasma?”, mi ha canzonato alludendo
agli occhi dilatati con cui la guardavo, “sei grande per crederci
ancora!”
“Hai ragione, zia .... ma tu sei splendida!”, le ho detto sottovoce per non farmi sentire da mia madre.
“Non ti faccio sfigurare?”, mi ha risposto civettuola girando su
se stessa per farsi ammirare.
E’ sopraggiunta mia madre ed anche lei non ha potuto fare a
meno di dilatare le sue pupille e di esclamare più che perplessa:
“Ma Serena, dove pensi di andare vestita così?”
“Perché, sto male?”, ha chiesto la zia fingendo un’aria innocente.
“Ma no, zia, stai benissimo!”, sono intervenuto io in soccorso.
Mia madre non ha trattenuto una smorfia eloquente di dissenso:
“Mah .... Non mi pare un abbigliamento adatto alla tua età, Serena!”
“Uh, che pizza che sei, Isabella! ..... l’età, l’età!.... io mi sento
giovane, sono giovane .... E difatti vado a teatro con un cavaliere giovanissimo...”
Ciò detto, ha fatto una piroetta, mi ha preso sottobraccio e,
sculettando vistosamente al mio braccio, ha salutato la sorella.
Saliti in macchina, la cintura di sicurezza della zia si era incastrata; mi sono sporto verso di lei per aiutarla, involontariamente, e inevitabilmente, le ho sfiorato il viso e la bocca.
E’ stato un momento, un lampo, sembrava che lei non aspettasse altro. Le sue labbra si sono dischiuse quasi istintivamente
calamitando le mie, le lingue si sono subito incontrate ed intrecciate, “Diego...Diego!”, sussurrava tra un bacio e l’altro.
Le mie mani hanno cominciato a vagare sul suo corpo statuario
impossessandosi delle sue tettone gonfie liberandole dal vestito.
Poi ho cominciato a baciarle il mento, e poi sempre più giù, sul
collo, le spalle, e poi sul petto, sino a lambirle con la lingua un
capezzolo.
“Sììììì...... tesoruccio mio!”, ha rantolato abbandonandosi al bacio.
Mi sono letteralmente scatenato a succhiarle con avidità i seni,
mordendole i due capezzoli che sembravano due ciliegie mature.
La mia mano intanto si era intrufolata sotto il vestito ed aveva
trovato l’orlo delle calze autoreggenti, e poi il contatto diretto
con la sua figa già umida, che aveva già inzuppato il sottile
tanga.
Eravamo ancora nel parcheggio sotto casa, per fortuna in un
angolo molto appartato. Ma, vista la piega che avevano preso
le cose, al teatro non ci pensava più nessuno. La zia ha esplicitato il pensiero di entrambi:
“Invece di andare ad annoiarci lì, non credi sia meglio rintanarci da qualche parte?”
Naturalmente, gli ho detto subito che non aspettavo di meglio,
ma non sapevo dove andare.
“Non ti preoccupare”, mi ha risposto subito lei con un sorriso
felino, “andiamo fuori città, ci fermiamo al primo motel”.
Penso di non aver mai guidato così velocemente come quella
sera. Dopo nemmeno dieci minuti eravamo già al motel. Io
avevo un po’ vergogna, non mi era mai capitato di andarci. La
zia, invece, con una disinvoltura da grande attrice (o da grande
puttana), ha sistemato tutto in un battibaleno, e ci siamo avviati quasi correndo ad una stanza posta la primo piano.
Non appena si è richiusa alle nostre spalle, ci siamo abbracciati
quasi aggredendoci e abbiamo cominciato a baciarci.
In un lampo si è denudata, mantenendo soltanto le calze e le
scarpe. Sensualissima, si è accovacciata come una pantera ai
miei piedi e subito mi ha liberato il cazzo che mi esplodeva
dentro gli slip.
“Mmmhh...... che bello!”, ha esclamato prima di avvolgere la
cappella con le labbra tumide.
“Mmmmhhh .... Ziaaaaa ..... mi succhi l’anima!””
La sua bocca calda ed umida mi avvolgeva mentre la lingua
saettava attorno alla cappella gonfia. Con una mano mi massaggiava le palle, con l’altra andava su e giù sull’asta.
Era troppo, dopo una serata di tensione non avrei resistito oltre
a quel trattamento sublime, la zia si rivelava una bocchinara da
concorso.
Infatti poco dopo ho cominciato a fremere.
“Zia, scusa .... non ce la faccio ..... sììììì ...... ecco..... sììììì ....
vengo zia...... vengo ..... sborro....... sììììì ...... sborrooooo!!!””
Quasi istintivamente ho fatto il tentativo di tirare fuori il cazzo
dalla sua bocca, come per evitare di affogarla, me lei mi ha
trattenuto per le natiche, affondando la cappella fino in gola ed
accogliendo la mia sborra direttamente nell’esofago.
Ha inghiottito i fiotti densi e cremosi, poi mi ha guardato negli
occhi con un’espressione da troia incallita facendomi vedere la
sborra sulla lingua. Quell’espressione mi ha scatenato un istinto animalesco:
“Che porca che sei!..... una troia da sbattere!... ”
E lei con un ghigno:
“Scopami allora..... dai, sbattimelo dentro!”
L’ho fatta sdraiare sul letto allargandole le gambe a compasso
ed ho affondato la lingua nella sua figa fradicia.
“Aaaaahhh... finalmente... sìììì ... leccami... leccami tutta!”
Ho cominciato a leccarla sul clitoride gonfio di desiderio, le ho
aperto le grandi labbra con le dita per raggiungere l’interno
della sua figa succosa. Ci ho preso gusto, ma ancora di più lei,
che ho sentito scuotersi e vibrare due-tre volte. Orgasmava,
ma mi implorava di scoparla.
L’ho fatta fremere ancora un po’ strusciando la cappella tra le
labbra della figa, poi ho spinto decisamente entrando come un
coltello rovente nel burro.
Mi ha stretto le gambe attorno alla vita cominciando a gemere,
quasi a delirare.
“Sìììì ....sìììì.... mmmhhh .... aaaahh.... Sììììì ..... Diego sei un
montone! ... dai, continua.... sfondami.... spaccamiiiii!!!!”
“Prendilo tutto vaccona ..... te lo spacco l’utero.... te lo ficco
fino in gola il cazzo ....puttanaaa!!!”
“Mmmhhh.... sììììì .... sono la tua troia... dai sbattimi.... fammi
godere .... che bel bestione che hai tra le gambe!!!””
L’ho scopata con un ritmo indiavolato facendo uscire il cazzo
quasi completamente per poi affondarlo nuovamente fino ai
coglioni. Avendo sborrato poco prima, avevo una resistenza
super; la pistonavo forte e nell’affondo la tiravo a me dalle
chiappe. Ad un certo punto mi è venuta voglia di vederla meglio da dietro.
“Girati puttana... voglio vederti il culo mentre ti monto!”
Si girò mettendosi a pecorina col culo bello alto.
“Ti piace il mio culo, porco ....... mmhhhh .... scopami bene
che poi te lo do ...... lì sono vergine, sai?!”
A quella notizia il cazzo si è impennato ancora di più. Mentre
continuavo a trivellare la figa sbrodolante della zia, coi pollici le
aprivo le chiappe pregustando già il momento in cui avrei violato il suo sfintere. La troia se n’è accorta e me l’ha detto:
“Non vedi l’ora di incularmi, vero?”
“Sì, zia, ho una voglia feroce di aprirti il culo!”, le ho risposto
con un grugnito. “Mmmmhhh .... porco ..... ma, duro com’è
ora, rischia davvero di rompermelo!” “E’ quello che voglio, troia!”
Mi ha guardato con gli occhi intorbiditi dalla goduria, senza dir
nulla mi ha fatto uscire dalla figa infuocata e si è girata offrendomi il panorama favoloso del suo culone: due belle chiappe,
divise da un solco profondo che finiva nel buco nero dell’ano.
Ho infilato due dita nella figa ed ho usato succhi che le uscivano abbondanti per lubrificarle il culo. Poi ho appoggiato il glande proprio all’imbocco iniziando a spingere lentamente, ma con
forza. In pochi secondi la cappella si faceva largo nel suo stretto budello.
“Aaaaahh..... sììììì... dai...... inculami ...... sìììì..... sfondami......
mmmh... ooohh!” “Lo senti troiona.... lo senti il trapano che ti
scava nel culo?!”
“Aaahhhh ..... sì che lo sento.... mammamia ... è una
trivella ..... mmmmhhhh..... bellissimo..... dai ..... non ti fermare ... non mi fai male ..... mmmh... aaaahh... sììììì!!!”
Le ho infilato metà del cazzo, poi l’ho sfilato quasi completamente lasciandole dentro solo la cappella per poi affondare
nuovamente fin quasi alla radice; e così ancora per tre-quattro
volte; infine sono arrivato in fondo, dentro fino alle palle che
ormai sbattevano rumorosamente contro le sue chiappe.
“Uahhh .... sììì.....tutto dentro...... ti sento...... sìììì.... scopami
ora.... sfondami... rompimi il culo.... amore della zia ... sono la
tua troia!”
Oramai ero come impazzito, andavo avanti ed indietro come un
treno nel suo culo che si apriva sempre di più. Una sensazione
di sovrumano godimento, sublime e bestiale al tempo stesso.
La zia godeva agitando la testa ed urlando tutto il suo piacere,
continuava ad incitarmi, finché, anch’io vinto dalla libidine, le
ho assestato gli ultimi colpi e poi le ho riempito il culo di sborra.
Sudati, sfiniti, ci siamo accasciati sfiniti l’uno sull’altra, quasi
appisolandoci, mentre lungo le sue cosce colavano gli umori
della fica e lo sperma del culo.
Ci siamo ridestati dopo un’ora e mezza.
“Diego, sei stato meraviglioso!”
“Zia, anche tu... sei un ciclone! .... non credevo di esser capace di soddisfare una puttanona come te !”
“Prometti bene, Diego .... Fortunata la donna che ti avrà!”
“Ma, intanto, voglio godermi una zia così affettuosa e troia!”
“Certo, amore, approfittiamone ... starò ancora una decina di
giorni...”
“Mamma permettendo ....”
“Mmmmhhh.... troveremo il modo, stanne certo!”
La folle serata di sesso con la zia è finita con una comica messinscena. A momenti non mi trattenevo dal ridere a vedere
come lei riuscisse a soddisfare, con abbondanza di particolari,
la curiosità di mia madre che voleva sapere tutto sullo spettacolo, sui presenti, sui vestiti delle signore, e così via.
Ma probabilmente mia madre non si era bevuta la ricostruzione
fatta dalla zia. E lo dimostra la loro conversazione del mattino
successivo, alla quale mi è capitato di assistere, non visto.
Dirò che mia madre è di due anni più giovane della sorella, è
un po’ più piccola di statura della sorella, ma ha corpo piacente
ed un seno veramente enorme, una quinta, che non la fanno
passare inosservata.
Le due sorelle erano sedute l’una accanto all’altra sul divano
del salotto. Mamma indossava una leggera vestaglia semitrasparente allacciata in vita, dalla cui scollatura strabordava il
suo grosso seno ed un perizoma nero. Zia invece indossava
una gonna corta ed una canottierina che a malapena le copriva
le tette ed i capezzoli già duri.
“Allora... dimmi la verità, com’è andata la serata con Diego?...
”, chiede la madre sospettosa.
“Serata stupenda... mi sono proprio divertita... è un ragazzo
stupendo!”, risponde radiosa zia Vincenza.
“Ah lo conosco quel sorriso ... puttana ... ho visto come eri vestita ... siete stati davvero a teatro o ..... non dirmi che ti sei
scopata il mio bambino.... porcona!”. “Non mi dirai che sei gelosa!?”
“No, non è questione di gelosia, ma, conoscendoti .... lui è un
bel giovanotto ... ed ha un bell’arnese ....”
“Oh sì, sorella mia, davvero un bell’arnese! Lo confermo!”
“Ah, ma allora è vero che ....?”
Mia madre fulmina con gli occhi la sorella. Zia Serena non si lascia scomporre. “Senti, ora non stare a farmi la predica! .... Ti
posso dire che era da tempo che non godevo così!... ma anche
a lui, ti assicuro, non è dispiaciuta la figa della vecchia zia...
anzi”
Mamma si altera e non contiene la sua ira.
“Mamma santa, non hai perso tempo .... Te lo sei portato subito a letto! .... Ma vergognati, porca che non sei altro!”
“Guarda che Diego non è un verginello ... ci sa fare!”
“E dove diavolo siete andati a scopare?”
“Abbiamo fatto un salto al motel fuori città .... che vuoi, ci ha
preso la fregola di scopare, e non abbiamo resistito!”
La mamma si mette la testa tra le mani e la scuote ripetutamente. Segue qualche istante di silenzio, poi la zia riprende a
parlare.
“Su, Isabella, non fare quella faccia! ... se hai qualche dubbio,
parlane tu con Diego e fatti spiegare da lui!”
Mia madre reagisce bruscamente.
“No, no, non sia mai .... Ora mi metto a parlare di queste cose
con mio figlio!” “Beh, se vuoi, ti racconto come sono andate le
cose.... Tu hai visto che mi sono vestita molto sexy, non ti nascondo che volevo farmi ammirare dagli uomini che avremmo
incontrato a teatro... non immaginavo che Diego non avrebbe
resistito .... Guarda che era tanto infoiato che mi avrebbe chiavata lì in macchina.... A questo punto gli ho proposto di andare
in albergo ... appena in camera gli ho tirato fuori il cazzo e gli
ho fatto un succoso pompino e lui mi ha subito premiata sborrandomi in gola....”
“Che troia!.... “
“Isabella, ti dico che la sua sborra è un nettare!”
Mia madre comincia a respirare forte, si vede che comincia ad
essere coinvolta. Del resto la troiona della zia aveva spalancato
le cosce cominciato a sgrillettarsi; poi si era avvicinato di più al
viso di mia madre e di tanto in tanto le leccava il lobo dell’orecchio.
“Vuoi che continui o ti scoccia sapere il resto?... dai che ti piace
sapere come scopa il tuo figlioletto!”
Incoraggiata dai movimenti della sorella, vedo che anche
mamma ha aperto la vestaglia e comincia ad armeggiare con le
dita nel suo cespuglio. Anch’io, a quella vista, ho tirato fuori il
mio uccello ed ho cominciato a menarmelo. Intanto la zia aveva ripreso a raccontare.
“Veramente una bella scoperta! ... prima mi ha leccato fino a
farmi venire come una cagna, poi mi ha ficcato dentro il cazzo
e mi ha scopata alla grande... a quel punto gli ho promesso di
dargli il mio culo vergine!”
Mia madre sospira ancora di più, si apre sul davanti la vestaglia, tira fuori le tettone e comincia a torturarsi i capezzoli. Poi
dice, con voce arrochita:
“Con tutti i cazzi che hai preso, eri vergine di culo?!... non ci
credo”
“Eh no, cara sorella, ci devi credere ... in effetti non gliel’avevo
mai dato a nessuno .... ma, adesso che me l’ha sfondato Diego, non ci rinuncio più ad un bel cazzone in culo!”
Ma ora le due troie sembravano più impegnate a toccarsi e masturbarsi che a parlare. Nel mio nascondiglio, anch’io ho intensificato il maneggio. Zia Serena aveva chiuso le dita e lentamente le aveva spinte nella figa di sua sorella fino alle nocche
e le faceva andare avanti ed indietro poi, con un colpo secco,
ha fatto entrare nella figa tutta la mano.
D’un tratto il corpo di mia madre viene percorso da una scarica
elettrica, un orgasmo violento la travolge. Zia continua a scoparla con la mano per un altro po’, poi la ritrae e si mette a
leccarla con passione.
Mamma è in trance.
“Sììì ....sìììì ....leccami .... porca..... oooh... sìììì ... cazzo....
sìììì .... aaahh!”
Poi vedo che si mettono a 69 leccandosi a vicenda le fighe e
giungendo nuovamente all’orgasmo in brevissimo tempo.
E’ una scena troppo forte per resistere ed anche io sborro in
abbondanza in un fazzoletto.
Chiudo gli occhi per mezzo minuto per godermi il rilassamento
prodotto dalla sborrata.
Il giorno dopo mia madre doveva uscire per delle
commissioni,speravo di rimanere da solo con zia Serena. E, difatti, la trovo sola, in una mise da sballo, che mi toglie il fiato.
La porcona indossa una guépière stretta in vita, con le coppe
del reggiseno a balconcino che sostengono il seno lasciando
scoperti i capezzoli, un paio di calze nere e le scarpe coi tacchi
a spillo vertiginosamente alti di colore nero.
“Vieni caro.......ti piaccio?!”, mi dice girandosi e ancheggiando
come la più consumata della puttane.
“Caspita .... faresti resuscitare un morto... figuriamoci il mio
cazzo!”
In effetti la bestia si era subito alzata e premeva sotto i panta-
loni.
La afferro da dietro per i fianchi e la spingo contro il tavolo costringendola a piegarsi a 90 gradi.
“Cosa fai?.... porco!”, miagola sculettando.
“Zitta troia ....... apri bene le gambe!”
Apre le gambe e le metto la mano tra le cosce, la trovo bagnata fradicia. Le infilo due dita nella figa mentre con l‘altra mano
mi slaccio i pantaloni e tiro fuori il cazzo durissimo.
Con i suoi stessi umori le lubrifico il buco del culo
“Nooo ... ma che fai?.... nooo ... dai... tua madre può tornare
da un momento all’altro...”
Ma intanto muove il culo per facilitare l’entrata. Le appoggio la
cappella all’entrata della figa e lei spinge il culo all’indietro cercando di farsi penetrare. Le mie dita, che nel frattempo sono
diventate tre, entrano ed escono dal suo culo con una certa facilità, sento crescere la voglia di schiaffaglielo dentro tutto d’un
colpo. Sfrego la cappella sulla figa fradicia e poi l’appoggio al
buco spingendo decisamente.
La cappella supera agevolmente l’anello dello sfintere ed entra
come un treno in galleria, risucchiata dal budello.
“Aaaahhhh.... porco ..... ahhhhh .......mmmmh....... ieri me
l’hai sverginato ..... ora me lo sfondi ..... aaaahhh..... ooooh....
che bel cazzone!”
“Ti piace?..... dimmelo troia.... ti piace il cazzo in culo di tuo
nipote.... o preferisci leccare la figa di mia madre?”
Sghignazza, la mia rivelazione non sembra stupirla. Mi dice ansimando, senza smettere di muovere le chappe:
“Il cazzo ..... cento volte meglio il tuo cazzo...... però la figa di
quella troia di mia sorella non è male ..... sai, mi ero accorta
che ci spiavi... sei un porco... “guardare la mamma.......che lesbica con sua sorella!!”
“Mi avete fatto sborrare anche l’anima... brutte troie!!”
Avevo accumulato una tensione sessuale incredibile. Non resisto a lungo e le inondo l’intestino con densi fiotti di sborra calda.
“Aaaah .... sìììì .... la sento..... mmmhhh .... la tua sborra nel
culo... sììììì .... godoooo ...... porcooooo...... vengooooo!!!”
Resto qualche attimo ancora col cazzo piantato nel suo culo, lo
tiro fuori e lo struscio sulle sue chiappone pulendolo dalle ultime gocce di sperma. La porca si passa due dita sull’ano, raccoglie un po’ di crema che cola e se la porta in bocca, facendo
schioccare la lingua.
Appena ci siamo calmati un po’, ci sediamo sul divano e continuiamo ad accarezzarci. La sera stessa a tavola, zia Serena
comincia a provocare mia madre, parlando con lei in maniera
fortemente ambigua ed allusiva.
“Certo, Isabella, che questi giovani d’oggi sono pieni di energia
e debbono pure sfogarla in qualche modo .... e per questo ci
siamo noi, donne stagionate, eh?”
Mia madre manifesta grande disagio, anche perché non si capisce bene se la sorella si riferisse a me o, invece a lei.
“Ma Serena, sono discorsi da fare in tavola? .... Credo che i
giovani hanno di meglio da scegliere ....”
Al che la zia si rivolge direttamente a me:
“Tu che ne pensi Diego? .... Sono meglio le pollastrelle che incontri a scuola o, come si dice, gallina vecchia fa buon brodo?”
Anch’io, imbarazzatissimo, tergiverso:
“Mah, non so .... dipende ... a seconda dei gusti....”
E lei, sempre più porca:
“I tuoi gusti li conosco, nipotino mio ….“ A sentire quel nome
mia madre avvampa di rossore, Sul suo volto si alternano tutti
i colori dell’arcobaleno, tamburella freneticamente le dita sul
tavolo, si morde il labbro inferiore, si alza di scatto simulando
di dover prendere qualcosa dal frigorifero, cerca in ogni modo
di eludere una discussione tanto compromettente.
La zia mi fa l’occhiolino, si vede che gode sadicamente, le faccio segno di non insistere e per il resto del pranzo cambiamo
argomento.
Dopo pranzo mi rifugio in camera mia e mi metto alla scrivania
cercando di studiare un po’, mentre mia madre e la zia rassettano e puliscono in cucina. Ma la tregua è momentanea perché
dopo neppure dieci minuti zia Serena si intrufola nella mia
stanza la zia e, con gli occhi infuocati di voglia, si inginocchia
dinanzi a me, mi slaccia i pantaloni, mi tira giù gli slip e, senza
aggiungere altro, comincia a spompinarmi per benino. Mi agito
con le gambe, sia perchè una fitta di piacere mi afferra il bassoventre, sia perché mi sento sulle spine temendo che possa
sopraggiungere mia madre.
“Diego, rilassati”, mi sussurra la zia inframmezzando le parole
alle sue fameliche succhiate di cazzo, “tua madre sta lavando i
piatti.... e poi, voglio proprio sentirla farci la predica!”
Per fare meglio zia Vincenza si toglie maglietta e reggiseno e,
introducendo il mio cazzo eretto nel solco delle sue tettone, dà
inizio ad una spagnola irresistibile. Tanto irresistibile che non
riesco a trattenere un urlo di esaltazione.
Accade che, richiamata da quell’urlo, dopo pochi secondi sopraggiunge di corsa mia madre, evidentemente preoccupata
che mi fossi fatto male in qualche modo. Ma, appena irrompe
nella stanza e ci sorprende in quella posa inequivocabile, inveisce contro la sorella:
“Serena, ma che cazzo state facendo?”
E la zia, da troia incallita, senza interrompere la splendida spagnola che mi stava facendo, gira appena la testa e le risponde
serafica:
“Diego aveva un formicolio tra le gambe, poverino .... Ora si
sta rilassando, vero amore di zia?”
La mamma ha gli occhi fuori delle orbite, l’atteggiamento sornione della sorella la irrita ancora di più:
“Serena, è una indecenza! .... Vuoi ridurre questa casa ad un
casino!?”
E così dicendo sbatte la porta e scappa via.
“Mamma, mamma, scusa....”, cerco di fermarla richiamandola.
Ma niente, la sentiamo che blatera a vice alta e che sbatte
un’altra porta, forse si rinchiude in camera sua.
In quel bailamme il cazzo mi si è smosciato, dico alla zia che
riprendiamo più tardi il lavoro interrotto e che vado da mia
madre per rassicurarla e rasserenarla.
Entro nella camera matrimoniale, mia madre è distesa sul lettone di spalle alla porta e guarda verso la finestra, si vede che
trasuda tensione e rabbia. Mi avvicino e mi siedo sul letto proprio dietro di lei, accarezzandole le spalle e i fianchi:
“Figlio mio, ma che fai? ...”, mi dice con una voce quasi rotta
dal pianto, “non ti basta quello che stavi facendo con quella
troia della zia!”
Non le rispondo, ma l’accarezzo più insistentemente, soffermandomi sulle chiappe e sulle cosce. La voglia di lei mi cresce
a vista d’occhio.
Lei continua ad imprecare contro la sorella:
“Quella zoccola! ... mi viene in casa ... l’accolgo con tanto
amore e lei ... lei fa la troia di mio figlio!”
Insinuo la mano tra le sue cosce, sento il calore della sua fica,
mi piego verso di lei e la bacio sul collo, poi le sussurro affettuoso:
“Mamma, mi spiace che te la sei presa così.....”
Lei si lascia manipolare da me senza reagire, anzi gradisce a
tal punto la mia ricerca di maggiore intimità che fa salire un po’
di più la sua gonna per permettere alle mie mani di spaziare
tra le coscione.
“Diego, bambino mio .... ho reagito male perché ho sentito che
quella troia si approfittava di te ....”
La spingo a girarsi verso di me, vedo i suoi occhi infiammati di
voglia, infilo più decisamente una mano sotto l’orlo del suo slip
e incontro la sua fica pelosa già umida, con l’altro mano frugo
tra le grosse mammelle e le tiro fuori:
“Mamma, la zia non si approfittava di me ... ero io che glielo
lasciavo fare per sfogare la mia eccitazione.... mi capisci?”
Al che lei, allungando la sua mano verso il mio pacco visibilmente ingrossato, mi dice con voce languida:
“Mmmmhhh .... Vedo, vedo, figlio mio .... Ma mica c’è solo lei
per farti sfogare tutta questa voglia!”
Lascio che le sue mani mi percorrano il corpo in lungo e in largo, soffermandosi soprattutto sui coglioni, sull’asta, sul petto.
Avvicino la mia bocca alla sua, era quello che aspettava. Apre
le labbra e affaccia la lingua, incrocia la mia e me la risucchia
dentro la bocca. Le mie dita si muovono freneticamente nella
sua ficona, le sue tettone ballano fuori della camicia, i capezzoli
si ingrossano fino a sembrare piccoli cazzetti.
Mamma è partita, si lascia andare senza più ritegno.
“Oh, sììì, figlio mio.... dio che frenesia che mi trasmetti!.... anche tua madre è una donna ed ha i suoi bisogni ..... aaahhhh
che bello, sììììì, cosìììì ..... aaahhh, così mi fai venire ....... bello,
bello, bellooooo!”
Approfitto di questo suo stato di grazia per recuperare sul fronte della zia, al punto in cui siamo meglio coinvolgerla.
Mamma accetta ma puntualizza:
“Sì, va bene, ma senza fretta .... Ora ti voglio godere un po’
io ... la troia ha già avuto la sua parte”
Ciò detto, mi spinge a sdraiarmi sul letto, poi comincia a perlustrarmi il corpo con la sua lingua. Che brividi irresistibili sul
petto, sui capezzoli, sulla pancia, sull’ombelico. Quando arriva
alla cappella e inizia a leccarla e baciarla, la guardo e le dico:
“Mamma, cazzo, ma sei veramente una maestra ... è meraviglioso, sei una vera troia!”.
Lei si ridesta, mi dà una piccola sberla, poi sorridendo mi dice:
“Come ti permetti di mancarmi di rispetto?... che credi, che
solo la zia sa fare quelle cose?”
Ribadisco sadicamente:
“Per questo ti ho detto troia.... se zia è una troia tu la superi!”
Stavolta sorride soddisfatta:
“La troia per mio figlio la faccio volentieri!”
La vezzeggio un po’ per rassicurarla:
“Mamma, tu per me sei il numero uno ... ma avere un’altra troia a disposizione non mi dispiace .... su, chiamiamola la zia!”
La reclamo a gran voce, la porcona arriva subito, probabilmente era dietro la porta ad ascoltare e masturbarsi. Piomba anche
lei sul lettone, si dedica prima a mia madre, la spoglia del tutto, le apre le gambe e si china a leccarle la fica. Mamma comincia a delirare dal piacere.
Allora io mi posiziono dietro la zia, allargo le sue chiappe e,
senza perdermi in preliminari, le schiaffo il mio cazzo ingrifato
in culo. La zia comincia a ondulare il bacino e presto le sue urla
di piacere si sovrappongono ai gemiti sempre più forti di mia
madre. Zia Serena si scatena:
“Oh sììììì, fottimi così, nipote mio .... Rompimi il culo col tuo
cazzone ..... sìììììììì ancora .... ancora .... ancora .....”
Ad un certo punto mia madre si ferma di botto ed esclama:
“Eh no, Serena, ci sono anche io .... basta con la lingua ... la
mia fica vuole il cazzo di mio figlio ....”
Interrompo l’inculata con la zia, la mamma mi fa sdraiare sul
letto e si cala sopra di me, si fa impalare dal mio cazzo, poi
comincia ad ancheggiare e saltellare. Dopo un po la zia si sposta più in alto, mi mette la sua fica a portata della mia bocca e
mi invita a leccargliela. Stavo godendo come un pazzo, la
mamma e la zia urlavano a più non posso, io grugnivo di piacere.
Comincio a chiedermi come andare avanti per soddisfarle tutt’e
due. Le dico di mettersi affiancate a novanta gradi, io dietro di
loro comincio ad alternare il cazzo tra le due fiche, urlano di
goduria e, tra un urlo e l’altro, si baciano con la lingua. Ho resistito sin troppo, sento che sono lì lì per sborrare, ritengo giusto di privilegiare la mamma:
“Sìììììì, mamma.... guarda che sto per venire dentro di te”.
A sorpresa la mamma si dimostra generosa e mi risponde:
“No figliolo, tiralo fuori... resisti ancora un po’ e sborraci in faccia a tutte e due!” Zia Serena mostra di gradire la sensibilità
della sorella. Mi si inginocchiano davanti, io punto il mio cazzone e sparo in sequenza sette-otto schizzi violenti: “Aaahhh sìììì,
eccolo ...... sììììì ...... prendetelo tutto in bocca!”.
Le loro facce sono due maschere gelatinose. Prendono rivoli di
sborra e se li portano in bocca, leccandosi avidamente le dita.
Poi, a turno, si lanciano sul mio cazzo gocciolante e me lo puliscono a dovere.
Si rialzano soddisfatte e si rivestono. Zia Serena dà una manata sul culo a mia madre e le dice maliziosa:
“Hai visto Isabella che be puledro che ti sei cresciuto in casa!”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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