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La scoperta del sesso - Capitolo Tre


di Membro VIP di Annunci69.it Educata_Mente
12.07.2023    |    13.072    |    0 9.9
"Te lo farò fare soltanto se ti farai guidare da me e se quando ti dirò basta la smetterai..."
Capitolo Tre

Al risveglio la prima cosa che mi torna alla mente è la sensazione di piacere estrema al contatto con la bocca e la lingua di Bea. Come riaffiora quel ricordo ho un’erezione istantanea e una pulsione di toccarmi incredibile.
Ho dormito nudo e quindi sarei già pronto per sfogarmi. Ripenso a quello che ho vissuto la notte prima, chiudo gli occhi e penso a Bea. Immagino il suo corpo. Visualizzo i suoi seni, i capezzoli turgidi. Mi tocco il petto dove qualche ora prima quei capolavori volevano segnare la mia pelle. Scendo più giù e sento la spinta forte di toccarmi. Ormai l’erezione è bella avanzata. Ripenso al momento in cui Bea si è sfilata le mutandine e mi ha fatto odorare il suo intimo.

Mi balza subito in testa un’idea. Ma mi blocco subito perché non so se sia una buona idea. Ma mi stuzzica parecchio, soprattutto se dovesse beccarmi mia sorella. Ho perso ogni remora dopo ieri notte. Vorrei scoprire tante altre cose con lei.
Decido di osare e rischiare. Mi alzo subito dal letto e apro la porta della camera. Mi dirigo al bagno e incrocio subito Bea.
“ma buongiorno. Siamo ancora sugli attenti vedo” mi dice lei facendo un cenno verso la mia intimità. E aggiunge: “vieni a fare colazione?”.
“ancora 5 minuti e poi arrivo” le rispondo.
“Ok. Però ti copri quando vieni di là “ mi intima lei.
“va bene” le dico proseguendo verso il bagno.
Aspetto qualche istante e apro la cesta dei panni sporchi. E vedo le culottes che indossava ieri Bea. Le afferro e le porto subito al naso per sentire il suo odore di sesso.
Sembrano più macchiate rispetto a ieri notte. Ci sono delle incrostazioni bianche più diffuse.
L’odore è molto più intenso. Inebriante. Mi massaggio il pene. L’erezione non accenna a ridursi.
Stringo le mutandine nella mano ed esco per andare in camera. Rientro e decido di lasciare la porta un po’ aperta con la speranza che Bea possa vedermi mentre mi masturbo con le sue mutandine. Mi sdraio sul letto e mi poggio le mutandine sul viso per annusarle meglio mentre mi tocco. Inizio a scoprire il glande da stringermi l’asta. Faccio scorrere la mano su e giù delicatamente ripensando alla sensazione di calore che mi trasmetteva la bocca di Bea mentre mi baciava e leccava la cappella. Penso subito con un po’ di tristezza a quanto sarebbe stato bello vederla mentre lo faceva. Afferro le mutandine e mi avvolgo il pene con la stoffa.

Aumento il ritmo della mia sessione mattutina di onanismo. Chiudo gli occhi e visualizzo il sesso di Bea. Sento l’eccitazione aumentare spasmodicamente.
Immagino che sia Bea a farmi godere. Allungo le gambe e i piedi. Inizio ad irrigidirmi per aumentare la sensazione di piacere. Ansimo per il godimento che mi sto dando.
Tolgo gli slip dal mio sesso e me li rimetto proprio sopra il naso. Inspiro forte. “Oh sì” esclamo con voce flebile.
Apro un occhio e dentro di me spero di vedere sulla porta Bea che mi guarda mentre mi do piacere pensando a lei. Ma nello stesso tempo ho paura della sua reazione. Riprendo a pensare al mio solo piacere. Immagino di avere la testa tra le gambe di Bea.
Sono totalmente rapito dai miei pensieri e dalle sensazioni potenti che mi pervadono che non mi accorgo della sua presenza sulla porta. La vedo appoggiata sullo stipite che mi guarda con un’aria divertita.
Il mio primo istinto è quello di coprirmi e di togliermi le sue mutandine dalla faccia.
Mi tiro su rimanendo seduto sul letto. Sono paonazzo in faccia. Ho quasi le palpitazioni perché la spavalderia ha lasciato il posto ai sensi di colpa e alla paura di aver rovinato tutto.
“Bea perdonami. Scusa. Non ho ancora sporcato le tue mutandine. Tienile. Non lo farò più. Scusami tanto, non volevo”

Lei ride di gusto al mio tentativo goffo di coprirmi e scusarmi.
“Teo, sei già passato ad imbrattarmi le mutande?” mi dice sorridendo. La guardo di sfuggita perché mi vergogno. Indossa una canottiera lunga fino alle cosce.
E continua: “Ti ho proprio folgorato ieri notte, eh?”
“Scusami davvero Bea” continuo.
“Se vuoi finire di sfogarti non ci sono problemi, io è meglio che ti aspetti di là in cucina”.
“Perché è meglio? Non ti piaceva guardare un uomo che viene?” le chiedo in tono un po’ stizzito.
“Teo certo che mi piace, anzi mi eccita proprio. Ed è proprio per questo che è meglio che non rimanga qui” mi risponde con uno sguardo un po’ preoccupato.
“Perché Bea?”
“Perché potrei perdere nuovamente il controllo Teo. Non sono pentita di aver fatto quello che ho fatto. Però sono tua sorella, sono più grande di te. E non ho fatto nulla per impedire che quello accadesse. Se tu a sedici anni perdi il controllo a causa delle tue pulsioni è normalissimo. Ma io ti ho stuzzicato, ti ho chiesto di vedere la mia vagina. Ti ho chiesto di toccarmi, di penetrarmi con il tuo dito. Cazzo ho 10 anni più di te. Cazzo!”
Si ferma e mi sembra quasi che tremi. Le guardo il volto e vedo gli occhi lucidi.
“Bea?” le chiedo titubante. “che succede? Perché piangi?”
Aggiungo subito: “Perdonami, è colpa mia! Ho lasciato intenzionalmente la porta aperta perché speravo che mi vedessi. Speravo che mi toccassi nuovamente lì. Ti chiedo scusa Bea. Non volevo farti del male” le dico in evidente stato di sofferenza.
Ho anche io gli occhi lucidi. E il pensiero di averla fatta soffrire mi fa esplodere e sento alcune lacrime che mi rigano le guance.
Mi avvicino a lei e le chiedo nuovamente scusa.

Lei è girata di schiena per non farsi vedere. Si volta verso di me e mi abbraccia.
“Non è colpa tua tesoro mio e non mi hai fatto del male. Se dobbiamo trovare un colpevole quella sono io. Ti ho fatto eccitare intenzionalmente. Sai cosa ho fatto stanotte? Mi sono masturbata intensamente e sono venuta tre volte. E anche io ho lasciato intenzionalmente la porta aperta con la speranza che mi beccassi con le gambe aperte e la mano sulla patata! Capisci? Sono io la colpevole, non tu.” Mi dice lei con foga, tutto d’un fiato. Ha il viso arrossato, gli occhi gonfi e umidi. Sembra davvero provata e io non so cosa dire. Tiro su con il naso, sono scosso anche io dagli eventi.
“Bea mi spiace. Sono anche io complice. Ma ieri mi hai mandato in paradiso e non riesco più a pensare ad altro” le dico candidamente.
Lei scoppia in una risata e si stacca da me.
“tesoro quando si scopre la figa è difficile poi non pensarci per voi maschietti”. E mi riabbraccia nuovamente. Ma sento che struscia il suo ventre sul mio sesso.
“È incredibile la sensazione del solo contatto con il tuo arnese”. E mi sussurra all’orecchio: “Stanotte mentre mi toccavo ho immaginato di averlo dentro di me”.
“oh Bea. Io prima immaginavo di leccarti lì sotto” le dico un po’ emozionato.
“Davvero?” mi chiede lei sorpresa.
“Si Bea.” Rispondo deciso
“oddio, mi piacerebbe tantissimo fartelo fare” mi dice con una voce molto eccitata.
“Posso Bea? Posso assaggiarti?” le chiedo supplicante.

Lei mi guarda negli occhi e mi bacia sulle labbra.
Sento la sua lingua aprire le mie e cercare la mia lingua. Il mio primo bacio. Preso dalla foga la stringo a me. Le afferro le natiche e spingo il suo bacino contro il mio.
“Teo, così ci facciamo male” mi dice staccandosi delicatamente da me.
“Stanno accadendo troppo velocemente tante cose” continua lei molto dolcemente.
“Non voglio precludere nulla. Sono pronta a correre tutti i rischi di questo mondo. Ma voglio che tutto accada al momento giusto” .
“Ok Bea” le dico sommessamente.
“Cosa vuoi che faccia?” aggiungo.
“Vorresti baciarmi lì sotto?”
“Si” rispondo categoricamente.
“Ok. Te lo farò fare soltanto se ti farai guidare da me e se quando ti dirò basta la smetterai. Me lo prometti?”
“Agli ordini!” le dico tutto eccitato.
“A me piace quando l’uomo sta inginocchiato davanti a me. Inginocchiati amore”.
Io mi inginocchio subito e lei si avvicina un po’ a me. “Alzami la canotta e scoprimi la vagina” mi ordina lei.
Afferro i bordi della canotta e la sollevo lentamente. Vedo il suo sesso da vicino, da molto vicino. Lei mi blocca le mani sui fianchi e mi chiede: “ti piace?”.
“Da morire Bea!” esclamo con tono eccitato.

“Baciami sul pube Teo” mi ordina lei.
Io mi sporgo verso il suo bacino. Poggio le labbra sul suo pube liscio. Sono emozionato, eccitato, un po’ sconvolto e chiudo gli occhi. Continuo a baciarla e lei mi dice: “Bravo, mi piace molto quello che stai facendo. Però guarda dove mi baci. Apri gli occhi.”
Io seguo il suo consiglio e la guardo. Come mi stacco per baciarla in un altro punto posso ammirare il suo sesso. Vedo quanto sono gonfie le sue grandi labbra e vedo tra queste le piccole labbra.
“Ora baciami vicino all’inguine ma più in basso, all’altezza delle grandi labbra” mi riporta subito in carreggiata.
Io eseguo come un burattino. Mi sposto vicino al punto che mi ha indicato lei e poggio nuovamente le mie labbra sulla sua pelle. Al contatto con le mia labbra lei sospira e geme. “Ecco bravo, continua così”.
Decido di osare un po’ e la bacio lungo tutto l’inguine, prima lungo quello destro poi su quello sinistro.
Sembra apprezzare perché inizia ad accarezzarmi la testa passandomi la mano tra i capelli. Io guardo verso l’alto e vedo il suo viso in una smorfia di piacere. Il suo viso è mezzo coperto dalla canotta gonfiata dai suoi seni. Glieli fisso e lei capisce cosa sto fissando e solleva del tutto la canotta e poi la sfila.
Sgrano gli occhi perché dal basso sembrano ancora più grandi. I capezzoli sono lunghi e sembrano durissimi. Lei li pizzica e li tira un po’ procurandosi una fitta di dolore.
Riprendo a baciare tutto intorno le grandi labbra e sento quel profumo pungente e intenso che poco prima annusavo dalle sue mutandine. “Teo, sei davvero bravo. Mi stai facendo eccitare sempre di più” mi dice all’improvviso.

Io mi stacco un po’ da lei e le chiedo: “Posso baciarti qui?” poggiando il dito proprio sulle grandi labbra.
“Devi. Ma non toccarmi amore” mi risponde lei immediatamente.
Non perdo tempo e poggio la bocca sulle sue grandi labbra. Sento il suo gemito, inizia a far fatica a contenere le espressioni di piacere. Continuo a baciarla sulle labbra. Le sento calde. Profumano intensamente. Rimango ad osservare il suo sesso con la bocca aperta.
“Oh Teo. Sto impazzendo” mi dice con la voce tremante dall’eccitazione.
Decido di giocarmi il tutto e per tutto e le domando: “Bea posso leccarti?”.
“Mi vuoi far godere come una pazza quindi?” mi domanda di rimando.
“Si. Voglio assaggiarti e sentirti godere” e senza dirle nulla passo la punta della lingua proprio in mezzo alle grandi labbra, sulle piccole labbra che le sento dischiudersi alla mia leccata rivelando tutti gli umori del sesso di Bea.
“Cazzo Teo!” esclama lei tirandomi i capelli. Vedo che allarga un po’ le gambe come se mi stesse invitando a ripetere il gesto.
Io la bacio proprio al centro del suo sesso e subito dopo la lecco nuovamente.
“Oddio! Mi fai venire così” mi dice lei. La sua voce è quasi sofferente per l’eccitazione.
Io sento i suoi umori viscosi sulla mia lingua e sono rapito. Sono inebrianti. Stringo le grandi labbra tra le mie, la bacio all’altezza del clitoride e la lecco un paio di volte velocemente.
Lei mi tira i capelli e mi tiene la testa sul suo sesso ma ha come uno spasmo che le fa portare indietro il bacino.
“Mi fai morire così amore mio” ma sembra supplicarmi di continuare.
E non mi tiro certo indietro. E quindi altre due leccate sulle piccole labbra, dal basso fino al clitoride.
Mi stacca la bocca dal suo sesso.
“Amore mio, ora basta. Se ti faccio continuare ti lavo la faccia con i miei umori”.
Mi invita ad alzarmi. Mi prende il viso tra le sue mani e mi bacia con passione. Poi con una mano scende sul mio pene e lo avvolge con le dita.
“Che pisellone. Mi viene voglia di leccarlo” e così dicendo scopre il glande. “Quella cappella è perfetta” mi dice leccandosi le labbra.
“Tesoro, io devo darmi una calmata perché altrimenti ti salto addosso. Tu buttati a letto, annusa le mie mutandine e sfogati. Fai sfogare questo pistolone che hai bisogno di esplodere un po’. Se vuoi venire nelle mie mutandine fallo pure, però dammele dopo, non rimetterle nella cesta dei panni in bagno” e così dicendo smette di accarezzarmi il glande e il pene.

Quando finisci mi trovi in cucina. Mi raccomando vieni vestito perché altrimenti te lo mangio quel coso” e mi sorride amorevolmente.
“Ok mio amore” le dico io lanciandole un bacio per aria.
La vedo indossare nuovamente la canotta e poi dopo un occhiolino veloce mi lascia in mezzo alla stanza.
Non mi resta altro che sfogarmi. So bene a cosa pensare, cosa annusare e dove concludere la sessione interrotta.
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