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Il talismano egizio (2)


di Luke43
25.03.2022    |    14.327    |    3 9.9
"Il mio cazzo si infilò dentro di lei come farebbe un coltello caldo nel burro..."
Non poteva essere altrimenti, il merito era sicuramente del medaglione!
La prova l’ho avuta con mia sorella: anche se improbabile poteva succedere che a due donne diverse nel giro di pochi minuti venisse improvvisamente voglia di fare sesso con lo stesso perfetto sconosciuto, ma con Giorgia era impossibile.
In tutti e tre i casi, la loro libido era scattata dopo essere state toccate inavvertitamente dal mio dito che a sua volta era venuto a contatto col medaglione.
Ho un amico appassionato di egittologia e così decisi di andare a chiedergli informazioni sul ciondolo.
Appena gli spiegai dove l’avevo trovato, si arrabbiò perché avevo portato a casa un oggetto che apparteneva all’Egitto, ma quando gli mostrai la scatoletta trasparente in cui l’avevo messo restò bloccato ad ammirarlo.
- Questo medaglione è originale dell’epoca dei faraoni, ne sono sicuro… dalle incisioni presenti sulla parte davanti direi che è stato forgiato da un sacerdote… mi sembra di averlo visto su un papiro… adesso recupero il libro… dovrebbe essere questo… bingo! - esclamò soddisfatto mostrandomi l’illustrazione.
Eh sì, era proprio il nostro oggetto quello che appariva al collo del faraone nella foto: il testo spiegava che, interpretando i geroglifici, il regnante lo aveva richiesto perché essendo molto brutto e deforme nessuna donna voleva farci del sesso e così lui ordinò ai sacerdoti di creare un talismano magico in grado di far capitolare qualsiasi femmina. Però voleva poterlo indossare solo lui, in modo che non venisse ad altri la tentazione di rubarlo. Ecco spiegato perché scottava e non ero riuscito a tenerlo in mano.
Le leggende hanno sempre un fondo di verità…
Raccontai a Marco anche quello che era successo sul battello al ritorno, omettendo però il pompino di mia sorella.
- Non necessariamente è accaduto grazie all’amuleto… ce ne sono di donne che non si fanno problemi a prendere qualche cazzo in giro ogni tanto… -
- Ma l’italiana era in viaggio di nozze! E ha voluto che le sborrassi dentro… magari l’ho anche messa incinta! -
- In effetti è tanta roba… -
- E la barista egiziana ha mollato il bancone in quattro e quattro otto e non si è tolta il mio cazzo di bocca finchè non mi ha sentito schizzare! -
Avevo lasciato il mio amico senza parole, pensieroso.
- E poi è successa anche un’altra cosa… te la dico però devi giurarmi che resterà tra noi… -
- OK, te lo giuro! -
- All’aeroporto è venuta a prendermi mia sorella… e… -
- Nooo… non ci credo… ti è saltata addosso? -
- No, non abbiamo scopato, però prima si è fatta masturbare e poi me l’ha succhiato… ma sembrava posseduta… come le altre due in Egitto - gli confessai ripensando al modo in cui Giorgia mi aveva spompinato in macchina.
Le proprietà magiche del medaglione erano così confermate, ormai senza ombra di dubbio.
A quel punto Marco mi chiese se poteva pure lui toccare il talismano… aveva la ragazza ma evidentemente aveva anche alcune voglie da togliersi con qualche donna difficile.
Sfiorò la parte davanti del ciondolo e come me sentì un forte bruciore sul dito.
- Mi confidi chi vuoi farti? - gli chiesi curioso.
- Non posso dirtelo… -
- Dai… io ti ho confessato che mia sorella mi ha fatto un pompino! -
- OK, però anche tu devi giurarmi che rimarrà un nostro segreto -
- Te lo prometto! -
- Vorrei farmi… mia mamma! -
Non riuscivo a crederci… che porco il mio amico, però in effetti… la signora Arianna era una bella donna, portava bene i suoi anni… qualche pensiero osceno su di lei ce l’avevo fatto anch’io più di una volta… aveva delle tettone piene e sostenute e un gran bel culo… ma non aveva affatto l’aria della milfona arrapata.
- Sei un grande! Ma ci hai mai provato finora? -
- Da ragazzo le ho lanciato qualche segnale, ma lei non lo ha colto… o forse ha fatto finta di non capire -
- Fammi sapere come va, comunque tieni presente, almeno da quello che ho sperimentato finora, che ad ogni scossa trasmessa la donna ti fa avere un solo orgasmo -
- E per farmela più volte? Devo sfiorarla di nuovo col dito? -
- Spero che funzioni così, ma non sono sicuro che potremo farci due volte la stessa donna: mia sorella dopo il pompino si sentiva in colpa e non abbiamo più fatto niente, non mi è venuto in mente di sfiorarla di nuovo per vedere cosa sarebbe successo, la prova del nove ce l’avrò più tardi, devo passare da lei per portarle una cosa -
- OK, ci aggiorniamo, io intanto vado a trovare mia madre. Mal che vada, almeno me la godo una volta! -
Mentre stavo andando da mia sorella per vedere come si sarebbe comportata toccandola una seconda volta, ripensavo alla confessione che Marco mi aveva fatto della voglia su sua madre.
Io la mia non l’ho mai vista sotto quest’aspetto, ma mia zia sì… L’ho sempre trovata sexy e fin da ragazzino ho provato una forte attrazione fisica nei suoi confronti, l’occasione che mi si era presentata era perfetta per farci finalmente qualcosa.
Grazie a questi pensieri, arrivai da Giorgia già con un accenno di erezione, completata quando vidi com’era vestita: aveva un top attillato bianco senza reggiseno e una minigonna in jeans che stentava a coprire l’attaccatura tra chiappe e gambe, va bene che faceva caldo ma perché vestirsi così sapendo che sarei passato? Aveva voglia di un secondo round?
Con le parole però smorzò ogni mio entusiasmo.
- Luca è sbagliato quello che abbiamo fatto in macchina l’altro giorno -
- Ma non ti è piaciuto? -
- È stato molto bello, ma non deve ripetersi. E non deve saperlo nessuno -
Di corretta c’era solo la prima affermazione: era stato un fantastico scambio di umori, i suoi sulle mie dita e i miei sul suo viso, invece all’unicità di quella esperienza con lei speravo di rimediare grazie all’amuleto e per quanto riguardava la segretezza… ormai mi ero già confidato col mio amico.
Le sfiorai la mano mentre mi passava la tazzina del caffè e la scossa ne fece cadere qualche goccia sul pavimento. Prese la spugnetta e si mise a carponi per pulirlo, così facendo la minigonna finì di salire ed espose completamente il suo culo.
- Hai dimenticato di metterti le mutande Giorgia - riuscii a dirle deglutendo a fatica.
- Ma fa veramente caldo oggi… - mi rispose sorridendo.
A quattro zampe raggiunse la mia sedia e senza dire niente mi sfilò il cazzo di marmo dai pantaloni.
- Hai detto che non vuoi ripetere l’errore dell’altro giorno - testai il suo autocontrollo.
- Non ci riesco, da quando te l’ho succhiato non ho fatto altro che masturbarmi ripensando al tuo cazzo… Eccolo qui il mio amore… - esclamò prima di infilarselo in bocca.
La saliva cadeva copiosa sul pavimento mentre il mio uccello spariva nella sua caverna profonda e umida e poi ne ricompariva lucido e voglioso di rientrarci subito.
- Ho voglia di sentirlo nella fica… - mi disse venendo a sedersi sopra di me mentre io iniziavo a succhiarle le tette.
Il mio cazzo si infilò dentro di lei come farebbe un coltello caldo nel burro. Prese a cavalcarmi, all’inizio lentamente come se io, il suo cavallo, stessi camminando, poi aumentò il ritmo fino a trottare sopra di me, infine arrivò a galoppare sulle mie gambe col pisello ben piantato nella passera. Aveva la testa piegata all’indietro e non smetteva di gemere, finchè cominciò a tremare e guardandomi negli occhi si lasciò conquistare dall’orgasmo.
- Uau… quanto ho goduto… adesso faccio contento te… - mi disse alzandosi, girandosi e riscendendo sul mio cazzo, stavolta dandomi la schiena. Si piegò leggermente in avanti e ricominciò ad andare su e giù col bacino, con le mani si reggeva sulle mie gambe mentre io con le mie le strizzavo le chiappe guidandola sul mio uccello.
- Dai… lo sento che ci sei quasi… vienimi dentro… voglio sentire i tuoi schizzi allagarmi la figa… -
- Ma prendi la pillola? -
- No, ma non me ne frega niente… -
- E allora meglio di no… -
Quando sentii la prima scarica partire verso la cappella, mi sfilai da lei e diressi lo sperma sul suo culo, i primi schizzi le arrivarono sulla schiena, gli altri si fermarono sulla parte alta delle chiappe.
- È uno spettacolo il tuo culo ricoperto dalla mia sborra… - le confessai riprendendo a respirare normalmente.
- Fagli una foto così potrai usarla per segarti quando non sarai con me… - mi provocò maliziosa.
Seguii il suo consiglio, anche se speravo che non mi sarebbe servita.
Tornando alla macchina, pensai “Chissà cosa starà facendo Marco…”.



continua…



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