incesto
Grazie...Mamma ! cap.2
di Virgilio313
24.04.2023 |
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"Ovviamente non me lo feci ripetere due volte e senza fare domande mi preparai rapidamente per uscire..."
Noto con piacere che il racconto vi sta piacendo, e con piacere continuo il racconto da dove lo avevo interrotto, come sempre like e commento sono graditi per capire se continuare o meno ;) ps : se avete delle esperienze passate o fantasie che volete veder scritte, contattatemi in privato e ne parliamo, posso scrivere per voi quello che magari non riuscite e dare vita a nuovi racconti ;)
"Ovviamente rispettai la promessa fatta a mia madre così, quando saliva la voglia di sentire il suo odore, le chiedevo il permesso di prendere un suo paio di mutandine. Permesso che mamma mi accordava sempre a una condizione: "Dopo che hai fatto portamele subito che le metto a lavare altrimenti la macchia non va più via".
Quindi prendevo gli slip dal cesto della biancheria sporca, mi sedevo sul divano e sotto i suoi occhi le stringevo intorno al mio cazzo duro masturbandomi fino a venire dentro. Una volta finito di sborrare era lei stessa ad avvicinarsi e prenderle dalle mie mani intrise di sperma.
Il rapporto tra noi col passare dei mesi era inevitabilmente cambiato, la complicità era sempre più forte e la mamma spesso si lasciava andare a battutine che finivano per aumentare il mio grado di eccitazione del tipo: "Oggi eri particolarmente carico...", "Si vede che ti faccio mangiare bene" e cose del genere.
Insieme alla complicità notai che cresceva anche la sua curiosità tanto che una sera, mentre mio padre era già a letto e io le massaggiavo i piedi sotto il plaid mamma guardandomi negli occhi mi sorprese con una domanda molto diretta: "Pensi qualcosa in particolare mentre ti tocchi, vero?".
"Mamma, io....ecco....non mi sembra il caso..." provai a farfugliare imbarazzato.
"Tesoro, ora fai il timido? Non mi sembra che ti faccia troppi problemi in altri momenti...Ricordati, massima sincerità. Non ti preoccupare, te l'ho chiesto io, puoi essere diretto. Non mi offendo", mi tranquillizzò.
"Sei sicura?". "Sì, tesoro, sono sicura".
A quel punto l'eccitazione prese il sopravvento sull'imbarazzo, posizionai i suoi piedi nudi all'altezza della mia patta strofinandoli sul cazzo duro da sopra i vestiti, la guardai e confessai tutto: "Penso alle tue mani sul mio cazzo, penso a te inginocchiata tra le mie gambe che me lo succhi, penso di venirti in faccia..."
"Ok, ok, va bene così..." mi interruppe lei distogliendo lo sguardo.
Calò il silenzio ma io continuavo a massaggiarmi il cazzo con i suoi piedi e lei non li ritrasse, tanto che dopo un paio di minuti sentì l'impellente stimolo di venire riempiendo i boxer di sperma. La chiazza si allargò anche sui pantaloni e mamma percepì l'umido sotto le piante dei suoi piedi.
Solo allora si alzò rapidamente dal divano e mi diede un bacio sulla fronte: "Buonanotte, tesoro".
Le seghe davanti a mamma erano ormai entrate a far parte della nostra quotidianità ma per me ogni volta era come se fosse la prima. Sentivo la stessa scarica di adrenalina e la stessa emozione ogni volta che incrociavo il suo sguardo e vedevo i suoi occhi posarsi sul mio cazzo duro.
Col tempo mamma scoprì anche i miei gusti in fatto di donne, in particolare riguardo alle vip che erano spesso le muse delle mie seghe. L'appuntamento pomeridiano davanti al programma condotto da Caterina Balivo ad esempio divenne fisso e ogni volta che lei indossava una mini mamma sapeva già come sarebbe finita.
"Oggi la tua preferita ti ha fatto un bel regalo", mi diceva scherzosa prima di accomodarci insieme sul divano e, mentre lei guardava la tv, io lo tiravo rapidamente fuori dedicando la mia sborrata giornaliera alla Balivo sotto i suoi occhi.
Mamma non si scandalizzò di certo quando trovò nascosti in camera mia i vari calendari: Canalis, Moric, Corna, De Grenet. Tutti spesso con le pagine visibilmente appiccicate dallo sperma che avevo versato copioso qualche ora prima. Mi eccitava che lei vedesse, che lei sentisse il mio odore. Ma adesso volevo altro.
Un pomeriggio, prima che mio padre tornasse da lavoro, mamma era sotto la doccia e decisi di provarci. L'idea mi balenava da tempo: volevo vederla nuda, quale migliore occasione di quella entrando in bagno con la scusa di una pipì urgente? Mamma per fortuna non chiudeva mai la porta a chiave e quando bussai, chiedendole di entrare perché mi scappava, mi diede subito il permesso.
Mamma era sotto la doccia, chiusa nel box, dietro il vetro e completamente nuda alla vista. Restai per qualche secondo immobile a fissarla, quasi imbambolato. Non si copriva in alcun modo quindi ammirai il suo seno, una terza perfetta, i suoi capezzoli larghi e soprattutto quella striscia di pelo tra le gambe.
Era la prima volta che la vedevo completamente nuda e la reazione fu immediata. Mamma ovviamente sapeva bene l'effetto che mi avrebbe fatto.
"Che c'è? Che fai lì sulla porta? Non dovevi fare la pipì?", mi chiese evidentemente ironica.
Mi avvicinai al wc che era di fronte al box doccia, mi abbassai pantaloni e boxer ma il cazzo era già in erezione. Mamma scoppiò a ridere.
"Mi sa che prima è meglio se fai altro...", disse voltandosi. Ora potevo vedere perfettamente il suo culo completamente nudo e ancora alto e abbastanza sodo.
"Quando hai finito esci e richiudi la porta, per piacere". Iniziai a masturbarmi senza mai staccare gli occhi da mia madre finché non schizzai tutto il mio sperma dentro al water, quindi tirai l'acqua e uscì velocemente dal bagno.
Mi ritrovai nel corridoio ancora tremante. L'emozione era stata troppo forte. Poco dopo mamma mi raggiunse in camera, indossava solo l'accappatoio. Aveva i capelli bagnati, completamente struccata. Era bellissima.
"Tesoro, tutto bene?" mi chiese accarezzandomi i capelli. "Sì, mamma, scusa..." provai a rispondere.
"Shhh non devi chiedermi scusa. Non è successo niente, non hai fatto nulla di male. Quando vuoi entrare in bagno mentre mi faccio la doccia, puoi farlo. Le regole le conosci".
Quindi mi stampò un bacio sulla fronte e si alzò: "Ora vado altrimenti stasera non si cena". Prima di uscire dalla mia stanza però si voltò un'ultima volta verso di me: "Comunque mi pare che ti sia piaciuto parecchio quello che hai visto...".
L'intimità che si era creata con mamma era sempre più forte. Ormai le bastava uno sguardo per capire quando avevo bisogno di 'sfogarmi' tanto che a volte era lei a invitarmi a farlo anche se in modo non troppo diretto. "Tesoro, mettiamoci sul divano" era la frase con cui mi dava il via libera per la sega.
Anche guardare una semplice trasmissione insieme era fonte di grande eccitazione anche perché lei non si tirava mai indietro quando c'era da parlare liberamente, anche di sesso. Una sera ad esempio, mentre alle Iene parlavano di sesso orale, trovai il coraggio di chiederle se l'avesse mai praticato. Mamma mi guardò sorniona: "Pensavi che usassi la bocca solo per parlare e mangiare?". Quindi scoppiò a ridere.
La sua risposta ovviamente mi provocò una folle erezione e osai: "Ti piace farlo?".
"Amore, non faccio mai ciò che non mi piace". Bastò questo per obbligarmi a tirarlo fuori e masturbarmi per l'ennesima volta sotto i suoi occhi. Mamma mi guardò negli occhi e sorrise: "Tranquillo, non ti chiederò cosa stai pensando, posso immaginarlo da sola...".
Mia madre sapeva ormai da tempo che il mio sogno era metterglielo in bocca. O almeno in mano. Ma sul punto non transigeva, purtroppo. Avevo provato un altro paio di volte a portare la sua mano sul mio cazzo duro mentre eravamo insieme sul divano, specie la sera, ma l'aveva sempre tolta rapidamente.
L'occasione per un avvicinamento fisico tra noi mi fu offerto dall'ennesimo week-end di lavoro di mio padre. Sarebbe stato fuori per una notte. Accadeva spesso e da piccolo in quelle occasioni dormivo sempre nel letto matrimoniale con mamma. Ora ero cresciuto e le cose ovviamente erano cambiate ma quel giorno trovai il coraggio di provarci: "Mamma, stasera posso dormire con te?".
Mia madre mi guardò: "Amore, ormai sei grande....". Ero deluso e andai via. La sera mi andai a coricare nel mio letto, ormai non ci pensavo più quando sulla porta vidi mamma. Indossava una camicia da notte sopra il ginocchio e molto scollata, sotto non portava il reggiseno ed i suoi capezzoli bucavano la stoffa.
Mamma si sedette accanto a me: "Tesoro, so che ci sei rimasto male...mi dispiace....se mi prometti di fare il bravo puoi dormire con me nel lettone". Mi alzai di scatto. Ero al settimo cielo.
Raggiungemmo la camera da letto e ci infilammo sotto le coperte. Io indossavo i boxer e una magliettina di cotone.
Avevo promesso a mamma di fare il bravo e volevo mantenere la promessa ma non riuscivo a prendere sonno, ero troppo eccitato. Così mi avvicinai lentamente, mamma mi dava le spalle. La abbracciai. Il mio cazzo duro, coperto dai boxer, si strofinava sul culo di mia madre. Non dormiva, ne ero sicuro.
Mi lasciò fare per qualche minuto, poi si voltò all'improvviso: "Tesoro così non riuscirai a dormire...dai vai in bagno". La guardai implorante: "Mamma, ti prego, posso farlo qui?".
Solo il pensiero di masturbarmi accanto a mamma nel letto in cui mi aveva concepito mi mandava fuori di testa. Eravamo al buio, sotto le coperte.
"Ok, ma non sporcare tutto..." mi disse mia madre voltandosi di nuovo dall'altra parte. Era il segnale che aspettavo, lo tirai fuori e bastarono un paio di colpi per sborrare nei boxer. L'aria della camera matrimoniale si riempì del mio odore.
"Ora cambiati e poi dormi", mi disse mamma senza mai voltarsi. Così feci. La notte trascorse tranquilla.
L'indomani mattina quando mi svegliai mamma si era già alzata ma sul suo cuscino c'era un paio di slip in bella vista accompagnato da un biglietto: "Stasera torna papà. Fanne buon uso. Mamma".
Presi tra le mani gli slip e li odorai. Non c'era dubbio, erano quelli che mia madre aveva indossato quella notte. Non potevo resistere. Avvolsi il mio cazzo duro negli slip di mamma e mi masturbai nuovamente sporcandoli col mio sperma, li ripiegai e li posizionai sotto il suo cuscino.
Mamma era consapevole che una delle parti del suo corpo che più adoravo erano i piedi. Appena mio padre andava a letto, ne approfittavo per prenderglieli in mano e massaggiarli. Spesso li spostavo all'altezza del mio cazzo per farglielo sentire duro sotto le piante e un paio di volte avevo raggiunto l'orgasmo in questo modo dentro i pantaloni.
Un pomeriggio mamma entrò in camera mentre facevo i compiti: "Tesoro, ti va di accompagnarmi in un posto?". Ovviamente non me lo feci ripetere due volte e senza fare domande mi preparai rapidamente per uscire.
Appena saliti in auto notai che mamma indossava una gonna sopra il ginocchio che da seduta si alzava ulteriormente lasciando scoperte le cosce coperte solo da un collant nero velato. Durante il tragitto lo sguardo mi cadeva sulle gambe di mamma che si accorse subito delle mie occhiate prolungate sotto il volante.
"Ti piacciono...i collant?" mi chiese a bruciapelo ferma al semaforo voltandosi verso di me e guardandomi negli occhi. Quindi sorrise: "Beh dai non saranno quelle della tua amica Balivo ma anche la mamma ancora si difende".
Mia madre parcheggiò davanti a un negozio di scarpe. Prima di scendere dall'auto la guardai interrogativo: perché aveva voluto che la accompagnassi a fare shopping?
A spiegarmelo fu lei stessa: "Tesoro domenica prossima c'è il battesimo della cuginetta e devo comprare un paio di scarpe eleganti, papà è a lavoro...ho bisogno del parare di un ometto. Ti dispiace aiutarmi?".
Ero felicissimo anche se sapevo che sarebbe stato difficile trattenere l'eccitazione che avrei provato fino al ritorno a casa.
Entrati nel negozio mamma indossò una decina di scarpe: decollete, d'orsay, mary jane, t-strap. Il solo movimento delle sue gambe, il piede sottile coperto dal collant e la camminata per provarle mi mandarono completamente fuori giri.
Mamma chiedeva il mio consiglio ma io avevo la salivazione azzerata e il cazzo di marmo stretto sotto il jeans. "Tesoro, cerca di calmarti...." mi sussurrò mamma all'orecchio.
Alla fine la scelta ricadde su un paio di sandaletti neri, tacco 10 a spillo e laccio alla caviglia. Tornati in auto mamma si voltò verso di me e sorrise amorevole: "Grazie per avermi aiutato". Quindi mi stampò un bacio sulla guancia e accese il motore.
Tornati finalmente a casa era quasi ora di cena ma prima che rientrasse mio padre dovevo assolutamente masturbarmi. A mamma bastò incrociare il mio sguardo per capire.
"Tesoro, andiamo in bagno, io mio faccio una doccia veloce e tu....fai quello che devi fare" mi disse strizzando l'occhio.
Mia madre si spogliò senza problemi davanti a me lasciando sfilare a terra la gonna, togliendosi il maglioncino con scollatura a V. Quindi fu la volta dei collant, poi reggiseno e infine gli slip. Li guardai, mamma sorrise: "Ok, prendili...".
Lei entrò nel box doccia, mentre io afferrai i suoi slip da terra, mi abbassai jeans e boxer, mi sedetti sul water e strinsi il mio cazzo con la stoffa delle mutandine che si era appena sfilata guardandola per tutto il tempo della sega mentre si insaponava. Sborrai in un paio di minuti riempiendo gli slip di sperma. Alzai lo sguardo. Mamma non aveva mai staccato gli occhi da me.
"Lasciali lì, ci penso io...". "Grazie, mamma".
Mi rivestii velocemente e uscii dal bagno appena in tempo. Qualche minuto dopo mio padre aprì la porta di casa.
Arrivò la domenica del battesimo. Mamma era la più bella tra le donne presenti, almeno ai miei occhi. Indossava un abito di pizzo nero, attillato, leggermente scollato sul seno e sulla schiena, semitrasparente e lungo fino alle ginocchia. Ai piedi, rigorosamente nudi, i sandaletti che avevamo scelto insieme quel pomeriggio.
Per tutta la durata della cerimonia in chiesa non riuscivo a levarle gli occhi di dosso ma notai che anche molti altri tra gli uomini presenti si giravano spesso ad ammirarla. Era una dea che emanava femminilità da ogni poro. In chiesa cercai di mantenere il controllo anche se sentivo l'erezione crescere prepotente sotto l'abito scuro che indossavo per l'occasione.
Mamma mi guardava ogni tanto, dolce come sempre. Mentre eravamo seduti uno accanto all'altra sulla panca della chiesa i miei occhi cadevano sui suoi piedini smaltati rosso scuro e quando incrociammo lo sguardo mi sorrise amorevole. Sapeva perfettamente l'effetto che mi faceva e sapeva che non avrei potuto resistere molto.
Mia madre, finita la cerimonia, approfittò di un momento di confusione e si avvicinò al mio orecchio: "Tesoro, appena arriviamo al ristorante vai in bagno". La guardai negli occhi e le risposi sussurrandole all'orecchio: "Solo se vieni con me". Non mi rispose e si allontanò rapidamente per salutare i miei cugini.
In auto, seduto sul sedile posteriore, passai tutto il tempo del tragitto dalla chiesa al ristorante allungando lo sguardo per sbirciare la scollatura di mia madre. Ero sempre più eccitato e l'erezione iniziava a vedersi anche da sotto i pantaloni. Mamma capì che doveva aiutarmi in qualche modo.
"Amore vado in bagno ad aggiustarmi il trucco, aspettami al tavolo" disse a mio padre. Era il segnale che aspettavo. Dissi a papà che anche io avevo bisogno di passare dal bagno e la raggiunsi.
Mia madre mi prese per mano e dopo aver controllato che il bagno fosse libero mi fece entrare insieme a lei chiudendo la porta alle nostre spalle. Ci guardammo. Eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra, stretti nel bagno di un ristorante. Potevo sentire il suo profumo che mi riempiva le narici. Ammiravo il rossetto rosso fuoco sulle sue labbra, il suo corpo stretto in quel vestitino aderente e ovviamente i suoi piedini.
"Non abbiamo molto tempo..." mi ricordò mamma invitandomi a fare in fretta ciò che dovevo.
Abbassai velocemente la zip dei pantaloni e lo tirai fuori guardandola negli occhi: "Sei bellissima, mamma". Mi bastarono pochi secondi per sentire salire lo sperma, mi girai e indirizzai gli schizzi dentro il wc per evitare di sporcarci. Quindi mi ricomposi.
Mamma mi diede un bacio sulla guancia: "Ora stai buono, aspetta...". Aprì la porta, controllò che non ci fosse nessuno e mi invitò a uscire rapidamente. Lei ci raggiunse al tavolo dopo cinque minuti. Impeccabile come se nulla fosse successo.
Durante il pranzo incrociai spesso il suo sguardo e tanto mi bastava per sentire il cazzo pulsare dentro i boxer.
Rientrammo a casa, papà andò a sdraiarsi a letto mentre io e mamma ci accomodammo come sempre sul divano. Lei si sfilò solo le scarpe: "Sono belle ma anche scomode", mi disse sorridendo e allungò i piedi verso di me.
Presi i suoi piedi tra le mie mani e iniziai ad accarezzarli mentre continuavamo a guardarci negli occhi. Quindi li posizionai all'altezza del mio cazzo facendogli percorrere tutta l'asta con la pianta da sopra i pantaloni. Mamma sorrise.
"Amore non sporcare il vestito....", mi disse preoccupata. "Mamma non mi chiedere di andare in bagno, ti prego".
Farmi spogliare in soggiorno era troppo rischioso, mio padre riposava nella stanza accanto. Mamma mi guardò e indicò le scarpe che si era appena sfilata: "Puoi usare quelle se vuoi...ma vai in camera tua".
Non me lo feci ripetere due volte. Afferrai i sandali e corsi in camera, dove con un paio di colpi sborrai sulle scarpe di mamma.
Poco dopo mia madre sbucò sulla porta della mia stanza, mi guardò e lanciò un'occhiata ai suoi sandali. Sorrise, si avvicinò e prese le scarpe: "Queste è meglio se le pulisco io".
FINE CAPITOLO 2
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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