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Buon Natale, Nonni!


di mezzasuora
28.11.2011    |    97.685    |    5 8.8
"“Ssst, fai piano… Voglio vedere chi viene prima tra te e la nonna…”, sussurrò mio nonno..."
In casa lavoriamo tutti per il laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche di mio nonno Augusto. I miei nonni oramai sono in pensione, ma per far passare il tempo trascorrono ore a darci una mano. In fondo Augusto ha 72 anni, sua moglie, mia nonna Sveva, 71. Mio padre si occupa delle analisi chimiche, pasticciando con acidi, cartine tornasole, becher e becchi bunsen. Mia madre è la microbiologa di famiglia, lei coltiva batteri con la stessa facilità con cui le altre mamme sfornano biscotti. Con la differenza che apprezzerei di più i frollini… Io mi occupo della stesura del piano HACCP e dell’inserimento dati su schede e mia sorella Patrizia è alla contabilità. Mia sorella Letizia, la più piccola, fa la consulente e gira per le aziende, ma solo part time: deve finire di studiare chimica all’università, ma sostiene, a ragione o torto, che lei deve fare la modella, che il camice non fa per lei…
Ero in laboratorio, ero davanti al mio pc a fissare un diagramma di flusso che, manco a crepare, riuscivo a riordinare. Era stata la classica giornata uggiosa ante vigilia di Natale. I miei genitori erano andati via e rimanevano solo i nonni. Stavo fissando lo schermo, quando afferrai il blocchetto dei post it. Tolsi il primo foglietto su cui avevo scritto il mio nome, Grazia, tutto circondato da stelline e alberelli di Natale (per entrare già nel clima). Ci spiaccicai al centro il mio chewingum masticato. Lo appallottolai, mi alzai dalla sedia e lo portai dal cestino dell’immondizia. Nessun sacco nel contenitore di plastica… Ok, mi toccava andare a cercare il sacchetto nero… Però perché non portare la mia cicca nel cestino dell’immondizia del laboratorio?
Mi avvicinai alla porta piano piano e sentii dei sospiri. Mi appoggiai allo stipite e vidi che vicino alle due scrivanie c’era mia nonna Sveva accovacciata, vista da dietro sembrava una ranocchia, che si penetrava la vagina con il pestello del mortaio. Davanti a lei stava mio nonno completamente nudo.
“Oddio, Augusto, sto godendo… Facciamo l’amore qui…”, mugugnava mia nonna.
“Dio, no… Lo sai che voglio vederti godere da sola… Fammi vedere quanto dei porcella…”, sussurrava mio nonno.
Tra le gambe di mia nonna vidi che c’era un becher, una specie di bicchiere largo… Forse il nonno voleva raccogliere gli umori della nonna?
Nonno si rivestì e si allontanò da mia nonna. Io mi nascosi nello sgabuzzino e sentii Augusto scendere le scale. Mi riavvicinai alla porta per riguardare cosa combinava mia nonna… Ero presa da quella scena erotica quando una mano mi palpeggiò le natiche. Mi girai e vidi che mio nonno mi stava accarezzando il mio culetto sodo. Indossavo dei jeans attillati, una camicia di seta bianca e un paio di ballerine…
“Nonno, ma cosa fai?”, chiesi io sbalordita.
“Ti piace guardare tua nonna?”, mi chiese.
Mia nonna afferrò da un tavolo una bottiglia di vetro e iniziò a farsi stantuffare da quella. La bottiglia poggiava sul pavimento e Sveva si faceva scopare così. Io continuavo a guardarla incuriosita. Il nonno mi sbottonò la camicia, me la sfilò dai pantaloni, mi slacciò il reggiseno e, tenendomi da dietro, mi prese le tette a coppa con le sue mani. Con le dita strizzava i miei capezzoli. Abbandonò la presa dai miei seni e mi abbassò la cerniera dei jeans. Sapevo di essere un laghetto laggiù… I miei slip erano bagnati e, quando il nonno fece passare da dietro una mano tra le mie gambe, sfiorando le natiche e l’ingresso della mia vagina, sussultai.
“Ssst, fai piano… Voglio vedere chi viene prima tra te e la nonna…”, sussurrò mio nonno.
Con un dito iniziò a titillarmi il clitoride e mi sentii infilare qualcosa nella figa. Era un vibratore. Il nonno lo accese e, cavoli, mi sentii invadere da una sensazione di piacevole calore.
“Ero andato a prenderlo per tua nonna… Sai, questo doveva essere uno dei suoi regali di Natale, da me a lei… Ora diventa il mio regalo, da me a te…”, disse il nonno. Aumentò la velocità con cui strofinava il mio clitoride. Con la mano libera iniziò a stantuffarmi col vibratore… Cavoli… che piacere… Raggiunsi un potentissimo orgasmo e non mi trattenni, ma iniziai a mugugnare di piacere.
La nonna si allontanò dalla sua fonte di piacere e si avvicinò a me.
“Cosa ci fate qui voi due? Cosa state facendo?”, chiese lei. Non so se era allarmata o sorpresa o compiaciuta. Mio nonno le sorrise.
“Guarda cosa ti ho preso per Natale?”, sussurrò mio nonno porgendole un pacco. L’incarto era di un sexyshop.
Allora la nonna aveva ricevuto due regali…
Sveva tolse l’involucro e tirò fuori dalla scatola un fallo indossabile enorme.
“Ecchecavolo!”, esclamai.
“Su, Grazia, indossalo tu… Poi giochi un po’con tua nonna…”, disse mio nonno.
Mi imbragai con quel pene finto e avvicinai la punta alle piccole labbra di mia nonna. Diedi un colpo di bacino e l’asta entrò. Mio nonno si allontanò per avere una migliore visuale del duo nonna e nipote che si scopavano. Sveva godeva come poche e d’istinto le afferrai le tette che in un lontano passato dovevano essere state sode. Vidi con la coda dell’occhio che mio nonno si stava masturbando mentre io mi trombavo sua moglie, mia nonna.
“Godi, vero?”, chiedi a mia nonna.
“Ti prego… Non rallentare…”, piagnucolò lei e vidi scendere fiotti di liquido tra le sue gambe. Era venuta.
Il nonno si avvicinò e vidi la sua asta bella dura. Mi avvicinai per prendergliela in bocca, ma lui mi allontanò.
“Ennò, non ancora!”, mi disse.
Mia nonna mi sfilò l’imbracatura fradicia dei suoi umori.
“Girati, che ora ti faccio il culetto”,mi disse. Non ero preoccupata del dolore, il mio lato b era già stato sfondato da diversi ometti…
Con un colpo secco mi trafisse. Mio nonno avvicinò il suo pene e lo presi in bocca. A ritmo mi facevo inculare da mia nonna e mi spampinavo il nonno. Sveva spingeva con tutta la foga possibile ad una signora di oltre 70 anni, mio nonno ansimava ogni volta che con la lingua sfioravo il suo cazzo. Allontanai la mia bocca e iniziai a succhiargli il prepuzio come una cannuccia. Con la punta della lingua gli sfiorai l’ingresso dell’uretra e poi mi rimisi in bocca l’asta del suo pene. Iniziai a muovermi con la testa su e giù fino a quando il nonno mi allontanò la testa dal suo amichetto e, finendo con una sega, mi venne in faccia.
Mia nonna si allontanò ormai stanca, per cui il mio culetto era ancora insoddisfatto. Il nonno afferrò il vibratore che teneva in tasta, me lo infilò nella figa e poi nel culetto.
“Adesso siediti sulla sedia con il vibratore che faccio un lavoretto a tua nonna. Tu guardaci”, disse mio nonno.
Mia nonna allargò le gambe, Augusto si inginocchiò di fronte a lei e iniziò a lapparle la figa. Stetti ad osservarli poi mi rivestii. Guardai l’ora. Le 19.21. Tardissimo.
“Scusate, io devo andare”, dissi rivolta ai nonni mentre mi avvicinavo alla porta.
Nessuno dei due mi udì perché in quel momento mia nonna urlò per il piacere procuratole da un intenso orgasmo.
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