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Gay & Bisex

crisi mistica


di Membro VIP di Annunci69.it bububalu
21.09.2017    |    5.681    |    13 9.1
"Il mio buchetto si allargò e divenne accogliente per due grossi cazzi che muovendosi insieme mi fecero sentire quattro palle che sbattevano sul mio culo..."
Tanti anni fa, ero in piena crisi mistica. Frequentavo abitualmente la chiesa, mi fermavo spesso il pomeriggio a pregare in chiesa da solo. Una volta trovai il parroco intento a confessare una anziana signora, finita la confessione mi invitò ad avvicinarmi al confessionale e mi propose di approfittare della sua disponibilità per confessarmi, gli dissi molto sommessamente che non avevo ancora peccato dall’ultima volta, ne sei sicuro mi rispose, non credo che tu non abbia avuto pensieri impuri in questo periodo, in effetti avrei potuto approfittarne, mi inginocchiai nel confessionale e confessai i miei peccati, mi ero eccitato guardando un mio compagno nudo in uno spogliatoio al mare. E non ti volevi confessare mi disse, magari ti sei pure toccato mentre pensavi al tuo amico, brutto porcellino, meriti una punizione esemplare, vieni qui davanti a me e inginocchiati, obbedii prontamente, mi inginocchiai e mentre fui a mani giunte ai suoi piedi, o meglio tra le sue gambe visto che le aveva allargate per farmi posto, fece una cosa che non mi sarei mai aspettato, sollevò rapidamente la tonaca e con una mano mi spinse la testa lì sotto. Mi ritrovai con un grosso cazzo in erezione schiacciato sul volto, ne sentivo il calore sulla mia guancia sinistra e sentivo che la punta era appiccicosa, lui continuava a premermi la testa contro il suo cazzo e la muoveva in modo da sfregarmi la cappella sugli occhi nelle narici e in fine nella bocca. Mi trovai riempito da quella asta pulsante di carne che cercava di entrare ancora più giù mi stava quasi soffocando. In quella situazione assurda, sotto la tonaca con il suo cazzo in bocca per restare in equilibrio mi ci afferrai, lo sentii sussultare di piacere. Stranamente sentii anche io un formicolio nel mio cazzetto ma ancora di più sentii palpitare il mio buchetto del culo, sentii le mie chiappe allargarsi e farsi molli arrendevoli. Il suo cazzo intanto mi stantufava la boccuccia aiutato dalle mie manine chiuse a stringere il suo cazzone. Non mancò molto che mi riempì di sborra calda che io non sapendo cosa fosse gustai assaporai e poi avidamente inghiottii e cecai fino all’ultima goccia. Mi tirai fuori dalla sua tonaca sudato ma con il mio pisellino bello duro e soprattutto con le chiappette sfacciatamente allargate. Il parroco ancora ansimante mi strinse a se e mi baciò ficcandomi la lingua in bocca, questa nuova sensazione non fece altro che eccitarmi ancora di più. Dopo pochi minuti sentii che il suo cazzo si era del tutto ripreso, mi sollevo e mi pose seduto sulle sue ginocchia nel frattempo si era sollevato la tonaca e notai che era nudo con quel bastone enorme di carne puntato sulla mia schiena. Piano piano mi tolse i pantaloncini e le mutandine, mi sollevò di peso fino a portarsi il mio culetto sulla bocca, cominciò a slinguarmi il buchetto del culo fino a penetrarmi con la lingua, io non opposi la minima resistenza alla penetrazione della sua lingua, ma poco dopo comincio la parte più difficile, mi appoggio sopra la punta del suo cazzo e cerco di penetrarmi senza riuscirci il mio culetto era troppo stretto, non sentii nemmeno dolore nel tentativo maldestro che fece, resosi conto che sarebbe stato impossibile penetrare il mio culetto desistette. Mi rimise la mutandine e i pantaloncini, mi prese per mano e mi portò con lui in sacrestia dove mi fece un dono, mi regalo tre candele ma non uguali, una più grossa dell’altra e mi ordino di allenarmi a ficcarmele nel culo, forzandolo per farne entrare sempre una più grande. Non persi tempo, raggiunsi il boschetto fuori casa e nei giorni seguenti non feci altro che ficcarmi a forza candele nel culetto eccitandomi ogni volta, l’operazione non si rivelo delle più facili, dovetti incastrare le candele ,di volta in volta più grosse in una biforcazione di un tronco per poi avvicinare il buchetto alla punto non prima di averla umettata di saliva, in pratica prima facevo un pompino alle candele poi mi inculavo. Notai subito che il mio culetto si allargava sempre più, riuscii pure ad infilare la più grande insieme alla più piccola. Soddisfatto e eccitatissimo tornai in chiesa un pomeriggio in cui il prete confessava la solita vecchietta, attesi che finisse poi mi inginocchiai nel confessionale, quando il prete si accorse di me mi fece raccontare come era andata con le candele, non perse tempo uscì dal confessionale con La tonaca visibilmente rigonfia all’altezza del cazzo mi portò in sacrestia e dopo avermi tolto pantaloncini e mutandine mi posò sopra il tavolo dove era ripiegata la stola che mi mise sotto la pancia per sollevare il culetto poi si sfilò la cintura dei pantaloni e dopo averla ripiegata in due cominciò a frustarmi le chiappette, prima piano poi sempre più forte, ad ogni colpo il mio cazzetto si induriva sempre più, soprattutto quando la cintura colpiva l’interno delle chiappe andando a centrare proprio il buchetto che sotto i colpi si allargava. La pelle del culo mi divenne tutta striata di rosso e dove la cintura si era abbattuta si gonfiò così da formare un rilievo. Non seppi mai perché mi frusto ma non fu certo una cattiva idea perché dopo quel trattamento il mio culetto si sentiva veramente pronto ad essere sfondato per la prima volta. Non manco molto che il prete si tolse la tonaca e puntò quel suo bastone di carne violaceo delle dimensioni di un mio polso sul mio buchetto che fremeva dal desiderio di essere sfondato. Prima però mi scopò con la lingua così da lubrificarlo per bene. Quando finalmente lo puntò sul mio buchetto attesi un attimo prima di sentirmi allargare ben oltre le dimensioni delle candele, il dolore fu lancinante ma subito si trasformò in piacere, mi riempì così tanto che credetti di essermi spaccato. I suoi movimenti sopra di me mi schiacciarono sul tavolo quasi da togliermi il respiro, la sensazione di possesso ancora me la ricordo fu bellissimo. Dopo poco finì schizzandomi sborra calda dentro il culetto che scese copiosa quando si ritrasse lasciandomi vuoto. I giochi erotici in chiesa continuarono co i chierichetti, io ero il più piccolo e visto che quando per scherzo mi toccavano il culetto io non mi ritraevo, cominciarono a farsi masturbare fino a che un giorno si misero in cerchio con i cazzi belli duri e io li spompinai tutti facendoli venire quasi contemporaneamente, ingoiai così tanta sborra che mi passò la fame. I giochi con il prete si ripeterono per molto tempo ancora. Un giorno mi accorsi di non essere stato il solo ad aver preso il suo cazzo, un altro chierichetto partecipò ai suoi giochi, solo che il parroco volle che fosse lui a sfondarmi il buchetto stavolta, e lo fece così bene che cominciai a sborrare pure io, mentre mi inculava io succhiavo il cazzo del prete, appena uscì dal mio culetto con il cazzo gocciolante il prete lo attirò a se e se lo mise sopra a cavalcioni per uno smorzacandela che lo fece piangere tanto fu intenso. La mia parte non finì li, dovetti succhiare il cazzo del mio amico che, tornato di nuovo duro per la monta furiosa del prete, dopo un po’ mi riempì la bocca di sborra che bevvi tutta avidamente. Crescendo oltre al prete si aggiunsero anche altre persone, quando mi mandava a chiamare per un incontro spirituale sapevo che sarei stato inculato da qualcuno che nemmeno conoscevo ma che apprezzava molto il mio culetto. Di solito in sacrestia trovavo degli abiti da ragazza che sapevo di dover indossare, erano vestitini corti che mi lasciavano scoperto Il culetto coperto appena da un perizoma. Poi dovevo dirigermi in camera del prete dove avveniva l’incontro. Erano spesso uomini anziani che una volta in camera non mi davano nemmeno il tempo di entrare, mi prendevano in braccio e cominciavano a baciarmi sulla bocca con foga per poi scendere sul mio cazzetto, il perizoma spariva subito mentre preferivano incularmi con il vestitino addosso. Quando infilavano la lingua tra le mie chiappette fino ad infilarmela a fondo nel buchetto, lo sfregamento della barba tra le chiappe mi eccitava molto, a volte venivo in mano al mio violentatore, alcuni si arrabbiavano e allora cominciava una serie di sculacciate, pizzichi nei capezzoli e introduzione di candele nel culetto. Tutto questo più che una punizione per me era un piacere, mi facevano eccitare di nuovo così che quando super eccitati mi inculavano ero ben felice di prendere il cazzo nel mio culetto. Una volta in camera del prete trovai un uomo di colore che riconobbi come un prete suo collega. Quando si spogliò mi accorsi che il suo cazzo eretto aveva le dimensioni di un mio braccio. Come gli altri mi baciò ardentemente in bocca, volle incularmi tenendomi in braccio e rigirandomi la lingua in bocca, mi accorsi subito che non sarebbe stato facile, era veramente grosso quel cazzone nero che spingeva sul mio buchetto aperto, non opposi la minima resistenza alla penetrazione ma nonostante gli sforzi non voleva entrare, allora abbracciandomi mi mise le mani sulle spalle e spinse in basso, a quel punto la sua enorme cappella entrò nel mio buchetto rompendolo, sentii un dolore lancinante, nemmeno quando il prete mi inculò la prima volta provai un dolore simile, sentii il sangue colarmi tra le gambe mentre il suo cazzo mi inculava con violenza, per entrare più a fondo mi prese per i fianchi tirandomi a se. Presto il dolore divenne piacere e che piacere godetti quattro volte poi quando decise di sborrare lo tolse dal mio culetto e ancora sporco di sangue e di umori me lo infilò in bocca, venne riempiendomi di sborra calda e densa che inghiottii leccandogli per bene il cazzo. Non pago volle scoparmi il culetto ancora una volta e per eccitarsi di più ebbe l’idea di usare il cordone della tonaca del parroco come frusta, mi riempì il corpo di righe rosse sulle chiappette alcune sanguinavano. Mi inculò ancora più forte di prima e di nuovo mi fece ingoiare tutta la sua sborra che io mandai giù fino all’ultima goccia. Oramai il mio buchetto era pronto a tutto cosi allargato, avevo bevuto tanta sborra e ne ero felice. In quel tempo ero diventato la puttanella del clero, anche se venivano in abiti borghesi li riconoscevo ma mai avrei creduto di trovarmi il vescovo in camera. Entrai e vidi che il prete spompinava un altro uomo, mi avvicinai e mi accorsi subito che era lui, il vescovo mi chiamarono in mezzo a loro e cominciarono a baciarmi in tutto il corpo, mentre avevo in bocca la lingua del prete in basso, tra le mie chiappette il vescovo stava affondando la sua lingua fino ad aprirmi il buco del culo, che dopo poco si allargò cosi bene che quando il vescovo mi introdusse la cappella del suo bel cazzo scivolò dentro fino alla radice. Preferì incularmi tenendomi appoggiato allo sportello dove il prete teneva le stole e ad ogni colpo questo sbatteva schiacciandomi il cazzetto nella cornice. Al massimo dell’eccitazione mia e loro decisero di incularmi entrambi contemporaneamente, per riuscirci mi fecero distendere sopra la pancia del prete che prontamente mi infilò e subito dopo il vescovo mi salì sopra e forzando mi introdusse il suo uccello sopra il cazzo del prete. Il mio buchetto si allargò e divenne accogliente per due grossi cazzi che muovendosi insieme mi fecero sentire quattro palle che sbattevano sul mio culo. Quando vennero vollero che li prendessi tutti e due in bocca, non fu facile ma ci riuscii, mi inondarono la bocca di sborra che ingioiai con gusto. Gli anni passarono tra inculate e pompini poi la storia finì ad opera delle forze dell’ordine che un bel giorno portarono via il parroco e chiusero la chiesa. Durante gli interrogatori fui sentito da un giudice che mi consigliò di entrare in una comunità per il recupero di ragazzi vittime di violenza. In quel luogo trascorsi alcuni anni sereno, lontano da traumi e scossoni, poi un bel giorno fui avvicinato da un mocciosetto, avrà avuto la mia età all’epoca dei fatti. Il suo aspetto era sublime efebico liscio e profumato, non resistetti a lungo, con una scusa lo avvicinai, fingendo di pulirgli gli abiti dalla polvere in cui si era rotolato giocando, lo accarezzai, gli palpai il culo, sentii il suo cazzo ben formato su un corpicino da ragazzetta. Lo convinsi a lasciarsi spogliare e mentre lo facevo saggiavo con le mie mani la consistenza del cazzo e l’arrendevolezza delle chiappe, si lasciava palpare tutto il corpo senza opporsi, questo mi fece andare in estasi. Togliendogli i pantaloncini gli premetti il bottoncino del buco del culo e il mio dito entrò, con l’altra mano tastai il cazzo, gli stava diventando duro, allora presi coraggio e cominciai a muovere il dito dentro e fuori il suo culo e nel frattempo gli strizzai le palle e il cazzo, in un attimo me lo trovai attaccato al mio uccello, succhiava divinamente. Mi sfilai la cintura e cominciai a frustargli il culo, mugolava un “no dai non farmi male hai mi stai facendo il culo rosso hai” mentre diceva questo in vece di ritrarsi inarcava sempre più la schiena per sollevare il culo verso le frustate. Lo afferrai per i fianchi e lo inculai senza lubrificarlo, entrai nel suo culo spingendo con forza la cappella sul buchetto che presto cedette e mi lasciò entrare senza opporre più resistenza. Anche ora si ripètè la scena precedente, urlava “non voglio non mi inculare non mi sfondare il culo con il tuo cazzone mi fai male mi stai riempiendo mi spacchi in due” ma i suoi movimenti erano perfettamente sincronizzati con i miei non si perse nemmeno un centimetro del mio cazzo in culo anzi quando sembrava che uscissi si affrettava a stringere le chiappe. Sborrai nel suo culo stupendo poi glielo ficcai in bocca, lo estrassi pulito senza più tracce di sperma, aveva ingoiato tutto avidamente.
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