Gay & Bisex
Una notte speciale
di yamada
26.02.2013 |
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"Si sposta nell’oscurità del sottoscala..."
Da un po’ che lo guardo.Abita al primo piano. 20 anni o poco più. Alto. Nero cioccolata. Due occhi come il carbone.
…e poi il pacco: i pantaloni sono larghi, eppure sporge prepotentemente.
Una tentazione giornaliera. Un insieme di sguardi silenziosi e ammiccanti. Un interrogativo costante: ma ci potrebbe stare?
Questa notte il nostro rientro coincide.
E’ tardi. Avrei dovuto evitare l’ultimo bicchiere. Domani avrò un tamburo per testa e due occhi gonfi come mongolfiere.
Vedo lui che entra nell’androne appena dietro me. E’ stanco, ma bello come sempre. Lo guardo con insistenza. Lui non desiste nel ricambiarlo.
Sarà il vino, sarà il sonno, sarà quella bellezza screanzata… allungo la mano per sentire la consistenza di quella bestia che ha fra le gambe.
Il cuore batte a mille. Sono matto. Ora mi picchia.
Mi guarda stordito e insonnolito. Un mezzo sorriso scappa tra le labbra: ti piacce?
Come dire di no. Sento tra le dita le sue palle grosse e virili. Il suo pene moscio mi sembra lunghissimo.
Si! Cos’altro dovevo dire?
Chiude il portone. Si sposta nell’oscurità del sottoscala.
Mi avvicino. Rimetto la mano su quella meraviglia.
No. Succhia.
Mette le mani sulla mia testa e mi spinge giù.
Apro il pantalone. Sotto il boxer aderente la sagoma di una bestia. La scopro.
Un cazzo color caffè. A riposo non erano meno di 15 centimetri.
Lo prendo fra le mani. Poggio le mie calde labbra sulla cappella scoperta. La bagno carezzandola con la lingua.
Lui mormora. Non capisco.
Inizia a diventare duro e cresce sempre più.
Scivolo la mia lingua lungo un bastone perfetto e nodoso.
Arrivo alle palle. Le prendo in bocca. Le succhio delicatamente.
Ritorno su. Afferro la cappella stretta fra le labbra.
Geme.
Vado su e giù con mani e bocca.
Lui mi accompagna con il movimento del bacino. Mi tiene la testa ferma.
E’ davvero lungo: mi entra profondamente in gola.
Non è ancora soddisfatto.
Mi mette la testa contro il muro. Mi serra il viso con le forti mani. Mi affonda il cazzo in bocca.
Quasi soffoco.
Inizia a fottermi la bocca senza pietà.
Non si ferma: accellera sempre più e il suo ansimo cresce.
Cerco di divincolarmi.
Mi stringe. Mi sbatte con violenza il pube sul viso. Mi continua a fottere senza sosta.
Un gemito forte e la mia bocca si riempie del suo sperma caldo.
Rallenta. Si ferma. Tira fuori il cazzo sgocciolante.
Gli pulisco la cappella con la mia lingua.
Tira su le mutande e i pantaloni. Va via.
Che nottata!
P.S.
Il Lonfo
Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.
E' frusco il Lonfo! E' pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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