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Obbligo o Verità


di Occhi_da_cerbiatto
08.01.2020    |    2.318    |    3 9.4
"Ovviamente non volevo espormi apertamente perché al sud, la mentalità non è molto aperta anzi è molto antiquata a riguardo..."
Ero ancora un ragazzino quando avvenne questo evento, avevo circa 14 anni. Ero nel classico periodo dell’adolescenza in cui si cerca di affrontare la propria sessualità, ma con me era differente, ero pieno di dubbi e di incertezze se mi piacesse un sesso o l’altro. Ovviamente non volevo espormi apertamente perché al sud, la mentalità non è molto aperta anzi è molto antiquata a riguardo. Era estate, io ancora titubante di come fare a capire cosa realmente mi piacesse, quando mentre uscivo col mio gruppo di amici mi resi conto di una cosa molto importante, che non tutte le persone sono uguali e non tutti affrontano le questioni allo stesso modo. In sintesi individuai nel mio gruppo un ragazzo robusto occhi e capelli di un colore scuro, aveva la nostra stessa età, ma sembrava che madre natura lo avesse favorito e fatto sviluppare prima di tutti noi. Insomma non nascondo che provavo una certa attrazione per lui, naturalmente non capivo se era stima per un ragazzo più grosso di me o attrazione sessuale, ma ripeto a quel tempo ci capivo poco e naturalmente non potevo farmene accorgere, perché come ho detto prima non volevo espormi con i miei amici. Lui era il classico ragazzo prematuro che ci provava con qualsiasi ragazza basta respirasse.
Per qualche ragione quel giorno ci ritrovammo insieme, io,Leonardo “questo era il suo nome” e Massimo un altro amico, gli altri sarebbero arrivati solo dopo con molto più ritardo rispetto a noi.
Non mi ricordo come ma ci ritrovammo a parlare del coraggio di Leonardo, per lui nulla era impossibile o almeno ci avrebbe provato a farlo diventare possibile.
Massimo se ne uscì dicendo:-Tutti sono bravi a parlare ma a fatti nessuno e bravo-.
Leonardo a questa parole iniziò a ridere di gusto e indicandoci il boschetto dal parco dove eravamo seduti e con voce spavalda disse:-Proprio ieri sera Carlotta mi ha fatto proprio li, una pompa.-
Era vero Carlotta amava Leonardo, solo che per lui esisteva solo il divertimento per cui gli chiese come dimostrazione del suo amore di farle una pompa e lei accetto, tanto che Massimo confermò quello che aveva appena detto Leonardo dicendo che il resto del gruppo aveva assistito all’atto, senza essere notati in quanto il boschetto era molto fitto e vi era la presenza di alcune conche dove tutti noi stando nascosti, abbiamo assistito all’atto.
Io assecondai Massimo, ma solo per vedere la reazione che avrebbe avuto Leonardo e dissi ridendo:-Tanto va a finire che sono più coraggioso io di te-. Appena detta questa frase, Massimo e Leonardo risero di gusto tanto che subito dopo quest’ultimo mi disse:-Bene avanti dai, mostrami il tuo coraggio e abbassati i pantaloni-.
Io nascondendo la mia perplessità, mi misi a ridere e per non far notare la mia preoccupazione, mi avviai nel boschetto affinché non ci vedesse nessuno. Poi una volta arrivati e verificato l’inesistenza di altra gente, feci ciò che aveva detto, ma poco dopo mi rialzai i pantaloni dicendo: -Visto!!!!!, mi sa che le palle fra me e te, le ho io e mi rimisi a ridere.-
Massimo comincio a ridere di gusto, finché non gli arrivo una chiamata e dovette tornare a casa, mentre io rimasi solo con Leonardo, che forse sarà una mia sensazione, ma aveva il viso un pò incazzato, come se gli avessi fatto fare prima, brutta figura, non era una situazione proprio rassicurante quella. Poi tra ragazzi tutto comincia e dopo poco, si soprassiede e sembrava che avesse dimenticato tutto mi disse:-Mancano ancora tre ore prima che arrivino gli altri, vogliamo aspettarli a casa mia?-, io dissi di si, tanto ormai la situazione a parer mio si era calmata.
Anche sulla strada che ci portava a casa sua, ridevamo e scherzavamo, non fuoriuscì nemmeno una parola su quello che era successo nel boschetto. Arrivati a casa sua notai che non c’era nessuno, ci dirigemmo verso la sua camera da letto e dopo che lui andò si chiuse in bagno, che era comunicante con la stessa stanza, io mi sedetti sul suo letto.
Una volta uscito però mi disse:-Non pensare di avermi fatto fare brutta figura al parco-, poi forse anche forte del suo fisico possente continuò dicendo:-Io quel sorriso ironico te lo posso levare in qualsiasi momento-. Io mi misi a ridere dicendo:- Allora perché non lo hai fatto prima?-
Si, alzo un silenzio tombale, nella mia testa rimbombarono solo le sue parole, poi continuò dicendomi:-Per vedere se hai davvero coraggio, dobbiamo essere solo noi due.-
Gli chiesi spiegazioni e mi disse in maniera semplice e diretta:- Giochiamo a OBBLIGO e VERITA’ e nessuno mai dovrà sapere ciò che combineremo qui. Deve coinvolgere solo noi due.-
Io ingoiai un po’ di saliva senza farmene accorgere, anche perché era un po’ più grosso di me ed ero un po’ preoccupato, ma accettai e iniziò il gioco, poi io aggiunsi un’altra regola: gli obblighi dovevano essere sostenuti da entrambi, ma lui accettò questa mia condizione.
Il primo obbligo consisteva nel togliere tutti gli indumenti.
Quindi lo facemmo senza nessun problema, ma appena rimasti nudi, il primo sguardo di entrambi fu verso le parti più e basse e con grande sorpresa vidi una cosa che mi lasciò senza fiato, lui aveva il cazzo barzotto e già da così superava il mio in volume. Gli chiesi spiegazioni e lui mi rispose con un semplice:-Lui sa benissimo che si dovrà divertire, comunque se vuoi ti puoi sempre ritirare.-
Non avevo nessuna intenzione di rivestirmi e andare via, anche perché il gioco era appena incominciato ed era un piacere vedere quel corpo nudo e quel cazzo eccitato perlomeno in parte, perciò presi coraggio e dissi:-Tranquillo, possiamo continuare mettiti pure comodo, prendilo in mano e fammi una sega se dopo vorrai fare altro sarò ben contento di fartelo fare, però ti puoi sempre ritirare.-
Dentro di me mentivo non sapevo se ci sarei riuscito a fare di più.
Lui mi afferrò il cazzo e cominciò a segarmi, me lo sentivo pulsare accusando un brivido sulla schiena ad ogni passaggio della sua mano sul glande già scoperto. Ero in visibilio e rilassato sul suo letto, quando quasi amareggiato mi disse:-È questo sarebbe il massimo che sai fare e come prendere il mio e mi stessi facendo una sega da solo.-
Poi si fermò ed era come se si fosse rotto un incantesimo, lasciandomi con il cazzo durissimo quasi pronto per esplodere dicendomi:-ora era il mio turno.-
Senza tante storie, non me lo feci ripetere due volte e presi in mano quel cazzo già barzotto. Era la prima volta che prendevo in mano un altro cazzo che non era il mio e oltretutto di notevoli dimensioni. Lo sentivo pulsare delle mie mani era una sensazione molto bella e iniziai a segarlo, ormai avevo già capito che lui voleva fare sempre di più. Continuavo a segarlo era bello sentire quel cazzo che si induriva sempre di più nelle mie mani superando di gran lunga il palmo della mano. Una sensazione fantastica, poi fermandomi la mano e guardandomi con quel suo sguardo che avevo già visto prima sul prato quando andò via Massimo e mi disse con voce seria e preoccupante: -Adesso puoi cominciare a fare il prossimo obbligo e avanti dai fammi una pompa.-
Lo guardai negli occhi e tutto faceva presagire che Leonardo non stava scherzando. Avvicinai le labbra a quel cazzo e piano le aprì per far uscire un po’ la lingua per toccarlo assaggiando il sapore di quel capoccione rossastro che sembrava mi guardasse e mi dicesse:-Cosa stai aspettando a leccarmi?-.Poi spaventato lo misi in bocca, non sapevo bene cosa dovevo fare, iniziai a salire e scendere sentivo quel cazzo che mi induriva sempre di più. Poi leccavo quell’asta da sopra fino a giù alle palle. Che sensazione fantastica quella. Lo ripresi ancora in bocca e comincia ad andare su e giù, finché quella cappella iniziò a picchiarmi contro il palato.
Sentivo la voce e il fiato di Leonardo che aumentava ansimava bisbigliava parole del tipo:-Dai bravo continua cosi-, poi mi prese il capo e lo tiro giù di colpo. Quel cazzo mi finì tutto in gola. Comincia ad avere delle conate di vomito iniziando a tossire quando lui iniziò a venire. Uno, due, tre e non sò più neanche quanti furono i fiotti di sperma che mi finirono in gola. Cercavo di divincolarmi, ma aimè solo allora presi coscienza di quanto Leonardo fosse grande e grosso. Cercavo di allontanarmi ma dovetti ingoiare il possibile, perché il resto mi usciva lateralmente dalla bocca.
Continuavo a tossire e quando ormai spompato tolse la mano dal capo e gli dissi:-Ma sei impazzito, che ti prende? Non era compreso nell’obbligo!!!-,
Leonardo a questo punto pieno di se e soddisfatto mi guardò e mi disse:-A me sembrando che a te piacesse invece farmi una pompa quindi ho pensato di ricompensarti in questo modo.-.
Ero incazzatissimo, ma aveva davvero ragione quella pompa fu la mia prima esperienza sessuale e cazzo quanto mi era piaciuta.
Iniziai a pulirmi la bocca, gli presi il capo e glielo abbassai:-Ora fai provare a me tanto piacere, bastardo-,
Leonardo si abbassò di conseguenza e fece provare anche a me lo stesso piacere, ma non lo fù per me, la stessa emozione che magari provò lui.
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Spero che il racconto vi sia piaciuto, ringrazio chi mi da una mano e chi ha letto il racconto.
~Occhi da cerbiatto
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