Gay & Bisex
La sosta...con sorpresa
di redice2
11.09.2015 |
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"“Posso sapere cosa sta facendo qui?”
“Guardi sto andando a..."
Questo è il mio primo racconto, quindi fatemi sapere cosa ne pensate, ed ero molto indeciso se scriverlo o meno ma quello che è successo va oltre ogni mia più porca fantasia...anche perché quello che narro è successo per davvero! Ma andiamo per ordine.Siamo alla metà di una settimana di questa estate infuocata, insieme ad un mio amico decidiamo di andare a fare una passeggiata in una città del centro Italia, dato che ambedue siamo appena andati in ferie.
Decidiamo di partire con comodo in mattinata e quindi intorno alle 14 stiamo per arrivare ad una piazzola di sosta dell'autostrada che conosciamo molto bene e che non ci ha mai deluso in fatto di incontri particolari e porci. Non vi dirò di quale piazzola si tratta, dovrete capirlo da soli, ma non sarà difficile arrivarci.
Allora, sono quasi le 14 e la nostra auto entra in questa piazzola dell'autostrada che ha al centro della stessa una piccola collinetta che viene costeggiata dalla strada in tutti i due lati.
Il mio amico ferma l'auto lungo la rampa che porta all'uscita e che costeggia la collinetta così da facilitare chi eventualmente ci vuole salire sopra. Prendo dal mio zainetto due profilattici e me li metto nella tasca dei jeans, quindi scendo, lasciando il mio amico al posto di guida a fumare. Mi incammino con passo lento verso la cima della collinetta da dove guardando l'autostrada si vede la rampa di accesso sulla sinistra e la rampa di uscita sulla destra. Arrivo in cima e non incontro nessuno, quindi mi metto dietro un arbusto ed incomincio a toccarmi il pacco in modo da avere all'occorrenza il cazzo già pronto. Sono in cima e sento scorrere il traffico sotto di me quando dalla rampa di accesso vedo entrare una volante della polizia stradale. Già altre volte era successo che mentre mi trovavo in “cerca” una macchina della polizia fosse entrata nella piazzola, e quindi ero sicuro che anche questa volta avrebbe fatto il giro lentamente e poi se ne sarebbe andata.
Invece questa volta la vedo rallentare dietro la macchina del mio amico e fermarsi. Mi prende un po' di agitazione ma mi dico che devo restare calmo e vedere quello che succede. Dal lato passeggero della volante vedo uscire un poliziotto che con passo calmo si incammina lungo la piccola salita dove mi trovo. Il cervello mi parte a palla. Che fare? Penso tra me, se mi trova a passeggiare con il pacco in bella vista capisce subito che sono in cerca, quindi devo trovare una scusa valida. E quale scusa migliore di un impellente bisogno fisiologico? Detto fatto. Torno in cima alla collinetta e mi metto dietro un alberello, dando le spalle alla piccola stradina che l'attraversa, tirando fuori il cazzo, semi duro, con qualche difficoltà, e mi concentro al massimo per riuscire a pisciare.
Dopo tre minuti sento dei passi dietro di me ed una voce che mi dice;
“Buona sera”
Io mi volto lentamente, sempre con il cazzo in mano, e mi vedo davanti un poliziotto nella tipica divisa estiva, camicia blu scura a maniche corte, pantaloni grigi con bande laterali messi dentro agli stivali neri, alto come me, un accenno di pizzetto, moro, faccia seria che mi guarda.
“Buona sera”
rispondo io, mentre con la mano destra sto rimettendo il mio cazzo, ormai ridotto ai minimi termini, nei jeans.
“Posso sapere cosa sta facendo qui?”
“Guardi sto andando a ... con un mio amico, e all'improvviso ho avuto necessità di espletare un bisogno fisiologico.”
“E doveva venire sino qui per farla? Non poteva farla sotto? Dietro un albero della piazzola?”
Oddio, penso tra me, qui si mette male. Inoltre, me ne accorgo solo ora, nella mano sinistra scintilla una bella fede nuziale.
“Guardi non pensavo di commettere niente di grave a venire a...”
“Mi può favorire i suoi documenti?”
“In questo momento non li ho, sono rimasti in macchina del mio amico.”
“Capisco” fa il poliziotto e mi guarda con aria di sfida, mentre mi osserva con molta attenzione.
“Tiri fuori le tasche dai jeans e mi mostri il loro contenuto.”
Io rintronato dalla situazione vado per estrarre le tasche dai jeans, e solo allora mi ricordo dei due profilattici…
Il poliziotto me li vede nella mano destra ed alzando lo sguardo mi chiede,
“Lei già conosceva questa piazzola? Sa cosa succede qui?”
Io sono nel panico più totale. Che gli rispondo? Che la piazzola la conosco da molto tempo? Che molte volte mi sono fatto delle scopate selvagge con uomini che non cercano altro? Che i profilattici me li sono portati dietro per soffiarci dentro per farne dei palloncini? Non so cosa rispondere. Inoltre devo essere di tutti i colori, ma con il rosso porpora che predomina sul mio viso.
“Guardi io...”
E qui succede una cosa. Quella cosa che noi maschietti conosciamo molto bene. Quel segnale, forse ancestrale, che significa solo che stiamo cercando un maschio come noi per dare sfogo ai nostri istinti più segreti.
Infatti nel rimettere i profilattici in tasca, con la mano sinistra, mi do' una bella strusciata al pacco ed al cazzo. Ed il poliziotto che fa? Con la mano destra si da' anche lui una bella ravanata al cazzo.
La situazione mi eccita da morire, il mio cazzo si indurisce all'istante e sto' per aprire bocca quando il poliziotto mi dice,
“Spostiamoci più su.”
Io come un ebete rispondo
“Certo”.
E ci spostiamo proprio in cima, tra due arbusti che formano al centro una rientranza, guardando per terra non vi è alcun dubbio su quello che si fa li.
Mi si avvicina e con fare deciso mi prende il cazzo da sopra i jeans e me lo stringe.
“Avevo visto giusto, gran bel cazzo tutto da gustare.”
Vado per aprire i jeans ma lui mi ferma e mi dice.
“Ci penso io.”
E si mette accucciato sulle gambe ed inizia ad aprirmi i jeans. Io come un ebete gli dico
“Facciamo attenzione potrebbe arrivare qualcuno.”
Lui mi risponde, già con il mio cazzo in mano,
“Tranquillo quando vedono la volante non si ferma più nessuno.”
Scoprirò più tardi che aveva proprio ragione…
Inizia un balletto con la sua lingua sul mio cazzo, lo lecca tutto dalla cappella alla base, lo ingoia con dei risucchi micidiali, se lo fa entrare tutto in gola, si ferma sulla cappella e me la succhia con le due labbra, mi fa impazzire. Penso tra me e me, ci sa proprio fare… All'improvviso si alza, mi si para davanti e con violenza mi prende la testa e mi ficca in bocca tutta la sua lingua. Io assaporo il suo gusto misto al sapore del mio cazzo, e la testa mi parte. Gli afferro il culo, ancora stretto nella divisa, e lo tocco, lo stringo, lo palpo con violenza.
Lui di rimando non fa altro che dire
“Si, così. Si, così.”
Allora lo giro, e con un tono di voce che mai mi sarei aspettato, gli dico.
“Lentamente si abbassi i pantaloni della divisa.”
E lui con molta calma inizia a calare i pantaloni. Mi si presenta davanti un culo stretto in un paio di boxer elasticizzati neri, li fa scendere, e mi si mette a novanta con il suo bel culetto in bella vista. Tra l'altro noto che è abbronzato, ma con la linea del costume che in questo caso deve essere stato uno slip. Mi abbasso anche io, gli apro le natiche con decisione, e mi si presenta un buchetto roseo che è tutto un programma… Inizio a leccarlo con voracità, con la lingua aperta me lo succhio con gusto, lui gode da matti e sospira continuamente. Dopo averlo ben lubrificato inizio ad infilargli un dito, poi due, e lui non fa una piega, io invece ho il cazzo che fra un po' mi esplode, ma penso tra me non è ancora il momento… Mi alzo, lui si gira e torna a tuffarsi sul mio cazzo e lo succhia come se fosse l'ultimo esemplare sulla terra. Io intanto mi allungo sopra la sua schiena e continuo a giocare con il suo buco.
Mentre me lo succhia, ad un certo punto sento che mi dice,
“Si infili il profilattico”,
io lo prendo e vado per infilarmelo, ma lui mi blocca e mi dice,
“Ci ho ripensato, ci penso io”.
Apre la bustina con forza, prende il condom e me lo appoggia sulla cappella, poi molto lentamente lo fa scorrere tutto sino alla base. Si ferma un attimo a guardare il mio cazzo duro come il marmo, e poi se lo rimette tutto in bocca ed inizia a succhiarlo ancora.
Qui devo fare una piccola riflessione. Molte volte mi hanno succhiato il cazzo con il preservativo, ma solo i più bravi, ed i più esperti, riescono a succhiare bene un cazzo con il condom addosso. Solo chi ha molta esperienza riesce a far provare al partner tutte le sensazioni, come se il preservativo non ci fosse.
E cazzo! Questo agente ci sapeva proprio fare! Mi faceva sentire tutta la lingua, tornava a succhiarmi la cappella avvolgendola tutta tra le sue labbra.
Dopo l'ennesima succhiata si alza e mi dice,
“E' pronto.”
Come se avesse detto la famosa battuta “il pranzo è servito.” Ci spostiamo vicino ad un alberello più grosso, lui si piega a novanta e si allarga il culo con tutte e due le mani. La sua fede brilla al sole e, non so voi, a me vedere un uomo sposato che mi porge il buco del culo mi manda in orbita. Allora prima di scoparlo mi rimetto a succhiarlo. Il suo buco si contrae e lui ansima a più non posso. Ma la mia voglia è troppa, ed allora mi rialzo, mi avvicino e piano piano gli ficco il cazzo in culo. Io non mi vanto di avere un grosso cazzo, ma tanto piccolo non è… Ebbene mi accorgo che sta entrando tutto senza trovare alcuna difficoltà. Quando sono arrivato a toccare le palle al suo culo mi fermo un attimo, e lui tira un sospiro e dice
“Cazzo. Cazzo. Cazzo. Mi piacciono gli uomini che sanno scopare.”
Io incoraggiato da questo complimento inizio a scoparlo. Gli faccio sentire tutto il cazzo con calma, lo affondo e poi lo ritiro a me, lui gode da matti, io non sono da meno, sento che non potrò durare ancora a lungo. Invece riesco a scoparlo ancora per un po', lui si gusta il mio cazzo, io mi gusto il suo culo. Siamo due uomini che si danno piacere reciproco in un pomeriggio d'estate. E cazzo scopare il culo di un uomo non ha confronti con niente d'altro.
Ad un certo punto gli dico
“Io sto per venire. Veniamo insieme?”
Lui mi fa
“Si. Veniamo insieme. Voglio sentire il cazzo che mi sborra dentro.”
“Ok.”
Io inizio a scoparlo con forza e ad un certo punto io vengo, spruzzando tutta la mia sborra nel profilattico. Sento che anche lui sta venendo perché riconosco le contratture del suo buco intorno al mio cazzo, me lo stringe, allora io allungo la mano destra sotto di lui e gli prendo il cazzo in mano e lo sego. Lui sorpreso dal mio gesto inizia a gemere e dice
“Si cazzo. Si cazzo. Mungimi tutto!”
All'improvviso viene con una sborrata che va a coprire tutti i fazzoletti, i profilattici, le bustine che sono per terra.
Piano piano tiro fuori il mio cazzo dal suo magnifico culo, un po' sudato ed ancora incredulo, e mi ricordo di non avere con me i fazzolettini di carta. Allora lui mi guarda e da uno stivale tira fuori un pacchetto e me ne porge due. Io li prendo, con uno ci avvolgo il condom e con l'altro mi pulisco il cazzo. Lui sta facendo lo stesso con il suo cazzo e il suo culo. Finita la piccola pulizia io vado per prendere il fazzoletto con dentro il profilattico e dentro a questo metto anche la sua bustina, poi prendo l'altro e me li metto in tasca.
Lui si accorge dei miei movimenti e con un sorriso mi fa,
“Vedo che lei tiene alla natura, non lascia spazzatura in giro.”
“Certo. Se ogni persona lo avesse fatto ora questo posto sarebbe più pulito.”
“Ha perfettamente ragione”
Ed anche lui si mette i suoi fazzoletti in tasca.
A questo punto con un bel sorriso maschio mi porge la sua mano destra e mi dice
“Grazie. Sono stato molto bene con te. Io mi chiamo … e non pensavo proprio di trovare una così bella sorpresa questo pomeriggio.”
Io di rimando gli porgo la mia mano e gli dico,
“Piacere io mi chiamo … ed anche io non immaginavo questa sosta così...”
Lui mi interrompe e mi dice,
“Ne sei proprio sicuro?”
Allora io con una risata gli rispondo,
“Mi hai beccato con le mani nella marmellata!”
“Sono stato molto contento di essere stato il tuo vasetto...”
Sono sorpreso, e lui se ne accorge, allora dal taschino della camicia tira fuori un paio di occhiali da sole e mi dice,
“Ora per primo scendo io. Poi quando saremo partiti con la volante, aspetti tre minuti e scenda anche lei.”
“Certo agente. Le auguro una buona giornata.”
“Buona giornata a lei e buon viaggio.”
Si gira e si incammina lungo la stradina.
Io resto fermo come in un sogno, mi ridesta un clacson di un camion lungo l'autostrada. Guardo l'orologio, sono le 15. Cazzo è passata quasi un ora. Chissà cosa penserà il mio amico…
Già il mio amico. Chissà che avrà fatto in questo lasso di tempo...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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