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Gay & Bisex

49 minuti...


di redice2
03.11.2015    |    11.128    |    10 9.4
"Ma se tu mi dai l'ok posso provare a trovare qualcuno..."

Ore 7.15
Suona la sveglia del cellulare. Sono ancora sotto le coperte in questo inizio d'autunno. Quanto è piacevole stare al calduccio mentre fuori arriva il primo freddo. Mi stiro come un gatto che fa le fusa, mi giro verso il comodino e prendo in mano il cellulare, tolgo la modalità aereo che metto durante la notte, e mi riconnetto al mondo.
Per prima cosa ecco alcune notifiche su whatsapp, scelgo solo quelle a cui rispondere subito.
Poi mi collego sulla pagina delle ultime notizie, le scorro velocemente, ma le mie dita vanno dopo poco a digitare l'indirizzo di questo sito.
Vediamo se ci sono dei messaggi, e se sono interessanti.
Ve ne sono tre. Ma quello che mi attira subito è il suo. Tra l'altro vicino vi è l'indicazione che in quel momento è online.
^Oggi pomeriggio campo libero. Per te va bene solito posto e solito orario?^
Il cazzo mi diventa subito duro al pensiero della sua bocca e del suo culo. Gli rispondo subito.
^Per me ok. Solito posto e solito orario.^
Lo spedisco subito e non attendo la sua risposta. So bene che se me lo ha spedito è perché ha veramente campo libero, ma soprattutto gli è venuta quella voglia che lui chiama “voglia di maschio e di cazzo.”
Mi alzo di corsa e vado a fare la doccia. Oggi appena uscito dall'ufficio non si torna a casa, o si va in giro, oggi si va al campo...libero.

Ore 17.45
Finalmente è arrivata l'ora della libertà. Saluto i miei colleghi di ufficio. Prendo la mia borsa e mi incammino con voglia verso il mio appuntamento.
Il centro della città in cui vivo non è grande, si può raggiungere qualsiasi punto camminando tranquillamente tra la gente, ed infatti dopo una decina di minuti ecco in lontananza il palazzo dove so che mi attende lui. Vedo le finestre, e all'improvviso mi arriva un messaggio su whatsapp.
^Dove sei?^
^Sto arrivando.^
Dopo tre minuti di strada sono davanti al portone di un antico palazzo della mia città. Ridigito su whatsapp.
^Sono sotto.^
Il suono della serratura elettrica mi apre il pesante portone. Lo spingo con forza ed ecco che sono nell'atrio, in fondo vi sono le scale. Le prendo e salgo quattro rampe di scale per arrivare al secondo piano. Trovo, come al solito, la porta del suo studio accostata. Entro e la richiudo alle mie spalle.
Mi trovo così in un corridoio sulla destra del quale si affacciano varie porte. Ma io so dove devo andare. Lui è nella penultima porta a destra. Entro nella stanza e lo trovo, come sempre, fin dal nostro primo incontro, completamente nudo, con indosso solo la sua cravatta. E' disteso sul divano che si trova nell'ufficio. Sta giocando con il suo cazzo duro, ed ogni tanto si ficca un dito in culo dopo averlo succhiato per bene.
Io inizio a spogliarmi e metto i miei abiti su una delle due sedie posizionate davanti alla sua scrivania. Mi tocco il cazzo e piano piano vado verso di lui. Mi posiziono all'altezza del viso e gli porgo il mio cazzo. Lui inizia a succhiarlo con gusto. Tira fuori la lingua, lecca la cappella, mi tiene i coglioni con una mano mentre io gli affondo tutta la mia voglia in bocca. Lui mugola di piacere e si tocca il buco. Mi succhia il cazzo ancora per un po', poi io mi allontano e mi vado a mettere seduto sulla sua poltrona dietro la scrivania. Il contatto della pelle nera, fresca, sulla mia, mi attizza ancora di più allora lo chiamo e gli dico.
“Vieni qui a ciucciarmi il cazzo mentre sono seduto al tuo posto. Così ogni volta che ti metterai seduto ti ricorderai.”
Lui come un bravo bambino si alza dal divano e si viene a mettere davanti a me, mentre io allargo le gambe e gli punto il cazzo tra le sue labbra.
Questa volta mi succhia con una voracità incredibile. Mi prende il cazzo alla base con una mano e se lo ficca in bocca, lo succhia, lo riempe di saliva, lo tira fuori dalla bocca e se lo guarda, se lo rimette in bocca e alza gli occhi verso di me, io gli prendo la testa e la spingo sul mio cazzo e lui tutto di un fiato lo prende tutto. Ma ora ho voglia di scoparlo. Di scopare quel buco senza un pelo, di succhiarlo prima ben bene, e poi di metterglielo tutto dentro.
Lo faccio alzare e lo metto a 90 con il culo rivolto verso di me e lui tutto steso sulla scrivania. Gli apro le natiche ed ecco il suo buco, che palpita, mi ci avvento ed inizio a succhiarlo, lo succhio, lo bagno con la saliva, lo apro con le dita e lui che mugola di piacere.
“Ti piace?”
“Da impazzire. Hai una lingua...mi fa venire una voglia...”
“Di cosa?”
“Di cazzo.”
“Di cosa?”
“Di cazzo. Del tuo cazzo.”
“Allora ora ti do il cazzo. E' quello che vuoi, no?”
“Si.”
Mi avvicino alla mia borsa e da una tasca laterale tiro fuori un pacchetto di sigarette che non contiene...nicotina ma preservativi.
Torno da lui sempre a 90 lo lecco ancora un po', mi infilo il preservativo, lo sistemo bene sul piano della scrivania e gli ficco in culo, piano piano il mio cazzo.
Quest'uomo ha un buco di culo, ma un buco di culo...elastico, tutto depilato, mi avvolge il cazzo con il calore della sua voglia, inizio a scoparlo con forza, ogni tanto gli prendo i capezzoli e glieli strizzo. Ogni tanto allungo la mia mano destra verso il suo cazzo duro e lo sego.
All'improvviso mentre stiamo scopando il suono di un cellulare. E' il suo.
Si allunga verso la parte destra del piano di lavoro, prende il telefonino, lo guarda e mi dice,
“Devo rispondere. Tu continua ma non dire niente.”
“Ok.”
Lui risponde e gli sento dire,
“Ciao amore, si sono ancora in ufficio. Eh la causa … si sta rilevando più ostica del previsto. Beh ho ancora dei documenti da controllare ma vedrai che per l'ora di cena sono a casa. Al massimo saranno le 20.30.”
Io continuo a scoparlo e non vi nego che la situazione mi attizza un casino. Il cazzo mi diventa ancora più duro, lui lo percepisce e per poco non gli scappa un gemito. Ma riesce a controllarsi...e mantiene un tono di voce normale mentre parla con la moglie di quello che vorrebbe mangiare per cena. Lo scopo ancora più forte, allora lui con una scusa su di un passaggio delicato su un documento che sta leggendo la saluta e riaggancia.
“Come cazzo hai fatto a mantenere il tono di voce normale?”
“Il mio lavoro mi obbliga ad essere un gran para...culo”
“Si ma adesso il tuo culo te lo paro io...”
E gli do' due botte di reni che gli affondo il cazzo sino alle palle.
Non ce la faccio più e sborro nel preservativo mentre anche lui viene in un fazzolettino che teneva in mano per non sporcare il tappeto sistemato sotto la sua poltrona.
Tiro fuori il mio cazzo, piano piano, raccolgo il condom in un fazzolettino e gli chiedo se posso andare in bagno per fare un piccolo bidet.
Esco dalla sua stanza e mi dirigo al bagno. Un bagno completamente bianco. Tazza, due lavandini, vasca, bidet, piastrelle tutto bianco. Sul bidet trovo un flacone del doccia schiuma che preferisco. Gliene avevo parlato una volta che ci eravamo visti e lui oggi si è ricordato. Questo piccolo gesto mi piace, è un piccolo pensiero.
Torno di là, lui si è già rivestito. Abito intero a due bottoni, calzoni stretti sulle cosce, la cravatta è tornata sopra la sua camicia bianca. Si è seduto sulla poltrona e mi guarda mentre mi vesto.
“Lo sai, ho voglia di due maschi. Tu conosci qualcuno?”
“In questo momento no. Ma se tu mi dai l'ok posso provare a trovare qualcuno.”
“Va bene. Mi raccomando, inutile che te lo dica, fidato e sicuro.”
“Va bene. Ci sentiamo. Alla prossima.”
Mi avvicino a lui e da sopra la camicia gli stringo il capezzolo sinistro e gli dico,
“Sei un magnifico maschio. Ti vorrei in un letto...”
“Chissà, forse un giorno ci riusciremo.”
“Ciao.”
“Ciao.”
Mi incammino lungo il corridoio ormai in penombra, arrivo alla porta dello studio, l'apro e scendo le scale con tranquillità.
Arrivo al portone principale l'apro e sono in strada.
Guardo il mio orologio e sono le 18.34.
Penso tra me, guarda un po' ancora un minuto e potevamo fare 50 sfumature di…
Ma no, non ne vale la pena, molte volte la realtà supera di gran lunga la finzione letteraria.






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