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Gay & Bisex

La Renault 4


di MarioGipo
17.08.2022    |    7.764    |    8 9.5
"Ora lo vedevo senza sapere che da li a poco lo avrei anche provato..."
Era un caldo pomeriggio di fine Aprile, la scuola stava volgendo al termine e ci siamo ritrovati in strada a fare l’auto-stop.
Avevamo il rientro pomeridiano quel giorno ma il professore dette buca e quindi, fuori da scuola prima del tempo. Ci si prospettava un pomeriggio a zonzo in centro, a patto di raggiungerlo in tempi ragionevoli.
La nostra scuola era in piena periferia, servita da mezzi pubblici dedicati e quindi se si usciva prima o si era dotati di mezzo proprio oppure si elemosinava un passaggio.
Eravamo in 5 in strada quando, dopo un quarto d’ora di attesa, si fermò una Fiat 128.
- Ho solo 4 posti
Disse il tipo. Ci guardammo interdetti: chi rimaneva giù?
Tolsi i miei compagni d’impaccio.
- Ragazzi tranquilli, vado a piedi io, non ho nulla da fare e poi ho voglia di camminare.
In realtà coltivavo la segreta illusione di essere caricato da un bel maschio che ci avrebbe provato; ogni tanto sentivo queste storie ed io, nelle mie pulsioni adolescenziali, morivo segretamente dalla voglia di concedermi ad un maschio. Ne ero attratto. Stava diventando una ossessione. Ma non era per nulla facile a quel tempo,
Vidi la situazione come una opportunità, magari…chissà
Così rimasi da solo in strada, nel caldo pomeriggio primaverile.
Passarono 5 minuti e si fermò una Renault 4 rossa con un signore di mezza età:
- Vuoi un passaggio?
- Si, grazie. Vorrei andare in centro
- Sali allora.
Cominciammo a parlare delle solite banalità. Dopo un paio di minuti la sua mano scivolò dal cambio e si posò sulla mia coscia. Con un riflesso incondizionato scostai la gamba. Non so cosa mi prese, sono quelle reazioni istintive data da paura ed inesperienza. Fatto sta che lui ritrasse subito la mano, un pò imbarazzato, ed io ammutolii.
Pensavo fra di me di aver perso l’occasione e non sapevo come fare per rimediare. Nel frattempo ci si avviava inesorabilmente verso la fine del viaggio ed in macchina era calato il silenzio.
Ma a volte il caso torna a proporti una nuova occasione da cogliere. Successe che ci fermammo ad un semaforo ed io mi trovai a fissare un cartellone che pubblicizzava uno spettacolo delle Sorelle Bandiera; le amavo alla follia.
- Ti piacciono?
- Come? Risposi trasalendo
- Le Sorelle Bandiera, ti piacciono?
- Si…si…mi piacciono molto, sono simpatiche.
- Anche a me, non c’è nulla di male
- No, in effetti.
Bastò questo a rompere il ghiaccio, la tensione si allentò e tornammo a parlare…e dopo poco riecco la mano, ma questa volta lasciai li la gamba. Cominciò con l’appoggiare la mano sul ginocchio, io sentii il calore salire dalla gamba su tutto il corpo. Non so dove trovai il coraggio, probabilmente era incoscienza, ma allargai le gambe, come a mettermi comodo. Con la coda dell’occhio vidi il suo sguardo sulla mia patta. E poi, arrivò la proposta.
- Senti, ti piacciono i giornaletti porno?
-Mmm si.
- Ne ho appena presi un paio, ti va di andarli a leggere assieme?
- Maaa siii….maaa doveee?
Ero un pò incerto lo ammetto, vabbè la mano, ma ora mi parla di porno…non è che corriamo troppo?
- Dai, è qui vicino.
Eh si…il posto era una collina sopra la città nota per gli imboscamenti…
“allora ci siamo” mi dissi. Un misto di eccitazione e paura prese il mio stomaco. Avrei avuto voglia di saltare giù dalla macchina ma non lo feci.
In poco tempo arrivammo ad una radura un pò nascosta dalla strada.
Da li si poteva vedere la città ma non colsi la bellezza del panorama.
Lui aprì il cruscotto e ne estrasse due riviste. Una era un classico per i tempi “Le Ore”, l’altra era una rivista che non conoscevo e si chiamava “Doppio Senso”.
Le Ore erano la solita orgia di cazzi, fiche e tette…l’altro…bè erano soli uomini. Nudi. Una rivista porno fatta per maschi e di soli maschi.
Rimasi interdetto, sicuramente incuriosito e poi affascinato. Era la prima volta che vedevo un rapporto tra due uomini. Lo avevo sognato, anelato, desiderato. Ora lo vedevo senza sapere che da li a poco lo avrei anche provato.
Automaticamente lasciai cadere “Le Ore” e mi ritrovai a sfogliare quella splendida rivista patinata piena di cazzi e bei maschioni pelosi. Ero così concentrato che non mi ero accorto che il mio compagno si era slacciato i pantaloni e calato le braghe, liberando il suo strumento. Me ne accorsi quando mi prese la mano e la mise proprio lì…sentii il calore e l’umido del suo cazzo. Bruscamente mi risvegliai dal torpore ma non ebbi paura, sapevo cosa fare.
Intendiamoci, era il classico omarello di mezza età, con la pancetta, stempiato, cazzo nella norma. Ma a me in quel momento mi pareva un adone, allo stesso livello dei maschiacci della rivista.
Mi portò la mano sul suo cazzo ed io cominciai a massaggiarlo, poi mi prese la testa e me la portò verso il suo pube.
- Leccalo prima….non avere fretta…non usare i denti…usa la lingua
- poi mettilo in bocca…attento con i denti
Io ero come dentro ad un sogno. Mi colpì il sapore di maschio e di urina.
Nel frattempo lui mi cominciò a massaggiare il culo….mi slacciò i pantaloni. Io ero troppo impegnato a succhiare, cercando di capire come fare a non vomitare quando il suo cazzo mi arrivava in gola.
La sua mano mi stava spogliando. Mi tolse la maglietta e poi mi calò pantaloni e mutande. La sua mano stava percorrendo il canale del sedere fino ad arrivare al buchetto. Cominciò a massaggiarlo. Io stavo esplodendo.
Mi fece alzare la testa
- Togliti tutto
Mi spogliai completamente. Mi prese per i fianchi; le sue mani sui miei fianchi; mi tirò a se e salii a cavalcioni. Con le dita cominciò a lavorarmi li buchetto. Istintivamente allargai le natiche. Sentii il suo cazzo premere sul buchetto. Una sensazione incredibile.
- No, è troppo stretto. Dobbiamo allenarlo. Non ho fretta. Arriverà il momento che ti aprirò anche il culo.
Questo mi disse e nel mentre mi abbracciò e mi mise la lingua in bocca. Altri sapori che si andavano a sovrapporre ai primi. Indimenticabili. Prima di farci l’abitudine. Ero nudo, stretto al suo petto. La sua bocca la sua lingua sul mio corpo. Non ce la feci più. Venni copiosamente sul suo petto. Un orgasmo mai provato (fino ad allora).
Non mi fece neanche pulire che mi schiaffò la sua verga in bocca e cominciò a scoparmi in bocca.
Non tardò molto a venire anche lui, e lo fece nella mia gola. Ingoiai praticamente tutto. Non potevo fare altro. Li per lì strozzai un conato di vomito. Poi crollammo sui sedili.
Mi ritrovai nudo, sporco di sperma mio e suo. Lui uscì a pisciare. Poi si accese una sigaretta.
- Nel cruscotto ci sono i fazzoletti, pulisciti. Sei stato bravo. Diventerai una gran troia se mi ascolti.
Mi parlava ma io ero vuoto, la sua voce mi arrivava da un’altra dimensione.
- Adesso ti riaccompagno a casa. Prima di sfondarti il culo dovrai fare un pò di allenamento, ma vedrai che ti piacerà. Non ho fretta. Ti allenerò bene.
Si. Mi allenò bene l’omarino stempiato con la pancia e la Renault 4. Che da allora per me sarà la macchina del sesso. Ci incontrammo ancora e all’inizio dell’estate, come regalo di scuola, mi sverginò il buchetto. Insomma, mi sopò per bene. Da allora solo rapporti completi.
Ma fu delicato, fantastico. Mi ci portò per gradi.
Un rapporto che ho mantenuto per anni. Il primo amore, la prima macchina, non si scordano facilmente.
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