Gay & Bisex
La 127
di MarioGipo
29.04.2023 |
12.997 |
16
"Stavo godendo come una vera troia..."
Stavo preparando la maturità, la testa mi stava scoppiando. Sentivo il bisogno di muovermi, per cui decisi di andare in centro città a piedi.Era uno di quei pomeriggi che ti invoglia a mollare tutto per farti una passeggiata. E me la stavo godendo tutta.
Avevo già percorso poco più di un chilometro quando sul bordo del marciapiede notai una rivista spiegazzata, buttata li da qualche auto in corsa.
Immaginavo già potesse essere una rivista porno, la curiosità e la voglia mi assalirono. Mi guardai attorno, le auto sfrecciavano senza accorgermi della mia presenza.
Mi chinai e la raccolsi. Dalle prime immagini capii che il tema erano gli uomini, e la cosa non mi dispiacque affatto. Stavo oramai abituandomi all'idea che mi piacevano gli uomini, ne ero attratto ed avevo già fatto le prime esperienza, anche se cercavo di mantenermi discreto e guardingo. Non è mai stato facile fare outing.
Ad ogni modo, si trattava di Doppio Senso, una delle prime riviste porno riservate al mondo Gay. Ne avevo sentito parlare ma non mi ero mai arrischiato di acquistarla. Ora era fra le mie mani e mi stavo eccitando a vedere quelle splendide foto di uomini nudi in mezzo alla strada. Situazione non certo ideale per eccitarsi.
Guardingo, infiali la rivista nei jeans, coprendo il restante con la maglietta. L'idea era di arrivare a casa e ritirarla fuori in bagno per ammirare con calma quegli splendidi corpo e masturbarmi.
Avevo appena ripreso a camminare quando sentii una voce alle spalle che mi chiamava:
- Ti è piaciuta?
Rimasi di sasso ma decisi di far finta di nulla. Ma poi sentii il clacson e la voce:
- Allora, ti è piaciuta la rivista?
Mi volsi e vidi un signore di mezza età che mi fissava dall'interno di una 127 bianca.
- Dai, vieni qui. Non ti mangio mica.
Non so dove trovai il coraggio di avvicinarmi. Forse l'incoscienza giovanile. Ero comunque spaventato, timoroso più che altro.
- Prego?
riuscii a dire
- Ma sei sordo? La rivista. Ho messo io la rivista per vedere chi la raccoglieva. E tu te la sei messa sotto la maglia, non c'è nulla di male. Se vuoi a casa ne ho altre.
- Guardi, ero solo curioso. Gliela rendo subito.
Stavo sudando copiosamente. Il cuore mi stava battendo all'impazzata. Qualcuno aveva scoperto le mie pulsioni e poteva rivelarle al mondo. Mi sentivo morire.
- Senti, stai tranquillo. Non ho cattive intenzioni. Se sali in macchina ti porto da me. Ne ho altre, le puoi leggere con calma. Senza problemi. Cosa ti costa.
Già, cosa mi costava. Oramai mi aveva scoperto. Tanto valeva giocare la mano fino in fondo e guardare le carte in suo possesso.
Lui capì al volo che stavo cedendo e aprì la porta del passeggero. Mi guardai di nuovo attorno e salii in macchina.
Mi sorrise e mi mise la mano sulla coscia.
- Io sono Angelo.
- Ed io Mario.
Era grassottello, stempiato, oltre i 50 anni abbondanti. Probabilmente sposato.
Mise in moto la macchina e parti. Durante il viaggio non disse un granché. Le solite banalità. Fortunatamente non durò molto. Ero più a disagio che agitato.
Arrivammo davanti al cancello di quello che sembrava uno sfasciacarrozze.
- Scendi ad aprire il cancello. E' solo accostato. Poi aspettami li.
Ubbidii e quando la macchina fu entrata, meccanicamente richiusi il cancello. Mi indicò un prefabbricato bianco e mi ci diressi. ci trovammo vicini sulla porta d'ingresso. Senza dire una parola la aprì e mi fece entrare.
la stanza era in penombra, polverosa e con un forte odore di chiuso. La luce filtrava dalle persiane chiuse e dava una colorazione giallastra a tutte le cose.
Stavo cercando di orientarmi quando mi sentii spingere verso la scrivania difronte a me.
Il suo approccio fu rude, al limite del violento. Con la destra mi afferro il collo da dietro, con la sinistra mi strinse il fianco spingendomi verso la scrivania piegandomi in avanti. Sentii il suo fiato sul collo e poi cominciò a baciarmi e leccarmi. La sinistra si stava infilando tra i miei pantaloni. Avrei voluto dirgli che non c'era bisogno, che mi stavo già concedendo. Ma trovai inutili le parole.
Le sue mani mi stavano spogliando. Con un movimento rapido mi alzò la maglietta sopra le testa e mi fece calare pantaloni e mutande. Ero praticamente nudo, piegato sulla scrivania. Lo sentivo ansimare. Premere con il suo pacco. Poi, mentre con la sinistra mi bloccava la testa sulla scrivania, lo sentii slacciarsi i pantaloni. Lo sentii masturbarsi e poi sputare sulla cappella. Eccomi pronto, come un agnello sacrificale, a subire una violenza non necessaria.
Sentii la cappella appoggiarsi sul mio sfintere e farsi strada, lentamente ma inesorabilmente ad aprire la mia carne. Volevo ma trovavo tutto ciò inutile. Non era così che volevo, non era quello che desideravo ma ero bloccato li a subire, inabile a reagire.
Oramai era dentro e per fortuna che non ero vergine. E per fortuna che non era molto grosso. Normale.
Lentamente cominciò a pompare, trasformando la sua violenza in azione, in sesso. Piano piano la tensione si trasformò in passione. Sentii il suo respiro farsi pesante, la sua morsa allentarsi. Ora le sue mani erano sui miei fianchi e io potei alzare la testa, allontanando il petto dalla scrivania. Anche il mio respiro si fece pesante. Stavo iniziando, finalmente, a godere anch'io. Lui lo percepì e spostò le mani sul mio petto. Cominciò a baciarmi il collo. La puttana che era in me si palesò e cominciai a mugolare sempre più forte, come i suoi colpi. Poi emise un rantolò, i colpi si fermarono e mi sentii inondare di liquido caldo.
Le gambe mi tremavano, sentivo lo sperma scendere sulle mie cosce. Ci staccammo e mi girai. Meccanicamente mi inginocchiai e presi il suo cazzo in bocca per pulirlo, per togliere via lo sperma rimasto. Sentii le sue mani sulla mia testa mentre ero intento a ripulirle la sua verga. Poi mi stacco da se ed io mi alzai. Eravamo seminudi, stravolti, sudati. Mi guardò come se mi vedesse per la prima volta. Mi prese il mento, avvicinò la sua bocca e mi baciò.
Un bacio intenso, profondo. La sua lingua sulla mia. Le sue mani su di me, ad accarezzarmi, a stringermi.
Ci staccammo di nuovo. Mi prese la mano e mi condusse in uno stanzino dove c'era un divano letto. Ci spogliammo completamente stendendoci sul letto. Riprendemmo a baciarci, a toccarci, a stringerci.
Non passò molto che tornò a farsi duro e fu allora che lo ripresi in bocca, dando inizio ad in intenso bocchino. Lo cominciai a leccare e succhiare intensamente, fino a quando non lo sentii di nuovo come il marmo, lui era steso questa volta inerme. Come mosso da una .... mi misi a cavalcioni su di lui, presi il suo cazzo in mano e me lo infilai dentro. Questa volta volevo comandare io le operazioni. Cominciai a cavalcarlo. Lo sentivo tutto dentro. Una sensazione pazzesca. Presi le sue mani e me le misi sul petto, volevo che mi toccasse. Che toccasse i miei capezzoli durissimi. Stavo godendo come una vera troia. Stavo perdendo ogni inibizione. Ero vicino ad un orgasmo mai provato prima. Venni praticamente senza toccarmi. Un orgasmo che mi scosse nel profondo. Ma non mi fermai, continuai fino a che non sentii che ansimava di nuovo e lo sentii esplodere di nuovo dentro. A quel punto crollai.
Entrambi stravolti, stesi sul letto, sudati fradici ed io bagnata dentro e fuori. Finì così il nostro primo pomeriggio di sesso. Mi concesse una doccia prima di mandarmi fuori. Non era un tipo romantico. Ed io fui la sua prima preda. Ma fu una parte importante della mia formazione sessuale.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.