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Gay & Bisex

Inizialmente Era…… (5)


di Bellodolce
21.07.2023    |    2.032    |    2 9.8
"Lui si girò su di un fianco, verso di me, che supino ero in paradiso, seppure con ancora i battiti piuttosto accelerati, e sbaciucchiandomi in ogni parte..."
Mi sorprese molto quel gesto, per altro lussuriosamente sublime, non pensavo si facesse tra maschi, tanto che non lo avevo mai immaginato, neanche durante le sessioni solitarie. E invece…..
E invece non solo mi bacio’, ma afferrandomi con entrambe le mani sotto le ascelle mi mise a cavalcioni sopra di lui, con il mio culo a contatto diretto col suo, oramai non più marmoreo, cazzo. Il tutto sempre a labbra ben saldate, coi giochi di lingua, saliva ed umori che soltanto un bacio passionale e totale consente. Fummo travolti dalla libidine, e senza terminare quel bacio infinito ed infinitamente bello, cominciai a strusciarmi col sedere sul suo sesso, emulando l’atto sessuale completo che mi era ancora sconosciuto.
Il mio cazzo, ancora stracolmo della mia prepotente ed adolescenziale produzione ormonale, crebbe a dismisura, non lo avevo mai avuto così grosso e così duro. E mentre ondeggiando e dondolando su di lui mi gustavo il mio Giovanni, lui me lo prese in mano e cominciò a farmi una sega. Ci volle davvero poco, pochissimo tempo per schizzare sul suo petto una quantità di sperma da non credere; un paio di schizzi arrivarono addirittura sui nostri menti, ancora incollati in quell’interminabile bacio. I nostri gemiti, il nostro ansimare venivano gettati nella bocca dell’altro, ed anche al placarsi di quelle fibrillazioni celestiali rimanemmo per diversi minuti bocca a bocca, estasiati.
Scesi da sopra di lui unicamente per ragioni di tempo, con molto rammarico, non avrei mai voluto staccarmi da lui. Ma di lì a poco sarebbero tornati i miei, e sarebbe stato meglio farmi trovare a casa. E poi avrei dovuto almeno darmi una sciacquata, quantomeno per calmare i bollori. Così mi distesi un paio di minuti accanto a lui, nel posto di Claire, ma che sentivo mio quel giorno. Anzi era il mio quel giorno. Lui si girò su di un fianco, verso di me, che supino ero in paradiso, seppure con ancora i battiti piuttosto accelerati, e sbaciucchiandomi in ogni parte superiore del mio corpo, carezzandomi in ogni dove mi disse:
“ Non voglio tu te ne vada, ti voglio con me, qui nel letto, nudi, per poterti inculare”.
Trasalii un impercettibile attimo all’udire quelle parole dirette, schiette, che lui subito aggiunse “ti desidero da molto sai? Avevo paura, però, tu così giovane, ed io…beh lasciamo stare. Ma dopo oggi ti voglio possedere, tutto, devo farti completamente mio”.
“Ma come facciamo Giovanni, i miei tra poco rincasano, vedremo magari nei prossimi giorni” ribadii se non altro per prender tempo nel decidere di fare una cosa che, seppur sognata e desiderata da molto, essendomi ancora del tutto sconosciuta un po’ mi inquietava, mi incuteva non poco timore.
“Volevo solo tu lo sapessi”, mi disse sfoderando di nuovo quel suo sguardo malizioso e penetrante, da porco. “Promettimi almeno di pensarci” concluse stampandomi un bacio sulle labbra.
Mi rivestii, lo salutai ricambiando il bacio a stampo, e tornai di sopra a casa mia.
Ero in uno stato di costernazione, meraviglia, disorientamento, agitazione, stordimento. Mi sembrava tutto irreale, frutto di chissà quale sostanza psicotropa. Decisi quindi di farmi una bella doccia calda, anche se forse mi avrebbe fatto meglio farne una gelata, dal momento che sotto lo scroscio d’acqua, rimuginando sull’accaduto, non solo mi eccitai di nuovo, ma mi venne in mente un’idea risolutiva: avrei detto ai miei che Giovanni non migliorava, anzi, e che fosse magari il caso di fargli compagnia per la sera e per la notte, cercando però una soluzione con loro, senza propormi direttamente.
Escludendo il figlio di Giovanni, con il quale non parlava da molti anni, e la figlia che era in un’altra regione, con Claire in Francia non rimanevamo che io, mia madre e mio padre, che mio fratello, più grande di me, era al servizio di leva.
Fatte tra me e me queste considerazioni, piuttosto puttanesche, gliene avrei parlato al loro ritorno, magari a cena.
- continua -
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