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Gay & Bisex

In palestra 2


di peppi80
13.10.2020    |    377    |    2 9.5
"D'improvviso, la porta dello spogliatoio si aprì ed entrambi ci bloccammo: io in ginocchio e lui con il cazzo nella mia bocca..."
«Tutto qui?»

«No» mi assicurò lui togliendo le mani da dov'erano state finora.

Mettendone una sulla spalla, mi spinse a mettermi in ginocchio e in quella doccia così piccola voleva dire che, fatto come lui voleva, avevo l'asta del suo cazzo lungo tutta la mia faccia e le sua palle sopra la lingua, e lui prese a strusciarmelo eccitato sul viso. Dal momento che non sono nato ieri, glielo afferrai e me lo infilai in bocca. Mi mise allora le mani tra i capelli e cominciò ad accompagnare i movimenti della mia testa, mentre io gli passavo le mani lungo le gambe depilate, sul ventre piatto, all'interno delle cosce muscolose e tra le sue natiche sode, fino a stuzzicargli l'ano come lui aveva fatto con me. Gli piacque e piacque anche a me poiché mi tornò duro.

Non so cosa mi prese, ero soltanto eccitato come mai prima.

«Sono al limite: con questa boccuccia calda e umida che hai ti verrò in bocca immediatamente» mi avvertì lui e io, visto che avevo la bocca piena del suo pene, mugugnai soltanto un assenso.

D'improvviso, la porta dello spogliatoio si aprì ed entrambi ci bloccammo: io in ginocchio e lui con il cazzo nella mia bocca. Io provai a fargli segno di spostarsi, ma lui sussurrò di fare silenzio senza tirarlo fuori. Per fortuna, la porta opaca della doccia era chiusa.

«Ohi, sei qui?» domandò una voce allegra.

«Ah, ma sei tu» rispose l'uomo con l'asta nella mia gola iniziando a respirare più tranquillamente e ricominciando a scoparsi la mia bocca. «Mi hai fatto prendere un colpo».

«Sei occupato?» chiese l'ospite spostandosi fino alla doccia, dove apparse la sua siluette.

«Sì, vuoi dare un'occhiata?» ribatté l'uomo, tacitando le mie rimostranze e aprendo di colpa la porta della doccia.

Di fronte a noi apparve un ragazzo vestito e pronto ad andarsene non molto più grande di me, che spalancò gli occhi vedendoci. E non mi stupii che lo fece: di fronte aveva un giovanotto nudo e in ginocchio che si masturbava come un ossesso, mentre un uomo adulto altrettanto nudo gli scopava la bocca senza fermarsi nonostante ci fosse lui che li stesse guardando, entrambi sotto la doccia scrosciante. L'ospite si leccò le labbra e si toccò il pene, ma chiuse gli occhi e disse:

«Che peccato che non possa unirmi anche io: sono di fretta».

«Aspetta un attimo…» gli rispose l'altro ansimando.

L'uomo si girò verso di me e, afferrandomi meglio la testa, con due colpi di bacino e un grugnito mi venne in bocca di fronte all'ospite: due fiotti sbatterono contro la mia gola, altri due finirono dritti sulla mia faccia quando lo estrasse. Mentre io inghiottivo il suo seme, lui tornò a strofinarmi l'asta sul viso e a parlare all'amico.

«Ci vediamo domani?» domandò allora ansimando l'uomo all'ospite.

«Sì, a domani» replicò quello salutandolo e sorridendo.

Mentre l'ospite se ne andava, l'uomo richiuse la porta della doccia e io mi rialzai. Ritornando a baciarci con foga, con la seconda passata di bagnoschiuma ci lavammo a vicenda via lo sperma, lui dalla mia bocca e dalla mia faccia, io dal suo cazzo. Di nuovo eccitato io spinsi il mio cazzo di nuovo eretto contro il suo, allungando le mani sulle sue natiche scivolose e tastando i suoi muscoli sodi, mentre nel frattempo lui faceva lo stesso con me.

«Ancora!» mugugnai io, fermando per un momento la mia lingua, con il cervello conquistato dall'eccitazione e incapace di pensare a nulla se non il prossimo orgasmo. «Che vuoi che faccia?»

L'uomo si voltò dandomi le spalle e, guardandomi, si allargò il sedere per mettere in mostra il suo ano. Io avvicinai la mia asta eretta e la piazzai tra le due natica, muovendo il mio bacino eccitato e voglioso di metterglielo dentro: non mi ero mai scopato il culo di un uomo, ma volevo provarci, volevo venirgli dentro. Tuttavia, lui mi fermò afferrandomi il cazzo con la mano e disse:

«Ma se lo fai, io lo farò a te…»

«Va bene» ansimai io strofinando il mio bacino sulla sua mano.

L'uomo me lo lasciò andare e io, su di giri, puntai la mia cappella contro il suo buco. Spinsi, e il sapone mi aiutò a far entrare dentro di lui tutta l'asta: era diverso da una figa, ma non poi così differente, sentivo il mio pene quasi stritolato tra quelle due natiche sode e palestrate, e tutta la sua lunghezza avvolta da calda carne. Ad ogni modo, quel movimento bastò a spingermi al limite dell'orgasmo perciò mi fermai e, facendo scivolare le mie mani sul ventre di lui e giù sul suo cazzo, lo massaggiai per mischiare ancor di più il sapone. Non resistetti: diedi due colpi di bacino e gli venni dentro, ansimai di piacere e sentii distintamente il calore del mio stesso sperma avvolgermi il cazzo dentro di lui. Lo estrassi e presi a rilassarmi sotto lo scroscio d'acqua calda. Le ragazze se ne erano ormai andate tutte.

Mi sentii afferrare da dietro e sbattere contro il muro. L'uomo si era messo dietro di me con foga e la punta del suo cazzo stava già forzando il mio ano. Stringendomi forte i fianchi, con un colpo mi penetrò e io guaii di piacere. La sua asta unta di sapone entrò tutta e, ansimandomi nell'orecchio, cominciò a scoparmi con potenti colpi di bacino sulle mie natiche, mentre voltandomi il viso di forza mi rimise la lingua in bocca. Sentire il suo corpo dietro la mia schiena, la sua lingua nelle mie labbra e il suo cazzo che allargava il mio buco era bellissimo: in pochi minuti mi tornò di nuovo duro. Mentre io, a gambe aperte, poggiavo le mani sulle piastrelle, lui portò le sue dai miei fianchi ai miei genitali, iniziando a massaggiarmeli con forza per spingere meglio il pene dentro di me, e mi scopò ancora più forte.

«Ti sto per riempire di sperma!» grugnì lui mordendomi l'orecchio. «Ti voglio riempire fino allo stomaco!»

«Sto per venire di nuovo anch'io: mi stai facendo venire fottendomi il culo!» gemetti anche io, rificcandogli la lingua in bocca.

Gemendo con passione e agitando la sua lingua nella mia bocca, l'uomo mi scopò con tutte le sue forze e, quando grugnì i suoi ultimi colpi, mi sborrò dentro quattro fiotti di caldo sperma, di cui sentii distintamente il calore, che mi fu più che sufficiente: ansimando di piacere, gli afferrai le mani che si agitavano sul mio cazzo e strofinandole più forte ancora, schizzai il mio terzo orgasmo contro le piastrelle della piccola doccia.

Estraendo la sua asta da me, ma tenendomi ancora stretto, l'uomo tirò fuori la sua lingua dalla mia bocca e disse:

«Voglio scoparti di nuovo: mi trovi tutte le sere alla stessa ora».

«Sì» ansimai io, voltandomi e spingendo il mio cazzo contro il suo, riprendendo a succhiargli la lingua
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