Gay & Bisex
In autobus
di pzimox
24.04.2018 |
3.610 |
8
"Mi abbasso i pantaloni e fui con il culo al vento..."
Vi racconto un'esperienza vissuta quando ero appena 17enne a Roma e che non ho più provato (forse) per paura, ma che mi eccita ancora molto.Era il periodo in cui prendevo l'autobus per andare a scuola. Prendevo il 788 per andare da Eur a Tor Pagnotta e ritorno. L'autobus era meraviglioso per i miei sogni bagnati adolescenziali. Adoravo strusciarmi e spesso non portavo slip sotto i jeans per sentire meglio quando qualche signore ben fornito si appoggiava (volontariamente o no) al mio sederino.
Sono sempre stato un ragazzo carino, molto snello e con un bellissimo culetto, per cui spesso trovavo dei "vecchi clienti" che passavano il viaggio strusciandosi sui miei jeans.
Quando l'autobus era molto affollato era una goduria perchè capitava sempre che qualche porcone si appoggiasse sulle mie natiche o mi palpasse, Era meraviglioso sentire l'eccitazione del porco crescere e io favorivo lo strusciamento spingendo con il sedere. I più intraprendenti, nella folla dell'autobus, cominciavano a spingere e in alcuni casi arrivavano all'orgasmo velocemente. Alcuni altri cercavano di seguirmi arrivati alla fermata e li io prendevo a correre facendo perdere le mie tracce non avendo ancora il coraggio di affrontare un rapporto con loro.
In particolare c'era uno di questi porconi che doveva essere sui 50 anni di età. A me piaceva molto perchè era molto prestante e alto, perfetto per le mie fantasticherie giovanili. Spesso mi masturbavo pensano a lui e a come mi potesse scopare. Quando salivo in direzione Tor Pagnotta, il pomeriggio dopo scuola, me lo trovavo sempre li e appena salivo (io mi appoggiavo al finestrino dando il culo alla folla) mi si piazzava subito dietro facendosi largo tra le persone. Subito si appoggiava e andava in erezione ed in modo spesso esplicito mi spostava per avere il cazzo in mezzo alle mie chiappe. A volte qualcuno se ne accorgeva e ci guardava di sottecchi disgustato e questo per me era il massimo!!! In genere scendevo prima di lui e spesso lo lasciavo a metà. Un giorno di estate, fine dell'anno scolastico, mi ero vestito con un pantalone molto leggero e abbastanza aderente con sotto nulla e una maglietta bianca. Speravo di trovarlo e cosi fu. Mi piazzai vicino l'uscita, faccia alla finestra e culo al modo e lui si piazzo subito dietro di me. Autobus affollato all'Eur e lui perfettamente aderente alle mie chiappe e già in tiro. Quel giorno ero proprio eccitato. Sentivo il suo cazzo in mezzo alle chiappe come se avessi avuto il culo nudo, lui spingeva e anche io. In poche fermate la folla scese ma lui continuava a rimanere attaccato a me facendo finta di guardare fuori. Due ragazzine mi guardavano disgustate e alla fine si allontanarono e scesero ridendo. Erano le ultime due dell'autobus. Mi ero scordato di scendere alla mia e anche lui. Rimanemmo soli in autobus con l'autista che guardava dallo specchietto questo omone che praticamente mi stava inculando dai pantaloni. Fu a questo punto che l'omone parlo, un pò ansimando, all'autista: "Giovanni sto regazzino è una meraviglia fermati da qualche parte che devo finire!!". Mi prese il panico, ero nelle mani di questi due. L'autista rognò un poco dicendo all'omone che non poteva, ma l'omone lo zitti dicendogli di non rompere, che ci si poteva divertire e che non avremmo perso molto tempo. Giovanni trovo uno slargo in una curva isolata dopo l'ultima fermata di Tor Pagnotta e accosto'. Cercai di divincolarmi, ma l'omone era molto pesante e mi bloccava totalmente. Mi infilò una mano dentro la maglietta e prese a leccarmi il collo. Con la mano mi strizzava i capezzoli e il petto glabro. Poi scese giù e con l'altra mano mi slaccio i pantaloni leggeri e mi prese il cazzo tra le mani. Sentivo la sua mano enorme che mi strizzava le palle e i mie radi peli pubici. Piagnucolavo e lo pregavo di lasciarmi. Mi abbasso i pantaloni e fui con il culo al vento. Con le sue gambe si insinuò tra le mie sempre schiacciandomi al finestrino. Poi mentre con una mano mi stringeva le palle e mi spostava verso di lui, con l'altra si sbottono i pantaloni. Adesso piangevo. Lo pregavo di no, ma poi capì che non potevo nulla e che era meglio assecondarlo. lo pregai di mettersi il preservativo e di non farmi male, ma l'omone non parlava: ansimava. Giovanni gli disse: "Sbrigati che poi tocca a me".. La mano enorme dell'omone passo in mezzo alle mie natiche e la sentii bagnata di saliva per lubrificarmi l'ano. Me lo allargo con il dito medio bene in fondo. Aveva dita così grosse che sembravano cazzi. Provai un pò di dolore, ma nulla rispetto a quello che provai quando me lo spinse dietro e dentro il retto. Cominciò a spingere fino in fondo e a carezzarmi il petto. Mi pompò bene bene....fino in fondo. Sentivo le sue palle sbattere contro il culetto e ad ogni colpo mi sbatteva sul finestrino. Bello spettacolo per le macchine che passavano. Ad un certo punto uscì senza venire. A questo punto entrò Giovanni e finì di aprirmi. Mentre Giovanni pompava, l'omone me lo ficcò in gola e dopo poco di venne in gola soffocandomi. L'altro mi esplose nel culo in due colpi. Ero pieno di sborra. Giovanni mi pulì per bene e mi lasciarono alla mia fermata. Mi masturbai per mesi ripensandoci.......ma fu l'ultima volta che presi quella linea
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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