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Gay & Bisex

Il mio amico tedesco


di pzimox
30.08.2023    |    524    |    3 9.3
"L'idea che avevo io era diversa da quella sua e per me era un sfida magnifica perché lui era il tipo dominante che piaceva a me..."
Verso i 17-18 anni ero molto ribelle e avevo una confusione sessuale incredibile.
Mi piacevano le ragazze e le donne ma impazzivo per gli uomini e i ragazzi prestanti.
Con loro mi piaceva essere passivo e giocare la parte della donna.
Ero alto 1,85 avevo un corpo snello, con pochi peli e un culo e gambe magnifiche che ho ancora adesso. Mi piaceva essere guardato e mi piaceva stuzzicare i maschietti che mi piacevano. Mi piaceva provocare e non avevo tabù.
In quel periodo avevo una relazione con mio zio che avevo sedotto con la scusa di insegnarmi a fare palestra (lui era molto palestrato e aveva un fisico scolpito).
Ma non è di questo che volevo parlarvi (magari un'altra volta) ve lo dicevo per spiegarvi che non ero più vergine.....anzi ero stato ben aperto ed avevo già notevole esperienza.
Insomma era snello, bel culo, pochi peli e sapevo attrarre gli uomini anche etero. Non avevo tabù.
Nel mese di agosto partivo sempre con i miei genitori e andavo a fare visita ai nonni in un paese del centro Sicilia.
Per un ragazzo come me era una noia mortale, ma dopo mille lamentele partivo con loro.
Il paesello si riempiva di emigrati in Germania per motivi di lavoro che facevano ritorno con moglie e figli durante l'estate.
Mio padre era conosciuto in paese e tutti lo conoscevano, quindi spesso ci trovavamo nella piazza del paese con mio padre che chiacchierava con questi emigrati e le loro famiglie.
Fu in una di queste circostanze che conobbi Calogero. Era figlio di emigranti in germania e figlio di un siciliano e una tedesca. Aveva 19 anni, occhi blu, altissimo (circa 2 m), biondissimo e molto molto robusto. Parlava benissimo l'italiano.
Appeno visto non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Mio padre ci presento e noi due cominciammo a parlare e fare amicizia.
Anche lui era li con i genitori e si annoiava come me e quindi decidemmo che avremmo fatto qualcosa insieme durante quei giorni.
L'idea che avevo io era diversa da quella sua e per me era un sfida magnifica perché lui era il tipo dominante che piaceva a me. Prestante, alto e robusto mentre io ero snello e più basso. Perfetto per sentirmi dominato come piaceva a me.
I primi giorni furono di approccio. Lui aveva il motorino del nonno e lo sapeva usare e mi portava in giro per la campagna. Io seduto dietro di lui, mi avvinghiavo alla sua schiena avvolgendo i suoi addominali con le braccia come una ragazza.
Ci fermavamo in campagna in luoghi assolati e stavamo a petto nudo a prendere il sole.
In più di una circostanza, arrotolavo i pantaloncini e mi mettevo schiena al sole mostrando il bel culetto al vento e notavo che lui guardava di sottecchi il mio culo con insistenza e appena mi giravo distoglieva lo sguardo. Quando eravamo soli in giro, lo provocavo proprio con atteggiamenti femminili, muovendomi in un certo modo, toccandomi in un certo modo e mostrando il mio culo appena potevo. Mi depilavo di nascosto ai miei e mi radevo bene.
Un giorno, ad esempio, gli chiesi di aiutarmi a salire su un albero di fichi e per farlo lui gli chiesi di sollevarmi spingendomi dai piedi. Io ero a petto nudo con un pantaloncino a coprirmi l'inguine (.....con sotto nulla...) e quindi quando mi spinse su, alzandomi dai piedi, strusciai il sedere su suo petto facendo andare giù i pantaloncini.
Con le mani ero riuscito ad aggrapparmi ad un ramo, ma ero rimasto appeso penzoloni completamente nudo con i pantaloncini alle ginocchia.
In pratica il mio culo e il mio inguine era di fronte ai suoi meravigliosi occhi blu. Il culo liscio come una donna e le cosce snelle e lisce. Ero questo che mi piaceva, provocare e aspettare la reazione. Cominciai a muovermi dimenando il culetto bene in vista e gli chiesi di afferrarmi le cosce e farmi scendere. Lui mi afferrò le cosce con il viso sul mio culo e mi carico sulle spalle. mi tende un po' in spalla e poi mi lascio scorrere sul suo petto e giù fino a terra. Era eccitatissimo e lo vedevo e sentivo.
Quando fui a terra mi tirai su i pantaloni in modo sexy e femminile e lo ringraziai. Non disse una parola ma da quel giorno mi guardava in modo chiaramente diverso. Capivo che lo eccitavo da matti e mi avrebbe inculato ma non aveva il coraggio ne di dirlo ne di farlo.
Il coraggio glielo diedi io.
Il giorno dopo eravamo in motorino in aperta campagna. Lui guidava e io avvinghiato dietro. Mentre guidava, feci scendere la mano destra sul suo pacco e gli infilai le mani nei pantaloncini e negli slip. Aveva il pube liscio e un cazzo enorme.
Non disse nulla e io cominciai a masturbarlo lentamente e lo sentì diventare duro. Si sposto in sentieri più isolati e mi sussurrò di continuare.
Ad un certo accostò in un punto isolato sotto delle querce e vicino a dei muretti a secco. Si girò e mi guardò ansimando mettendosi di fronte a me. Seduto sul motorino abbassai la cerniera dei suoi pantaloni e lo tirai fuori. Mi chinai e leccai la punta delicatamente. Cominciò ad ansimare e carezzarmi la testa. A quel punto mi alzai dal motorino e mi spogliai tutto rimanendo nudo con le scarpe da tennis.
Ero convinto fosse inesperto, ma invece doveva avere già scopato parecchio e lo capì dal modo in cui mi prese la testa abbassandola sul cazzo.
Senza dire nulla mi infilo due dita in bocca e mi infilo dentro il cazzo ormai durissimo.
Cominciai a leccarlo e succhiarlo avidamente riempiendolo di saliva e aiutandomi con la mano destra.
Gli afferrai le natiche e succhiai sentendo che era pronto a venirmi in bocca. Allora lo uscì e mi fermai e gli tirai giù i pantaloncini mentre lui si sfilava la maglietta.
Anche lui rimase nudo. Mi inginocchiai e lo ripresi in bocca insalivando l'asta.
Mi alzai e gli porsi la schiena accentuando l'esposizione del mio bel culo. Eravamo soli nascosti sotto una quercia in aperta campagna.
Lui mi spinse su un muretto e mi fece posizionare a 90 gradi. Sputo con forza nel buco del mio culo e con le dita lo lubrifico. Io mi ero fatto un bel clistere usando le perette di mia madre ed ero pronto da riempire. Lo senti allargare il mio sfintere con le dita e senti la cappella forzare il mio sfintere. No era pratico ad inculare e il cazzo scivolava via. Allora da dietro gli presi il cazzo in mano e lo tenni dritto sul mio ano spingendo all'indietro. Lui spinse e piano piano fu tutto dentro. Era grosso e mi lamentai urlando un "ah" quando fu dentro. Lui si fermo e gli tirai fuori i cazzo dal mio culo e lo aiutai a rimetterlo dentro. Gli dissi "fai piano...è grosso".
Lo usci e lo rientro fino a fare allargare completamente e adattare completamente lo sfintere. A questo punto era facile.
Comincio a spingere come un assatanato e io nel silenzio della campagna fui libero di urlare fino. Le sue palle sbattevano sul mio culo e il mio cazzo ritmicamente sbatteva sul mio stomaco. Purtroppo duro poco infatti, dopo pochi colpi, lo sentì venire copiosamente dentro il mio budello caldo. Non potete immaginare quanta sborra mi riverso dentro.
Lui ansimava ancora sopra di me e io allora gli usci il cazzo e mi misi in posizione di defecamento cacando fuori tutto lo sperma che avevo dentro. Ne usci tantissimo mentre mi guardava. Poi mi segai fino a venire ansimando.
Era ancora incredibilmente eccitato. Prese il cazzo ancora sporco e mentre ero chinato me lo rimise in bocca. Era caldo e aveva un sapore dolce. Comincio di nuovo a chiedermi di succhiarlo e lo feci ancora. Ridivento duro in batter d'occhio e cominciai a tirargli un nuovo pompino. Stavolta durava di più e spingeva con forza tenendomi la testa e soffocandomi.
Ad un certo punto lo uscì e io mi misi a pecora. Fu subito dietro e lo rimise dentro. Erano passati pochi minuti e mi pompava di nuovo. Stavolta cominciai a godere anche io di prostata. Venne di nuovo copiosamente dopo qualche minuto. Fu bellissimo. Era un animale.
I restanti giorni scopammo sempre. Ogni giorno e più volte al giorno.
Ci lasciammo a fine agosto e non ci rivedemmo mai più.
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