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Gay & Bisex

Il barista dominicano


di Colpevole76
28.07.2018    |    7.877    |    1 9.6
"Mi ero già fatto un’idea di che persona fosse, fortunatamente prima del suo arrivo avevo già giocato un po’ col mio dildo, altrimenti mi avrebbe rotto al..."
Quando venne Marco in vacanza (vedi racconto precedente) avevo conosciuto un barista nell’hotel dove alloggiava, un bel ragazzo sulla trentina, mulatto, viso pulito, capelli corti, bel fisico da quello che potevo immaginare visto che era vestito con gli abiti da lavoro, insomma, un bel ragazzo curato nell’aspetto.
Non abbiamo mai parlato tanto, solo qualche sguardo senza malizia, però quello che mi aveva lasciato perplesso sono state le sue parole il giorno della partenza di Marco.
Mi aveva chiesto se fossi dispiaciuto della partenza del mio amico, facendo allusioni al fatto che fossimo più che amici, amici intimi e mi aveva dato il suo numero invitandomi a chiamarlo per andare al mare insieme, o forse (mio pensiero personale) voleva riempire il vuoto che stava lasciando Marco.
Tutto questo mi aveva lasciato molto perplesso, dubbioso ma anche curioso, sicuramente aveva capito qualcosa, quello che non capivo era che cosa e come aveva capito visto che siamo stati sempre discreti e in pubblico non ci siamo mai esposti, ci siamo sempre comportati solo come buoni amici.
Comunque, preso dalla curiosità gli mando un semplice messaggio per sapere se volesse andare veramente al mare insieme, mi risponde di si e mi chiede quando.
Il mio lavoro lo gestisco io e se avvisato per tempo posso organizzarmi come voglio, quindi gli dico che va bene quando lui preferisce, l’importante è dirmelo qualche giorno prima così ci accordiamo per il giorno, l’ora e il posto.
Il giorno e all’ora dell’appuntamento mi dirigo verso la spiaggia dove dovevamo incontrarci, che era poco distante da dove lui lavorava.
Arrivato sul posto lo cerco ma non lo vedo anche se c’erano pochissime persone, gli mando un messaggio, mi risponde che è già in spiaggia, mi riguardo in giro e lo vedo in piedi poco distante che mi saluta con la mano, cosi lo raggiungo.
Avevo visto giusto, ha veramente un bel fisico, magro, muscoloso ma non esageratamente segnato, pelle mulatta con dei tratti quasi dorati in base a come si riflette il sole sul suo corpo e un bel sorriso.
Ci salutiamo con una semplice stretta di mano, ci sdraiamo a prendere il sole uno affianco all’altro e parliamo del più e del meno.
Mi racconta un po’ di lui, ha 32 anni, viene dalla repubblica dominicana ed è qua solo qualche mese per lavoro stagionale, dopo di che tornerà al suo paese e probabilmente ripartirà a lavorare in un altro posto.
Bene, sarebbe perfetto per me, un periodo di divertimento poi riparte e la mia vita privata è salva.
Andiamo a fare una nuotata per rinfrescarci, facciamo anche una gara ma lui è più giovane e allenato di me e non gli sto dietro.
Usciamo per asciugarci al sole, mi sdraio a pancia in giù con le gambe leggermente aperte per vedere se nota qualcosa e magari fa qualche apprezzamento, ma niente.
Passiamo 2 ore così, parlando di tutto ma neanche un’avance, un’allusione o una frase a doppio senso, forse ho capito male, forse voleva veramente compagnia solo per andare al mare e sinceramente non ho il coraggio di tentare un approccio.
Decidiamo di andare via, fa troppo caldo, mi invita per andare a bere qualcosa di fresco e accetto.
Passiamo affianco al recinto dell’hotel dove vive e lavora ed entriamo in un cancello, c’è un piccolo caseggiato isolato, apre la porta e mi chiede se voglio risciacquarmi un po’ da sale e sabbia, accetto volentieri ed entriamo.
È il locale delle cisterne e pompe dell’hotel, prende una canna dell’acqua, la apre, inizia a sciacquarsi e mi chiede se posso tenergliela cosi si lava meglio.
Prendo la canna, alzo il braccio e gliela indirizzo sopra la testa, si toglie il boxer per lavarsi meglio e mette in bella mostra il suo bell’attrezzo nero, moscio ma con dimensioni di tutto rispetto.
Immagino nella mia mente certe scene, però ormai sono convinto di aver capito male.
È il mio turno così prende lui la canna dell’acqua, voglio solo togliermi la sabbia dalle gambe e piedi, la doccia la farò a casa quando ritorno.
Mi piego in avanti, alzo leggermente la gamba per risciacquarmi, lui è ancora nudo e con la coda dell’occhio vedo la sua mazza a una trentina di centimetri dalla mia faccia, ma sembra che qualcosa stia cambiando, sembra che un pochino si stia alzando.
Faccio finta di perdere leggermente l’equilibrio così da avvicinarmi un po’, lui niente.
Finisco di risciacquare anche l’altra gamba però adesso non so che fare, così rimango piegato, o la va o la spacca, al massimo sarebbe un no e chi s’è visto s’è visto, mi faccio coraggio e glielo accarezzo con una mano, lui rimane in silenzio e non indietreggia, forse non avevo capito così male.
Non ho il coraggio di alzare lo sguardo verso di lui così continuo ad accarezzarlo ed inizia a prendere vigore, mi poggia una mano sulla testa e avvicina un po’ il bacino verso di me.
Bene, quindi lui aveva capito e io ugualmente.
Lo prendo bene in mano e me lo infilo in bocca.
Ha un sapore leggermente salato per l’acqua di mare.
Lo sento che inizia a crescere tra le mie labbra.
Fa un sospiro ed dice:
“quindi avevo capito giusto, sei tu che fai la donna. Fortuna che è partito lui e non tu”
Perfetto, si è sciolta la tensione, senza toglierlo dalla bocca mi inginocchio comodo davanti a lui e continuo a succhiarlo per bene.
È già bello duro e dritto, percorro tutta l’asta con la lingua, prendo le palle in bocca e le lecco, risalgo su e lo prendo nuovamente in bocca, il bordo della cappella tra labbra umide e la lingua sul frenulo, ansima e me lo sento pulsare in bocca.
Mi prende la testa ed inizia a scoparmi la bocca, me lo ficca in gola e mi vengono dei conati quindi lo faccio uscire un attimo.
Lui non vuole smettere, mi tira la testa contro il suo cazzo e me lo strofina nel viso, riapro la bocca e lascio che rientri.
Mentre ansima e gode mi dice:
“ siamo nel posto giusto, il locale delle pompe e tu me ne stai facendo una fantastica”
È spiritoso il ragazzo, adesso gli dimostro davvero come le faccio, con una mano gli prendo le palle, le massaggio delicatamente e le tiro un po’ su, con l’altra prendo l’asta e tiro la pelle più giù che si può, sempre delicatamente, e continuo a pompare, alternando dentro e fuori con giochi di lingua sul frenulo e alla base della cappella.
Ansima sempre più forte e rapido, gli prendo le chiappe e lo tiro verso di me per farlo entrare profondamente in gola, vibra e pulsa, sta per venire, lo tiro un po’ fuori, non so cosa mi aspetta e non voglio correre il rischio di affogare.
Spara dei potenti e abbondanti getti in gola e sulla lingua, apro la bocca per lasciarlo scorrere, tengo la lingua sotto la sua cappella e gli riversa sopra altri getti che colano dai lati della bocca.
Chiudo le labbra sulla sua mazza per pulirla per bene, poi mi ritiro indietro, e mi lavo la bocca con la canna dell’acqua che avevamo lasciato aperta.
“ci voleva proprio per rilassarmi, magari potremo fare anche qualcosa di più” dice lui e mi stringe una chiappa con la mano.
Purtroppo ne io e ne lui abbiamo più tempo per adesso e non sono neanche preparato in questo momento, quindi rimandiamo all’indomani.
Dice che cercherà un posto comodo e tranquillo nell’hotel però dobbiamo stare attenti.
Rientrando a casa penso e ripenso a quel ragazzo, a quello che è appena successo e a quello che potrebbe succedere l’indomani, al rischio che potremo correre di essere scoperti nell’hotel e tutta questa situazione strana.
Durante tutto il giorno fino alla sera la mia casa e libera perché io e mia moglie lavoriamo entrambi, non conosciamo i vicini se non di vista e solo ci salutiamo per educazione, che pericolo ci può essere? Lui sembra una brava persona e nel caso so dove lavora, quindi decido di rischiare e, appena arrivo a casa gli mando un messaggio per dirgli di non preoccuparsi a cercare un posto, possiamo vederci a casa mia.
“perfetto” risponde lui e ci accordiamo su un orario approssimativo da confermare.
L’indomani decido di prendermi il giorno libero per prepararmi.
Lavaggio interno, un po’ di allenamento con un dildo che tengo nascosto, preparo la camera degli ospiti, lenzuolo pulito, posiziono una specchio ai piedi del letto e uno a fianco (mi piace guardare mentre faccio sesso), un altro po’ di allenamento, pranzo, ancora allenamento e la voglia cresce, già non voglio questa cosa inanimata, ne voglio uno vero, caldo, che si muove, pulsa e vibra dentro di me.
Finalmente arriva l’ora in cui sono sicuro di non essere disturbato, gli mando un messaggio e in meno di mezz’ora si presenta alla porta di casa mia e lo faccio entrare.
Vestito semplice, pantaloni corti, maglietta e infradito e io solo con un boxer da mare.
Da buon padrone di casa gli chiedo se gli posso offrire qualcosa
Lui risponde: “il culo” e ride
È diretto il ragazzo, sa quello che vuole e a me non dispiace, “siamo qua per questo” rispondo e rido anch’io.
Quindi, senza perdere tempo ci dirigiamo in camera, quasi non mi da il tempo di aprire la porta che ha già le mani sulle mie chiappe, le tasta per bene, mi tira giù i boxer e poggia il suo pacco.
Vuole il gioco duro e io ci sto, allungo le mani dietro di me, tiro giù i suoi pantaloni e nell’inchinarmi per abbassarli mi trovo il suo palo ben appoggiato in mezzo alle chiappe e sul buco, mi rialzo, con la mano glielo tengo ben appoggiato e stringo le chiappe.
Siamo fin troppo eccitati, ce l’ha già bello duro, me lo strofina con vigore e questo fa salire la mia eccitazione alle stelle.
Mi giro, lo spingo, cade sul letto e mi fiondo in mezzo alle sue gambe.
Lo prendo subito in bocca senza dargli il tempo di capire, lo pompo con foga, lo lecco fino alle palle e poi su giochi di lingua sulla cappella.
Mi prende per la testa e me lo ficca fino in gola, mi gira facendo sdraiare me e lui sopra che mi scopa la bocca, io lo prendo per le chiappe e lo assecondo.
Ha un modo di fare un po’ rude però con un ragazzo così ci può stare.
“adesso voglio quello che mi hai promesso” mi dice e si mette dritto sulle ginocchia.
Senza neanche rispondere mi giro, mi metto a quattro zampe davanti a lui, schiena inarcata, culo in alto e testa sul letto.
Mi sculaccia un po’ col suo bastone, poi lo poggia e lo strofina, io nel frattempo gli porgo un preservativo che avevo preparato sotto un cuscino insieme a del gel lubrificante che spalmo nel buco.
Appena è pronto punta la cappella sul buco che la ingoia senza forza e in un colpo sento le sue palle battere sul mio culo.
Mi ero già fatto un’idea di che persona fosse, fortunatamente prima del suo arrivo avevo già giocato un po’ col mio dildo, altrimenti mi avrebbe rotto al primo colpo.
Mi tiene per i fianchi e mi scopa con forza, a volta, per la frenesia, esce ma poi rientra senza problemi al colpo successivo.
Voglio sentire il contatto col suo corpo, alzo il busto e poggio la mia schiena sul suo petto, lui mi avvolge con un braccio attorno al mio petto e una mano tra pancia e inguine per aiutarsi e assecondare i suoi colpi.
La penetrazione si fa più lenta e dolce, così riesco a godermela meglio.
Cambiamo, gli dico di sdraiarsi così posso fare io (e approfitto per guardare lo specchio), salgo sopra di lui dandogli le spalle, grazie all’abbondante gel non ho bisogno di aprire le chiappe, gli scivola bene in mezzo fino ad arrivare al buco ed entrare.
È una goduria vederlo come scivola e si fa strada dentro di me, scendere fino alle palle per poi risalire, farlo uscire e riiniziare.
Mi aiuta nel movimento, lento e costante, scivola che è una bellezza, la stimolazione della prostata, la vista allo specchio, non resisto, il mio cazzo inizia a pulsare, l’ano a contrarsi e mi libero in un’abbondante sborrata senza neanche toccarmi.
Alle contrazioni del mio buco lui risponde con colpi più veloci e profondi, poi esce, mi fa sdraiare a pancia in su, si mette sopra di me e inizia a scoparmi la bocca, solo con la punta e una parte del tronco, non entra completamente.
La mia salivazione si fa più abbondante, lui ansima, esce, continua con la mano, io rimango sotto a bocca aperta e finalmente viene, riempiendomi completamente la bocca.
Tra la mia saliva e la sua crema calda ho la bocca piena e quasi esce dai lati, a stento la chiudo, corro in bagno per liberarmi e lavarmi la bocca.
Quando rientro in camera lui è sdraiato ancora ansimante, mi metto affianco a lui e dice:
“questo è quello che intendevo per amici intimi, spero che ti sia piaciuto come è piaciuto a me e che possiamo continuare a vederci per tutta la mia permanenza qui”
Diciamo che il vuoto che aveva lasciato Marco l’ha riempito per bene e anche io sono d’accordo che quel vuoto rimanga bello pieno fino alla fine dell’estate.
Ci rivestiamo e lo accompagno all’uscita, ci salutiamo e va via, però non prima di darmi una bella sculacciata di apprezzamento.

Quest’estate si sta dimostrando molto interessante, vediamo l’evolversi.
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