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I genitori del mio amico / 2


di Femboy
24.09.2022    |    12.713    |    18 9.8
""Adesso resta fermo" - mi sussurrò..."
Da quando Fabrizio, il papà del mio amico, mi venne sul viso mentre indossavo l'intimo di sua moglie Antonella, passarono circa 9 mesi.
Nel frattempo avevo compiuto 16 anni, era arrivata finalmente l'estate,  e io combattevo ogni giorno con i miei ormoni e con l' impazienza.
Fabrizio mi aveva promesso che sarebbe successo di nuovo, e che questa volta ci sarebbe stata anche sua moglie.
La scoperta che fossero scambisti e la visione dei video di Antonella nuda, circondata da uomini con i cazzi in tiro pronta a godere, mi aveva sconvolto nella stessa maniera in cui Fabrizio non si era fatto problemi a scoparmi la bocca in camera sua.
Così pronto alla situazione, di polso, non freddo ma assolutamente esperto. E così porco.
Passavo i pomeriggi a segarmi pensando a quanto successo, e le mie visite a casa loro le vivevo con ansia ed eccitazione, mentre Fabrizio non mi degnava di uno sguardo, ed Antonella era, da quello che avevo capito, completamente ignara.

Un giorno poi, arrivò un messaggio.
Mi scrisse Luca, il mio amico, su Whatsapp.
Aveva una nuova consolle e voleva provarla con me. Sarei rimasto a cena e a dormire, e la mattina dritto a casa.
Ovviamente accettai, non era certo la prima volta che mi fermavo a casa sua, soorattutto quando i genitori erano fuori.
I suoi genitori.
Strano non mi avesse detto che non c'erano.
Poco male omunque.
Presi la bici, e verso le 18, ora concordata, mi diressi a casa sua.

Quando la porta si apri, trovai Antonella con i suoi occhi verdi ed un sorriso radioso.
Scalza come sempre, in jeans corti e camicetta bianca.
Profumava di agrumi e fiori bianchi.
La mamma del mio amico mi fece entrare, la porta si chiuse dietro di me.

"Luca è di sopra?" - chiesi, appena mi ripresi dalla visione angelica.

"Luca non c'è".

Antonella smise di sorridere.
Io mi sentii avvampare dal calore e mi girò la testa per un attimo.
Era chiaro.
Antonella aveva sempre saputo tutto, e ed era arrivato il momento.
Provai vergogna guardandola. Avevo succhiato il cazzo al marito con i suoi vestiti addosso, 9 mesi prima, e lei per tutto questo tempo ne era stata a conoscenza, senza dirmi mai nulla.
Mi aveva attirato lì con l'inganno usando il telefono del figlio.
Sapevo perché lo aveva fatto.
E stavo morendo dalla voglia.

Mi prese per mano e mi portò in bagno.
Io ero confuso ed eccitato allo stesso tempo, la stanza era colma di vapore denso, caldo, profumava esattamente come lei.
La vasca era ricolma d'acqua.
Si avvicinò così tanto che potevo sentire il suo respiro.
Era alta esattamente come me.
La guardavo come se fosse l'amore più puro del mondo.
E lei iniziò a spogliarmi.

Io rimasi immobile. Mi tolse la t shirt, poi si chinò, mi slaccio' e sfilo' le scarpe, i calzini, mi tolse i pantaloni,  mi fece girare davanti allo specchio e mi tolse anche gli slip.
Il vetro era appannato, sentivo il suo respiro sul collo.
Mi accarezzo' la schiena, il culo, le cosce.
Ignoro' completamente il mio cazzo duro, eretto, la mia cappella umida e rosea, come se non la riguardasse.

"Entra nella vasca"

Obbedii. L'acqua era bollente, mi scottava la pelle, che si arrosso' subito.
Mi immersi, lei si inginocchio' al mio fianco e versò il suo bagnoschiuma.
Le bolle di sapone increspavano l'acqua, che divenne più tiepida e il mio cazzo ancora più rosso.
Iniziò ad insaponarmi con le mani, con cura.
Mi lavo' i piedi, le gambe, l'addome e le spalle. Mi insapono' la testa con un massaggio, lavo' via la schiuma col getto d'acqua e mi fece alzare.
Mi girò di schiena, lavo' anche quella.
Poi con le dita mi afferrò le natiche, e inizio' ad insaponarle.
Le sue dita mi sfioravano lo sfintere, le sentivo passare su e giù tra le natiche, strofino' energicamente, e si fermò.
Il suo indice inizio' a spingere sul buco del mio culo.
Io come una troia inarcai la schiena e gemetti, come a pregarla di entrare.
Rilassai, e lei entrò.
Gemetti ancora.
Morivo dalla voglia di segarmi mentre il suo dito si muoveva avanti e indietro nel mio ano, mi trattenevo a stento.
Mi sembrò di sentirla ridere.

Poi uscì, prese il doccino e mi lavo' via il sapone da tutto il corpo.

Mi avvolse in un asciugamano tamponandomi dolcemente, assorbendo l'acqua, e mi fece sedere a bordo vasca.

"Adesso resta fermo" - mi sussurrò.

Tirò fuori una matita per gli occhi, del rimmel, e un rossetto rosa.
Iniziò a truccarmi.

Non riuscivo a vedermi allo specchio tanto questo era appannato, ma lei era così concentrata che non mossi un muscolo, tranne il cazzo che pulsava vergognosamente e svettava tra le mie cosce.
E Antonella fece ancora come se non ci fosse.

Dieci minuti dopo aveva concluso.
Mi fece alzare, e mi porse un completino intimo, un due pezzi che conoscevo bene. Mi ci ero segato tante volte.
Me lo fece indossare, e poi si dedicò allo smalto nero.
Me lo stese lei, mani e piedi.
Infine, mi infilò le calze a rete.
Le stesse calze a rete nere su cui Fabrizio mi fece sborrare a comando l'ultima volta.

Uscimmo dal bagno e mi guardai nello specchio del corridoio.
Ero una bella troietta.
Il mio culetto bianco sporgeva grazie alla striscia di lycra, ero truccato come una baby prostituta, e la punta del mio cazzo spuntava ancora imperterrita dalle mutandine.

"Sei pronto" - mi disse sorridendo di nuovo.
E mi portò nella stanza da letto.

Fabrizio era seduto sulla sedia girevole alla scrivania completamente nuda, col cazzo duro in una mano, mentre con l'altra si accarezzava i coglioni turgidi.

"Finalmente! Ce l'abbiamo fatta eh?" - esclamo' con entusiasmo.

Mi squadrò da capo a piedi menandosi il cazzo e leccandosi le labbra.
Ero in preda all'imbarazzo e all'eccitazione.
Dietro di me intanto, Antonella aveva chiuso la porta della stanza e si stava spogliando.
Minuta, tonica e abbronzata, sexy come non mai, con le piccole labbra leggermente sporgenti e i seni bianchi dal segno del costume.
Il mio uccello stretto nell'elastico del perizoma stava per sborrare senza essere toccato.
Completamente nuda, mi prese per mano e ci sdraiammo sul letto.
Allargò le gambe in aria, mi mise la mano sulla testa, invitandomi a leccarle la fica per farla godere.

Mi immersi come un ape sul miele. Così buona, umida e calda, i suoi umori profumati, i suoi gemiti, la mia lingua che mulinava il clitoride e dentro il suo sesso, leccai come per bere da una ciotola del succo di vita.
I suoi piedini scesero ad accaressarmi il cazzo delicatamente, come a premiarmi del piacere che le davo, e la vista mi si annebbiò.
Quando decise di essere pronta, chiamò il marito che ci guardava seduto, masturbandosi.
Fabrizio si avvicinò e puntò il suo uccello dritto nella bocca di Antonella, che inizio' a succhiare avidamente.
Goloso e invidioso, feci per unirmi al banchetto, ma lei mi fermò mettedomi il suo piede sul viso e facendo roteare la caviglia finché le sue dita non trovarono spazio nella mia bocca.
Leccai quei piedini su cui mi ero segato tante volte guardandola succhiare il cazzo del marito, in estasi.
Passai la lingua fra le dita, presi anche l'altro piede e iniziai ad adorarli entrambi.

Poi Antonella si tirò su e di mise a pecora offrendo la sua fica al marito, che la penetrò velocemente tanto era fradicia.
Mi segai davanti al suo viso a pochi centimentri dal mio cazzo.
Lei venne guardandomi.
Lui non smise di scoparla.
Lei venne ancora.
Si girò sulla schiena per riprendere fiato, mi accarezzo' il viso e mi fece cenno che era arrivato il mio turno.

Fabrizio si sdraio', e Antonella iniziò a segarlo con i piedini.
I misi la mia bocca sulla sua cappella, e iniziai a succhiare e leccare l'asta turgida di Fabrizio e i piedi di Antonella che lo segavano.
Antonella iniziò a stantuffarmi il culo le dita con umide, mentre Fabrizio mi teneva la testa tra le mani e mi scopava la bocca con foga.
Il sapore del suo cazzo e della figa di cui era impregnato mi fece impazzire ancora. Le dita nel mio culo fecero il resto.
Sborrai senza toccarmi, sulle lenzuola, ma non mi fermai.
Antonella rise forte, e Fabrizio mi diede della troia.
Non riuscivo nemmeno a pensare.
E venne il mio turno.

Fabrizio mi girò a pecora e mi penetrò forte.
Il suo cazzo duro, la sua carne gonfia, mi entrò nel culo senza fatica, e io roteai gli occhi in estasi.
Mi inculo' con forza, ritmo, passione, foga.
Come la puttana che ero e che sono.
Antonella aprì le gambe a compasso e mi spinse la sua fica in bocca ancora.
Sotto le spinte del marito nel mio culo e i miei colpi di lingua Antonella venne ancora regalandomi i suoi succhi.

Poi, per premiarmi, avvolse i suoi piedini intorno al mio cazzo e io li sborrai.
Venni ancora ricoprendo le sue dita dei piedi, lei rise ancora e me li ficco' di nuovo in bocca, facendomi leccare via il mio stesso seme.

Poi sentì Fabrizio nel mio culo sempre più forte, sempre più duro, sempre più grosso.
Stava per sborrare.

Si sfilò rapido tenendosi il cazzo in mano e si alzò in piedi sul materasso.
Io e Antonella, ci inginocchiammo al suo cospetto, aprendo la bocca e tirando fuori la lingua, come adolescenti in un film porno.
E io adolescente lo ero davvero.

Fabrizio sborro' copiosamente sui nostri visi, sulle nostre labbra e nelle nostre bocche, e io ingoia tutto come fosse nettare, gemendo con le lacrime agli occhi e il buco del culo in fiamme.
Antonella invece rise, si alzò su di me, e fece colare lo sperma dalla sua bocca alla mia, sdraiato esausto sulla schiena.
La bevvi, e poi lei mi baciò con la lingua.

Fabrizio mi prese per le caviglie, mi alzò le gambe, e inizio a incularmi di nuovo, in posizione della missionaria.
Antonella leccava la sborra che colava dal mio viso, Fabrizio mi scopava il culo leccandomi le piante dei piedi, e stavolta, velocemente, mi sborro' nel culo, riempiendomi di crema.

Risero e di baciarono, guardandomi come un gattino stanco sul letto.
Mi addormentai.
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