Gay & Bisex
G. V. La storia continua

30.08.2022 |
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"Gli chiesi di prendermelo in bocca e farmi un bel pompino, ci sfilammo i pantaloncini e le mutande e cominciammo a giocare con le mani, per poi passare alle..."
Passarono i mesi ed io e lui continuavamo a vederci nei giorni di festa in campagna o durante le vacanze scolastiche a casa mia, dove potevo dedicarmi con più calma alla sua educazione sessuale o svezzamento qual si voglia.Devo dire che ormai avevo un perfetto equilibrio tra le due storie, quella con GR, dove facevo la parte del passivo, e questa con GV. Nonostante questo non ero ancora riuscito a penetrarlo, e con il mio amichetto “campagnolo” mi limitavo a fare giochini quale fracosce e seghe tra le natiche, mentre pompe e pippe reciproche imperavano.
Fu così che cominciai ad attentare alla sua verginità, proponendogli penetrazioni con le dita e oggetti quali candele ecc., che preparavo io, di dimensioni sempre maggiori, fino ad arrivare alle misure di un cazzo abbastanza grande ma non troppo.
La resistenza del suo sfintere era notevole, e oltre il mio pollice non mi consentì di essere penetrato, ma lo sditalinavo a dovere, anche se il suo buchino lo sentivo sempre molto resistente.
Un pomeriggio d’estate, mentre ci trovavamo a passeggiare in campagna, entrammo vogliosi in un capanno degli attrezzi, dove c’era poco spazio per consumare in piedi, allora gli proposi di metterci in ginocchio e lui acconsenti.
Gli chiesi di prendermelo in bocca e farmi un bel pompino, ci sfilammo i pantaloncini e le mutande e cominciammo a giocare con le mani, per poi passare alle nostre bocche.
Fu un bel pompino reciproco senza venire, ma capì che non ci bastava.
Gli proposi di tentare di prenderlo dietro, ma vista l’impossibilità di sdraiarsi, se voleva fare questo tentativo di penetrazione a pecorina.
Lo feci accomodare in ginocchio e mi misi dietro al suo culetto di velluto.
Cominciai a lubrificarlo con la saliva e penetrandolo con il medio gli chiesi se andava bene o no, lui rispose di continuare. Passai allora a masturbare il suo buchino penetrandolo con il pollice e quando ritenni fosse pronto dopo avere bagnato di saliva la mia cappella che stava scoppiando, la appoggiai al suo fiorellino e cominciai delicatamente e con dolcezza a spingere.
Non so ma questa volta sentì che GV era più ben disposto e rilassato, capì che si fidava completamente di me e gli dissi di spingere lui, così avrebbe potuto fermarsi in tempo in caso di dolore.
Piano piano spinse indietro con il bacino e sentì il mio glande farsi strada fino a superare lo sfintere, si aprì come un fiore che sboccia. Lo presi per i fianchi e affondai lentamente tutta la mia asta dentro di lui.
Iniziai a pomparlo con moto lento, sussurrandogli che se non voleva andare oltre, avrei smesso, ma lui mi disse di andare avanti e che questa cosa gli stava piacendo molto.
Continuai a scoparlo, sempre con estrema dolcezza, per alcuni minuti poi gli comunicai che stavo per venire.
Gli scaricai dentro tutto il mio seme e mentre il mio cazzo pulsava, gli dissi che adesso era mio e che da quel momento saremmo appartenuti l’uno all’altro.
Per dar seguito a queste mie parole, mi sfilai e mettendomi a mia volta alla pecorina, mi feci penetrare e scopare anche da lui.
Ci rivestimmo e tornammo alle nostre case felici di esserci amati anche se per un breve momento.
Tutto avrebbe avuto fine, di lì a pochi mesi, con il mio ingresso nel mondo del lavoro, così come per GR anche con GV fini nello stesso giorno nel dicembre del 1974.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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