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DIARIO DI UNO STUDENTE FUORI SEDE: Capitolo 2 – Alexandros


di Allcovered
14.03.2020    |    701    |    5 9.7
"Arrivati a casa lo ringraziai e andai in camera mia dicendo che avevo bisogno di sdraiarmi un po’..."
Passò circa una settimana da quel pomeriggio in cui mi ritrovai invischiato nella spiacevole faccenda della palestra quando una mattina, mentre seguivo una delle lezioni all’università, il mio telefono vibrò, era un watsapp di Alexandros: “Ciao, quelli della palestra mi hanno risposto e ci hanno fissato la lezione per il 5 Dicembre alle 16.00, ti va bene?”.
Durante quella settimana avevo avuto tempo di pensare e di convincermi che una lezione in palestra non era poi la fine del mondo, anzi, magari sarebbe pure stata una buona occasione per conoscere qualcuno e finirla con la mia vita eremitica.
Subito presi in mano il cellulare e risposi: “Si certo, grazie”.
Nel pomeriggio, mentre ero chiuso nella mia stanza a studiare, sentii bussare alla porta: “Sono Ale, posso entrare?”.
COSA!?!?! Che succede? Alexandros che bussa alla mia stanza?
“Si certo entra” risposi “Volevo chiederti se avevi tutto quello che ti serve per la palestra perché io devo andare alla Decathlon a prendere delle robe, se ti serve qualcosa si può andare insieme”.
Di nuovo mi trovai spiazzato, Alexandros che mi proponeva di andare a fare spese con lui, questa volta però riuscii a mantenere di più il controllo e pensai che magari era ora di legare un po’ con i miei coinquilini così magari avrei potuto avere una vita più normale per la mia età.
Presi il coraggio a due mani e risposi: “Ah si beh… effettivamente non sono mai andato in palestra e non ho niente di adatto”, “Perfetto” disse Alexandros: “Allora dai muovi il culo e andiamo subito”.
Fu così che mi ritrovai in un enorme negozio di articoli per i più svariati tipi di sport, cartelloni pubblicitari raffiguranti uomini dagli addominali d’acciaio, pesi, vestiario, borse, attrezzi, insomma l’esatto opposto del mio ambiente naturale degli ultimi due anni composto da libri, appunti ed evidenziatori.

Alexandros invece si muoveva come se frequentasse quel negozio ogni giorno.
“Tu ce l’hai una borsa per portarti le cose?”, “Ehm… a dire il vero no…” risposi.
“Allora dai, iniziamo da quella, poi andiamo a vedere scarpe e guantini e poi passiamo alle magliette e ai pantaloncini che a me servono solo quelli” disse Alexandros.
Fu così che iniziò un rapporto di amicizia con quel ragazzo che mi aveva sempre messo a disagio e iniziai a vederlo con occhi diversi….
Arrivò il momento del reparto vestiario e lui disse: “Sai, non so se prendere delle magliette oppure delle canottiere o smanicati, mi sa che le magliette sono un po’ scomode in palestra, intanto provo questa” e prese in mano una maglia senza maniche con lo scollo a V blu elettrico in tessuto tecnico.

Ci dirigemmo verso un camerino e lui entrò, non so perché ma mi ritrovai a guardare Alexandros attraverso una fessura lasciata dalla tendina non perfettamente chiusa, era davvero bello, lineamenti molto mascolini, alto almeno 180cm, fisico slanciato, moro, con una barbetta foltissima ma perfettamente curata e mi ritrovai a pensare “Chissà se è peloso, con quella barba folta potrebbe anche essere”. Fu in quel momento che si filò con una unica mossa il maglione e la maglia che portava sotto e lo vidi, quel corpo stupendo, il colore dorato della sua pelle nonostante fosse pieno inverno, il petto coperto da una folta peluria nera però perfetta, come se qualcuno l’avesse pettinata, e una striscia di pelo che partiva dal centro del petto, percorreva tutto il solco centrale dei suoi addominali e si insinuava dentro ai jeans.
Istantaneamente sentii ribollire qualcosa tra le mie gambe e tentai di concentrarmi per non avere una erezione però il fato mi era avverso, Alexandros uscì dal camerino e mi disse: “Allora? Come mi sta?” e dicendo questo si portò una mano dietro alla testa mettendo in bella mostra il suo braccio già abbastanza tonico e l'ascella con una bella striscia di pelo nero però ben curato (evidentemente gli piaceva il suo pelo e lo teneva in ordine).
In quel momento la catastrofe, il mio uccello diventò duro come l’acciaio e mi sentii venire meno.
“Tutto bene?” mi chiese.
“Si… si… ho solo bisogno di sedermi un attimo, mi sa che ho un calo di pressione” risposi e mi precipitai sullo sgabello più vicino con l'intento di nascondere il mio pacco evidentemente gonfio incrociandoci sopra le braccia.
“Ti prendo una bottiglietta d’acqua?” mi chiese Alexandros.
“No no, no serve grazie, ho solo bisogno di stare seduto un attimo” gli risposi “Comunque si ti sta bene la maglietta prendila”.
“Ok allora vado a provare ancora un paio di cose tu intanto riprenditi che poi dobbiamo cercare qualcosa per te”.
Seduto su quel sgabello fui preso dal panico, se bastava vedere Alexandros con una maglietta senza maniche per provocarmi quel tipo di reazione cosa sarebbe successo in palestra vedendolo pomparsi i muscoli? Si sarebbe reso conto della mia vera natura? Mi venne quasi da piangere.
Dopo quello che sembrò un tempo infinito in cui ero preda dei pensieri più neri mi sentii dire: “Allora? Va meglio? Dai che dobbiamo prendere magliette e pantaloncini anche per te”.
Mi ridestai da quello stato di trance e, con uno sforzo quasi sovrumano, riuscii ad alzarmi e ad andare a concludere gli acquisti.
Il ritorno verso l’appartamento passò tranquillo parlando del più e del meno, sempre con qualche allusione di Alexandros alle sue conquiste sessuali (eh proprio non ce la fa a non parlare di tette e figa per più di un’ora consecutiva).
Arrivati a casa lo ringraziai e andai in camera mia dicendo che avevo bisogno di sdraiarmi un po’.

Lì nell’intimità della mia tana iniziai a ripensare a quanto era accaduto, al corpo di Alexandros, ai suoi addominali, a quella striscia di pelo che scompariva dentro ai jeans e non ci volle molto che mi ritrovai di nuovo con una imponente erezione. Decisi di spogliarmi per stare più comodo e, quando fui nudo sul mio letto, iniziai a masturbarmi sempre più forte pensando a quel corpo, a quel pelo, a cosa quei jeans nascondevano. Il mio cazzo era bagnatissimo, continuava a sputare precum come un rubinetto aperto e tutta questa lubrificazione non faceva altro che aumentare la mia eccitazione.

Improvvisamente sentii una scossa che partiva dalle palle per poi diffondersi a tutto il corpo. Iniziai a schizzare potenti getti di sborra calda che, per l’eccitazione, arrivarono fino alla mia faccia e feci una cosa che non avevo mai fatto, in preda all’eccitazione leccai uno schizzo di sborra che era finito vicino alla bocca e in quel momento scoprii che quel sapore mi piaceva, mi piaceva davvero molto….
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