Racconti Erotici > Gay & Bisex > DIARIO DI UNO STUDENTE FUORI SEDE: Capitolo 1 - Gli inizi
Gay & Bisex

DIARIO DI UNO STUDENTE FUORI SEDE: Capitolo 1 - Gli inizi


di Allcovered
14.03.2020    |    1.245    |    4 9.9
"Mi presento sono Raffaello un ragazzo di 22 anni, uno studente originario della zona del bellunese ma per motivi di studio vivo a padova con un paio di..."
Era un pomeriggio di circa 9 anni fa quando per la prima volta senti un brivido tra le gambe e la mia mano istintivamente si diresse verso il mio pacco di ragazzino tredicenne e scoprii che toccando il mio pisellino duro provavo piacere.

Mi presento sono Raffaello un ragazzo di 22 anni, uno studente originario della zona del bellunese ma per motivi di studio vivo a padova con un paio di coinquilini.

Mi sono sempre reputato un ragazzo tranquillo la mia infanzia e la mia adolescenza le ho passate tra i monti in un piccolo paesino dove tutti conoscevano tutti e le occasioni di “sperimentare” erano pressoché nulle, la vita per un ragazzino adolescente che capiva sempre di più di esser attirato dai maschi non era per niente facile.

Le mie giornate trascorrevano in un continuo susseguirsi di scuola e casa, casa e scuola, ogni tanto inserendo una passeggiata tra i boschi, ah si, i miei amati boschi, i custodi del mio segreto, il luogo dove mi sentivo più protetto, lontano da tutte le malelingue del paese e dove potevo essere me stesso.

Tante volte lì tra i faggi e gli abeti passavo interi pomeriggi a raccogliere quel che il bosco mi donava perché il bosco è gentile con chi lo ama, è un padre buono che dona gratuitamente i suoi frutti ma con me è stato anche un confidente, un amico, quante volte ho raccontato a quegli alberi come avrei voluto poter dare un bacio a Nicola, il mio migliore amico, di cui inconsciamente ero innamorato, di come la vista di Andrea, il vicino di casa, mi eccitasse quando d’estate preparava la legna per i mesi invernali li, nel suo giardinetto dietro casa, con addosso una canottiera aderente di quelle da intimo per capirsi che metteva in mostra tutta la sua virilità, il suo corpo statuario, quelle braccia possenti, il petto largo e ricoperto da un bel manto di pelo scuro.
Ebbene si, i boschi sapevano tutte queste cose e spesso capitava che questi pensieri provocassero un terremoto nelle mie mutande, allora dovevo trovare un ceppo dove sedermi per tirare fuori il mio uccello e segarmi con tutte quelle immagini che scorrevano nella mia mente fin quando non arrivavo al limite e un vulcano di sborra calda usciva dal mio arnese (in futuro scoprii che ne facevo davvero molta rispetto alla media ma questa è un’altra storia).

Così passò la mia vita da quando a 13 anni scoprii il piacere della masturbazione fino ai 19 quando, terminato il liceo, mi trasferii a Padova per iniziare l’università.
Mi ritrovai così catapultato in un mondo totalmente diverso, una grande città dove non conoscevo nessuno, tante persone, da solo, la mia famiglia lontana, dovetti imparare ad arrangiarmi in tutto, dal bucato alla cucina, dal pagamento delle bollette all’organizzazione del mio tempo in base ai corsi da seguire e alle ore di studio personale.

Mi ci volle molto tempo per ambientarmi, per quasi due anni feci una vita da eremita, uscivo di casa solo per andare alle lezioni o per fare la spesa.

Con i miei coinquilini non legai subito, uno si chiamava Alexandros, era un bel ragazzo moro di origine greca ed estremamente maschilista e omofobo (non serve specificare che questo mi spinse a tenere ancora più segreti i miei gusti sessuali), l’altro si chiamava Matteo, un ragazzo tranquillo che lavorava come barbiere, fidanzato con una ragazza abbastanza insipida e poco attraente, non so davvero cosa ci trovasse in lei, poteva ambire a ben di più perché era un ragazzo abbastanza piacente, barbetta, capelli con il ciuffo alla Marco Mengoni di cui però non ho mai ben capito il colore visto che ogni settimana era diverso, fisico atletico e un sorriso davvero ipnotizzante.

La cosa più imbarazzane per me era quando venivo coinvolto nelle discussioni tra Alexandros e Matteo, spesso parlavano di donne e Alexandros si vantava delle puttanelle che castigava e immancabilmente arrivava il momento in cui si rivolgeva a me per sapere se avevo fatto qualche conquista.
Di certo non potevo dirgli che a me piaceva il cazzo e nemmeno che ero ancora vergine, nel primo caso avrei rischiato di essere picchiato, nel secondo deriso, allora inventavo qualche vaga storiella da raccontargli tanto per farlo stare zitto e, appena potevo, con una scusa mi ritiravo nella mia camera per fuggire a quel supplizio.

La svolta arrivò inaspettatamente un pomeriggio di novembre dell’anno scorso, ero sceso in cucina per farmi una tazza di thè per fare una pausa dallo studio quando sopra il tavolo notai un volantino, era la pubblicità di una nuova palestra che avrebbe aperto di li a poco non molto distante dall’appartamento dove abito. Iniziai a leggerlo e improvvisamente rientrò in casa Alexandros, si accorse che stavo guardando quel foglietto e mi disse: “Visto? Aprono una nuova palestra, stavo pensando di andare a provarla perchè voglio farmi un po’ il fisico per quest’estate quando tornerò a casa in Grecia e starò tutto il giorno al mare” al che io risposi: “Beh si…. Non è una brutta idea” e fu in quel momento che arrivò la bomba, una frase davvero inaspettata che mi colse impreparato: “Ti va di venire anche tu così magri ci alleniamo insieme? Da solo in palestra mi annoio a morte”.
In quell’istante il mio cervello ebbe un corto circuito, ero totalmente impreparato ad una proposta del genere da lui che per quasi due anni mi rivolgeva la parola raramente e quasi sempre solo per parare di donne.

Una lezione in palestra, nulla di così stravagante, ma era sufficiente per sconvolgere quel precario equilibrio che ero riuscito a crearmi nella mia esistenza da eremita patavino.

Non so bene cosa risposi, provavo una strana sensazione come se il tempo si fosse bloccato, come se vedessi il mio corpo dall’esterno, ma mi sentii dire da Alexandros: “Ok perfetto allora mando una e-mail per prenotare una lezione per noi due appena aprono” e poi lui se ne andò in camera sua.

Mi ritrovai li, da solo, seduto con quel foglietto in mano, in preda all’ansia più terribile per quello che era successo. Nella mia mente si affollavano i pensieri più tragici, da una improvvisa e imbarazzante erezione durante l’allenamento che avrebbe provocato lo scherno di tutte le persone presenti in palestra, all’essere bullizzato da qualche muscoloso ragazzo assiduo frequentatore di sale pesi nello spogliatoio, la cosa che però maggiormente mi terrorizzava era dover passare molto più tempo di quello che solitamente trascorrevo in compagnia di Alexandros e dei suoi odiosi discorsi.

Presi la mia tazza di thè, salii in camera e da lì non venni più fuori fino all’indomani.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per DIARIO DI UNO STUDENTE FUORI SEDE: Capitolo 1 - Gli inizi:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni