Gay & Bisex
Con la scusa della bicicletta
di valerio72
24.07.2018 |
2.195 |
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"Passò qualche giorno forse per via della pioggia prima che ritornassi in garage, ma desideravo fare un giro in bici e anche farmi toccare da lui..."
Ha dodici anni avevo già una piccola bicicletta,ma il giorno che il signor Ilario mi propose di provare la sua vecchia bici da corsa ne fui felice. Andava fatta però la regolazione sella,pensai bastasse abbassare tutto il sellino ma il signor Ilario disse che l'inclinazione andava fatta con me seduto sopra,non sospettai niente neanche quando senti spesso le sue mani toccarmi il culo o le gambe nude che uscivano dal piccolo pantaloncino,anche perche era un tranquillo pensionato del mio palazzo ed era sposato con una signora amica di mia nonna. Per diversi pomeriggi feci dei giri con la sua bici che ormai diceva di non usare più,pero prima doveva sempre controllare le misurazioni della sella ed erano sempre palpatine al mio culetto,quasi mi piaceva e poi pensavo che in cambio dell'uso della sua bella bici qualcosa gli dovevo. Un giorno forse per colpa del mio pantaloncino un po sceso sulle chiappe,senti la sua mano sul culo,ma a pelle,eravamo nel garage come al solito e invece di aver fretta di partire,lasciai che mi toccasse e mi abbassai sul manubrio quando senti un suo dito toccarmi il buco del culo,non osavo guardarmi dietro ma percepii un suo dito che unto di qualcosa spingeva per scoparmi,incosciamente parto con la bici e lo lascio di sasso prima che mi penetri. Mentre pedalavo pensai alla situazione in cui mi ero messo,neanche mi dispiacevano le sue attenzioni ma di sesso non sapevo niente e non sapevo cosa poteva succedere,quel giorno per la prima volta mi si era indurito il pistolino e mi faceva molto male in punta.
Quando tornai diversamente da altre volte che lasciavo la bici nel garage senza che ci fosse nessuno,stavolta era li che mi aspettava,mi disse di seguirlo in un altro stanza forse una cantina ma io per quel giorno ero già abbastanza in subbuglio e me ne andai come se non avessi sentito.
Passò qualche giorno forse per via della pioggia prima che ritornassi in garage,ma desideravo fare un giro in bici e anche farmi toccare da lui.
Capitò come l'altra volta,mi tocco subito a pelle e con un dito ancora unto mi tocco il buchino,stavolta non scappai e con calma mi fece un ditalino,intanto mi chiedeva se dopo scendevo in cantina con lui annui al suo invito quasi senza pensarci e lui tolse il dito,si piego dietro la bici e mi lecco il buchino,parti in bici ancora col pisello che mi faceva male. Al ritorno non lo trovai in garage ma senti la sua voce,vieni sono qua,scesi una scala in direzione della sua voce e entrai in una stanzetta buia,solo quando mi abituai alla poca luce vidi al centro un materasso e la sua sagoma in piedi.
Mi abbracciò e con tutte e due le mani mi prese i glutei,avvinandomi a lui senti la sua grossa erezione contro la pancia,mi allargo le chiappe e mi penetro con un dito,io guardai verso di lui come se volessi chiedergli cosa stai facendo?,lui ne approfittò e inizio a baciarmi in bocca e la sua grossa lingua cercò la mia. La limonata fu lunga finché volle lui,ero quasi stordito mi lasciò scendere fin che fui steso sul materasso,non pensavo a niente sapevo solo che avrei fatto tutto quello che voleva,.Era in ginocchio,la protuberanza vicino al mio viso,apri i pantaloni e senti un forte profumo molto dolce,non aveva mutande e in un attimo mi trovai col suo grosso cazzo spinto in bocca. All'inizio fu lui muovendosi a scoparmi in bocca tenendomi la nuca,io cercai solo di respirare dal naso perche dalle labbra già tese non passava aria,fu un pompino selvaggio e rapido forse perche si masturbò mentre prendevo fiato e lo leccavo sotto tra le palle,grugni e sborrò che io neanche sapevo cosa stava succedendo in quella cantina buia,me lo rimise in bocca e avverti un sapore acido e molto salato,il cazzo diventò un po meno duro e imparai a succhiare e leccare la cappella come fosse un gelato come lui mi disse di fare. I giorni dopo imparai a fargli i pompini,spesso si sdraiava sul materasso e io succhiavo e leccavo il suo cazzo come volevo,intanto lui mi palpava il culetto,penetrandomi con un dito solo quando era vicino a sborrare,era resistente e per farlo sborrare dovevo sempre segargli l'asta tenendo la bocca pronta a ricevere la sborrata che ormai mi piaceva ingoiare. Se a qualcuno è piaciuto racconterò il seguito
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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