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Come ho circuito il sacerdote


di Asseffect
31.07.2017    |    29.416    |    13 9.1
"Il petto villoso e il pisello barzotto sotto i pantaloni mi eccitano da morire..."
Prima di iniziare ci sono due cose che dovete sapere su di me:

1) Mi piace molto, ma veramente molto fantasticare. Non solo sul sesso, ma su quello in particolare mi concentro molto, sopratutto se devo portarmi a letto qualcuno.

2) Se mi metto in testa qualcosa in genere non mollo finché non riesco ad ottenerla.


Ho sempre avuto una certa attrazione per il sacerdote del mio paesino, e contando che abita letteralmente di fronte al mio condominio in uno proprio la cosa per me è eccitante. Sopratutto quando faccio la doccia mi piace vederlo nel suo bagno ed immaginarlo che mi guarda e si sega. Del resto, come ci hanno confermato anche i vicini, un po' guardone lo è, e spesso l'hanno visto che osservava qualcuno che prendeva il sole in giardino o cose simili.

Qualche mese fa, tornando da lavoro, verso le 2 di notte, vedo la luce della sua camera e del bagno accese.
Aspetto qualche minuto che si affacci e lo chiamo. Gli chiedo di potergli parlare un'attimo ma lui mi dice che è troppo tardi. Chiedendoglielo per favore lui mi chiede se è una cosa grave e mi dice di aspettare sotto la porta.

Velocemente facendo la strada ed aspettandolo penso ad una scusa, ed assumo una faccia un po' preoccupata.
Quando apre la porta lo trovo in pigiama. Pantaloncini corti e canottiera bianca. Il petto villoso e il pisello barzotto sotto i pantaloni mi eccitano da morire.

Inizio a raccontargli la mia storia. Ho perso una scommessa a lavoro, e per sdebitarmi devo portare la prova di aver fatto una sega ad un uomo.
Il prete mi dice, però. che lui non fa "queste cose empie e sporche", e mi manda a casa dopo aver appoggiato una mano sulla mia testa e aver detto una preghiera veloce.


Poco tempo fa stavo tornando a casa con la spesa. I miei sono in vacanza quindi vivo da solo.
Col borsone da palestra appeso ad un braccio e le borse della spesa nell'altro vedo il prete, e gli faccio un cenno con la testa. Si avvicina e mi chiede come va.

Gli rispondo che non c'è male. Mi chiede se sono andato a fare la spesa e si complimenta, dicendo che mia mamma è fortunata ad avere un ragazzo che fa le commissioni per lei.

"In realtà sono da solo al momento Don", rispondo. "I miei sono in vacanza e io sono rimasto a casa per lavorare e studiare. Avevo voglia di un pò di carne e stasera proverò a farmi una bistecca".

Mi chiede in che senso proverò, e gli rispondo che non ne ho mai cucinata una, ma che ho una mezza idea di come fare.

"Se posso permettermi", mi dice lui, "vuoi che ti aiuti? La carne deve essere cucinata bene, sennò rischi di star male la notte". Il cazzo mi diventa di marmo.

Faccio finta di pensarci su ed acconsento. Insieme entriamo in casa mia. Tiro su le tapparelle ed inizio ad apparecchiare la tavola mentre lui batte le bistecche e cucina. Gli dico di cucinarne due per scusarmi per il disturbo, e mi metto vicino a lui per vedere come fa e "farmi insegnare".

Durante la cena mi chiede se avessi poi risolto la cosa di cui gli avevo parlato.
Faccio finta di non ricordarmi, e mi chiede se avessi trovato qualcuno a cui toccarlo o meno.

"Oh, quello" dico. "In realtàè no Don. Voglio dire, ne ho avuto la possibilità, ma non sarebbe stata la stessa cosa".

"Non capisco cosa intendi" mi dice stupito.

"Spero la cosa non le faccia schifo Don, ma io sono bisex".

"E cioè?". "E cioè sono attratto sia dalle donne che dagli uomini. Tuttavia non da tutti gli uomini, come non da tutte le donne. Mi piace l'uomo maturo, e lei è la descrizione perfetta dell'uomo che piace a me."

Lo vedo arrossire leggermente.

"Quindi hai avuto rapporti con altri uomini maturi? E i tuoi genitori?"

"Nessuno sa nulla, e la pregherei che restasse così. Vede, quella notte, quando l'ho vista in pigiama, ho sentito un moto d'attrazione pazzesca nei suoi confronti. Ma ho capito che a lei purtroppo certe cose non interessano, quindi per correttezza nei suoi confronti ho preferito smettere".

"Capisco" dice.

"Posso farle una domanda, Padre?"

"Dimmi pure caro", mi risponde.

"Lei non sente mai il bisogno di fare l'amore?
Di toccarsi? Di baciare? Di essere toccato e baciato?"

"Ma non potrei mai, ho fatto voto. Anche quando ho voglia non mi tocco e mi pento."

"Si alzi Don, per favore." gli chiedo.

A malincuore lo vedo alzarsi, e la patta non mente. Si vede una protuberanza. Lo prendo per mano e lo faccio sedere sul divano. Lui resta lì, imbambolato.

Gli appoggio la mano sulla patta ed inizia a vibrare. Gli dico di chiudere gli occhi e rilassarsi. Prova ad ascoltarmi. Lentamente gli apro la lampo dei pantaloni e appoggio una mano sulle mutande. Sono già umide. Ricomincia a tremare e mi chiede di smettere. Sotto sotto so che non vuole.

Infilo la mano sotto le mutande e sento il suo cazzo. Lo tiro fuori. La cappella è ancora protetta dal prepuzio. Lo accarezzo mentre lui trema. Continua a chiedermi di smettere, ma non c'è più la convinzione di prima nelle sue parole, spezzate dal primo contatto di quel genere.

Il suo cazzo è molto bello. Lungo e nodoso. I peli del pube, bianchi ed attorcigliati, sono lunghissimi, segno che probabilmente non li ha mai tagliati.
Provo a scappellarlo. Fa molta fatica.

"Ah, cosa fai? Mi fa male", mi dice.

"Don, non si è mai masturbato?"

"Da ragazzino. Prima di prendere i voti. Adesso mi tocco solo andando in bagno" mi dice.

"Tenga gli occhi chiusi e non si muova", rispondo divertito.

Abbassandomi lo prendo in bocca. Sento un sapore aspro, di piscio, ma lo tengo stretto.

"O Signore in cielo. cosa stai facendo?" mi chiede.

Ancora col suo cazzo in bocca gli dico di stare in silenzio e di concentrarsi sul piacere.

Con le mani inizio a scappellarlo lentamente, mentre con la lingua seguo il movimento del prepuzio leccandogli tutta la cappella. Non riesco a scoprirlo tutto però. Sputo sul glande, lo ricopro e lo riscopro. Lui trema tutto. Gli apro il bottone dei pantaloni e glieli abbasso assieme alle mutande. Poi mi metto in ginocchio davanti a lui.

"Come se questa fosse una confessione, nessuno lo verrà a sapere."

"Il Signore si però", mi risponde contrito, pur non alzandosi.

"Penso che il suo Signore sia felice sapendo che lei sta provando un pò di piacere." Mi appoggia una mano sulla testa mentre lo riprendo in bocca.
Poi mi stacco e passo ai coglioni. Sono veramente pieni. Il pelo mi solletica le narici mentre il suo cazzo mi sbatte sul naso.

Ne prendo in bocca prima uno, poi l'altro. Poi entrambi.

Poi torno sul cazzo. Sono passati pochi minuti se è tanto durante tutto questo.
Lo sento fremere e pochi istanti dopo con un esplosione mi sborra in bocca.
Sei, sette schizzi pienissimi che non riesco a prendere tutti.

Con il suo succo sulle labbra mi alzo a guardarlo.

"Grazie mille figliolo. Mi spiace non aver avuto la forza di resisterti, dovrò stare sveglio tutta la notte a pregare ormai."

Mi abbasso i pantaloni della tuta e mi metto col cazzo duro seduto, iniziando a masturbarmi.

Guarda con interesse: "Mi spiace, ma non me la sento di fare quanto hai fatto a me", dice con aria contrita.

Gli rispondo che non c'è problema ed inizio a farmi una sega. Allunga la mano e con l'indice mi sfiora l'asta e scende sulle palle e sul culo.

"Come mai sei glabro?" mi chiede.

Perché se trovo qualcuno disponibile a succhiarmelo e a farsi inculare per lui ci sono meno problemi.

Ormai non riesco a trattenermi e anch'io sborro. Il mio sperma finisce sul mio stomaco.

Il prete si alza, si riveste e si dirige verso la porta.

"Grazie per il mangiare e per il bere", gli dico con un'occhiolino.

Lui diventa paonazzo.

Gli appoggio una mano sul petto: "Se vuole rifare o approfondire, io sono qua", gli dico, "Il suo segreto è al sicuro con me".

Chiude la porta e se ne va a casa sua. Io mi spoglio e vado al piano di sopra per farmi una doccia e lavarmi dallo sperma. Aprendo la porta lo vedo nel suo bagno. Mi saluta. Ricambio, nudo, ed entro in doccia.

Una volta fuori lo vedo in camera. inginocchiato a pregare davanti al letto...
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