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Gay & Bisex

CIAO BELLE TETTINE 2


di Capezzolone
17.11.2024    |    96    |    1 6.0
"Come farò se lo rincontrerò adesso? E se lo dicesse a qualcuno? No..."
PARTE 2: UNA PROMESSA È UNA PROMESSA

Non riesco a credere a quello che è successo con il signor Gino. Continuo a pensarci, chiuso nel mio silenzio. A cena sono assente e perso nei pensieri, ma ci sono tutti abituati e non se ne stupiscono. La notte continuo a voltolarmi nel letto, continuo a pensarci e mi sento andare a fuoco. Che vergogna. Come farò se lo rincontrerò adesso? E se lo dicesse a qualcuno? No. Questo non credo ma… Non può essere successo davvero. Forse se chiudo gli occhi, mi risveglierò e capirò che è stato solo un brutto sogno. Ma, aimè, chiudo gli occhi e sono ben lungi dal prendere sonno. Rivedo i suoi occhi sornioni e intensi che mi fissano, mentre la sua lingua mi titilla le tettine. Mi sento ancora addosso il suo odore. Mi sento andare a fuoco, ma la cosa più terribile è che mi accorgo di avercelo duro. Forse se vengo e allento la tensione riuscirò un po’ a rilassarmi e a dormire? Vado in bagno, apro la doccia e inizio a segarmi. Cerco di pensare ai miei ragazzoni, immagino di essere in mezzo a loro, ma in un angolo della mia mente c’è sempre lui che mi fissa. Dopo che sono venuto è anche peggio. Un’ondata di calore mi si appiccica umida al viso e al corpo. Mi sciacquo sotto la doccia, poi mi rinfilo le mutande e i pantaloncini del pigiama e sento il bisogno di un po’ d’aria. Ma in casa dormono tutti e se aprissi il portone per uscire li sveglierei. Così apro la finestra del bagno, scavalco il davanzale ed esco sul balcone.
Lui è là. In piedi, che si fuma una sigaretta sul balcone di fronte. Nudo. Con solo le mutande indosso.
Perché? Lo sapeva! Sapeva come mi sarei sentito? Mi stava aspettando?
Mi sorride e mi fa un cenno di sopracciglia. E improvvisamente mi accorgo di essere a torso nudo anch’io.
“Come va?” mi chiede come se niente fosse.
“Accaldato”
“Oh”
E all’improvviso mi accorgo di quanto sia stata equivoca la mia risposta.
“Vuoi venire da me?” fa lui.
E all’improvviso sento la gola seccarsi, un tuffo nel vuoto del petto e sto di nuovo andando a fuoco.
“…a rinfrescarti?”
“Dormono tutti.” balbetto “Non posso uscire”
“Non vedi quant’è vicino il balcone? Dammi la mano e scavalca”.
Obbedisco. La sua manona è grande e forte, la stringo, salgo in piedi sulla balaustra e faccio un passo sospeso nel vuoto, un salto nell’oscurità. Verso il suo balcone, verso la porta oscura di casa sua. Gli sono addosso, mi tengo a lui. Le mie mani sfiorano il suo corpo caldo e villoso. Solo un attimo. Poi si stacca e mi conduce dentro, lasciandomi fermo in mezzo al salotto.
Lo fisso immobile. In silenzio.
Lui sorride: “Ti ho fatto una promessa e ora la devo mantenere”
Resto in silenzio.
“Ehi! Non ti devi vergognare per quello che è successo ieri sera. È normale: succede a tutti i maschi. Se vuoi evitare di sporcarti le mutande, basta che te le levi e resti nudo. Che c’è? Tranquillo! Vedi? Mi denudo anch’io”
Ciò detto si toglie gli slip e resta nudo per davvero. Cazzo! Sento un tuffo al cuore a guardarlo così. Il pisello di un uomo adulto è sempre così grande e grosso?
“Vieni” mi fa cenno di seguirlo sul divano. Mi poggia una mano su un fianco e fa per sfilarmi i pantaloncini, io proseguo il suo movimento.
Mi siedo accanto a lui, tutti nudi.
“Non vuoi quello che ti ho promesso?” Senza darmi tempo di rispondere, mi prende una mano e se la posa su una poppa.
E al contatto con quella carne forte e villosa non resisto più. Perdo la ragione. Inizio a palpargliele e a stringerle. Gli sfioro quei grossi capezzoloni e sento le areole rosse che si induriscono sotto i miei palmi, le punte che si rizzano tra le mie dita. Come impazzito mi ci tuffo sopra e inizio a leccarle e succhiarle.
“Ah sì!” fa lui stringendomi la testa “Bravo bimbo. Ciuccia la zizza di papà!”
È così tenero accarezzargli il ventre villoso, sporgente ma duro. Scendere giù all’ombelico e sotto.
“Puoi toccarmi anche il pisello se vuoi” mi fa lui.
Non mi faccio pregare. È duro e caldo. Lo stringo e istintivamente inizio a menarlo con rapidi movimenti di mano come ho fatto poco prima con il mio. Preso dalla foga gli mordo un capezzolo.
“Aaah! Piano, bimbo!” fa lui ridacchiando. “Vieni qui” soggiunge. Mi fa sedere a cavalcioni sulle sue ginocchia. Il contatto dei nostri corpi nudi, il solletico dei suoi peli sulla pelle mi piace. Ho le tettine contro la sua faccia, ne solleva una nella mano e se la infila in bocca. La lecca tutta, mi inizia a leccare in mezzo al petto e a suggere alternativamente i capezzoli. Un senso di godimento mi langue nel petto. E intanto le sue mani mi accarezzano dappertutto, mi prende il pisellino e me lo sega, mi stringe le chiappe nude, si sofferma a palparle, un dito indugia sul mio buchino, lo accarezza, lo solletica. Ho un fremito di paura, ma poi mi sembra come se le sue sottili spinte liberassero un po’ delle sensazioni piacevoli che ho imprigionate nel basso ventre. Continua alternativamente a lavorarmi un capezzolo con la lingua e a strizzare l’altro tra due dita. L’altra mano scende giù lungo la coscia. Istintivamente gliela riprendo e me la appoggio di nuovo sull’orifizio. Apre gli occhi e mi guarda un momento come un fulmine. Poi continua a lavorarmi i capezzoli e a solleticare il buchino. Io intanto gli palpo le zizze, gli ciuccio l’orecchio, gli bacio il collo. È un maschione enorme e bellissimo. E all’improvviso sento di nuovo i miei capezzoli godere mentre il suo ditone nel culo scava delicato il mio piacere.
“Ah” gemo imbarazzato. Il mio pisello intrappolato contro il suo ventre inizia a godere, non posso fare altro che abbandonarmi e gli schizzo una scarica di seme contro la pancia e il petto.
“Cazzo! Quanta sborra c’avevi!” fa lui ridendo e accarezzandomi i capelli.
“Mi scusi!” faccio io arrossendo.
“No, che dici? Mi piace!” fa lui sorridendo e se la strofina un po’ sul ventre.
Io mi abbandono contro le sue tette. È comodo e confortante. Istintivamente mi viene da baciargli il petto villoso.
“Ti piace, eh?” ridacchia lui “Mi sa che uno di questi giorni ti scopo a pecorella” mi sussurra nell’orecchio mentre intanto si mena il cazzo duro. Ho un brivido di terrore.
“C’hai ancora voglia?” sussurra lui.
“Ora no! “ scuoto la testa io, che –beata gioventù- sono già venuto due volte in meno di mezz’ora.
“Tranquillo. Tra un po’ ti faccio riveni voglia io”
Mi prende entrambi i capezzoli tra pollice e indice e inizia a pizzicarli e tormentarli. Poi mi sdraia sul divano e in un attimo mi è sopra, mi bacia sul collo, poi scende sul petto e ricomincia a lavorarmi le tettine. Continua a leccare, ciucciare e mordicchiare finché il desiderio non si riaccende nel basso ventre e il pisello mi torna di nuovo barzotto.
“Belle tettine, me la fai una spagnola?” fa il Signor Gino, prendendomi con disinvoltura una tetta in mano.
“Come?” chiedo io interdetto. So cos’è. L’ho vista fare nei giornaletti porno, ma non saprei esattamente come si fa “Non sono capace” mi schermisco timido.
“Tranquillo, mettiti in ginocchio che faccio tutto io”.
Obbedisco. Si scopre la cappella del pisellone duro e me la appoggia deciso in mezzo alle tettine, me le prende, le solleva e se le stringe attorno al cazzo. Poi inizia a stantuffarcelo in mezzo con colpi di bacino come se mi volesse scopare in mezzo al petto.
“Ah sì! Così!”
Essere usato in quel modo mi eccita. Così me le prendo in mano e cerco di continuare io a stringermele e segargli il cazzo.
“Ecco, bravo. Hai capito! Così! Fammi godere”
Riesco a sentire l’odore del suo membro, la punta leggermente umida contro il mio petto. Quando sembra più compiaciuto si stacca.
“Vuoi dargli un bacino?” fa sorridendo e tenendoselo in mano.
Resto immobile, sono di nuovo eccitatissimo, ma qualcosa mi porta a ritrarmi.
Lui ridacchia, si china e mi bacia in bocca. È un emozione forte sentire la sua bocca barbuta, il suo linguone che entra a giocare con il mio. È un bacio quasi brutale come se volesse succhiarmi via la vita dalla gola.
“Lo fa Lei a me?” replico io estasiato, accarezzandogli una poppa.
“Io?” fa ridendo “Ma no! Ho troppi peli, ti fai male”
Ma a me non importa. Lo sospingo sul divano, lui si siede. Io gli accosto il pisellino al petto, ce lo strofino, lo faccio giocare con la punta dei suoi capezzoloni. Stringo tra le mani i suoi seni villosi, ce lo infilo in mezzo e inizio a dimenarlo.
Ah sì! In effetti il suo petto è ruvido e mi brucia un po’ la cappella, ma sono talmente eccitato che quasi non me accorgo.
“Comunque, dopo che mi hai sborrato addosso, è il caso che mi dai del tu. Puoi chiamarmi Zio Gino”
“Sì, zio! Dammi le sise!”
Pensare di scopare con mio zio mi eccita talmente tanto che sborro di getto per la terza volta in mezzo a quella selva calda e villosa.
“Ora devi far venire me, però!” mi fa lui.
Io mi siedo di nuovo sulle sue ginocchia, mi chino a ciucciargli un capezzolone, poi l’altro. E mentre lecco gli afferro il cazzo, ritto a novanta gradi, e gli sparo un segone come si deve, finché non perde il controllo e schizza in aria ripetuti getti di piacere.
Sudati e sporchi, restiamo là sul divano. A me viene di nuovo istintivo abbracciarlo. Lui mi afferra il viso e mi bacia ancora con la lingua.
“Ti è piaciuto?” mi sussurra nell’orecchio.
Io mi limito ad annuire con un gemito.
“Ti piacciono le sise di un vero uomo, Eh? L’ho visto come le guardi sempre, come guardi tutti i maschi. Provi a spiarli mentre sono nudi e credi che non se ne accorgano. Ma io non sono come gli altri, io me ne accorgo”
Io mi perdo nel fuoco del suo sguardo.
“Tranquillo, lo rifaremo.” mi rassicura “Ma sai che non devi dirlo a nessuno!”
Il suo tono è severo e perentorio. E all’improvviso quello che ho fatto, che lui mi ha fatto, mi sembra grottesco e mostruoso. Mi stacco da lui e lo guardo con aria di sfida.
“Se no?”
Lui si poggia una mano su una tetta.
“Se no, non te le do più”
E quel pensiero mi sembra davvero terribile e angosciante. Mi limito a sorridere e affondo la testa sul suo petto.
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