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SEVERA PUNIZIONE


di davveroesigente
10.10.2024    |    115    |    0 6.0
"Poi cenammo e mi disse che aveva compreso l'imperdonabile sbaglio e che era una giusta punizione..."
...e dire che la avevo avvisata! dopo quasi due anni di continui incontri avevo piegato ogni sua resistenza, ogni suo intimo pensiero e lei conosceva bene la riservatezza e la discrezione alla quale ogni slave è tenuto ad avere nei confronti del proprio Padrone; non ci sono se o ma...quello che accade deve rimanere intimo e segreto e non condivisibile ad altri senza il permesso del Padrone. Anna sapeva bene queste cose, ma qualcosa dentro lei scattò quando rivelò a Manuela, ragazza mantovana che da poco condivideva con lei momenti di "spensieratezza" sul sito A69 con un profilo da singola bsx, di avere un Master, di essere mia da quasi due anni e di quali limiti avesse superato grazie al Padrone. Quando venni a conoscenza di ciò convocai Anna con chiare istruzioni per un intero weekend presso una dimora messami a disposizione di un caro amico che operava nel settore edilizio nel pesarese. Lei era all'oscuro di tutto, come al solito. Ero seduto nel salone e bevevo un ottimo liquore quando Anna giunse (puntuale come al solito) e senza dire nulla le feci cenno di spogliarsi e così lei fece, le feci indossare un collare e la chinai in modo che potesse gattonare nuda per la stanza. La condussi davanti alla sua ciotola con i croccantini (riso e salmone) inzuppati nell'acqua e le ordinai di mangiare....Anna ubbidì ed iniziò a prendere coscienza del mio umore, del mio sguardo severo rivolto verso lei e, quasi intuendo la sua colpevolezza chinò la testa e finì tutti i croccantini e con grande timore iniziò a urinare mentre era a 4 zampe. Adesso il timore si era tramutato in terrore....aveva compreso e ascoltando le poche frasi che le dicevo circa il dovere della privacy, della riservatezza al quale ogni slave è tenuto verso il proprio Padrone, la consapevolezza dentro lei si faceva più forte....e comprese bene quando le mostrai sul telefono il profilo di A69 e le sue foto con Manuela. Non dissi altro....ci fu un assordante silenzio e Anna, con voce sommessa, esclamò: "cazzo...stavolta me la sono veramente meritata. Sono pronta Padrone, ho sbagliato". Risposi: "chi sbaglia paga, comprendi, si?"
Silenzio....ancora silenzio. La condussi nella gabbia tenendola ben salda al guinzaglio e lì rimase per tutto il pomeriggio. Fissava la parete con sguardo perso e ogni tanto guardava me che parlavo al telefono, fumavo silente una sigaretta fissandola.
Dopo qualche ora le feci asciugare l'urina dentro la gabbia con la lingua ed i capelli e, sempre tenendola al guinzaglio, la portai fuori l'appartamento. La bendai e la feci alzare, sempre con il guinzaglio fissato al collare. Ferma, immobile ordinai. un Si, Padrone fu la risposta immediata di Anna. Vidi fremere di terrore tutto il suo corpo mentre le dicevo cosa la aspettasse: "Visto che ti piace parlare del tuo status di slave ad altre persone senza curarti delle possibili conseguenze, oggi sarai alla mercè di altri che nulla hanno a che fare con la nostra natura ma che sanno solo essere gratuitamente crudeli e privi di ogni scrupolo. Vuoi far sapere che sei mia proprietà? Bene, sarai accontentata". Anna tremava come una foglia e urinò di nuovo. Le tolsi la benda quando giunse un furgoncino con operai di colore del mio amico che venivano a reclamare il loro pasto...la loro preda. Alla vista di ciò Anna si inginocchiò, quasi in un tentativo disperato di poter cambiare quella situazione. Tentativo inutile, era tardi ormai. La buttai tra le braccia di 5 uomini di colore che erano ancora sporchi dal lavoro. Ghignavano e pronunciavano parole incomprensibili (erano senegallesi) e la tirarono via dentro il furgone. Vidi che subito uno di loro aveva già abbassato i pantaloni ed un membro impressionante già poggiato sulla bocca di Anna mentre io discutevo con uno di loro dando precise istruzioni. Messosi alla guida del furgone, i ragazzi si allontanarono con musica alta e grida diffuse con Anna a bordo. Le mie istruzioni erano state chiare, videochiamata attiva per tutta la durata e così fu. Già nel furgone Anna iniziò a essere preda dei 5 che la palpavano, le stringevano i seni, le infilavano dita in bocca, nella vagina e nell'ano senza freno alcuno. Non aveva scampo Anna, era completamente alla mercè dei 5. Il furgoncino si fermò in un cantiere poco lontano e con il telefonino vidi lo sguardo terrorizzato di Anna quando scese dal furgone e vide che ad aspettarla c'erano altri uomini che gridavano, imprecavano ed urlavano bevendo birre. Senza perdere tempo iniziarono ad abusare di lei. Uno dei senegalesi aveva veramente un membro impressionante che la soffocava e spingeva in gola, mentre uno dietro la schiaffeggiava sulle natiche e abusava della sua vagina e spingevano, spingevano mentre tutti gli altri in cerchio urlavano parole quasi senza senso. Il nero col cazzo enorme la girò e infilato un preservativo iniziò a possederla analmente, due le presero le mani e si fecero masturbare mentre a turno altri le infilavano i cazzi in gola. Una cosa continua...mentre Anna sussultava ad ogni colpo che riceveva nell'ano dal negro superdotato. Erano sporchi, erano tanti e tutti così arrapati a vedere Anna con il suo corpo così ben fatto, bianca come il latte e dai lineamenti così fini. Qualcuno iniziò a percuoterla con una canalina in plastica ai glutei, qualcuno le dava schiaffi sul volto mentre a turno abusavano della sua bocca e quello dietro che continuava a darle colpi sempre più decisi. Era passata meno di un'ora ma sembrava una eternità, non si fermavano. L'uomo che la inculava senza sosta si sdraiò a terra e fece sedere Anna sul suo cazzo e le impose di saltellare con forza. Anna obbedì mentre a turno qualcuno iniziava a sborrarle addosso, in bocca e sul viso. Erano una dozzina di persone e non si fermavano, continuavano. Anna aveva sempre un cazzo duro in ogni mano, più cazzi da leccare e succhiare e quell'enorme cazzo da schiacciare che abusava del suo ano. Anna era sporca di polvere e sborra adesso, era piena ma...non si fermavano. Qualcuno la schiaffeggiava continuamente, altri stringevano e pizzicavano i suoi seni ed uno in particolare la colpiva con un legno sottile che lasciava segni come una frusta. Non si fermavano e la insultavano con parole in lingue incomprensibili. Il nero col cazzo enorme adesso era pronto, tolse il preservativo e con un gesto di forza la girò in ginocchio davanti a lui e spostò tutti. Era pronto per sborrarle in gola e la forzò a ingoiare il suo enorme cazzo. Anna non riusciva e lui forzava la sua testa, la spingeva e fiotti di saliva uscivano dalla bocca di Anna mentre quello abusava della sua gola fino a quando si fermò spingendolo tutto in gola ed Lei non respirava quasi più e...le riempì la gola di sborra. Tutti gridavano ed applaudivano e lui rideva mentre soffocava Anna. Finito lasciò Anna che cadde a terra esausta ma...erano ancora molti che avevano voglia di lei e la sdraiarono a terra ed a turno iniziarono a possederla. Non si fermavano, continuavano. Qualcuno anche senza preservativo la possedeva e ghignavano e ridevano... Come da mie istruzioni, dopo qualche ora salirono nel furgone e nelle auto ed andarono tutti via lasciando Anna a terra, sporca ed esausta. Era ormai buio e Anna ancora stremata a terra vide le luci di una auto arrivare verso lei....scesi dall'auto e la fissai senza dire nulla. La sollevai e la portai in auto. Anna ebbe solo la forza di pronunciare flebilmente poche sillabe: "Mio Signore.....perdonami...Padrone". Restai in silenzio e guidai verso l'appartamento dove arrivammo, la presi in braccio e le rimisi il collare con il guinzaglio e la ricondussi nella sua gabbia. Avevo preparato la cena e Anna giaceva lì, nella gabbia, stremata, sporca. Alzò lo sguardo ed ancora disse solo: "Mio signore...perdonami". Fu allora che la portai in bagno e iniziai a lavarla ed a prendermi cura di lei dolcemente. Anna aveva lacrime di gioia vedendo che mi prendevo cura di lei e comprese che la avevo perdonata. Poi cenammo e mi disse che aveva compreso l'imperdonabile sbaglio e che era una giusta punizione. La riservatezza è alla base di ogni slave ed è il primo stadio di fedeltà al proprio Padrone.
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