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La punizione


di MoroDolly
22.10.2021    |    3.107    |    3 9.9
"Piacere e dolore è sempre stata una miscela che mi ha affascinata..."
Ogni mattina mi svegliavo con il messaggio del suo "buongiorno". I messaggi proseguivano sullo stesso tenore per tutta la giornata. Non mancava l’appuntamento fisso con la nostra videochat, per poterlo finalmente vedere, godendomi la sua dolce e calda voce. Era l’unico modo per poter vivere la nostra relazione, costretti a stare lontani per motivi lavorativi.
Era difficile stare lontano dal mio Uomo, dal mio Padrone.
Durante le nostre conversazioni, non mancava dichiararsi il desiderio che ognuno provava per l’altro… stimolando le fantasie che avremmo voluto soddisfare in quel momento. Il momento aumentava la voglia e l’eccitazione fisica e mentale. Arrivammo a cercare un po’ di sollievo con il sesso online.
Ascoltavo la sua voce calda e sensuale che mi ordinava cosa fare, quando aumentare o quando interrompere ogni attività... talvolta mi negava l’orgasmo. Era diventato il nostro modo per stare insieme… mi aveva assolutamente vietato di cercare sollievo dal forte desiderio che provavo, masturbandomi. Avrei potuto farlo, ma solo in sua presenza.
Io, la sua donna, la sua slave, avrei dovuto obbedire solo ai suoi ordini. Passavano i giorni e la sua lontananza diventava quasi insopportabile. Una mattina, iniziai a videoriprendermi mentre giocavo con la mia fighetta e... arrivai all’orgasmo!
Avevo disobbedito, ma curiosa della sua reazione, inviai il video a lui per regalargli qualche minuto di piacere. La sua risposta non tardò ad arrivare. Ero riuscita ad eccitarlo. Mi diceva che il suo cazzo era diventato duro come il marmo e bramava dalla voglia di possedermi in ogni modo possibile ed immaginabile.
Questo non cancellava, però, il fatto che avevo disubbidito ad un suo ordine. Il mio gesto, meritava una punizione esemplare.
Passarono le settimane e finalmente lui tornò da me.
Appena lo vidi, lì davanti a me, non riuscii a trattenermi e mi gettai tra le sue forti braccia. Seguirono lunghi baci caldi carichi di desiderio: non volevo allontanarmi dal suo abbraccio. Sentire il suo corpo a contatto con il mio... il profumo della sua pelle era inebriante e mi faceva sentire di nuovo al sicuro. Decidemmo di passare la giornata in totale relax in spa, ne avevamo bisogno entrambi.
Appena arrivammo in camera, il suo sguardo cambiò… si era trasformato nel mio Padrone. Quanto mi era mancato quel suo modo di trasformarsi da dolce e gentile ad autoritario e cinico! Si avvicinò a me da dietro e mi ricordò che avevo disubbidito ad un suo ordine: era giunto il momento di infliggermi la sua punizione.
Da brava sottomessa, iniziai ad eseguire ogni sua richiesta. Mi spogliai lasciando il reggicalze con le calze e andai a posizionarmi sul letto, in ginocchio e capo chino. Lui mi mise il mio adorato collare, sussurrò al mio orecchio “visto che hai disubbidito ad un mio ordine, adesso ti scoperò solo il culo. Devi comprendere pienamente chi comanda. Non voglio sentire un gemito... E non azzardarti a godere, perché non ti sarà permesso! ” e mi spinse bruscamente sul letto nella posizione Humble, mettendo in risalto, e alla sua altezza, il mio bel culetto tutto serrato.
Lo sentivo che si spogliava e armeggiava con qualcosa, ma non riuscivo a vederlo. Si avvicinò a me ed iniziò a lubrificare il mio culetto, ma non il necessario per poterlo infilare. Non ero pronta, so che lo sapeva. Ma voleva evidentemente che provassi la crudezza del momento. Piacere e dolore è sempre stata una miscela che mi ha affascinata. Senza avvisarmi, entrò dentro di me in maniera decisa, iniziando a pompare senza sosta, aumentando sempre più il ritmo e affondando il suo cazzo dentro le mie carni. Oddio che sensazione meravigliosa! Sentirlo che mi violava in quel modo, così possessivo! Il mio corpo iniziò a reagire. Il piacere aumentava ed ogni tanto mi lasciavo sfuggire un gemito. Lui si fermava immediatamente. Mi ricordava che non potevo provare piacere. Per farmelo entrare nella testa - l'unico posto in cui ancora evidentemente non mi era entrato - mi frustava ogni volta che gemevo, lasciandomi il segno del suo passaggio sulle natiche ormai violacee della sua intransigenza. Il dolore era a tratti insopportabile, a tratti piacevole. Ogni volta che ricevevo una frustata, il suono della verga che faceva vibrare l'aria prima di impattare sulla mia natica, mi faceva concentrare sempre di più. Aveva avuto altre slave prima di me. Ma d'ora in poi, ci sarei stata solo io per lui. Avrei voluto tenermelo solo per me... Il mio Padrone... Avrei dovuto però renderlo fiero della mia obbedienza, dimostrando di non provare piacere. Dovevo riuscirci ad ogni costo.
Ormai erano diversi minuti che mi inculava senza sosta. Il mio culetto, ormai dilatato a dovere, mi faceva percepire la sua soddisfazione nel sentirmi così aperta. Il suo cazzo poteva entrare dentro di me senza trovare nessuna difficoltà... usciva ed entrava a suo piacimento, dal mio culo… percepivo il suo godimento, il suo sadico divertimento. Sentivo che godeva nell'incularmi, sapevo che vedere il suo cazzo infilato nel mio culo, per tutto il tempo che voleva, senza che usassi la nostra safeword, lo rendeva soddisfatto e lo eccitava sempre di più. Ero totalmente in suo potere. Si era preso la parte piu intima di me. Ed ora ero sua, completamente sottomessa al suo volere. Iniziai a perdere la percezione del tempo. Davvero non so per quanto andò avanti. Ed anche se era difficile non godere di quel momento, non volevo che smettesse per nulla al mondo. Mi chiedeva ripetutamente a chi avrei permesso, nei nostri futuri giochi di scambio, di abusare del mio culo. Io gli rispondevo che solo lui avrebbe, da quel momento in poi, potuto incularmi. Il mio culetto era il mio dono, solo per il suo uso esclusivo.
All'improvviso, quasi percependo l'imminenza di un mio orgasmo soffocato, il mio Padrone uscì dal mio corpo… mi lasciò col culo aperto e con la fica grondante di inevitabile piacere negato. Mi dette un'ultima sculacciata e mi disse "può bastare". Per il momento era soddisfatto di come avevo gestito la punizione. Però per lui non meritavo ancora di provare un orgasmo.
Mi aiutò ad alzami, lui dietro di me, mi strinse tra le sue braccia, mi baciò il collo e la spalla con delicatezza e mi levò il collare… era il segnale che poneva una pausa alla mia sottomissione.
Andammo in bagno sotto la doccia, mi lavò con delicatezza... e poi lavai lui. Non mancarono i baci carichi di passione e dolcezza… tornammo sul letto e facemmo l'amore per quattro ore senza soluzione di continuità. Fui inondata da una sequenza interminabile di orgasmi mai provati prima. Bagnai il letto come poche volte avessi fatto in precedenza. Il dolore e il diniego del piacere, derivante dalla punizione, aveva finalmente ottenuto la sua degna contropartita...

Dolly
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